COMMENTI
  (Da 1 a 16 di 16)  
16 ottobre 2015 10:52 - m7teverde8154
Certo... ke da qualke parte bisogna pur investire... P.Q.M. vi consiglio VIVAMENTE di rivolgervi ad Aldo SELVAGGI (il gatto), a Roberto DE GAETANO e a Cristiano MANCINI (le DUE volpi)... Scommetto ke nessuno di voi si ricorda... di questi banditi... Vi dicono qualcosa le sigle IMF/IFM? Nooooo???... Ebbene, costoro, nel corso degli anni Ottanta ci hanno "RAPINATO" LA MODESTA SOMMETTA DI MILLE MILIARDI DI LIRE (oggi circa 500 milioni di Euro e rotti...) attraverso tutta una serie di "scatole cinesi" studiate ad hoc con il supporto OGGETTIVO della Co.N.So.B., della Banca popolare di Milano (quella di Piero SCHLESINGER, per intenderci, non uno qualunque...) e dei politici di turno (Giunta Pillitteri/Schemmari) della Milano da bere... Malgrado i processi i responsabili se la godono beatamente con i frutti delle loro "rapine" alla faccia di NOI RAPINATI. Questa è la "giustizia italiota"!!!... Magistratura imbelle, impotente e incapace: VERGOGNATI!!!... E mi fermo qua...
5 ottobre 2015 11:36 - Alessandro Pedone
@fabiospark

La scelta di qualcuno che ci faccia consulenza è una scelta molto difficile perché se si fosse in grado di giudicare le competenze di colui che vorremo scegliere non avremmo bisogno della sua consulenza. Questo vale per medici, commercialisti, avvocati, informatici, esperti di marketing o qualunque altra professione-competenza.
Tempo fa scrissi un articolo su questo argomento:
http://tinyurl.com/scegliereuncfi

(non è molto elegante citarsi sempre, ma ormai sono talmente tanti anni che scrivo di queste cose che mi è un po' passata la voglia di ridire sempre le stesse cose ed allora trovo più semplice inviare link... porti pazienza e mi scusi).

Quanto alla sua domanda centrale: "i suggerimenti di un indipendente sarebbero anch'essi basati su analisi di tipo quantitativo o che altro?" la risposta non esiste in senso generale. Dipende appunto dall'indipendente che contatta. In generale è evidente che un buon professionista basa le sue raccomandazioni sulle migliori conoscenze tecnico-scientifiche del momento, o almeno così dovrebbe essere.

Un approccio quantitativo alle selezione degli strumenti sui quali investire è, da sempre, uno degli approcci che io preferisco in particolare perché riducono l'incidenza delle emozioni nelle scelte. Ma non è detto che ciò sia l'approccio di tutti gli "indipendenti" così come non lo è (anzi vale il contrario) per tutti gli intermediari finanziari i quali, di solito, fanno della scelta discrezionale il loro principale criterio basato, secondo loro, sulle informazioni dei loro ufficio studi che solitamente analizzano i bilanci degli emittenti (analisi fondamentale), oppure i grafici (analisi c.d. "tecnica").

Non credo di averle fornito la risposta che avrebbe gradito, ma non sono in grado di far di meglio.
2 ottobre 2015 15:44 - fabiospark
@Pedone

Io non ho pre-giudizi negativi nè verso le banche nè verso il professionista.
Quello che indendevo dire è che per uno nella mia situazione non è semplice scegliere quale direzione prendere per essere supportato nella gestione del proprio patrimonio.
OK, con le banche c'è sempre il rischio del conflitto di interessi e, secondo me ancor di più, il rischio di cui parla lei in un articolo e cioè, "l'horror liquidi" (perdonatemi).
D'altra parte, per selezionare e scegliere un professionista non saprei da che parte incominciare.
(Accetto consigli pratici).
L'altro aspetto che mi preme capire è: i suggerimenti di un indipendente sarebbero anch'essi basati su analisi di tipo quantitativo o che altro?
Per esempio: all'interno di una pianificazione globale, stabilito che una certa quota di capitale è destinata a coprire obiettivi previsti fra dieci anni, come verrebbero scelti gli assets su cui investire?
O forse anche questa è una domanda malposta?
(nessuna polemica, mi creda, sto solo cercando di accrescere la mia conoscenza delle possibili alternative praticabili perchè vorrei iniziare prima possibile a... praticarne una).
Grazie.
2 ottobre 2015 13:00 - neru
Caro Pedone, in estrema sintesi: ci sono momenti in cui se si è convinti di fare il vero interesse del cliente (investitore)- se questi non accetta le tue raccomandazioni - bisogna essere disposti anche a perderlo o a non acquisirlo.
Ritengo che chi ha fatto dell'indipendenza un valore distintivo debba mettere in conto anche questa eventualità se veramente vuole essere coerente con la propria scelta cercando di cambiare - con i fatti - un sistema iniquo, talora perverso.
2 ottobre 2015 11:37 - Alessandro Pedone
@fabiospark
Prima di rispondere alle sue ultime domande è bene evidenziare che un consulente finanziario indipendente è, solitamente, un libero professionista. Come tutti i liberi professionisti non c'è un modo "standard" di fare le cose. Ognuno ha la sua sensibilità e fa le cose in base alla sua "scienza e coscienza". Naturalmente nel rispetto di tutta una serie di norme del settore.
Così come dicendo semplicemente "medico" o "avvocato" non si è detto quasi nulla sulla loro specifica attività. Un conto è un medico chirurgo, altro conto è un medico di famiglia, oppure un medico omeopata, ecc. Così come fra gli avvocati ci sono tanti tipi di avvocati.
Anche fra i consulenti finanziari indipendenti ci sono di molti orientamenti ed è quindi ragionevole attendersi che gli strumenti che verrebbero proposto sarebbero molto diversi da professionista a professionista così come gli strumenti specifici con i quali vengono scelti.
L'unica cosa da fare, come per tutti i professionisti, è quello di parlare con i professionista che si sta valutando e fare molte domande e cercare di conoscerlo.

Ma il cuore della sua domanda, se capisco bene, è il confronto tra quella che chiama una "piattaforma private" ovvero una struttura composta da tante persone che fanno analisi finanziarie ed un singolo libero professionista.
Se capisco bene il suo timore è che il singolo libero professionista non possa avere accesso a tutti gli strumenti a cui ha accesso una struttura bancaria.
Se questo è il punto, tornando a ribadire che non si può generalizzare e poi dipende sempre dal libero professionista che sceglie, in molti casi i consulenti finanziari indipendenti lavorano anch'essi con team di professionisti che fanno analisi esattamente come quelli a cui hanno accesso le banche. Una delle differenze fondamentali consiste nel fatto che il consulente indipendente ha una indipendenza oggettiva e soggettiva. La struttura di private ha sempre degli interessi dell'intermediario che, direttamente o indirettamente, possono essere in contrasto con quelli del cliente. Basta leggere i contratti che devono essere firmati per verificare che ci sono questi conflitti d'interesse.
Quindi la domanda non dovrebbe essere "Perché fidarmi di lui invece della piattaforma private" bensì "come è possibile fidarsi di una struttura che ha interessi in conflitto con i miei?"
2 ottobre 2015 11:35 - franco8442
La spiegazione del dott. Pedone a franco8442 è importante, precisa e scientifica, come sempre. Forse non è applicabile a tutti i casi concreti. Esempio: il risparmiatore sor Prudenzio possiede, da tempo, titoli in euro p.es. emessi da BEI o Stati "white list" con le alte cedole di allora; che senso avrebbe venderli prima della scadenza se non in caso di necessità? solo per il gusto di incassare subito?
Grazie per la cortese attenzione.
1 ottobre 2015 19:06 - fabiospark
Mi scuso per il post lungo.
Rileggendo l'articolo "Il difficile..." non ho potuto fare a meno di essere d'accordo con l'indicazione che, per il bene comune, bisognerebbe combattere l'ignoranza finanziaria.
Io non ho specifiche competenze nel campo ma, nella posizione di capofamiglia ultra cinquantenne, qualche mese fa ho cominciato a chiedermi se il patrimonio accumulato sarebbe stato sufficiente per il sostentamento della famiglia negli anni a venire.
Appena ho cominciato a porre domande sull'argomento alle figure che ritenevo più idonee per darmi qualche risposta, mi sono reso conto che non sarebbe stato facile trovare un interlocutore qualificato. Per fortuna, sulla rete ho incontrato il concetto di "educazione finanziaria" e seguendo quella pista mi è stato segnalato un corso online, gratuito, proprio sull'argomento.
Dopo averlo seguito dall'inizio alla fine, senza essere diventato un esperto della materia, ho capito che nel gestire un patrimonio si deve imparare a ragionare per obiettivi e per scadenze temporali. Quindi mi sono messo a fare "il budget" per me e la mia famiglia da qui... all'eternità! (Naturalmente scherzo).
Il passo successivo è quello di scegliere come investire ogni quota di capitale tenendo conto della sua destinazione e del suo orizzonte temporale. A questo proposito ho provato a chiedere a tre diversi istituti di private banking quale sarebbe stato il loro servizio di "consulenza attiva" (a pagamento).
Tutti mi hanno parlato di indicatori quantitativi (VAR, sharpe, coefficienti di diversificazione e di correlazione, ecc) in base ai quali i loro "teams" di specialisti periodicamente costruiscono dei portafogli (di fondi) ognuno dei quali tarato per investimenti con orizzonti temporali diversi (in pratica con VAR compositi diversi).
Mi nascono almeno due domande per lei, dott. Pedone:
1 - Un consulente indipendente, dopo aver verificato la correttezza della pianificazione, quale tipo di strumenti proporrebbe per l'investimento delle varie quote?
2 - In base a quali criteri sceglierebbe gli strumenti specifici? E perchè dovrei fidarmi di lui in alternativa ad una piattaforma private?

Grazie per l'attenzione.
1 ottobre 2015 18:57 - federico6198
@franco8442

Anche io all'epoca ho venduto con tanto dispiacere, e se vado a guardare le quotazioni di oggi avendo i soldi su di un conto deposito con un rendimento inferiore al'1 %.... In quel periodo io ebbi una discussione con il dott: Pedone nel forum di quel articolo obbligazioni in euro una sola parola vendere ! chi vuole può andarsela a vedere,dove mi veniva spiegato l'errore che stavo facendo a tenere tali titoli ,ma non si limitò solo a questo tempo dopo pubblico un'altro articolo dal titolo : Obbligazioni a tasso fisso: alcuni concetti di base ,dopo quella discussione e quel articolo finalmente avevo capito ed ero diventato più consapevole perchè chi mi consigliava mi diede delle motivazioni e delle spiegazioni valide che mi permisero razionalmente di non stare male per il mancato guadagno, mi ricordo che mesi dopo aver venduto quei btp incontrai il direttore della mia banca che ridendo mi disse che chi mi aveva consigliato di vendere aveva sbagliato, ed io gli risposi che quando ho comprato quei titoli la mia banca mi ha consigliato di non comprali perchè di li ha poco l'italia sarebbe andata in default,ma con l'informazione di questo sito io ho potuto fare scelte d'investimento consapevoli (magari un pò rischiose all'epoca) realizzando utili che non avrei mai fatto se non avessi seguito l'informazione fornita da questo sito limitandomi a seguire i consigli della mia banca .
1 ottobre 2015 14:44 - Alessandro Pedone
@franco8442
Grazie del suo intervento che mi consente di fare alcune precisazioni.
Che non si possano fare previsioni era - E RIMANE - uno dei nostri principi cardine. Infatti il consiglio di luglio del 2014 che lei cita non era basato sull'assunto che le obbligazioni sarebbero scese da lì a poco. E tutt'ora non PREVEDIAMO che i mercati scendano a breve.
Non è su questa base che diciamo che non sia sensato prendersi rischi.
Non possiamo prevedere, ma possiamo (rectius: dobbiamo) fare valutazioni sui rischi presenti sul mercato e sui rendimenti attesi. Non c'è dubbio che a Luglio 2014 e - ancora di più - adesso i rendimenti delle obbligazioni fossero (e sono) folli. Il fatto che non siano crollati dopo poco non significa che non lo fossero.
Gli investitori avrebbero rinunciato a 15 mesi di "ottime cedole"? Ma quali rischi si sono assunti e si stanno assumendo chi non li ha venduti e li detiene?
Le cedole sarebbero "ottime" rispetto a cosa?
Un rendimento del 2-3% lo considera ottimo se vi è la possibilità di perdere il 10% in poco tempo?
Può dire: ma non è successo.
Ed io le rispondo: se io vado in autostrada a 200km/h e non mi schianto da qualche parte non significa che abbia fatto bene. Il non concretizzarsi di un rischio non significa che sia stato positivo correrlo.
Il punto che dobbiamo capire è: i prezzi di questi strumenti finanziari sono giustificabili?
Non dobbiamo capire se saliranno o scenderanno in un futuro più o meno breve (perché ciò è impossibile da sapere). Dobbiamo cercare di capire se è sensato investire in qualcosa il cui prezzo è determinato SOSTANZIALMENTE dal comportamento delle banche centrali.
L'allora presidente della FED inizio a dire che le borse soffrivano di "euroforia irrazionale" nel 1996. Dopo ci furono 4 anni di crescita furibonda. Alcuni investitori accorti iniziarono a consigliare di uscire dalle borse (in particolare dai titoli tecnologici) nel 1998. Nel 1999 i titoli continuavano a salire in modo vertiginoso. Qualcuno avrebbe potuto trovare da ridire come ha fatto lei: ma se avessi seguito il suo consiglio mi sarei perso "ottime performance".
Nel marzo del 2000 iniziò un grandissimo crollo e sappiamo bene che è impossibile uscire per tempo.
Non dico che siamo necessariamente in quella condizione. Dico che, se si è investitori e non speculatori, quando dei titoli sono arrivati a prezzi irragionevoli: si vendono. Punto.
Non perché si PREVEDE che scendano a breve, ma perché è prudente investire quando il rischio è ripagato da un rendimento atteso ragionevole.
Poi ognuno può avere l'opinione che ritiene. Il mondo finanziario è sicuramente molto complesso. Ma io sono felice di aver dato le informazioni che ho dato a Luglio del 2014 e di continuare a dirlo adesso. Anche quando iniziavo a scrivere nel 2010 che i titoli di stato italiani avevano prezzi troppo bassi qualcuno mi rinfaccio, nel 2011 quelle osservazioni dicendo che erano scesi ancora (ed io non consigliavo di acquistare nel 2010, ma di non vendere). Per tanto tempo mi hanno criticato per quelle informazioni che davo ai lettori. Lei è liberissimo, se vuole, di continuare a tenere o anche a comprare obbligazioni a lunga scadenza. E' una sua scelta. Io continuo a dire che sono prezzi irragionevoli dettati ESCLUSIVAMENTE dalle scelte delle banche centrali e non credo che sia prudente investire sulla base della credenza che le banche centrali continueranno a comportarsi come si stanno comportando adesso (o come "dicono" che si comporteranno). Abbiamo molti esempi che ci dicono che le banche centrali tendono ad essere "bugiarde" . Talvolta lo "devono" essere.
Spero di essere stata esauriente nella risposta al suo commento. Se non lo sono stato mi scriva pure che cerco di fare meglio.
1 ottobre 2015 12:24 - miclos
Complimenti per l'onestà e l'indipendenza dimostrata.
1 ottobre 2015 11:51 - franco8442
Tutto giusto, ma c'è anche altro da considerare. Esempio: chi, seguendo il vostro consiglio del luglio 2014 "Obbligazioni: vendere", ha venduto allora obbligazioni e/o titoli di stato, finora ha rinunciato a 15 mesi di ottime cedole, ad aumenti di quotazioni, ed ha regalato commissioni alla banche. Forse la realtà è più complessa , e non è possibile fare previsioni sui mercati finanziari (questo mi sembra fosse uno dei vostri principi).
1 ottobre 2015 10:01 - virginio6713
ARTICOLO DI ECCEZIONALE VALORE.
COMPLIMENTI A PEDONE X L'ONESTA' INTELLETTUALE,SEMPRE PIU' RARA OVUNQUE.
MI FA PIACERE CHE ANCHE LUPOTTO APPROVA.
1 ottobre 2015 8:53 - fausto54
Ottimo articolo, come sempre. Grande equilibrio e onestà intellettuale.
1 ottobre 2015 8:40 - GianniLupotto
Articolo da incorniciare e mettere dietro la scrivania, grazie Alessandro
1 ottobre 2015 7:36 - lucillafiaccola1796
Bravisimo Pedone, sempre onesto. L'onestà alla fine paga sempre, se non altro in stima e fiducia.
Ciao Bista...siamo "quasi"sempre d'accordo eh?
30 settembre 2015 21:37 - Bista
Articolo esemplare.
A lorsignori auguri anche da parte mia: di rimetterci.
  COMMENTI
  (Da 1 a 16 di 16)