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6 gennaio 2016 4:30 - danilo2072
Ma quale giustizia ! Se uno investe rischia... e spesso sa di rischiare.
6 gennaio 2016 4:19 - danilo2072
Ma che giustizia agli investitori ! L'investitore rischia in proprio .... e quando guadagna ??? Tutti sono capaci di investire SENZA rischio.
Pensiamo che solo un migliaio potevano non sapere altri 12 mila lo stesso ma su 130.000. Quando uno investe deve stare più attento . Ora perchè io devo pagare contribuente o cliente di altra banca devo pagare ? Se oggi un investitore viene rimborsato allora quando guadagna deve LUI rimborsare. Chi non è capace di investire cambi mestiere .
18 dicembre 2015 10:12 - why123not
I risparmiatori, già raggirati, possono "stare sereni": ancora una volta, "compare" Matteo, è riuscito a raggirarli, piazzando uno dei suoi alfieri (Cantone, persona degnissima) a fare da oracolo (visto che non poteva più designare nessuno della famiglia Boschi ...). Peccato, visto che aveva svolto un apprezzabile lavoro sull'anticorruzione, non l'abbia messso a sindacare su "a chi" e sul "perchè" le 4 banche hanno erogato affidamenti, divenuti dopo pochissimo inesigibili. Ancora una volta, oltre il danno, la beffa!
17 dicembre 2015 9:03 - why123not
Carissimo savpg8801,
beh, se non sono … demente, sono un semplicissimo diplomato presso un ITC, tecnologicamente mai migrato al 2.0 od al 3.0, umile e modesto per quanto, sempre e comunque, orgoglioso del proprio "essere" e non "sembrare", premesso che non salvaguardo alcun conflitto di interessi personale in quanto:

- non sono cliente di nessuna delle 4 banche oggetto dell'ultimo salvataggio, ultimo in quanto quasi nessuno ha mai accennato al recente salvataggio di Tercas (in barba all'eventuale bail-in) ed ultimo poiché, a mio modestissimo avviso, inevitabilmente ne seguiranno diversi altri, seppur in in vario modo “cammuffati”

- ciò nonostante, mi ha comportato una perdita (sono clienti Carife i miei genitori, e la perdita, per quanto significativa, sia per azioni che per obbligazioni, percentualmente rapportata all'intero patrimonio mobiliare la ritengo, se non del tutto … fisiologica, decisamente accettabile, fermo restando il fatto che, almeno per ora, sono state azzerate solamente le obbligazioni subordinate)

- perdita a mio avviso GIUSTA e MERITATA in quanto mio padre, seppur non come tantissime "finte vittime" avido di rendimenti, era ugualmente un "cassettista", orgogliosamente socio di Carife di cui era cliente da oltre mezzo secolo, fermo comunque restando che -aaa) trattasi di titoli non quotati né sul MOT né quantomeno sul TLX e quindi illiquidi ed invendibili, oltretutto con un rendimento cedolare di pochissimo superiore ai “classsici” CCT (ovviamente le obbligazioni subordinate, con la sola attenuante di essere titoli “amortizing”) -bbb) Carife era tecnicamente fallita da quasi un decennio (o forse … poco dopo quando in un paese civile e democratico sarebbe fallita la nostra compagnia aerea di bandiera), ed i titoli erano stati “appioppati” da soggetti bancari che dubito, per quanto a mio avviso parzialmente irrilevante, conoscessero il termine “obbligazione subordinata” (oggigiorno abbiamo appreso che anche i nostri politici ed i giornalisti italiani erano da sempre “Soloni” in materia), per quanto non credo ignorassero totalmente le condizioni di Carife all'atto dell'ultimo aumento di capitale (suggerito da Bankitalia con il benestare di tutte le altre autorità di vigilanza, nonché della Fondazione Carife, principale azionista di una SpA, che oggi piagnuccola e che sino al 20 u.s. … viveva agiatamente in un'altra galassia)

- ritengo emotivamente giusto ma oggettivamente … deleterio il possibile fallimento di un Istituto Bancario, quantomeno nel nostro paese

- sono apolitico ed apartitico, per quanto talvolta non disdegni (vi è sempre qualcosa da apprendere, magari sul cosa non fare o sul come non comportarsi - resisto fin quanto non mi … schifo) leggere giornali/seguire programmi tv o radio trattanti argomenti a tali temi inerenti

QUALCUNO SA SPIEGARMI IN MANIERA ... CONVINCENTE, POICHE' ANCHE IERI IL NOSTRO RENZIE (lo cito in quanto premier, comunque non meno bravo di Salvini o Grillo nei selfie o su twitter e facebook – non cito il Berlusca il quanto ormai mummificato od i vari rappresentanti di partiti/gruppi dello zero virgola in quanto insignificanti) URLA ai suoi fans (e non) CHE SONO STATI SALVATI UN MILIONE DI RISPARMIATORI ??? Forse per il semplice fatto di ... non aver offeso l'Isis!

Last but not least, mi risulterebbe le perdite non si possano neppure compensare quali minus in conto capital gain in quanto trattasi di un azzeramento (in tempi … remoti, quantomeno lo si sarebbe riusciti a fare richiedendo, con un piccolo costo, la materialità dei titoli ed il conseguente scarico dal dossier a custodia ed amministrazione) e, oltretutto, si pagherà la “patrimoniale” dello 0,20 su titoli … che non si possono neppure incorniciare ed appendere nella toelette?

E gli oltre settemila posti di lavoro, sono veramente stati salvati o, come sempre più spesso accade, trattasi di un mero ... rateo attivo, poichè Iin consistente parte diverranno evanescenti allorquando le 4 banche, dice a primavera un inutile (per quanto non stupido) burocrate di sistema (R. Nicastro) come altri inutili burocrati di sistema lautamente pagati con i soldi dei clienti, verranno cedute?

La situazione di queste 4 banche, per quanto certamente non idilliaca, era oggettivamente la medesima, vedasi ad es. precedenti delibere del FITD e delle asssemblee degli azionisti, o meglio, del ... parco buoi?

Erroneamente pensavo si fosse raschiato il barile in occasione del crak Parmalat: ora come oggi, nessuno dice che i responsabili rimangono e rimarranno impuniti (sotto ogni qualsivoglia aspetto). Le banche non ci hanno rimesso un centesimo; allora collocarono titoli obbligazionari semplicemente per rientrare da buona parte della propria esposizione, col nulla osta di autorità di vigilanza italiane ed estere, nonchè delle agenzie di rating, in palese conflitto di interessi controllato/controllori. I risparmiatori ... allora, quanto meno ... tutti i detentori di titoli azionari ottennero una minusvalenza fiscale, tutti i detentori di titoli obbligazionati ottennero, oltre alla similare minus, un parziale rimborso con warrants di esiguo ma concreto valore, comunque liquidi e negoziabili.

Per non parlare poi di tutti quegli “intellettuali” a vario titolo, politicanti in primis e non ultimo il buon … Trefiletti, che sino al mese scorso sbraitavano che le banche … non erogano credito, o … danno i soldi solo a chi li ha, in quest'ultimo caso verissimo ma … sino ad inizio secolo!

Sarà mica che ... viviamo nel paese dei balocchi? Forse no, per il solo fatto che di "gatto e la volpe" ve ne sono a go go, idem dicasi per i "Pinocchio", sia che li si voglia intendere creduloni, sia li si voglia intendere bugiardi. Forse siamo cittadini della ... repubblica delle banane, ma, sempre e comunque ... tirem innanz!
16 dicembre 2015 20:10 - savpg8801
Macchè demenza senile, why123not. Io forse dovrei dirlo che di anni ne ho 25 in più.
Un tizio a rai tre diceva...investire? il miglior investimento è spenderli.
Uguale a regalarli. A seconda dei propri princìpi i soldi risparmiati vanno difesi perchè sono frutto delle fatiche e del lavoro di una vita (almeno per la maggior parte).
La Costituzione stessa, che uno possa condividerla o meno, tutela il risparmio.
Perchè il risparmio e non la spendacciosità?
Dovrebbe tutelare anche quest'ultima adesso che i tempi sono cambiati. Con l'avvento del consumismo bisogna sempre perseguire la crescita, spendere, comprare, anche buttare....perchè? perchè lo stato più si spende e più incassa in tasse, balzelli, accise, imposte indirette e mill'altro. Stato ovviamente goloso perchè lo Stato si fa bello e chi lo governa prende più voti. Magari per fare cazzate di opere inutili o spenderli in scelte assurde e non strettamente necessarie.
Questo mondo finanziario è complesso. Chi ha le ricette dei buoni investimenti oggi, domani non valgono più.
Le assicurazioni che accettano investimenti , naturalmente dopo diversi crack, a gestioni separate rinnovate ti inducono con rose e miele. Personalmente anch'io non le disdegno. Ho fatto anche delle prove di riscatto, calcoli di rendimenti, selezione di quale tipologia e compagnia sia meglio, ecc.
Anche qui diversificare.
Ma se salta fuori qualche inghippo anche queste daranno i loro problemi.
I fondi comuni hanno subìto vari tracolli di disinvestimenti negli ultimi tempi perchè sono troppo onerosi e non mantengono nulla.
Le obbligazioni di Stato fino a qualche anno fa, in piena crisi, erano solo oggetto di vendite ed erano quasi sull'orlo di spazzatura.
Ultimamente si investiva in prodotti bancari: certificati di deposito, titoli a tasso a brevissimo termine, obbligazioni non subordinate, ma anche in quelle subordinate e il bubbone è nato proprio qui.
Le autorità e gli stessi organi di tutela comprese le associazioni di consumatori, non mi pare abbiano mai fortemente denunciato queste emissioni che, a esame di esperti e non col senno di poi, sono delle vere trappole...come direbbe Sergio Leone, non per qualche dollaro in più ma per qualche punto(forse) in più.
Il gioco non sarebbe valso la candela.
16 dicembre 2015 17:22 - why123not
Grazie savgp8801 per la sollecita risposta. La mia, oltre ad una considerazione, probabilmente soggettiva e parzialmente retorica, era soprattutto un avallo ad una ... curiosità! Premetto, sono un po' ... arrugginito (ho 53 anni, ho rassegnato le dimissioni da una "primaria" banca ove non ero ... "l'ultima ruota del carro" nel 2004 e, seppur lungi dal credermi M. Draghi o W. Buffet, la finanza un po' mi è rimasta nel dna) e ... scagli la prima pietra chi non è mai incorso (almeno raramente) in perdite da "investimenti", o ... non è mai stato buggerato da qualche "colosso" di qualsivoglia settore. Ritengo si debba sempre e cmq usare il buon senso( se lo si possiede), e non si possa vivere con la "fisima" di venir ingannati dal mondo. Salvo miei ... missunderstanding, i privati-consumatori-depositanti sarebbero sempre e cmq tutelati (seppur con gli ignoti tempi del FITD) fino a 100.000 per singolo intestatario su singola banca, chi mantiene oltre tale cifra ... liberisssimo di farlo, ma a suo totale rischio e pericolo, chi utilizza affidamenti bancari, per quanto a revoca non significa ... a fondo perduto, se non ha i mezzi per rientrare ... Poi, concordo pienamente circa l'esiguità delle remunerazioni sui saldi creditori di c/c o c/deposito, ma, attualmente, li vedrei la soluzione più appropriata per chi vuole correre rischi calcolabili (fermo restando la mia spiccatta "allergia" alle seppur accettabili polizze a gestione separata - es. Genertel Life - che oggigiorno puoi sottoscrivere solamente in contropartita a qualcosa di più remunerativo per l'istituto emittente/collocatori). Non sono permaloso: concordi con me o ... sono affetto da una forma, magari precoce, di ... alzheimer? Da parte mia, dialogare con Persone, volutamente scritto con la P maiuscola, è sempre di supporto!
16 dicembre 2015 15:35 - savpg8801
Beh... Pedone è più dettagliato e tecnico, almeno sui fatti accaduti.
Tuttavia le manovre del Governo hanno mirato al lato socio-economico d'urgenza perchè il bail-in entra in vigore definitivamente col 1/1/2016, anche se lo era da prima ma in anno sabbatico.
Chiarisco che le comunicazioni dei mass-media e dei responsabili non chiariscono abbastanza chi siano i correntisti.
Chi sono costoro?
Il conto corrente cosiddetto di corrispondenza è principalmente un servizio per mezzo del quale gli operatori economici, i privati e chiunque lo accenda, se ne ha le prerogative legali, lo utilizza per ogni tipo di operazione di movimento (depositi, prelievi, bonifici, appoggi per operazioni finanziarie, operazioni legate al portafoglio cambiario, pagamento di bollette, trasferimenti di fondi, insomma un po' di tutto e non è, di norma, utilizzato per depositarvi risorse stabili, tra l'altro infruttifere. Si chiama conto "corrente" apposta.
Il conto corrente può essere attivo, cioè opera con fondi precostituiti oppure anche passivo perchè in generale può operare con fondi non propri, cioè su fiducia della banca, ovvero chiamata "fido" o affidamento.
Questi fidi sono garantiti da garanzie di vario tipo, reali, ipotecarie, chirografarie, fidejussorie, su titoli, ecc.e non è il caso di entrarci al proposito.
Il conto corrente attivo di norma non percepisce quasi interessi, ma a seconda delle tipologie, paga anche il servizio, cioè dei canoni o altre forme se non ha agevolazioni contrattuali.
Il conto corrente passivo (attivo per la banca) paga oneri ulteriori che sono interessi ed accessori.
Le imprese, per molti motivi impossibili da enumerare, utilizzano quasi sempre, in necessità di fondi, il fido.
Specialmente le imprese la cui responsabilità legale non può ricondursi direttamente all'imprenditore (altra cosa lunga da chiarire) ma solo alla realtà societaria.
Se una banca va in dissesto, chi è che reclama? in primis i creditori. Chi sono i creditori? Fornitori, dipendenti, altri crediti privilegiati, depositanti (il danaro merce delle banche) ecc.
Alora il curatore, per liquidare i creditori dove va a parare per far soldi che non ci sono perchè in mille modi sono spariti? Le riserve non bastano, i fondi di tutela possono solo restituire qualcosa ai depositanti ma non alla banca, il patrimonio neppure, i beni a garanzia (case, terreni, partecipazioni ecc. sono difficili da realizzare) anche... ecc.
Quindi, come dispone il bail-in, regalo europeo, si aggrediscono gli azionisti(colpevoli perchè il principale organo societario è l'Assemblea dei soci) i sottoscrittori di obbligazioni subordinate perchè in qualche modo sono stati resi colpevoli di aver aiutato la banca prestandole danaro con"maggiori interessi" rispetto al mercato. Ed altro ancora.
Ma torniamo al fatto dei correntisti: quelli passivi sarebbero stati chiamati, in caso di default, a restituire subito i prestiti (vedasi sub prime e L.B. originari delle crisi); cosa spesso impossibile. E molto altro.
Quindi, come prima mossa il Governo ha ridotto il problema.
Il grave sono le subordinate che non hanno scampo dato che sono state piazzate senza scrupoli e senza adeguatissimo avviso, come del resto si è già detto.
E per questo necessita ora correre ai ripari, non dando la carità ad alcuni meno abbienti, ma rimborsarle a TUTTI.
Non s'è mai visto che chi ha rotto (anche involontariamente) il vaso, non porti a casa neppure i cocci.
Questi prodotti non dovranno essere più piazzati o, se proprio, con regole informative ferree.
16 dicembre 2015 14:34 - why123not
Probabilmente sono io che ... ignoro la materia, ma continuo a chiedermi, ferme restando le infinite considerazioni sul decreto salva banche, perchè TUTTI, anche senza "palesi" conflitti di interesse, continuano a ripetere (o tacciono a chi lo asserisce) sul fatto che "sono stati salvati un milione di correntisti". Visto che esiste il F.I.T.D. e le banche in parola vi aderivano, vi erano veramente un milione di correntisti detentori di depositi (su c/c o su c/deposito) di cifre superiori a 100.000 Euro ??? Fermo restando che le aziende, sono ... quasi tutte indebitate (e non poco) e quelle pochissime che operano con mezzi propri ... solitamente operano con Istituti Bancari ben più capitalizzati (quanto meno al lordo delle loro ... sofferenze). Gradirei una risposta dal Dr. Pedone (anche se mi pare in passato abbia già dato risposta circa i correntisti), che sempre e cmq stimo, e ... why not, di savpg8801 che mi parrebbe ... ne mastichi. Grazie
16 dicembre 2015 14:09 - savpg8801
Ed ancora a proposito di rischio...in assenza di specifica:
Alcune clausole di avvertimento:
Rischio connesso alla crisi economica finanziaria,
Rischio di liquidità dell'emittente,
Rischio di mercato,
Rischio di credito per il sottoscrittore,
Rischi relativi alla vendita prima della scadenza,
Rischio di liquidità delle obbligazioni,
Rischio connesso all'assenza di garanzie,
Rischi relativi ai conflitti di interesse,
Rischio di assenza di "rating",
Rischio connesso all'utilizzo del "BAIL-IN" e degli altri strumenti di risoluzione previsti dalla direttiva BRRD (dal 1/1/2015, prorogata al 1/1/2016 al più tardi). ecc.

Come si vede, i prospetti informativi ed i contratti, tra l'altro, indicano i rischi con le loro specifiche.
16 dicembre 2015 13:04 - savpg8801
Sono d'accordo con Antonio5000. Tuttavia per correntezza(correntezza, cioè uso corrente per far defluire meglio le acque) non c'è l'abitudine di correggere certi modi di dire che, a volte, tutti produciamo. In genere si bada più ai contenuti che alla forma in quanto si innescherebero ulteriori polemiche a quelle spesso già in essere.
16 dicembre 2015 12:55 - savpg8801
Rischio vuol dire tante cose. Quando si parla di rischio si dovrebbe sempre (e spesso accade) associare una specificazione, un complemento che riconduca all'oggetto del rischio.
Tuttavia, in genere ed in assunto quasi comune, "rischio" è attribuito ad una condizione negativa, molto più raramente ad una risultanza positiva.
Se qualcuno dice: questo prodotto finanziario è a rischio, è normalmente chiaro che inbtende "negativo".
Ma per esempio se leggo sulle specifiche: Rischio di cambio (per prodotti quotati in valuta) cosa dichiaro? All'atto dell'alienazione se il cambio è sfavorevole il rischio è negativo, ma se il cambio fissa un vantaggio rispetto al mio costo, è favorevole.
Quì è presente un'alea.
Se leggo : rischio di default è chiaro che devo interpretarlo come negativo.
Cioè quando mai uno compra (o meglio..sottoscrive perchè un'obbligazione è un prestito che il sottoscrittore eroga nei confronti dell'emittente e che deve essere onorato alla scadenza, cioè restituito) un prodotto finanziario a cuor leggero, se lo avvisano che poi potrebbe perdere tutto o parte di esso, come dovrà interpretare il rischio? ma negativo, non v'è dubbio.
Quindi poker o roulette dove c'è la sola alea, il rischio finanziario(specifica) può essere sia positivo che negativo, ma in generale l'interpretazione comune è che il rischio vada considerato come: negativo.
Se io sento reclamizzare che il tal prodotto è di "qualità", se non specifico "buona"o "cattiva" o "mediocre", è inutile che dica "qualità" che, da sè, non significa affatto nulla.
Perciò in generale bisogna mettere i complementi e tutti capiranno bene la nostra amata lingua italiana.
Comunque questi tecnicismi lessicali c'entrano poco col succo della questione in atto circa banche e risparmi frodati (poi se frodi o incurie o altro siano all'origine di tutto ciò verrà stabilito dalle inchieste).
16 dicembre 2015 12:48 - antonio5000
Fa male constatare come una persona colta, articolata e intelligente quale è dartagnampolo usi costantemente il verbo "quotare" al posto di "citare".
Nell'intervento del 12 dicembre u.s. lo usa addirittura 15 volte.
Ho consultato i miei 4 dizionari della lingua italiana e in nessuno di essi ho riscontrato per il verbo "quotare" l'accezione di "citare".
L'uso improprio occasionale di parole da parte di persone che "scrivono bene" è ancora più pernicioso se si pensa che l'autorità con cui essi generalmente si esprimono può indurre migliaia di persone meno colte a pensare che anch'esse possano servirsi legittimamente di questi termini errati. Il fatto che nessuno dei numerosi interventi di questo blog abbia posto l'accento su questo fatto la dice lunga sulla assuefazione di cui il pubblico diviene facilmente preda.
16 dicembre 2015 9:33 - sandro minacciolo
vorreiun parere su questa mia considerazione. Si parla tanto di rischio e che l'investitore di questo rischio dovrebbe essere a conoscenza. Ma qui non si tratta di rischio. Il rischio si basa su probabilità di vincere o perdere, ma se si gioca a pocher e uno ha sempre le carte truccate, dove è il rischio? se uno gioca alla roulette, ma la roulette è truccata, dove è il rischio? se uno gioca a tombola e ha una probabilità su 90 che esca il suo numero, se il suo numero non c'è fra quelli da estrarre, dove è il rischio? Se io ti vendo della carta, assicurandoti che si tratta di una obbligazione, dove è il rischio? Si dovrebbe pagare il costo della carta al kg. Se io ti vendo un'auto e ti cosegno un catorcio senza motore, dove è il rischio? Se mi iscrivo al gioco delle scatole o dei pacchi e pago l'iscrizione, ma le scatole sono tutte e sempre vuote, dove è il rischio di cui si dovrebbe essere consapevoli, Rischio vuol dire che si può perdere, ma si può anche vincere, o no? Quando poi vedo quel grigiume di padoan, con quell'aspetto da porta jella, quel soggetto umanitario la cui vista rende triste la giornata, mi viene da toccarmi e mi fa concludere che è da evitare. Nuoce gravemente alla salute. Probabilmente non ha ancora capito quale sia il problema. L'ha capito invece pinocchietto che fa finta di niente e tira dritto per la sua strada
14 dicembre 2015 18:34 - lucillafiaccola1796
lasciate stare
sav è imbattibile
però con le contestazioni e le risposte di sav abbiamo imparato un sacco di cose
quindi tutto sommato va bene, però quando si è perso si è perso, rassegnatevi
SAVPG8801 sa e sa spiegare...non potete competere
ah ah ah
Grazie SAV
14 dicembre 2015 11:16 - savpg8801
At dartagnampolo,
"riporto suo:
..Davvero non capisco con quale autorità nè con quale criterio si possa ora discriminare taluni individui togliendo loro possibilità di investimento che autonomamente dichiarano di saper gestire...
rileggendo, non mi trovo d'accordo per il motivo che non è la sottoscrizione di un modulo complesso e spesso artefatto e dalle conseguenti dubbie e fumose pieghettature in deriva (anche se qualcuno dichiara, per farsi bello, essere chiarissimo) che possa ledere la libertà di azione senza prevedere la legittima ombra di dubbio.
Nel sospetto è necessario proteggere le parti più deboli lasciando a chi vuol veramente rischiare grosso, non solo firmare un atto di contratto, ma, come in altri casi, ricontrofirmare per confermarlo in piena facoltà. Anche in informatica alla domanda:chiudi? Si, ma ne sei proprio sicuro? conferma. Resta solo il dubbio della capacità del raggirante.
Ma il discorso di fondo è sempre quello, per me:
Come non si devono vendere prodotti di ogni genere suscettibili di possibile truffa anche per i prodotti finanziari non dovrebbe esserlo.
Immaginiamo che uno compri un televisore e prima gli diano da firmare un "mifid" che lo possa dichiarare inadeguato da una serie di dichiarazioni magari pilotate, oppure che sul contratto si debbano accettare indicazioni quali:
il televisore può danneggiarti gli occhi, può scoppiare, non ti faremo nessuna garanzia, il consumo può non essere basso come specificato, dopo qualche mese i programmi possono non essere più visti, la casa costruttrice o il venditore possono fallire e non si assumeranno nessuna responsabilità, fra qualche mese te lo potranno requisire, ecc.
Quanta gente comprerebbe tale prodotto?
Invece perchè comprano (meglio sottoscrivono perchè l'obbligazione non è un prodotto di consumo, ma un PRESTITO che va rimborsato per legge) prodotti finanziari a totale rischio?
Perchè subentra l'incompetenza e/o il raggiro.
E non si capisce perchè questi concetti siano e siano stati lasciati al libero arbitrio quando la platea in tal caso è debole.
14 dicembre 2015 9:53 - savpg8801
C.A. dartagnampolo
Nessuna remora. Si fanno dissertazioni e si esprimono opinioni.
Non è comunque richiesta l'analisi logico-grammaticale-concettuale dei commenti espressi. Si può condividere o meno il pensiero esposto, anche se, a volte, necessita contestare in modo più duro a qualche asserzione palesemente fuori dal mondo.
Circa a quanto detto da Rossi ho riportato solo il concetto, che in passato avevo già espresso io stesso, assunto "en passant" e non registrato meccanicamente.
Circa le libertà espresse nell'ambito delle facoltà dello stato sono in gran parte d'accordo.Urss o altri a parte.
Libertà di ogni tipo ci sono state attribuite, ma spesso disattese.
La libertà di autocertificazione(non per tutto) ci ha messo vent'anni prima di essere applicata in(quasi)toto.
Mifid e se ne è spesso parlato all'atto della sua introduzione, è una sorta di giubbotto di salvataggio per le banche anche se spacciato quale primaria tutela per il cliente.
Infatti alle domande, interviste che l'addetto propone, si danno in gran parte risposte incredibili, inappropriate, spesso non veritiere. Sia che esse siano suggerite (per interesse) dal proponente(banca) sia che esse siano dichiarate dal soggetto investitore-cliente.
Da qui nasce automaticamete un profilo; di rischio, di adeguatezza, praticamente una linea guida che dovrebbe servire per ogni operatività.
Chi fa commenti spavaldi sulla mancata lettura, interpretazione, conoscenza di ogni norma , superficialità, ecc. del cliente, sbaglia non teoricamente, ma praticamente.
La stragrande maggioranza dei clienti-investitori, ripeto, deve essere considerata parte debole e neppure tanto prudentemente classificata come "retail" , ma anche meno.
Nessuno è professore, economista, professionista della speculazione, specialista broker, addetto ai lavori. Questa criticata sorta di analfabetismo non deve essere, tuttavia, utilizzata per turlupinare l'investitore che, ricordiamocelo, è, pur sempre, il maggior prestatore di risorse per qualsiasi avente necessità e, quindi, devono essere le leggi(poi applicate) a tutelarlo e non lasciare a se stesso il diversamente abile investitore-consumatore.
Dice un ultimo postante: in sintesi bisogna leggere e capire poi decidere in autonomia. facile facile, no? Ma per favore!
Qualcuno ha mai provato a conoscere e trattare con la maggior parte della clientela investitrice delle banche (o di altra istituzione surrogata)?
Da penultima osservazione ricordo ancora la frase di Berlusconi(purtroppo ora in quasi disuso) ma che evoca (come già anch'io dissi in passato) giustamente il gravissimo pericolo derivante dalla caduta di fiducia per le banche e ogni forma di loro autofinanziamento.

Da ultimissimo,ricordo il mio commento del 26/11:
26 novembre 2015 14:50 - savpg8801 in altro thread del genere:
::::::::

Chi ha risparmi e investe in qualcosa, è normale che tenti di ricavare il più possibile. Ogni investitore c'è a firmare l'ordine di acquisto, ma non sa se corra dei rischi atti a fargli perdere i suoi soldi realmente a prescindere da quanto gli illustra (se guidato da ordini superiori) il promotore o il consulente. Per motivi che chiunque capisce: Nessuno, davanti al promotore riesce a leggere i prospetti informativi e se anche li leggesse, data la cripticità, non li capirebbe.
Tutti i prodotti in qualche modo sono venduti con clausole di rischio, per legge o tutela, quindi o sei mago Merlino per ipotizzare che proprio "quel" prodotto emesso da "quell'Istituzione" cadrà in default o segui le indicazioni del promotore/venditore.
Da molti anni i tassi sono infimi quindi il divario/gap tra un tasso basso(ergo: detto sicuro) e uno un po' più alto(ergo:detto rischioso=trash) è pressochè minimo.
Alle sottoscrizioni dei titolo Argentina(di triste memoria) i tassi non venivano considerati come adesso col "senno di poi" e le derivate classificazioni evengeliche:tasso basso Paradiso, tasso più alto Inferno.
All'epoca i titoli Argentina stato rendevano circa lordo 8,50%, ma c'era una miriade di titoli che rendevano tal quale, chi più chi meno.
Sul mercato c'erano tanti BTP che fruttavano 6/7/ e più e lunghi anche di più.
Allora con la sparata di responsabilità attribuita ai golosoni di un punto o due in più si sarebbe dovuto ipotizzare il default? Che nemmeno analisti più quotati avrebbero immaginato con i loro grafichetti.
Tanto per chiarire e prendere decisioni nei dieci minuti (e non una giornata) davanti a un consulente che ti dice: questi sono i prodotti...prendere o lasciare...decidi tu....io chi?
Alcune clausole di avvertimento comuni anche a prodotti non subordinati o derivati o altro:
Rischio connesso alla crisi economica finanziaria,
Rischio di liquidità dell'emittente,
Rischio di mercato,
Rischio di credito per il sottoscrittore,
Rischi relativi alla vendita prima della scadenza,
Rischio di liquidità delle obbligazioni,
Rischio connesso all'assenza di garanzie,
Rischi relativi ai conflitti di interesse,
Rischio di assenza di "rating",
Rischio connesso all'utilizzo del "BAIL-IN" e degli altri strumenti di risoluzione previsti dalla direttiva BRRD (dal 1/1/2015, prorogata al 1/1/2016 al più tardi). ecc.
Allora, mio caro obiettore dicente il 26/11 h.6.36: " Ma tutti questi signori che ora si lamentano dov'erano quando incassavano interessi più alti perchè le obbligazioni erano più rischiose?... non ti pare di dover come minimo rivedere queste norme, facendosele spiegare, ed in particolare quelle magari entrate in precedenza a far parte dell'armamentario degli emittenti e non in atto prima delle sottoscrizioni?
Se la gente considerasse anche una sola di queste norme, inserite in ogni contratto o foglio informativo, il mondo degli investimenti sarebbe già MORTO.
Quindi, non per questo non dovrebbe lamentarsi e invocare cause?
14 dicembre 2015 5:05 - W3C_Freedom
non difendo Banca Etruria perchè non sono nemmno loro correntista, ma credo che leggere la pagina 14 del seguente documento in lingua italiana, non sia affatto difficile da capire:

http://www.bancaetruria.it/downloadDocumento.html?id=62107&t ype=OBBL&name=Banca%20Etruria%20-%20Documento%20Offerta%20co n%20appendici.pdf&red=http://www.bancaetruria.it/it/privati/ investimenti/obbligazioni.html

Rischio di credito per i Portatori dei Titoli Esistenti

Il Portatore dei Titoli, ove decida di non aderire all’Offerta, continuerà ad essere finanziatore dell’Emittente e si assumerà il
rischio che l’Emittente non sia in grado di adempiere all’obbligo di pagamento delle cedole maturate e del rimborso del capitale a scadenza, come meglio descritto nella sezione “Fattori di Rischio” di cui ai Prospetti di Base, disponibile sul sito www.bancaetruria.it, sezione “Investimenti/Obbligazioni”.

Se l'ho trovato io, non vedo come non possano non averlo trovato gli avvocati che stanno affrontando la causa per quel tizio che si è suicidato a Civitavecchia.

Leggere dunque qualsiasi foglio, farselo spiegare, leggere le clausole e farsele spiegare, altrimenti se non avete le idee chiare è meglio che non accettiate.

A differenza di Banca Etruria, CheBanca mai vi proporrà un investimento, se non sarete voi ad aver chiesto un appuntamento con un consulente finanziario che sta a vostra disposizione anche un'ora per spiegarvi nel minimo dettaglio come procedere agli investimenti.

nella sezione Investimenti di CheBanca si trovano:

https://www.chebanca.it/wps/wcm/connect/istituzionale/prodot ti/risparmio-investimenti/certificati-di-deposito

CFD (Certificati di deposito)

Nella sezione tutti i prodotti https://www.chebanca.it/wps/wcm/connect/istituzionale/prodot ti/tutti-prodotti è possibile trovare:

CFD; https://www.chebanca.it/wps/wcm/connect/istituzionale/prodot ti/risparmio-investimenti/certificati-di-deposito

Conto Corrente https://www.chebanca.it/wps/wcm/connect/istituzionale/prodot ti/conti/conto-corrente/cn_conto_corrente

Conto Deposito https://www.chebanca.it/wps/wcm/connect/istituzionale/prodot ti/risparmio-investimenti/conto-deposito/scopri-il-conto/cn_ conto_deposito_scopri_il_conto

Conto Deposito Business https://www.chebanca.it/wps/wcm/connect/istituzionale/prodot ti/risparmio-investimenti/conto-deposito-business/cn_conto_d eposito_business

Conto Tascabile https://www.chebanca.it/wps/wcm/connect/istituzionale/prodot ti/conti/conto-tascabile/cn_conto_tascabile

Conto Yellow https://www.chebanca.it/wps/wcm/connect/istituzionale/prodot ti/conti/conto-yellow/cn_conto_yellow

Risparmio Assicurato https://www.chebanca.it/wps/wcm/connect/istituzionale/prodot ti/risparmio-investimenti/risparmio-assicurato/cn_risparmio_ assicurato

Risparmio Gestito https://www.chebanca.it/wps/wcm/connect/istituzionale/prodot ti/risparmio-investimenti/risparmio_gestito/cn_investimenti_ risparmio_gestito

nella sezione Yellow Funds https://www.chebanca.it/wps/wcm/connect/istituzionale/prodot ti/risparmio-investimenti/yellow-fund

Le variazioni dei tassi di interesse e dei tassi di cambio possono far aumentare o diminuire il valore degli investimenti e chi effettua l’investimento può non recuperare la somma investita

nella sezione Obbligazioni https://www.chebanca.it/wps/wcm/connect/istituzionale/prodot ti/risparmio-investimenti/obbligazioni/obbligazioni-in-corso /mb_46

Prima dell'adesione, leggi il Prospetto Base approvato da Consob in data 23 dicembre 2014 e il relativo Supplemento, nonchè le Condizioni Definitivedisponibili sul sito www.mediobanca.it e nella Sezione Risparmio e Investimenti del sito www.chebanca.it

Si invita a prendere visione delle caratteristiche e dei rischi dell’investimento in obbligazioni.In particolare, in assenza di apprezzamento degli indici sottostanti, l'investitore non percepisce la cedola.
13 dicembre 2015 23:48 - dartagnampolo
Attn. savpg8801.

Domenica trascorsa interamente fuori casa, riesco a risponderLe solo ora - peraltro, fresco di visione del servizio del Tg2 sulle dichiarazioni del DG Rossi cui mi par di capire abbia appena fatto riferimento anche Lei.

Se devo esser sincero... al sentire le parole del Direttore Generale mi son cadute le braccia.

Quoto il testo da Lei riportato che a memoria mi pare piuttosto fedele a quanto sentito: "Per legge dovrebbero essere vietate le emissioni o i collocamenti di prodotti a rischio come quelli delle subordinate ed altri aventi finalità simili al fine di tutelare almeno chi non è in grado di valutare autonomamente e in via pilotata i rischi enormi a cui va incontro". Unione Sovietica, 2015 - è lo Stato a decidere ciò che sei o non sei in grado di fare, non ha importanza quello che tu liberamente dichiari.

Onestamente, io trovo assurdo che lo Stato decida di scavalcare l'autocertificazione (altro la Mifid non è) fatta liberamente da un individuo libero. Curiosamente, poi, ci si premura di scavalcare l'individuo solo in ambito finanziario - ma p.es. le autocertificazioni in ambito sanitario/ospedaliero non sembrano godere di analoga cautela. Ma d'altro canto si sa, non siamo tutti finanzieri, ma certo siamo tutti medici laureati.

Trovo altrettanto assurdo che lo Stato possa abbozzare ora questa specie di cautela mentre curiosamente lascia l'incoscientemente impavido Mifid-bugiardo investitore irresponsabilmente libero di agire p.es. sull'intero mercato azionario - che, spero mi permetta di dire, offre altrettanto (se non maggiore) rischio in conto capitale e di contro non prevede alcun patto tra le parti quanto a remunerazione più o meno garantita. Senza contare poi che è sempre lo Stato stesso a garantire - e talvolta persino a raccomandare - p.es. la possibilità per ciascun lavoratore di trasformarsi in incoscientemente impavido investitore che dilapida un intero montante di pensione (e perchè no, anche liquidazione) in improbabili fondi a base interamente azionaria dagli sviluppi imprevedibili. Et cetera, et cetera, et cetera.

Mi viene invece da chiedermi se questa improvvisa cautela non celi invece tutt'altro scopo molto meno nobile... ma lasciamo da parte ogni dietrologia.

Davvero non capisco con quale autorità nè con quale criterio si possa ora discriminare taluni individui togliendo loro possibilità di investimento che autonomamente dichiarano di saper gestire. Non capisco nemmeno dove si possa porre effettivamente la soglia del "questo-puoi-farlo-questo-invece-no", visto che i livelli di rischio delle miriadi di varianti di prodotti finanziari disponibili sul mercato sono quanto di più disparato e nebuloso possibile (senza contare che, a un dato punto, OGNI titolo ed OGNI prodotto ha di fatto la sua dose di rischio di perdita totale del capitale investito). In ogni caso, si propone di far decidere lo Stato. Unione Sovietica, appunto.

Discriminante poi - secondo me - è anche la soglia dei 100mila euro imposta dalla legislazione comunitaria come limite per la partecipazione dei correntisti ai cc.dd. "bail-in"... Che senso ha una soglia fissa? Non dovrebbe piuttosto essere stabilito un valore in percentuale della liquidità accreditata ai conti correnti? E questa soglia, poi, è destinata a rimaner fissa nel tempo, o ne è prevista p.es. una rivalutazione in funzione dell'inflazione? In caso affermativo, a quale tasso d'inflazione si farà riferimento: nazionale, od europeo?). Ma questa è un'altra storia.

Tornando alle affermazioni del DG Rossi - e chiudo - ciò che invece avrei preferito sentire (e mi sarebbe apparso decisamente meno "peloso") sarebbe stata la proposta p.es. di garantire per legge il libero mercato di ogni e qualsiasi titolo emesso, con inoltre il vincolo per l'emittente (o chi eventualmente per esso) al ruolo di market-maker di ultima istanza con un quantitativo minimo costante in acquisto ed in vendita a gap fissato di prezzo in ogni istante di mercato aperto. In questo modo non ci sarebbero più obbligazioni subordinate non quotate e in ogni istante anche per il più sprovveduto dei dichiaranti Mifid sarebbe garantita la possibilità di liberarsi dei titoli acquistati. Non sarebbe un rimedio definitivo, ma certo aiuterebbe... e senza discriminare nè scavalcare.

Spero di non averLa annoiata - e La ringrazio per la stimolante discussione.

Le auguro una buona giornata

d.
13 dicembre 2015 19:42 - savpg8801
A seguito di quanto ebbi a ipotizzare in mio post delle 10.42 e che riporto:...."" Come si dovrebbe impedire a un prodotto finanziario, spesso spacciato come "di risparmio", di essere venduto.
In ultima analisi, i prodotti subordinati, ma anche altre tipologie non sarebbero stati valutati come altamente pericolosi al di là della normale precauzione.
L'autorità, a cui fa capo ogni società civile nella sua ampia gamma di varietà, non avrebbe MAI dovuto permettere l'introduzione di queste "pozioni" a rischio altissimo, tutelando in toto tutte le fascie della popolazione.....""
-.-.-.-
Mi trovo ora a dover riportare anche la dichiarazione di oggi pomeriggio del Direttore Generale di Banca d'Italia che in un report televisivo dichiara che:... per legge dovrebbero essere vietate le emissioni o i collocamenti di prodotti a rischio come quelli delle subordinate ed altri aventi finalità simili al fine di tutelare almeno chi non è in grado di valutare autonomamente e in via pilotata i rischi enormi a cui va incontro.....
ecco la scoperta dell'acqua calda, a mio avviso.
Sono per questo,soddisfatto e fiducioso che immediatamente si provveda a ciò anche se non ci dovrebbe essere bisogno di una nuova legge perchè i reati di truffa, raggiro ecc. sono già leggi. E che la vigilanza di cui agli organi della Consob e specifici della Banca d'italia siano, sempre per legge, più attivi.
13 dicembre 2015 10:42 - savpg8801
Per dartagnampolo, suo del 12/12.
Non sarò certamente esaustivo e non pretendo di esserlo mai al di là delle mie porsonali opinioni che in genere evitano, se possibile, di addentrarsi in cavillosi esami di dettaglio esaminando a posteriori ed in maniera critica e supportata dal "senno di poi" su fatti già noti:
---
Certamente fa benissimo ad adottare questi tecnicismi operativi che sono la raccomandazione primaria e logica di ogni addetto. Con questo non intendo pretendere nulla in aggiunta al comportamento di gran parte della tipologia comune al "normale" investitore-risparmiatore.
In altre parole la gestione di capitali propri e di cui si è assunta la responsabilità familiare o aziendale, deve seguire alcune regole note a tutti., cioè differenziare nel tempo, nei luoghi, nelle tipologie, nelle quantità.
Talvolta e per molti motivi compresa l'incapacità personale, le vedute personali, le reticenze a comprendere, i troppi consigli venuti da più parti e spesso discordanti, e non ultimi quelli dei proponenti stessi, portano a condurre scelte errate.
C'è la truffa, il raggiro, il confidamento, ma anche la misconoscenza delle tantissime regole.
Il mio messaggio di opinione è generalmente quello di non considerare ogni azione come una conseguenza ineluttabile di un informatico "if-then".
Alla semplice: se(if) ci sono banche che propongono prodotti suscettibili di collocamento in rischio trash, allora(then) se non ho letto o ben valutato le specifiche fondamentali informative, sono considerato colpevole.
Vorrei rcordare il principio di precauzione. Se una strada comunale viene valutata in pericolo di frana, la si chiude al traffico. Questo è il dovere dell'autorità, sia essa decisionale sia essa di vigilanza.
L'autorità deve preventivamente valutare se un prodotto farmaceutico fa morire la gente (anche se non riesce o può leggere il "bugiardino" (in fase di rivisitazione)); valutazione che non deve privilegiare la sopravvivenza commerciale dell'azienda farmaceutica, ma quella del malato. E ben si fa se si ritira un farmaco anche solo in presenza di dubbi. Come si dovrebbe impedire a un prodotto finanziario, spesso spacciato come "di risparmio", di essere venduto.
In ultima analisi, i prodotti subordinati, ma anche altre tipologie non sarebbero stati valutati come altamente pericolosi al di là della normale precauzione.
L'autorità, a cui fa capo ogni società civile nella sua ampia gamma di varietà, non avrebbe MAI dovuto permettere l'introduzione di queste "pozioni" a rischio altissimo, tutelando in toto tutte le fascie della popolazione.
Da ultimo e per non tediare troppo elenco alcuni tassi delle epoche indicate(fra centinaia tempo per tempo elencate e facenti parte di programmi gestionali da me elaborati).
Mi riferisco a tassi nominali e non di rendimenti che sono legati ad altri fattori e che possono fuorviare. Come del resto sono fuorvianti i presunti rendimenti di questi subordinati, quando si parla solo di tassi un po' più alti del normale.
BTP 1/11/97 12.50% rilevato al 2/5/93
CCT 1/10/96 14,25% 2/4/93
CCT 1/5/98 16/10% 2/5/93
CCT 1/7/95 16,40% 2/5/93
Obbl.ENEL 12/5/99 9,60% 2/5/93
Obbl.ENI 9% 2/5/93
CCT 1/4/01 11,20% 2/10/95
BTP 1/8/2003 10% 2/7/97
BTP 1/8/2004 8,50% 2/2/2004
------------------------

Infine, "fuorviante" significa non mettere in condizione la pubblica opinione di considerare alto rischio un misero tasso del 3% (anche se negli ultimi mesi i tassi di riferimento"normali" sono più bassi di molto (ed anche il decreto p.v. terrà conto dell'anno 2014) ma ideologicamente tale da far perdere tutto il capitale asserendo che il golosone di un tale tasso ha versato il latte interamente e che ben gli sta data la sua incoscienza e superficialità.
12 dicembre 2015 19:21 - dartagnampolo
Rif. post savpg8801.

Egregio savpg8801,
perdoni se ricercando maggiore chiarezza mi permetto di quotarLa pezzo per pezzo.

quoto
Egregio dartagnampolo.
Se lei elargisce consigli che derivano da sue esperienze, quantomai non discutibili, si sentirà in dovere di farlo e ne ha "facoltà".
/quoto
Innanzitutto, grazie per l'"egregio"... che contraccambio.

quoto
La verve che lei evoca non è determinata da un occorso di implicazione derivato da una delle banche in questione
/quoto
Buon per Lei...

quoto
come sembra ipotizzare attribuendomi emotività, ma da da concetti di fondo che sono, tra l'altro, condivisi anche da esperti. Se il sottoscritto non è un esperto come lei asserisce fra le righe, cioè di fare attenzione a certe inesattezze che lei evince da stati di fatto in esame e che non devono essere presi per corretti, ma con diffidenza, allora è fuori strada.
La mia "inesperienza" nasce dal fatto che ho solamente oltre trent'anni di banca alle spalle(potrebbe ipotizzare come sta facendo in generale"" ma lei si occupava solo di direzione, ma non di titoli "". E se questo non la consola abbastanza, anche altri vent'anni di studi e atti pratici comportamentali nel campo, appunto e tra l'altro, di tattiche finanziarie bancarie e di varie esperienze dirette con decine di colleghi e Istituti a scopo mio personale.
/quoto
Quindi complessivamente oltre 50 anni di campo di battaglia... caspita, complimenti.

quoto
Quello che accetto e che suggerisco anche a lei è di non essere mai sicuri di quel che si dice o si sentenzia anche al proposito di adottare scontate tattiche differenziative, di mancate firme irresponsabili, o di culture derivate da mass-media televisivi. Le opinioni in questi forum sono spesso mal capite o interpretate.Le argomentazioni sui tassi, facendone oggetto di proporzionalità propedeutica a finalità correlate ad assunzione di rischi, o di profili atti a concludersi in perdita del capitale lasciano il tempo che trovano, anzi fanno parte del frasario comune semplicistico che viene addotto a giustificare queste azioni di mancato diritto. Come dire che si uccide uno per futili motivi.
/quoto
Mi scusi, ma... quindi mi sta smentendo i comuni assunti ("frasario comune semplicistico"?) quali p.es. l'opportunità/utilità di differenziare i propri investimenti e/o la necessità di seguire i propri investimenti e/o la considerazione generale che "il mercato ha sempre ragione" (considerando che è il mercato a dettare i rendimenti effettivi)? (A titolo di precisazione, comunque - non erano "mancate firme irresponsabili" quelle cui facevo riferimento in precedenza, quanto piuttosto "firme irresponsabilmente elargite con leggerezza".)

quoto
Non ha senso l'attribuzione di soggetto ad alto rischio se acquista prodotti con qualche punto in più pur avendo firmato ; e le diatribe sono proprio in questo senso.
/quoto
E invece sì che ha senso, a meno che non si provi un'incapacità di intendere e volere all'atto della firma di un documento (Mifid) nel quale si è *liberamente e deliberatamente* specificato con quali strumenti finanziari si ha dimestichezza e con quali no.

quoto
Ai tempi di Argentina, quando il tasso dei bond era 8,50%, e con quelli il default, altri tassi non considerati a rischio, erano mediamente al 6-6,50% e circolavano ancora titoli di stato o altro considerati normali anche a tassi simili.
Posseggo un database significativo sin dai primi anni'90.
/quoto
Mi scusi, ma stiamo parlando di tasso nominale o di rendimento effettivo? A memoria io ricordo rendimenti effettivi a doppia cifra - ma riconosco di non avere database a suffragare questi ricordi.

quoto
Ai tempi erano ancora lontane le classificazioni di profilo di rischio ed altro, e il reale rischio era appena accennato nei contratti, ma lo era per tutti essendo le modulistiche spesso molto semplici.
/quoto
E adesso che ci sono, invece, perchè ignorarle e/o dichiararle invalide una volta che son state firmate?

quoto
Comunque ben lontani(i tassi) da quelli spuntati ai primi anni '90 in attestazione a due cifre e sui 15 ed anche 16 ed oltre%.
Adesso che si fanno migliaia di confronti è fuorviante asserire gli stati di rischio e, quindi, di punizione per chi cerca un 3% al posto di uno 0,15 o di un normale 1% di sei mesi fa o meno di altre forme considerate(adesso) più sicure ma comunque soggette a filo di rasoio al declassamento, o ancora meno confrontando con la solita Germania.
/quoto
"Fuorviante"? Quindi per Lei la nomenclatura di "subordinata" (o Low Tier, se preferisce) è un dettaglio irrilevante, ho capito bene?

quoto
Quindi non si crucci troppo di stabilire autonomamente i fondamenti della verità e pensi a chi ha investito in obbligazioni (prestiti che riteneva di avere rimborsati senza problemi nella generalità delle cose) ed eviti tecnicismi operativi che sono veramente fuori posto per la quasi totalità degli investitori specie retail.
/quoto
Mi scusi, ma io stesso sono un investitore c.d. "retail". E se non altro per correttezza e rispetto verso la mia famiglia e quanti altri potrebbero direttamente o indirettamente subire le conseguenze di un mio subentrato stato di indigenza, nonchè verso amici, conoscenti o qualsiasi altro individuo che so meno fortunati di me quanto a lavoro e disponibilità, mi scusi ma di ogni singolo dei "tecnicismi operativi" che Le danno apparentemente fastidio io faccio invece tesoro, per quanto mi è possibile. Ed auspico che altrettanto faccia la totalità degli investitori, perchè - quantomeno in questi ultimi anni - certo i mezzi per farlo non sono mancati e ancora non mancano. In ultimo - generalmente l'ignoranza non è ammessa: certo altro discorso sarebbe se al posto dell'ignoranza dell'investitore "retail" la questione fosse invece inerente ad una frode da parte della banca/del collocatore... ma non è per la semplice ignavia del "retail" restio e/o disinteressato a leggersi un prospetto di "troppe" pagine (10, 80 o 250 che fossero) che si può presupporre la frode della banca.

d.
12 dicembre 2015 19:17 - dartagnampolo
Rif. post federico6198: molto interessante e pienamente condivisibile, grazie.
12 dicembre 2015 16:34 - federico6198
Risparmio gestito e investimenti finanziari: un problema etico e culturale


Articolo di Roberto Cappiello
5 novembre 2008 0:00


Dopo alcuni anni dalla pubblicazione dei dati in tema di risparmio gestito a cura dell'ufficio studi di Mediobanca, dopo diversi crack finanziari fra i quali quello dell'Argentina, della Cirio e della Parmalat, dopo gli sconvolgimenti dovuti ai mutui sub-prime (ancora in atto), dopo una abbuffata esagerata di utili ai danni dei piccoli risparmiatori da parte delle banche, si comincia a prendere atto del fatto che nel nostro paese c'e' bisogno di: 1) piu' trasparenza nella definizione delle caratteristiche e nelle modalità di collocamento delle obbligazioni strutturate; 2) di uno sviluppo di una etica degli intermediari finanziari; 3) di una maggiore consapevolezza da parte degli investitori.
Le campane, per ora, cominciano a suonare tutte la stessa musica, mi riferisco alla Consob (Commissione Nazionale per le Società e la Borsa presieduta da Lamberto Cardia), l'Autorita' Garante per la Concorrenza ed il Mercato (Antitrust presieduta da Antonio Catricala') e La Banca d'Italia presieduta dal Governatore Mario Draghi. Sara' che si tratta di una conseguenza necessaria dovuta al recepimento della Direttiva 2004/39/CE denominata MIFID (Market in Financial Instruments Directive) che introduce importanti novita' nel settore, sara' perche' si vuole dare una soluzione al problema dell'industria del risparmio gestito, fatto sta che oggi i nodi sembrano essere venuti al pettine; staremo a vedere come saranno sciolti nel concreto.
Ma veniamo alla questione vera e cerchiamo di fare insieme alcune riflessioni.
Vi propongo qui di seguito una parte della Relazione annuale della Consob relativa all'anno 2006, pubblicata nel luglio 2007, che sintetizza molto bene i termini del problema, ma soprattutto ci offre lo spunto per le considerazioni che faremo successivamente. Scrive Cardia: Il settore dei fondi comuni registra una prolungata fase di difficolta' mentre aumenta il peso nel portafoglio dei risparmiatori di altre forme di investimento quali le polizze assicurative a contenuto finanziario e le obbligazioni bancarie, spesso caratterizzate da strutture complesse e di piu' difficile valutazione.
Questa evoluzione riflette, in larga parte, gli obiettivi delle reti distributive, che negli ultimi anni hanno visto privilegiare la vendita dei prodotti finanziari a piu' elevati margini di rendimento per i distributori e funzionali alle strategie di finanziamento dei gruppi di appartenenza. Gli alti costi di distribuzione riducono non solo il rendimento finale per gli investitori, ma anche le risorse destinabili all’innalzamento della qualità del servizio di gestione. L’applicazione della MiFID rappresenta un’occasione per gli intermediari di riconoscere che il miglioramento della qualita' dei servizi resi ai propri clienti rappresenta la principale opportunita' per realizzare profitti, in un quadro di mercato aperto alla competizione con soggetti appartenenti a sistemi gia' orientati a questi principi. La MiFID rimette alla responsabilita' degli intermediari le scelte organizzative per garantire trasparenza e correttezza nella gestione dei conflitti di interessi. In tale ambito dovranno operare incentivi ai dipendenti e dovra' essere curata al meglio la loro preparazione professionale, affinche' assumano comportamenti corretti e di elevata qualificazione; dovra' essere favorita la diffusione di una cultura aziendale orientata a uno sviluppo compatibile con la tutela degli interessi dei clienti. Le Autorita' sono chiamate a vigilare sulle scelte compiute. Un’area prioritaria per la Consob e' il miglioramento della trasparenza nella definizione delle caratteristiche e nelle modalita' di collocamento delle obbligazioni strutturate. In ogni caso, la piena conoscenza, da parte dell’investitore, dei profili di rischio associati a tali strumenti e' un’esigenza che deve essere assolta dall’intermediario. Allo sviluppo di un’etica degli intermediari devono corrispondere iniziative che, attraverso un’educazione al risparmio, aumentino la consapevolezza degli investitori e disincentivino comportamenti di “azzardo morale” (moral hazard). I risparmiatori italiani hanno infine bisogno di maggiori garanzie sull’efficacia delle sanzioni giuridiche e morali nei confronti di chi compie gravi violazioni. La continua e proficua collaborazione con l’Autorita' giudiziaria, attraverso un’attivita' coordinata nell’assunzione e gestione delle informazioni, ha portato in evidenza comportamenti gravemente lesivi delle regole”
La prima considerazione e' che, contrariamente a quanto hanno scritto i giornali, la fuga dei risparmiatori italiani dai fondi comuni di investimento non e' dovuta alla penalizzazione del sistema di tassazione dei fondi italiani, bensi' alle politiche di gestione delle banche e delle reti di vendita che hanno indirizzato i risparmiatori verso polizze assicurative e obbligazioni bancarie (prodotti con piu' alti margini di profitto e minore assistenza post vendita).
La conferma la si puo' trovare nelle conclusioni del Rapporto del luglio 2008 del Gruppo di lavoro sui fondi comuni italiani, promosso dalla Banca D'Italia con la partecipazione di rappresentanti del Ministero dell'Economia e delle finanze, della Consob e dell'industria, in particolare vi si legge: “Dopo essere cresciuti a un ritmo molto sostenuto nella seconda meta' degli anni novanta, dall’inizio di questo decennio i fondi comuni italiani hanno registrato un persistente deflusso netto di risparmio: tra il 2000 e il 2007 i riscatti di quote hanno sopravanzato le sottoscrizioni per 153 miliardi, restando cospicui anche nei primi mesi del 2008; il patrimonio gestito si e' nel complesso ridotto di oltre un terzo. L’ampia contrazione dei fondi comuni italiani e' stata solo in parte compensata dalla crescente diffusione nel nostro Paese di fondi comuni esteri.
Il ridimensionamento del settore e' un caso unico tra i principali paesi europei. La quota di mercato dei fondi comuni di diritto italiano in Europa e' scesa dal 12 al 4 per cento. Nel portafoglio delle famiglie italiane tra il 2000 e il 2006 il peso dei fondi comuni (italiani ed esteri) si e' ridotto di quasi 9 punti percentuali, all’8 per cento; sono nel contempo aumentati i pesi delle polizze assicurative e della raccolta bancaria (di circa 6 e 3 punti percentuali, rispettivamente).
Numerosi sono i fattori che hanno contribuito alla crisi del settore: asimmetrie regolamentari in materia di trasparenza e di regole di comportamento dei soggetti collocatori, che svantaggiano i fondi comuni rispetto, principalmente, alle polizze assicurativo-finanziarie e alle obbligazioni bancarie; l’assetto dell’industria, imperniato sull’integrazione verticale tra produzione e distribuzione, in cui le reti bancarie e assicurative svolgono un ruolo dominante in forza del fatto che esse sono il canale pressoche' esclusivo per la vendita al pubblico di prodotti finanziari; infine, un regime fiscale che penalizza i fondi italiani rispetto a quelli esteri. Queste caratteristiche dell’industria italiana del risparmio gestito, unitamente alla scarsa assistenza fornita ai clienti nelle scelte di investimento, hanno fatto si' che, da un lato, le SGR non abbiano avuto incentivi a innovare e migliorare i prodotti, dall’altro, la distribuzione abbia privilegiato prodotti meno trasparenti, che richiedono un minore impegno di gestione postvendita nelle relazioni con i clienti.
Tale scenario rende necessari interventi incisivi e tempestivi da parte sia delle Autorita' di settore sia delle societa' di gestione del risparmio e dei relativi gruppi di appartenenza.”
La seconda considerazione e' che se siamo finiti in questa situazione la colpa non e' solo dell'industria del risparmio gestito (banche, assicurazioni, promotori finanziari ecc), e' anche delle autorita' di vigilanza che si sono limitate a registrare l'andamento del mercato piuttosto che prevenire ed impedire comportamenti scorretti dovuti all'asimmetria informativa che caratterizza il settore, ed e' anche dei risparmiatori che si sono lasciati prendere la mano in momenti di euforia dei mercati.
Quella che ha riguardato il mercato del risparmio gestito in Italia e' stata una vera e propria sbronza seguita alle novita' introdotte dalla Legge n.1 del 2 gennaio 1991 (nascita delle SIM e dell'Albo dei Promotori Finanziari) e agli eventi che hanno preceduto l'entrata dell'Italia nella comunita' economica europea.
Il processo di convergenza verso l'euro ha determinato il passaggio da una situazione di alti tassi e di alta inflazione ad una di bassi tassi e bassa inflazione. Una vera e propria rivoluzione che ha fatto perdere di vista il mercato dei titoli di Stato che ormai davano rendimenti risicati rispetto a quelli a cui tutti eravamo abituati, anche se in termini reali era cambiato poco. Da li vi e' stato un graduale travaso di risparmio dai titoli di stato ai fondi comuni di investimento, ai famosi reverse floater e altre diavolerie finanziarie che hanno riservato tantissime delusioni e perdite ai loro sottoscrittori. Il crescente travaso di capitali verso gli investimenti azionari sia direttamente che tramite i fondi, unitamente ad una congiuntura favorevole dei mercati dovuta anche ai bassi tassi di interesse che favorivano gli indebitamenti, ha condotto gli ingenui, sprovveduti ed inesperti risparmiatori italiani verso la prima grande bolla speculativa del ventesimo secolo, la bolla Hi-tech e dei mercati azionari, a “piedi uniti”.
La terza considerazione riguarda il moral Hazard (azzardo morale) anche questa documentata. Basta leggere la relazione dell'Ufficio studi di Mediobanca. Il moral hazard e' una delle due distorsioni tipiche che si possono avere in una situazione di asimmetria informativa, l'altra e' la selezione avversa (adverse selection).
In sostanza se io devo sottoscrivere un fondo comune di investimento e non ne so nulla, la controparte potra' indirizzarmi verso la sottoscrizione del prodotto che fa piu' comodo a lei, e gli riuscira' tanto meglio quanto meno informazioni ho a riguardo (adverse selection). Questa forma di distorsione si realizza nella fase precedente alla sottoscrizione del contratto. Una volta sottoscritto il contratto, se io non sono in grado di controllare l'operato della societa' di gestione del fondo, ne direttamente ne indirettamente (attraverso dei professionisti esperti ed indipendenti o attraverso le autorità di vigilanza), non saro' mai in grado di capire se la SGR sta facendo il lavoro per cui le pago laute commissioni o se fa finta.
Questo tipo di distorsione si realizza in tutti i settori, tutte le volte che c'e' una controparte che conosce molto bene cio' che sta vendendo e una che deve comprare e ne sa poco o nulla. Si puo' avere anche se e' il compratore ad avere piu' informazioni, ad esempio se si acquista un oggetto di antiquariato da uno che non ne conosce il valore. Il problema e' molto importante soprattutto quando si tratta di settori particolarmente delicati e sensibili quali appunto il risparmio, la salute e gli alimentari per citarne alcuni.
Ecco allora la logica conclusione a cui si arriva, in attesa di provvedimenti normativi che avviino un processo di rinnovamento del settore, secondo le linee sopra esposte, e' necessario cominciare a studiare e a lavorare nel proprio piccolo per aumentare il proprio livello di conoscenza e di consapevolezza, sia che siamo risparmiatori che addetti ai lavori.
Ricordiamoci che le banche sono degli istituti privati che svolgono attivita' di impresa, e che la loro attivita' consiste nell'acquistare denaro da chi ce l'ha e nel venderlo a chi ne ha bisogno, il tutto distribuendo il rischio sul mercato. Infatti per secoli le banche hanno preso denaro sulla fiducia e prestato denaro a rischio, svolgendo un importante funzione sociale. Il problema e' nato quando esse hanno cominciato ad essere piu' avide perseguendo una politica di massimizzazione del profitto (pagando meno interessi possibile a chi gli portava i soldi) e facendosi pagare il piu' possibile da chi glieli chiedeva) scaricando il rischio sul mercato e polverizzandolo fra i piccoli risparmiatori ignari. Si veda in proposito La Paura e La Speranza di Giulio Tremonti (Mondadori editore).
Piu' noi ci rifiutiamo di capire e meno rendono, se siamo risparmiatori; viceversa piu' costano, se dobbiamo indebitarci.
Vi propongo di seguito alcuni dati per darvi un'idea dei numeri che riguardano l'industria del risparmio gestito e della enorme torta di cui stiamo parlando:
CHI FA PERDERE PIU' SOLDI?
Crack obbligazionari Danni provocati
Anno 2001 Argentina - 5,6 Miliardi di euro
Per mancata adesione - 1,6 Miliardi di euro
Anno 2002 Cirio - 0,7 Miliardi di euro
Anno 2003 Parmalat - 3,1 Miliardi di euro
Totale - 11 Miliardi di euro
Risparmio gestito Danni provocati

Ogni anno Fondi, gestioni, previdenza privata, obbligazioni strutturate ecc
-20 Miliardi di euro (*)

(*) Ultimi anni, 2% di circa 1.000 miliardi gestiti. Fonte: seminario su Risparmio tradito e previdenza traballante a cura del prof. Beppe Scienza
12 dicembre 2015 15:52 - savpg8801
Egregio dartagnampolo.
Se lei elargisce consigli che derivano da sue esperienze, quantomai non discutibili, si sentirà in dovere di farlo e ne ha "facoltà".
La verve che lei evoca non è determinata da un occorso di implicazione derivato da una delle banche in questione come sembra ipotizzare attribuendomi emotività, ma da da concetti di fondo che sono, tra l'altro, condivisi anche da esperti.
Se il sottoscritto non è un esperto come lei asserisce fra le righe, cioè di fare attenzione a certe inesattezze che lei evince da stati di fatto in esame e che non devono essere presi per corretti, ma con diffidenza, allora è fuori strada.
La mia "inesperienza" nasce dal fatto che ho solamente oltre trent'anni di banca alle spalle(potrebbe ipotizzare come sta facendo in generale"" ma lei si occupava solo di direzione, ma non di titoli "". E se questo non la consola abbastanza, anche altri vent'anni di studi e atti pratici comportamentali nel campo, appunto e tra l'altro, di tattiche finanziarie bancarie e di varie esperienze dirette con decine di colleghi e Istituti a scopo mio personale.
Quello che accetto e che suggerisco anche a lei è di non essere mai sicuri di quel che si dice o si sentenzia anche al proposito di adottare scontate tattiche differenziative, di mancate firme irresponsabili, o di culture derivate da mass-media televisivi. Le opinioni in questi forum sono spesso mal capite o interpretate.Le argomentazioni sui tassi, facendone oggetto di proporzionalità propedeutica a finalità correlate ad assunzione di rischi, o di profili atti a concludersi in perdita del capitale lasciano il tempo che trovano, anzi fanno parte del frasario comune semplicistico che viene addotto a giustificare queste azioni di mancato diritto. Come dire che si uccide uno per futili motivi.
Non ha senso l'attribuzione di soggetto ad alto rischio se acquista prodotti con qualche punto in più pur avendo firmato ; e le diatribe sono proprio in questo senso.
Ai tempi di Argentina, quando il tasso dei bond era 8,50%, e con quelli il default, altri tassi non considerati a rischio, erano mediamente al 6-6,50% e circolavano ancora titoli di stato o altro considerati normali anche a tassi simili.
Posseggo un database significativo sin dai primi anni'90.
Ai tempi erano ancora lontane le classificazioni di profilo di rischio ed altro, e il reale rischio era appena accennato nei contratti, ma lo era per tutti essendo le modulistiche spesso molto semplici.
Comunque ben lontani(i tassi) da quelli spuntati ai primi anni '90 in attestazione a due cifre e sui 15 ed anche 16 ed oltre%.
Adesso che si fanno migliaia di confronti è fuorviante asserire gli stati di rischio e, quindi, di punizione per chi cerca un 3% al posto di uno 0,15 o di un normale 1% di sei mesi fa o meno di altre forme considerate(adesso) più sicure ma comunque soggette a filo di rasoio al declassamento, o ancora meno confrontando con la solita Germania.
Quindi non si crucci troppo di stabilire autonomamente i fondamenti della verità e pensi a chi ha investito in obbligazioni (prestiti che riteneva di avere rimborsati senza problemi nella generalità delle cose) ed eviti tecnicismi operativi che sono veramente fuori posto per la quasi totalità degli investitori specie retail.
12 dicembre 2015 13:59 - dartagnampolo
P.S.: quanto al commento da Lei appena inserito, devo farLe notare che è un po' fuori strada:

quoto
"il debitore è tenuto ad eseguire ESATTAMENTE la prestazione dovuta; il secondo precisa che il soddisfacimento delle pretese del creditore si attua con la soggezione di tutto il patrimonio dell’obbligato, il quale risponde con tutti i suoi beni presenti e futuri..."
/quoto

Nessuno di questi due punti è in discussione, il fatto è solo che viene stabilita una gerarchia di onorabilità dei titoli. E se la coperta del "patrimonio dell'obbligato... beni presenti e futuri" è corta, evidentemente non ce n'è per tutti e chi rischia di rimanere (o rimane proprio) fuori dal rimborso è chi già all'atto del contratto si è messo in fondo alla gerarchia.
Tutto qui.

d.
12 dicembre 2015 13:54 - dartagnampolo
E invece claudio8633 per molti versi ha ragione, anche se non condivido alcune parti del ragionamento pubblicato sul blog "alla rovescia" (rif. collegamento in fondo al suo intervento).
Caro savpg8801, è francamente penoso il carosello di interventi offerti sui vari canali tv (e non) da una quantità di politici che si improvvisano esperti straparlando di finanza, sbandierando articoli 47 della Costituzione e cercando di cavalcare l'onda traendo vantaggio per se'... per non parlare poi dello "spettacolo" offerto dalle associazioni dei consumatori più in vista.
Ed è altrettanto penosa la differenza di tempo che mediamente si dedica alla noiosissima cultura finanziaria rispetto a quanto invece se ne dedica a cose molto più amene tipo calcio e boiate televisive.
Le consiglio di gestire con più accortezza le firme che qui asserisce di distribuire a cuor leggero, la parte principale dei problemi nasce proprio da questa leggerezza. Il consenso informato è l'arma che le banche hanno in mano e nessuno può dirsi realmente obbligato a firmare alcunchè - nemmeno coloro che si son trovati a vedersi offerte sottoscrizioni di questo o quest'altro prodotto per ottenere tassi più agevoli su un mutuo (potrebbero dirlo solo dopo aver ricevuto tale "ricatto" - che poi ricatto vero e proprio non è - da TUTTE le banche... ma dubito fortemente che si siano presi la briga di provare altri sportelli, dal tono delle dichiarazioni). Venire p.es. a dire ora del tutto arbitrariamente che le Mifid sono spazzatura e che le firme non contano è ridicolo - ma se vuole continuare con questa arbitrarietà allora accetti pure anche l'idea di perdere la casa e il lavoro, tanto si è appena affermata l'arbitraria libertà di decidere che le firme su tutti i contratti sono spazzatura...
Vedo dal Suo primo post di questa discussione che già era rimasto scottato dai Tango-bond, probabilmente ora tutta questa verve Le verrà da qualche ulteriore scottatura con Etruria & co.... il consiglio che Le do, se me lo permette, è di farsi una vera cultura sugli strumenti finanziari e di non seguire la massa di esperti improvvisati che pullulano nei talk in questi giorni, ragioni solamente con la Sua testa e non si faccia abbindolare dalle cose che non capisce a fondo. Nemmeno questo La salverà da bidoni, ma almeno Le limiterà i danni.
Per Sua informazione, chi le scrive è sottoscrittore di titoli azionari ed obbligazionari della Banca Popolare di Vicenza - perciò ben lungi dall'essere infallibile. Ma un po' di cultura finanziaria mi ha permesso di limitare il danno massimo ad un 2% del portafoglio, anche in caso di totale azzeramento del valore dei titoli. Ho cercato il rendimento e qui mi è andata male, ma avendo differenziato gli investimenti il bilancio è complessivamente più che positivo. E tenga presente che il rendimento di quelle obbligazioni non è (era) stellare, ma un 4% lordo - poca cosa, ricordando i rendimenti a 2 cifre tanto comuni non molti anni fa... ma molta cosa rispetto agli 0-virgola di altri titoli a pari scadenza. E' questo che gli investitori di Etruria dimenticano - di quel 3,50% di interessi da cui son stati attratti non conta il valore assoluto, ma conta piuttosto il valore relativo: se un titolo mi rende 30, 40, 50 volte il rendimento un BOT o un BTP di pari scadenza, un motivo ci sarà... Per intenderci, è lo stesso discorso che andrebbe fatto per il famigerato "spread" che tutti ora festeggiano perchè inferiore ai 100 punti - ignorando però il fatto che ciò comporta per il nostro Paese un costo del debito più che triplo rispetto alla Germania (ca. 1,40% vs. ca. 0,40%). Ritornando comunque alla questione Popolare di Vicenza, è una cosa che personalmente mi scoccia molto dover ammettere perchè certo non ne condivido l'orientamento politico, ma trovo corretto sottolineare che l'unico intervento davvero onorevole di questi giorni è il "non ce l'ho con nessuno tranne che con me stessa" del Presidente F-VG Debora Serracchiani - è cosa che in molti dovrebbero imparare ad affermare.
Con questo, chiudo e La saluto.
d.
12 dicembre 2015 13:52 - savpg8801
L'obbligazione va soddisfatta a prescindere da formulazioni di comodo.
La tradizionale definizione dell’obligatio in diritto romano è contenuta nelle Istituzioni di Giustiniano: “obligatio est iuris vinculum, quo necessitate adstringimur alicuius solvendae rei secundum nostrae civitatis iura”. La definizione si rivela quanto mai importante, in quanto il nostro Codice Civile non dà una definizione del rapporto obbligatorio, e ci gioviamo ancora oggi delle parole delle fonti romane. Stando alla definizione, obligatio est iuris vinculum, l’obbligazione è vincolo giuridico.
Il Codice Civile menziona tali istituti al 1218 e 2740 . Il primo stabilisce che il debitore è tenuto ad eseguire ESATTAMENTE la prestazione dovuta; il secondo precisa che il soddisfacimento delle pretese del creditore si attua con la soggezione di tutto il patrimonio dell’obbligato, il quale risponde con tutti i suoi beni presenti e futuri.
Molte altre interpretazioni mi lasciano perplesso. Capire la difficoltà di applicare il diritto sull'estero(tipo Argentina) è normale, ma direttamente nel nostro Paese mi pare senza dubbio eseguibile.
E' ovvio che se trattasi di "Obbligazioni", a parte tutte le nominazioni attribuite ad usum, esse vanno rispettate.
Non si capisce, quindi, la disattesa dello stato di diritto. Stato o non Stato, Europa o meno, Banche o meno, chi si obbliga deve, non risarcire addirittura in parte magari a segno di carità con indegno ricorso ad arbitrati o altre diavolerie e solo per alcuni, ottemperare al proprio impegno. Punto.
Qualche illuminazione può essere suggerita da:
http://www.bankpedia.org/index.php/it/119-italian/o/23422-ob bligazione-enciclopedia
11 dicembre 2015 20:17 - savpg8801
Ragionamento spavaldo, ipocrita, insensato e pure incompetente quello dell'ultimo postante.
"Ragionamento" che va in linea con la metodica dell'andazzo superficiale delle politiche degli ultimo quinquenni circa le"responsabilità"
Si è sempre più teso ad attribuire al consumatore, al cliente, al paziente, al fruitore di beni e servizi, all'ignaro cittadino di uno stato che nulla ha più "di diritto" la responsabilità di ogni sua azione anche non legale vigendo da sempre il principio che "l'ignoranza della legge non è ammessa".
Si è sempre puntato allo rendere il cittadino "consapevole", informato, e responsabile con la più vasta gamma di presìdi che altro non sono che la devoluzione al consumatore di ogni "irresponsabile" azione che non vuole esere assunta, invece, dal fornitore.
Chi non ha mai firmato consensi su qualsiasi azione medica o anche interventistica pena la non esecuzione di qualsiasi intervento anche minimo?
Chi non ha mai firmato i consensi (pagine di assunzione di responsabilità e altro) all'atto di stipulare una polizza o anche di una sola variazione?
Chi non ha mai sentito attribuirsi la colpa di aver acquistato una scatoletta su cui c'era una sorta di etichetta atta a sollevare responsabilità da parte del produttore-venditore assumendosi in proprio(il consumatore) ogni responsabilità di errata scelta?
Chi non ha mai cercato di aprire un conto, di effettuare un'operazione bancaria, di acquistare tipologie di prodotti i più svariati venduti (sia come intermediari che come propri) senza vedersi penalizzato a non effettuare nessuna operazione ed essere altamente responsabilizzato con la firma su decine di pagine di "interviste"(eufemismo)che ogni banca propone per togliersi(legalmente) il peso di ogni onere?
E l'elenco si farebbe lungo.
Queste "norme" di ormai prassi consueta a cui siamo purtroppo abituati, altro non sono che il mezzo di declinare responsabilità da parte dell'offerente, traslandole al consumatore.
Le regole di attribuire ad ogni categoria di cittadini queste responsabilità sono vessatorie.
La colpa diviene esclusivamente del cittadino anche sopra ad ogni sua capacità.
Non si tiene conto dei livelli medi o bassi del fruitore di servizi.
Non si tutelano categorie deboli per uniformità, ma anche categorie più consapevoli andrebbero da tutelare perchè il danno non è solo perpetrato ai più poveri come l'orientamento del Governo fa intendere, ma anche per tutti gli altri.
Non è vero che se chi ha di più non deve essere rimborsato perchè se ha di più potrebbe essere anche uno che non si è sperperato i risparmi per tenerli per la vecchiaia. E con l'acquisto di ogni tipo di obbligazione(si chiama obbligazione una richiestaprestito che propone l'emittente per finanziarsi e continuare onestamente la propria attività temporaneamente e per non andare, appunto, in cattive acque) e che proprio per la sua natura giuridica, deve essere rimborsato quale elemento privilegiato vuoi anche solo per l'onore dell'Istituzione stessa. Quindi il sottoscrittore è uno che aiuta l'emittente mettendogli a disposizione risorse sotto un compenso.
Compenso tradotto in interessi che alla valutazione odierna, forse è appena qualcosina di più del normale, cioè "zero".
La mania saputellare di chi giudica il rischio solo in base a quel poco in più di interessi promesso(e spesso non erogato) come unico elemento di meritato capestro, è ingiudicabile.
Una obbligazione deve essere soluta.
Quindi, la mancanza di tutela da parte delle leggi è insopportabile.
Il cittadino, purchè non sia un conclamato speculatore professionista, va pertanto tutelato, difeso e accompagnato alla totale risoluzione e non trattato come destinatario di un'opera di carità.
E il rischio di creare sfiducia nel sistema per l'allontanamento di ogni forma, appena incognita, di azionariato, obbligazionariato, ed ogni altra forma considerata a questo famoso"rischio forzosamente inconsapevole", è enorme ed avrà gravissime ripercussioni.
11 dicembre 2015 17:06 - claudio8633
HANNO avuto giustizia.

continuano a sottolineare la presenza di persone che hanno investito cifre consistenti per il loro standard di vita in queste obbligazioni.

Ora facciamo un attimino un ragionamento della serva: abbiamo i risparmi di una vita, cosa facciamo?

Li investiamo in una serie di investimenti in aree diverse a rischi variabili in maniera che nella peggiore delle ipotesi una parte consistente rimane e nella migliore abbiamo un guadagno discreto?

Oppure decidiamo giocare alla roulette e investiamo tutti i nostri averi liquidi in una singola obbligazione dal tasso più elevato possibile, e rischio conseguente, incrociando le dita?

Perché se la nostra opzione è stata quest'ultima, mi dispiace, ma forse più che chiedere un rimborso allo stato forse dovremmo pensare di farci levare la potestà e i nostri averi essere gestiti da un funzionario dello Stato così come avviene in caso che una persona venga certificata come idiota.

I giudici tutelari dovrebbero quindi prendere l'elenco di coloro i quali hanno fatto un simile investimento e quindi assegnare un tutore legale a ognuno di questi cosicché si eviti una seconda volta un simile macello.

Perché ricordiamoci che non è la prima volta ne la seconda succede una cosa del genere in Italia lo abbiamo visto non solo con i mutui, altra occasione in qua nella quale di chi tutelari hanno fallito miseramente, ma lo abbiamo visto anche nella situazione dell'Argentina.

cicci un po di testa, no?
11 dicembre 2015 9:23 - federico6198
Ieri sera alla trasmissione virus su rai due c'era quel fanfarone di Ennio Doris, che ha fatto notare di quanto sia solida la sua banca la mediolanum, e che ha fatto molti utili e che gli italiani siano un popolo con una bassa cultura finanziaria, ma si è dimenticato di dire che le banche (compresa la sua naturalmente) contribuiscono enormenente a mantenerli tali ed ignorani tralasciando inoltre di dire che gran parte degli utili derivano dalle comissioni prelevate ai piccoli investitori inconsapevoli che si rivolgono a lui ed assieme a banca generali e azimut si divdono gran parte degli utili ,avallati dalla consob !!!!
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