Quando nel lontano 1986, uscito dalla banca, presi il mio
primo mandato d'agenzia di un noto gruppo
bancario-assicurativo, nei biglietti da visita sotto le
generalità compariva la qualifica di "consulente
finanziario" con ciò intendendosi ancora non solo un mero
venditore di prodotti finanziari.
Nel 1991 con l'entrata in vigore della legge istitutiva
delle SIM (Società d'Intermediazione Mobiliare)il terminre
"consulente finanziario" fu bandito e sostituito con quello
di "promotore finanziario" la cui inottemperanza nei
biglietti da visita e nel qualificarsi alla clientela poteva
essere oggetto di revoca del mandato d'agenzia da parte
della SIM stessa.
Bene, oggi, dopo 25 anni di acqua passata sotto i ponti e di
mai cessati scandali finanziari, cos'è che ha fatto
cambiare opinione agli stessi prepotenti attori (Banche e
Sim) licenziando obtorto collo il ritorno alla qualifica
qualifica di "consulente finanziario"?
Semplice: il terrore dell'affermarzione del concetto e della
messa in pratica dell'"indipendenza". Indipendenza,
soprattutto, dai loro preponderanti interessi e malefatte in
dannno dei risparmiatori.
Tutte le altre loro speciose giustificazioni sono soltanto
aria fritta.
26 dicembre 2015 11:03 - savpg8801
Che la "categoria" dei consulenti finanziari deb ba pur
campare siamo d'accordo in quanto è stata inventata, ma che
essi siano la miglior soluzione, non è reale. Essi presi
per la totalità, agenti come "un sol uomo/donna", è
un'utopia. C'è consulente e consulente. Come c'è banca e
banca.
E chi riesce a cavare sangue dalle rape, anche se rosse, la
dà ad intendere.
24 dicembre 2015 19:37 - mazzetto6924
Sopra c'è scritto: . Premesso che i farmacisti possono
anche consigliare e non solo vendere... e i medici, invece,
ricevono le visite degli informatori scientifici del
farmaco..., penso che un buon consulente o un buon promotore
si vedano soprattutto dal servizio che offrono. Se un
consulente è bravo avrà altri clienti e lo stesso vale per
un promotore (che da ieri si chiama consulente abilitato
all'offerta fuori sede), se non fa l'interesse del cliente
è destinato a scomparire. Più che una lobby dei promotori
mi sembra una lobby delle banche che, guarda caso,
trincerandosi dietro le "sicure" mura hanno ingannato
migliaia di ripsrmiatori e continueranno a farlo vendendo
prodotti onerosi e poco redditizi per i clienti
23 dicembre 2015 17:08 - federico6198
chiaramente il popolo italiano non solo non è alfabettizato
finanziariamente ma neppure informaticamente, la rete offre
possibilità d'informazione enormi e chi la usa solo in modo
ludico non può sfruttarla adeguatamente le potenzialità
che vengono offerte gratuitamente, anzi proprio perche sono
gratuite e poco brandizzate non hanno un grosso appeal :
tanto è uno dei tanti che scrive su internet ! Senza per
altro verificare quello che gli viene detto in banca, tanto
ho pochi soldi da investire non mi cambia la vita. Ma i
pochi lettori di Aduc investire informati possono
considerarsi privilegiati gli altri continueranno a farsi
raggirare dai venditori della finanza .