COMMENTI
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10 agosto 2016 8:38 - federico6198
La consulenza finanziaria, soprattutto se prestata secondo modalità di indipendenza e di oggettività, può contribuire a ridurre i costi sopportati dal cliente e l’asimmetria informativa. In un certo senso si potrebbe affermare che la domanda di consulenza dovrebbe essere maggiore proprio da parte della clientela meno informata e meno finanziariamente evoluta. Infatti questi risparmiatori, sprovvisti del bagaglio e delle informazioni di base, consumano più tempo e risorse per informarsi e decidere i propri investimenti.
Non è così invece. Numerose ricerche hanno dimostrato che il servizio di consulenza risulta maggiormente apprezzato dalla clientela evoluta e con una decente preparazione ed esperienza in materia finanziaria. Alcuni sostengono che questa correlazione è dovuta al fatto che la clientela maggiormente istruita normalmente detiene più capitali e guadagna redditi maggiori. Ed è per questo che chiede più facilmente un servizio di consulenza.
Concordo sul fatto che l'aspetto psicologico ed emotivo sia il più complicato da correggere,con un percorso formativo adeguato ai piccoli risparmiatori che tuttavia sarebbe difficile da realizzare in quanto : 1 - Sono radicate una serie di convinzioni sbagliate sui quali l'industria del risparmio gestito fa leva per vendere prodotti dannosi. Ad esempio la
convinzione che in borsa si guadagni se si conosce il momento giusto per entrare ed uscire, oppure quella di non vendere mai in perdita ed altre stupidaggini simili.
2 - Una fetta molto importante di risparmiatori continua a gestire gli investimenti finanziari più o meno con lo stesso spirito con il quale si gioca
d'azzardo.
3 - La maggioranza dei risparmiatori non vuole informarsi per cercare di capire (o per pigrizia o perché ritiene di non essere in grado), ma
semplicemente vuole qualcuno sul quale scaricare le proprie scelte.
altri fattori sono : 1 - gli errori in fase di scelta dovuti essenzialmente al conflitto d'interessi fra consigliati e consiglieri;
2 - la strategia carente (cioè incongruente) o del tutto errata. Una fetta -molto piccola purtroppo- di investitori ha capito che le cose sono ben più complesse. Queste persone, piano piano, potranno fare
scelte finanziarie sempre più oculate. I più, però, continueranno ad essere raggirati dai venditori della finanza.
9 agosto 2016 20:50 - curious
Buonasera dottor pedone, il prof Scienza
sostiene che investire in obbligo mps,anche subordinate, non comporti rischi, e non eccessivi anche per quest'ultimi, dati i prezzi attuali;ora mi chiedo se Mps e'in profondo rosso, come fa a ripagarle;
Vorrei un suo parere dato che gioca in casa
Cordialmente
Curious
1 agosto 2016 13:15 - Mechano
Qualche tempo fa ci fu la corsa verso le poste svizzere. Buoni tassi, denaro titolato in franchi, ecc.

Poi si sono inventati la tassa per i non residenti a specularci sopra e rendere la cosa poco interessante per cifre inferiori a certe quantità.
1 agosto 2016 13:01 - lucillafiaccola1796
visto che JP MORGAN già sta dentro MPS, le converrà affondarlo? No, del resto siamo già TUTTI posseduti dal daemon scudorosso...vedi qui...
www.nocensura.com
L’INQUIETANTE IMPERO MONDIALE ROTHSCHILD
NON SI MUOVE FOGLIA CHE DIO ROTHSCHILD NON VOGLIA Non si può capire veramente cosa accade nel mondo se non si studia La Famiglia-Per-Eccellenza, ossia i Rothschild, veri comandanti del pianeta Terra. C’entrano anche con l’Italia? Eccome. Non c’è foglia che non si muova nel nostro paese, senza la loro espressa volontà. Nel resto del mondo la musica poi non cambia affatto.
PROPRIETARI DI BANCA D’ITALIA E DELLA BARCLAYS Sono i maggiori proprietari della Banca d’Italia e possiedono pure la Barclays (tra le maggiori azioniste di Intesa SanPaolo) soprattutto tramite Markus Agius. Possiedono puree la JpMorgan (che controlla Monte dei Paschi di Siena) tramite la famiglia Rockefeller, Mediobanca (colei che controlla Unicredit) tramite Vincent Bolloré e Jean Azema della Groupama Holding S.A., Banca Carige (attraverso Francois Perol), con Ana Patricia Botin il Banco Santander Central Hispano (il quale controlla ABN AMRO, un altro pilastro di Unicredit).
28 luglio 2016 18:23 - savpg8801
Riporto anche una (email-per me spam) delle innumerevoli offerte e non per intero,che quotidianamente ,rappresentano uno dei soliti tormentoni.
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28 luglio 2016 18:20 - savpg8801
Anche qui mi pare un posto adatto per fare un merge di quanto riportato in altro thread-articolo sul (solito) questionario del profilo di rischio.
--Sig.Giorgio Canella, si gioca sul filo di lana riguardo alle terminologie(parlo dell'altro articolo).
Il comune senso della parola"consulente" è diverso dal suo, elaborato, con finalità specifiche assegnate alle varie definizioni, insomma un arrangiamento legale e funzionale come, per altri versi, ha più volte spiegato Alessandro Pedone. Non voglio arrivare a nessuna logomachia per questo. Mi limito a dire ancora che il termine di percezione è generico senza entrare nei meriti. Ha mai notato quante volte, entrando nelle banche, ci siano cartelli indicativi quali: Consulenza finanziaria, Consulente titoli, o altro? Altre banche hanno modificato ancora tanto tempo fa in: Servizio titoli, Operatività finanziaria, ecc.
Quando sente, perciò, parlare di consulenza, la prego di capire in modo generico come la pensano i risparmiatori generici.
Semplicemente senza elucubrazioni normativo-legali. Ed ancora più semplicemente Le dirò che questo modo di investire il risparmio (anche se qualcuno già faceva del timido trading per lettera e non in via elettronica in quanto non, allora, possibile) è nato effettivamente da un rapporto fiduciario nella banca (si definiscono in tecnica bancaria DDFF o depositi fiduciari) che, prima, offriva solo depositi vincolati o liberi o certificati, o depositi in conto corrente. Uniche vie per la provvista. E solo da quando si è instaurato un modo più veloce e non cartaceo di fare acquisti e vendite, quindi dalla piena operatività elettronica non più di due decenni fa nella maggioranza, è esploso il trading o l'investimento in titoli di vario tipo, in fondi( al proposito, uno dei primissimi fondi fu il Fondicri, appunto promosso da ICCRI, alla fine degli anni '70 o poco più) e in molteplici altre invenzioni quali, in vino, in quadri, in metalli, ecc. Libero sfogo all'inventiva.
Questo per informare che dagli anni '80 molti dipendenti bancari si dimettevano per andare a formare ranghi alle finanziarie che avevano anche scopi di investire per conto dei risparmiatori, promettendo anche, spesso, maggiori soddisfazioni che, poi, non sarebbero state mantenute( del resto lo facevano anche promotori interni alle banche-ovviamente, come sapete, per vendere prodotti della banca stessa).
La consulenza titoli bancaria, comunque, agisce anche sul fronte della provvista(necessaria per gli impieghi) oltre a quella dei servizi (per esempio C/V di titoli o altro di parti terze con il solo introito di commissioni più o meno onerose in dipendenza del potere contrattuale del "cliente"; operatività NON creditizia).
Quindi i cosiddetti consulenti esterni( si intende alle banche ) sono nati da poco. E sulla scorta di diversi casi di "promettoni" poi scappati con o senza malloppo, ecco una certa diffidenza che non è facile a far morire.
Se poi mettiamo il tutto alla luce che bisogna pagare un individuo che agisca finanziariamente per conto di un affidante incarico, resta il dubbio per molti, con i margini esigui di oggi, come possa far lucrare o guadagnare e farsi anche un proprio reddito.
28 luglio 2016 18:11 - savpg8801
Anche qui mi pare un posto adatto per fare un merge di quanto riportato in altro thread-articolo sul (solito) questionario del profilo di rischio.
--Sig.Giorgio Canella, si gioca sul filo di lana riguardo alle terminologie(parlo dell'altro articolo).
Il comune senso della parola"consulente" è diverso dal suo, elaborato, con finalità specifiche assegnate alle varie definizioni, insomma un arrangiamento legale e funzionale come, per altri versi, ha più volte spiegato Alessandro Pedone. Non voglio arrivare a nessuna logomachia per questo. Mi limito a dire ancora che il termine di percezione è generico senza entrare nei meriti. Ha mai notato quante volte, entrando nelle banche, ci siano cartelli indicativi quali: Consulenza finanziaria, Consulente titoli, o altro? Altre banche hanno modificato ancora tanto tempo fa in: Servizio titoli, Operatività finanziaria, ecc.
Quando sente, perciò, parlare di consulenza, la prego di capire in modo generico come la pensano i risparmiatori generici.
Semplicemente senza elucubrazioni normativo-legali. Ed ancora più semplicemente Le dirò che questo modo di investire il risparmio (anche se qualcuno già faceva del timido trading per lettera e non in via elettronica in quanto non, allora, possibile) è nato effettivamente da un rapporto fiduciario nella banca (si definiscono in tecnica bancaria DDFF o depositi fiduciari) che, prima, offriva solo depositi vincolati o liberi o certificati, o depositi in conto corrente. Uniche vie per la provvista. E solo da quando si è instaurato un modo più veloce e non cartaceo di fare acquisti e vendite, quindi dalla piena operatività elettronica non più di due decenni fa nella maggioranza, è esploso il trading o l'investimento in titoli di vario tipo, in fondi( al proposito, uno dei primissimi fondi fu il Fondicri, appunto promosso da ICCRI, alla fine degli anni '70 o poco più) e in molteplici altre invenzioni quali, in vino, in quadri, in metalli, ecc. Libero sfogo all'inventiva.
Questo per informare che dagli anni '80 molti dipendenti bancari si dimettevano per andare a formare ranghi alle finanziarie che avevano anche scopi di investire per conto dei risparmiatori, promettendo anche, spesso, maggiori soddisfazioni che, poi, non sarebbero state mantenute( del resto lo facevano anche promotori interni alle banche-ovviamente, come sapete, per vendere prodotti della banca stessa).
La consulenza titoli bancaria, comunque, agisce anche sul fronte della provvista(necessaria per gli impieghi) oltre a quella dei servizi (per esempio C/V di titoli o altro di parti terze con il solo introito di commissioni più o meno onerose in dipendenza del potere contrattuale del "cliente"; operatività NON creditizia).
Quindi i cosiddetti consulenti esterni( si intende alle banche ) sono nati da poco. E sulla scorta di diversi casi di "promettoni" poi scappati con o senza malloppo, ecco una certa diffidenza che non è facile a far morire.
Se poi mettiamo il tutto alla luce che bisogna pagare un individuo che agisca finanziariamente per conto di un affidante incarico, resta il dubbio per molti, con i margini esigui di oggi, come possa far lucrare o guadagnare e farsi anche un proprio reddito.
28 luglio 2016 8:24 - giorgio canella
Alessandro, condivido il tuo punto di vista: in questo momento la cosa più difficile da tenere sotto controllo è la coerenza dei risparmiatori ...è il fatto di difenderli da sè stessi ancora prima che da altri...l'era dei tassi bassi, negativi, finisce per far prendere alla gente dei rischi che non vorrebbe e non potrebbe permettersi di prendere . A savpg8801 auguro di trovare il "professionista" con le caratterisctiche che richiede ma credo che probabilmente lo troverà più facilmente se cerca tra i maghi e i veggenti...ciò, ovviamenmte, non toglie che con i suoi risparmi lei faccia quello che vuole
27 luglio 2016 18:41 - savpg8801
Finalmente Pedone ha svelato delle verità che il mondo dei risparmiatori non è in grado di capire, ma anche molte verità di sottofondo circa le categorie che, genericamente, chiamerei venditori o promotori finanziari.
Io spesso li ho denominati "santoni", non per cattiveria, ma spesso per realtà di promesse non mantenute. E questo dimostra ancora una volta che questo mestiere, specie con i tampi che corrono, ha poche possibilità di fare "bella figura".
Tuttavia il titolo faceva presagire una lieta novella, un sospiro di sollievo che permettesse al risparmiatore( e per seguito anche investitore ) finalmente di cominciare a viaggiare sul sicuro.
Nella mia lunga esperienza (come cliente) in quanto ho sempre operato in settori diversi dalla C/V titoli e simili pur essendovi "a latere" implicato, ho sempre chiesto al "consulente": voglio qualcosa che renda il massimo, che duri il minimo, che non sia soggetto a rischi, che possa realizzarlo subito. Inoltre, tu consulente dei miei risparmi, mi devi indirizzare per il meglio in base alle tue conoscenze immediate e non in conflitto di interessi.
Poi deciderò io stesso con queste risposte che tu, consulente, se mi vuoi come cliente, mi devi fornire. Punto.
Tutto ciò dimostrerà anche la mia arroganza e stupidità, ma io, risparmiatore e investitore, ci tengo ai miei sudati risparmi e non voglio vederli sparire con facilità come adesso sta, purtroppo, avvenendo.
In fondo i capitali sono di mia proprietà e, come per la salute del mio corpo, non intendo affidarla a casaccio, magari per prova.
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