sto pc povero cretino fa le bizze...avrà l'algoritmo
psicopatico, come quello che regola le borse-bische? Oh
yeah! Dicevo:
qui secondo me, non si tratta di COME investire, ma di COME
proteggere i NOSTRI SUDATI RISPARMI da quelli,
demoNIOcristiani renzelmi e $ION scudorosso pirati morgan
che ce li voglio fottere, non perché ne vogliono fare
qualcosa, ma per il gusto di farci morire senza un €.
Togliere tutto a tutti e prendere loro tutta la Terra. E non
venitemi a dire che costoro sono democratici o di sinistra.
Sono satanisti nazisti, camuffati da buonisti ma in realta
sono sepolcri sbianchettati. Il loro tallone d'achille,
almeno quelli che li rappresentano e fanno le sirene
psicopaticizzanti del popolo buente, è il non poter fare a
meno del "modello". Per spiazzarli, si dovrebbe procedere
solo con la fantasia, senza idee preconcette. La killary si
suiciderà quando marine lepen sarà eletta presidente della
repubblica francese. In questo caso non si dice presidenta,
perchè in origine questa parola è un participo quindi è
neutro, va bene sia per femmine che per maschi. Lo dice la
Logica.
16 novembre 2016 19:45 - lucillafiaccola1796
qui, secondo me, non si tratta di
16 novembre 2016 0:02 - federico6198
Da un Articolo di Nicola Zanella :
In fondo, quando dobbiamo prendere decisioni in altri campi
cerchiamo di raccogliere le maggiori informazioni possibili.
Pensiamo banalmente all’acquisto di un’auto nuova.
Come ogni italiano che si rispetti, la scelta dell’auto è
un processo che richiede tempo, anche delle settimane, per
confrontare le auto delle diverse marche e scegliere la
concessionaria più conveniente. Nella maggioranza dei casi,
non ci si ferma alla prima concessionaria, né si prende
necessariamente per buono quanto riferito dal primo addetto
alla vendita che si incontra. Le riviste di auto consultate
sono numerose.
Invece, quando si tratta di investire i propri risparmi, per
un valore monetario anche molto maggiore di un’utilitaria,
questa attenzione svanisce di colpo e ci si affida alle cure
dell’amico «esperto» in materia, all’addetto bancario
che si conosce da tempo o al primo consulente indipendente
di turno.
Succede così che le persone si lamentino e giustamente si
spaventino quando vedono il proprio patrimonio calare di
diversi punti percentuali (anche decine!), come accaduto
drammaticamente a molti in questi ultimi due mesi.
Ma se gli si chiede in che cosa si è investito per subìre
tali perdite, la risposta tipica che si rischia di ricevere
è «non mi chiedere queste cose, se ne occupa il mio
consulente/la mia banca». Dopo una pausa (di sconforto),
aggiungono tristemente «forse non troppo bene»
tipologia di costo che il cliente sopporta riguarda il tempo
necessario per informarsi, prima, e per monitorare i propri
investimenti nel tempo. L’articolo del Dr. Zanella ricorda
i risultati di alcune ricerche condotte negli Stati Uniti
che tentano di determinare il livello di costi
“informativi” responsabili dell’allontanamento degli
investitori “retail” dal mercato azionario.
Concordo pienamente sul fatto che la maggiore disponibilità
di informazioni attraverso la rete non abbia affatto ridotto
il costo “informativo” che si è a mio avviso
incrementato in relazione alla maggiore quantità di
prodotti finanziari disponibili per la clientela in un
contesto di apertura dei mercati internazionali.
La consulenza finanziaria, soprattutto se prestata secondo
modalità di indipendenza e di oggettività, può
contribuire a ridurre i costi sopportati dal cliente e
l’asimmetria informativa. In un certo senso si potrebbe
affermare che la domanda di consulenza dovrebbe essere
maggiore proprio da parte della clientela meno informata e
meno finanziariamente evoluta. Infatti questi risparmiatori,
sprovvisti del bagaglio e delle informazioni di base,
consumano più tempo e risorse per informarsi e decidere i
propri investimenti.
Non è così invece. Numerose ricerche hanno dimostrato che
il servizio di consulenza risulta maggiormente apprezzato
dalla clientela evoluta e con una decente preparazione ed
esperienza in materia finanziaria. Alcuni sostengono che
questa correlazione è dovuta al fatto che la clientela
maggiormente istruita normalmente detiene più capitali e
guadagna redditi maggiori. Ed è per questo che chiede più
facilmente un servizio di consulenza.
In ogni caso la consulenza ha un costo, dato dal tempo
necessario al consulente per analizzare la pianificazione
finanziaria del cliente, i suoi obiettivi, la propensione al
rischio ecc. e per formulare raccomandazioni di investimento
adeguate ai bisogni e alle caratteristiche del cliente. Se
questo costo supera l’onere che il cliente deve sopportare
per informarsi e decidere da solo, evidentemente la
consulenza non potrà svilupparsi presso la clientela
retail.
(*) Massimo Scolari
15 novembre 2016 18:52 - giorgio canella
la "protesta", soprattutto se pubblica,la pubblicità
negativa sono forse l'unica arma che la gente ha per
tentare di difendere i propri diritti o per far si che
altri evitino di cadere in qualche trappola e si
interrompa il circolo vizioso...ma, spesso, la gente
preferisce lamentarsi in privato e non far nulla e il
"sistema" queste abitudini le conosce . c'è ancora,
nonostante le tante batoste, una sorta di timore
reverenziale ma la gente dovrebbe sempre ricordare che il
risparmio è personale e non della banca e che è il
cittadino che fa un piacere alla banca quando deposita i
suoi soldi e non il contrario.
15 novembre 2016 18:19 - lucillafiaccola1796
è dal 1917 che sinistri e destri ripetono "che fare"? E poi
non fannno niente. Non hanno Fantasia. Cercano eternamente
un "modello" da copiare. Copiando s'impara, ma poi bisogna
fare sa Sé!!!E chi desiste dalla lotta è un grand fijo de
na' m...8a!