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16 novembre 2016 19:58 - lucillafiaccola1796
sto pc povero cretino fa le bizze...avrà l'algoritmo psicopatico, come quello che regola le borse-bische? Oh yeah! Dicevo:
qui secondo me, non si tratta di COME investire, ma di COME proteggere i NOSTRI SUDATI RISPARMI da quelli, demoNIOcristiani renzelmi e $ION scudorosso pirati morgan che ce li voglio fottere, non perché ne vogliono fare qualcosa, ma per il gusto di farci morire senza un €. Togliere tutto a tutti e prendere loro tutta la Terra. E non venitemi a dire che costoro sono democratici o di sinistra. Sono satanisti nazisti, camuffati da buonisti ma in realta sono sepolcri sbianchettati. Il loro tallone d'achille, almeno quelli che li rappresentano e fanno le sirene psicopaticizzanti del popolo buente, è il non poter fare a meno del "modello". Per spiazzarli, si dovrebbe procedere solo con la fantasia, senza idee preconcette. La killary si suiciderà quando marine lepen sarà eletta presidente della repubblica francese. In questo caso non si dice presidenta, perchè in origine questa parola è un participo quindi è neutro, va bene sia per femmine che per maschi. Lo dice la Logica.
16 novembre 2016 19:45 - lucillafiaccola1796
qui, secondo me, non si tratta di
16 novembre 2016 0:02 - federico6198
Da un Articolo di Nicola Zanella :
In fondo, quando dobbiamo prendere decisioni in altri campi cerchiamo di raccogliere le maggiori informazioni possibili. Pensiamo banalmente all’acquisto di un’auto nuova.
Come ogni italiano che si rispetti, la scelta dell’auto è un processo che richiede tempo, anche delle settimane, per confrontare le auto delle diverse marche e scegliere la concessionaria più conveniente. Nella maggioranza dei casi, non ci si ferma alla prima concessionaria, né si prende necessariamente per buono quanto riferito dal primo addetto alla vendita che si incontra. Le riviste di auto consultate sono numerose.
Invece, quando si tratta di investire i propri risparmi, per un valore monetario anche molto maggiore di un’utilitaria, questa attenzione svanisce di colpo e ci si affida alle cure dell’amico «esperto» in materia, all’addetto bancario che si conosce da tempo o al primo consulente indipendente di turno.
Succede così che le persone si lamentino e giustamente si spaventino quando vedono il proprio patrimonio calare di diversi punti percentuali (anche decine!), come accaduto drammaticamente a molti in questi ultimi due mesi.
Ma se gli si chiede in che cosa si è investito per subìre tali perdite, la risposta tipica che si rischia di ricevere è «non mi chiedere queste cose, se ne occupa il mio consulente/la mia banca». Dopo una pausa (di sconforto), aggiungono tristemente «forse non troppo bene»
tipologia di costo che il cliente sopporta riguarda il tempo necessario per informarsi, prima, e per monitorare i propri investimenti nel tempo. L’articolo del Dr. Zanella ricorda i risultati di alcune ricerche condotte negli Stati Uniti che tentano di determinare il livello di costi “informativi” responsabili dell’allontanamento degli investitori “retail” dal mercato azionario.
Concordo pienamente sul fatto che la maggiore disponibilità di informazioni attraverso la rete non abbia affatto ridotto il costo “informativo” che si è a mio avviso incrementato in relazione alla maggiore quantità di prodotti finanziari disponibili per la clientela in un contesto di apertura dei mercati internazionali.
La consulenza finanziaria, soprattutto se prestata secondo modalità di indipendenza e di oggettività, può contribuire a ridurre i costi sopportati dal cliente e l’asimmetria informativa. In un certo senso si potrebbe affermare che la domanda di consulenza dovrebbe essere maggiore proprio da parte della clientela meno informata e meno finanziariamente evoluta. Infatti questi risparmiatori, sprovvisti del bagaglio e delle informazioni di base, consumano più tempo e risorse per informarsi e decidere i propri investimenti.
Non è così invece. Numerose ricerche hanno dimostrato che il servizio di consulenza risulta maggiormente apprezzato dalla clientela evoluta e con una decente preparazione ed esperienza in materia finanziaria. Alcuni sostengono che questa correlazione è dovuta al fatto che la clientela maggiormente istruita normalmente detiene più capitali e guadagna redditi maggiori. Ed è per questo che chiede più facilmente un servizio di consulenza.
In ogni caso la consulenza ha un costo, dato dal tempo necessario al consulente per analizzare la pianificazione finanziaria del cliente, i suoi obiettivi, la propensione al rischio ecc. e per formulare raccomandazioni di investimento adeguate ai bisogni e alle caratteristiche del cliente. Se questo costo supera l’onere che il cliente deve sopportare per informarsi e decidere da solo, evidentemente la consulenza non potrà svilupparsi presso la clientela retail.
(*) Massimo Scolari
15 novembre 2016 18:52 - giorgio canella
la "protesta", soprattutto se pubblica,la pubblicità negativa sono forse l'unica arma che la gente ha per tentare di difendere i propri diritti o per far si che altri evitino di cadere in qualche trappola e si interrompa il circolo vizioso...ma, spesso, la gente preferisce lamentarsi in privato e non far nulla e il "sistema" queste abitudini le conosce . c'è ancora, nonostante le tante batoste, una sorta di timore reverenziale ma la gente dovrebbe sempre ricordare che il risparmio è personale e non della banca e che è il cittadino che fa un piacere alla banca quando deposita i suoi soldi e non il contrario.
15 novembre 2016 18:19 - lucillafiaccola1796
è dal 1917 che sinistri e destri ripetono "che fare"? E poi non fannno niente. Non hanno Fantasia. Cercano eternamente un "modello" da copiare. Copiando s'impara, ma poi bisogna fare sa Sé!!!E chi desiste dalla lotta è un grand fijo de na' m...8a!
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