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1 marzo 2017 11:04 - mariagrazia3828
Però mi permetto di far presente che le cose bisognerebbe farle a prova di ricorso. Non si può fare un concorso chiedendo prima se uno è o non è obbiettore, perchè, tra l'altro, si tratta di dati supersensibili soggetti a particolare tutela. Si può però creare un servizio per l'interruzione volontaria di gravidanza (così come un servizio trasfusioni,a prova di testimoni di Geova. E poi precisare nel bando che i vincitori potranno essere assegnati solo a quel servizio e che il rifiuto, per qualsiasi motivo, di erogare le prestazioni necessarie comporterà l'impossibilità di assegnare l'incarico. Penso che sia lo stesso nel caso che qualcuno vinca un concorso per far parte dei corpi di polizia e poi si rifiuti di portare armi. Che sia per motivi di coscienza o no, credo che sia possibile non assumerlo o (con qualche difficoltà in più e dimostrando di non avere altre mansioni da affidargli) licenziarlo. Però, sicccome tutti ipotizziamo che queste crisi di coscienza non siano tutte così autentiche, l'alternativa potrebbe anche essere di autonimizzare completamente questi servizi creando strutture complesse ad attività solo diurna e programmata, con alta qualificazione (per esempio aggiungendo all'organico psicologi ed assistenti sociali). Un conto è il non bel lavoro di interrompere gravidanze dalla mattina alla sera. Un conto è lavorare con chi interrompe la gravidanza per affrontare i problemi medici o sociali che hanno dato quel risultato. Ho personalmente assistito ad un processo da cui emerse che un servizio IVG nemmeno si accorgeva che le prostitute interruttrici seriali erano minacciate dagli sfruttatori,se non avessero fatto la richiesta, di essere fatte abortire a calci e pugni (e a volte pare sia successo). E ho constatato che alle donne sieropositive per HIV, in qualche caso, non si spiegava che il rischio di avere un bambino ammalato era ormai ridotto ad un caso su 20, perchè il personale non era aggiornato. Forse, se si applicasse la legge invece di subirla come una scocciatura, ci sarebbero meno problemi anche per le amministrazioni.
24 febbraio 2017 19:28 - lucillafiaccola1796
complimenti. Bella mossa zingaretti o chi per lui. Inoltre, questi non sono sprovveduti. Sono andati secondo logica e si sono documentati "Magistralmente", inserendo nel contratto che l'eventuale rifiuto detto obiezione di coscienza [ma poi-privatamente- fanno anche gli aborti a chi non è incinta...è risaputo...sepolcri neanche sbianchettati, non per niente anche protettori di fili-pedo]costituirà motivo di licenziamento. Homo insipiens avvisato...
24 febbraio 2017 19:08 - ennius4531
.. tanto fervore da parte di Moretti ottenebra la mente e induce a scrivere il contrario del vero.
Non è come sostiene Moretti che si voglia '... imporre l’assunzione di medici obiettori, ..' , bensì il bando dispone esattamente il contrario e cioè impone l'assunzione di medici non obiettori.
Le malignità espresse da Moretti sui ginecologi obiettori possono altrettanto bene essere rivolte ai non obiettori sospettandoli di dichiararsi tali per poter agguantare più facilmente uno stipendio.

Ah Moretti, prima di scrivere solo d'istinto, ... camomilla, camomilla ....
24 febbraio 2017 15:28 - Annapaola Laldi
Segnalo con questo link http://www.repubblica.it/salute/2017/02/24/news/rovigo_bando _biologhe_non_obiettrici_per_procreazione-159104307/?ref=HRE C1-3
l'iniziativa analoga a quella del Lazio presa dalla ASL 18 di Rovigo. Qui si cercano biologhe non obiettrici per garantire la procreazione non assistita.
"Il nostro obiettivo - ha detto Compostella (il presidente della ASL 18 di Rovigo) - è quello di assicurare la continuità dell'attività, anche perché l'erogazione della procreazione medicalmente assistita rientra tra i Lea (Livelli essenziali di assistenza). E la figura del biologo è fondamentale".
24 febbraio 2017 15:13 - Annapaola Laldi
So che l'aborto non è una passeggiata per nessuna donna, o quantomeno per la stragrande maggioranza di quelle che vi ricorrono, anche se pure esiste qualcuna che sembra considerarlo come bere un bicchier d'acqua.
E dunque, di fronte a una necessità che la legge italiana si impegna a rispettare, lasciandone la valutazione, come è giusto, alla coscienza della donna, non è possibile ammettere che negli ospedali spesso non si trovi un solo medico non obiettore, o, se c'è, sia l'unico e quindi oberato fino all'inverosimile.
La decisione presa dalla Giunta regionale del Lazio e dall'Ospedale San Camillo mi sembra che rappresenti una scelta esemplare anche per altre Regioni e altri ospedali. Spero che faccia scuola.
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