Ritengo che il termine "bufala" non sia riferito al
passaggio del gasdotto, ma all'esagerazione di eventuali e
possibili conseguenze dopo la stesura della linea (oltre che
al preteso danno ambientale per la temporanea rimozione
delle piante). Nel corso degli anni sono state stese linee
per il trasporto di idrocarburi liquidi o gassosi: il
paesaggio è sempre stato ripristinato senza problemi. Ora,
il clamore sulla costruzione di questa linea potrebbe essere
strumentale per chi cerca visibilità in politica,
sfruttando la scarsa conoscenza oggettiva della popolazione.
Oppure, e questo sarebbe ancor peggio, per spuntare maggiori
vantaggi in sede di contrattazione. Pur senza conoscere i
dettagli del progetto, il percorso scelto con l'approvazione
di tutte le autorità preposte sarà senz'altro un buon
compromesso economico. Non comprometterà sicuramente il
turismo nell'area: una volta sotterrato con tutte le
precauzioni del caso, i visitatori non ne conosceranno
neanche l'esistenza. Sarebbe molto più pericoloso, oltre
che probabilmente antieconomico, farlo passere attraverso
un'area con insediamenti industriali. Ma questo è una
parvenza di ragionamento, che sarebbe vano richiedere ai
vari gruppi "NO".
20 dicembre 2017 9:02 - fiorella99
la ringrazio molto per la considerazione per la mia città,
evidentemente al peggio non c'è mai fine.
saluti
una cittadina brindisina
14 dicembre 2017 12:21 - stefano6bossa4861
Buongiorno. Il problema degli ulivi sarà pure una bufala
(che comunque non definirei così in ogni caso in quanto
fatto reale) ma quello che davvero non si capisce è il
perché si debba far passare il TAP in un'area protetta che,
comunque, vive di turismo e non, piuttosto, in un'area già
corrotta quale quella industriale di Brindisi. A questa
osservazione, giustamente fatta dal giornalista Antonello
Caporale durante la puntata di "Agorà" del 13/12717,
nessuno degli "esperti" ha saputo fornire una risposta
esaustiva, probabilmente perché non esiste. Cordialità.