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11 gennaio 2018 10:01 - Joda_mm
La moneta è un mezzo di pagamento tra scambi e che svolge le funzioni di:
1) misura del valore (moneta come unità di conto);
2) mezzo di scambio nella compravendita di beni e servizi e in genere nelle transazioni commerciali (moneta come strumento di pagamento);
3) fondo di valore (moneta come riserva di valore).

Come ha ricordato il Nobel Sanuelson: ”la moneta, in quanto moneta e non in quanto merce, è voluta non per il suo valore intrinseco, ma per le cose che consente di acquistare.”
Ricordo i tempi della bolla dot.com in cui le persone, con stupida avidità, alla fine perdettero delle cifre ingenti consigliate dall’amico che raccontava che bisogna approfittarne, che basicnet era il futuro salvo poi scoprire che c’era sì il “net”, ma operava nel settore dell’abbigliamento. Poi ogni tanto qualcuno scriveva un articolo in cui ricordava le varie bolle della storia; dai Tulipani Olandesi, allo scandalo della South Sea ( una società di navigazione che aveva diritti esclusivi verso il Sud America), quella di Wall Street del '29. Se poi Pinocchio, consigliato dal gatto e dalla volpe, decide di seppellire gli zecchini nel campo dei miracoli… perchè lui è furbo e tutti gli altri che si lasciano scappare le occasioni stupidi, è libero di farlo, ma poi non si lamenti di essere stato gabbato e di aver perso una vita di risparmi (Banca Etruria docet).
8 gennaio 2018 17:31 - Alessandro Pedone
@solidgold87
Non è necessario eludere tecnicamente l'eventuale "tentativo di controllo" della regolamentazione del bitcoin. Il problema non è impedire lo scambio di bitcoin, il problema è regolamentare il cambio di bitcoin con altre valute a corso legale o lo scambio bitcoin contro beni/ servizi.
Una norma che vietasse il pagamento in bitcoin di beni e servizi non dovrebbe occuparti si impedire tecnicamente lo scambio dei bitcoin, basterebbe che dicesse che l'eventuale pagamento in bitcoin è nullo e quindi l'acquirente del bene/servizio dovrà provvedere -
in caso abbia pagato in bitcoin - a pagare, se richiesto, ANCHE nella valuta avente corso legale.

Basterebbe una norma del genere per rendere marginale i pagamenti in bitcoin.
Faccio osservare, inoltre, che i pagamenti in bitcoin sono anonimi ma niente affatto NON TRACCIABILI. Anzi, tutta la tecnologia del blackchain non è altro che un registro pubblico distribuito. La tracciabilità degli scambi è MASSIMA, a chi appartenga il wallet registrato è invece non conosciuto. Nel momento in cui, però, vuoi cambiare il contenuto di un wallet in valuta a corso legale l'anonimato si perde e tutte le transazioni fatte con quel wallet rimangono tracciate. Uno può dire che in quel momento non era il proprietario del wallet... ma dipende - ancora una volta - da come regoleranno la cosa.

@Toio68
Sostanzialmente concordo con il suo intervento.
3 gennaio 2018 16:53 - Toio68
@solidgold87 Serve un mezzo di pagamento che dia garanzie di anonimato e di non tracciabilità, che sia in quantità finita o difficilmente aumentabile? L'oro ha da sempre tutte queste caratteristiche. Con una differenza fondamentale. L'oro è anche una materia prima, ed estrarre oro aumenta la ricchezza globale. Come mezzo di pagamento è stato abbandonato principalmente perché l'economia mondiale cresceva ad un ritmo più veloce dell'aumento della quantità di oro. Questo produceva deflazione, che frenava la crescita economica (se i prezzi sono in discesa, conviene posticipare consumi, investimenti, assunzioni, ecc.). Per questo si è passati alla moneta virtuale, che tuttavia viene emessa in proporzione alla crescita economica. Nulla di tutto questo si può dire delle criptovalute (o perlomento del Bitcoin). Non solo l'emissione di Bitcoin non è collegata all'aumento della ricchezza, ma consuma energia e quindi ricchezza. Assomiglia più alle fiches che si vedono nei casinò, che hanno la sola funzione di togliere alla gente le remore a buttare via i soldi veri.
3 gennaio 2018 14:37 - solidgold87
Se lo stato dell'arte attuale della tecnologia che ne è alla base, o una sua evoluzione, riuscirà ad eludere, cosa tutt'altro che impossibile, magari avvalendosi di protocolli mutuati da deep web, dark net et similia, il molto prevedibile tentativo di controllo e regolamentazione da parte delle banche centrali, il valore del bitcoin -che allo stato attuale è certamente puro gambling- o comunque dovesse chiamarsi una criptovaluta che ne sia il successore, avrà un incremento esponenziale inimmaginabile. Si pensi solo alle potenziali dimensioni della "domanda" globale di un mezzo di pagamento che dia garanzie assolute di anonimità e non tracciabilità, se non a patto di metter le mani fisicamente sui dispositivi informatici di origine.
29 dicembre 2017 15:00 - savpg8801
Tante sono le idiozie nel tempo messe su da imprenditori che sfruttano l'imbecillità della gente. Catene di S.Antonio, imbonitori da piazza, operatori economici e finanziari che poi scappano col malloppo, venditori di fumo e di qualsiasi cosa desti interesse negli sciocchi.
La stessa borsa, oggidì, fa parte (e almeno è in qualche modo, regolamentata) del sistema speculativo. Infatti chi investe in borsa lo fa esclusivamente per avere dei profitti in linea capitale, anche se dichiara di sperarli dagli utili che verrebbero ripartiti dalle aziende ecc.
La borsa non è più un risparmio dinamico che, facendo divenire socio il possessore, ne autorizza la voce nelle assemblee allo scopo di promuoverne attività redditizie che, a scendere, possano arricchire l'azionista. Ovviamente assumendosi anche rischi in caso contrario.
Bastano voci, negative o positive, per decretare assurde alternanze di quotazioni che, spesso, non rispecchiano le realtà fondamentali d'impresa. Quindi trattasi di manovre da parte dei più "furbi" per pilotare e movimentare i corsi. Ovviamente i più coglioni o i ritardatari ci rimetteranno sempre. Lasciamo stare l'aggiotaggio che interviene solo se scoperto chiaramente. Ma il danno(o la speculazione) l'ha già provocato.
La borsa, tuttavia, non è sistema immediato di scambio come la moneta corrente o suo equipollente. Si può solo vendere o acquistare tramutando il corso in moneta almeno oggi in prevalenza.
Il bitcoin non è l'unico sistema di "moneta" simile al baratto.Altre monete sono apparse. Si perchè a monte e dietro a questa virtualità non c'è nulla che si sappia.
Ci sono solo delle operazioni di acquisto che presuppongono, tuttavia, l'esborso di monete e valute "reali" ed ufficiali che in effetti decurtano i capitali reali degli acquirenti. Altrimenti non si possono acquistare con promesse o noccioline.
Quando vai a spendere questi bitcoin, chi stabilisce il compenso del baratto? Un tizio di quelli invasati intervistato in una città dove va di moda il sistema, dice che paga tutto con il proprio device pieno di "bitcoin" Altra commessa dice che viene retribuita con bitcoin.
Allora, vado in un bar a prendere un cappuccino; chi stabilisce il rapporto del compenso, del cambio, del valore da monetizzarsi?
Se un bitcoin vale ventimila dollari che dò al barista per il cappuccino? un ventimillesimo, un diciottomillesimo, un accidente di scambio fra un device e l'altro? E poi come faccio a sapere quanto vale il povero cappuccino? e se compro una medicina o un ticket sanitario detraibile, se lo pago(ammesso che sia possibile) in bitcoin altamente dal valore ballerino, cosa farò, poi?
Non è, quindi, un mezzo di risparmio per investimento perchè non è convertibile ufficialmente. Non ha a monte riserve o parità. Non si capisce neppure chi o cosa di assicurante ci sia dietro. Non ha regolamentazioni (e come farle poi?) internazionali.
La settimana scorsa da 20000 in poche ore è andato a 10000. Quei coglioni che lo hanno pagato, per es. 18000 lo hanno speso con valore 10000. Ma si può essere più imbecilli di così?
Questa Las Vegas speriamo che faccia rinsavire qualcuno. Però con tanti polli in giro, sarà difficile.
E la invocata "educazione finanziaria" persino promossa per le scuole? Ci sarà bisogno di nuovi professori.
28 dicembre 2017 11:07 - neru
I Bitcoin, prima, spiegati alla zia Marta

http://paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=1974

poi, alla nonna incazzattissima

http://paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=1979

In sintesi: GIRARGLI ALLA LARGA|
21 dicembre 2017 11:13 - michele6949
La questione di fondo che mi spinge a stare
lontano dal Bitcoin e che la criptovaluta
e le transazioni fatte vengono registrate
su Infochain . Non ci sono Borse centrali
e un mercato regolamentato !

Poi , mi chiedo per curiosita ,
chi agisce da controparte quando si vendono
i propri Bitcoin ? Forse gli stessi
che li hanno creati ?
Se chi procura ai clienti la criptovaluta
e lo stesso che li aquista alla fine avremo
la stessa situazione delle azioni emesse
dalle banche venete , comprate dai clienti
che poi la banca non riaquistava al prezzo
pagato dai clienti !
20 dicembre 2017 12:53 - Alessandro Pedone
@jj2006
Ci sono tante cose rilevanti da dire su Bitcoin e l'aspetto del così detto "proof of work" che richiede sempre di più una quantità di energia veramente assurda è una di queste.
Nell'articolo, però, ho voluto specificatamente concentrarmi sull'aspetto - a mio avviso - centrale.
Nella comunicazione moderna è necessario essere brevi.
Già sempre più persone hanno difficoltà con la comunicazione scritta e tendono sempre di più a preferire la comunicazione iconografica.
Fare articoli troppo lunghi e sfaccettati ottiene il risultato di non farsi leggere dalla grande maggioranza delle persone.
In sintesi, condivido con lei che il problema ecologico è molto rilevante.
Non condivido il fatto che sarà quello (purtroppo!) a far scoppiar la bolla, ma più facilmente potrebbe essere una regolamentazione restrittiva, magari anche giustificata dagli aspetti ecologici (aspetti, comunque, che potrebbero essere risolti tecnicamente).
20 dicembre 2017 10:35 - jj2006
Analisi interessante, e piu' profonda di molte altre che ho letto anche nei giornali specializzati. Non mi piace che "(anche se alcuni aspetti la rendono problematica come l'enorme consumo di energia che richiede)" sia nascosta in una mezza frase: Già oggi, una sola transazione di bitcoin consuma quanto il fabbisogno mensile di una famiglia italiana. L'utilizzo di energia è assurdo, e mette in imbarazzo i capi di stato che si riuniscono a Parigi ed altrove per vertici sul cambiamento climatico. Prima o poi non possono fare altro che mettere fine a questo spreco. Al momento, il mining si concentra in luoghi come la Mongolia dove centraline di carbone a basso prezzo, in parte sovvenzionato (!), permette di "generare" nuovi bitcoin. Mentre dietro l'Euro o il Dollaro c'è il valore generato dall'economia, dietro il bitcoin c'è la distruzione dell'ambiente. Alla fine questo "dettaglio" farà scoppiare la bolla.
20 dicembre 2017 6:26 - tadiottof
Grazie, l'analisi coincide con la mia.
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