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27 gennaio 2018 18:49 - Vocemola
Salve, continuo ad arrabbiarmi per il pagamento del sacchetto biologico(che poi tanto biologico non è, dato che sopra c'è scritto "Biodegradabile al 40%). Non riesco a rassegnarmi a questa imposizione! Ogni volta che faccio la spesa al supermercato, devo pagare almeno una decina di sacchetti,TRA I QUALI ANCHE QUELLI PER LA MACELLERIA, CHE TROVO ANCORA PIù INGIUSTIFICATI DATO CHE LE VARIE PARTI, SONO COMUNQUE FASCIATE CON CARTA!! POSSIBILE CHE NON SI POSSA FARE NIENTE!! Non è per pidochhieria come si dice, ma è proprio un balzello ingiusto ed ipocrita, perchè, se lo scopo del pagamento è quello di limitarne l'uso, allora perché non si possono riutilizzare?? Dobbiamo sempre ingoiare e poi mi vengono a parlare di "VOTO DI PROTESTA"! Ormai ci resta solo quello!!!
11 gennaio 2018 20:20 - savpg8801
Lo sapete che fa un Ipercoop dalle mie parti? Visto oggi.
Fa pagare sacchetti che dicono siano biodegradabili e poi, siccome si dichiara sempre attenta all'ambiente con equi e solidali, consapevoli, migliaia di controlli, riduzione degli imballi, sapete che fa? Che fa? Consegna sacchetti (lunghi) portaombrelli perchè quando piove fuori, ma dopo aver transitato comunque in lunghissimi androni del centro commerciale, tutela il cliente e gli fa mettere l'ombrello nel sacchetto. Non appare, se non in microscopici caratteri scritti peraltro in inglese, la notazione di biodegradabile, ma è bello robusto, con in grande la pubblicità dell'Iper. Leggendo bene è marchiato GRsenpol, PATENTEE - ELMAKEEP DRY S.r.l. (elmakeepdry.it).
Alla fine c'è anche un numero di telefono (+39...)
ma si dichiara che: is material that has a medium to long life - up to 5 years and it can be disposed of a plastic..... This bag is N O T compostable... Authorization ECM BioFilm....ecc.ecc. Ma è bio o no?
Questa dotazione per salvare i pavimenti da qualche goccia non si acquista ma può essere buttato nella spazzatura perchè non serve a nessun altro scopo essendo come una custodia di ombrello, stretta e lunga a mo' di profilattico. Solo aspettando con il sacchetto in mano che piova la prossima volta....e così pubblicizziamo l'iper anche presso la concorrenza. Forti!!
E così paghiamo per salvare l'ambiente ma perseveriamo a distruggerlo inventando altre piacevolezze.
10 gennaio 2018 19:40 - lucillafiaccola1796
E' una truffa, di quelle che ti fanno uscire di Cacasenno. Non sono biodegradabili. Su un sacchetto con i croccantini di Cadavere per la Mia Primogenita Gatta, che NON mi è stato fatto pagare, c'è stampato "Sacco 100% Biodegradabile e Compostabile-Spreading Bag-OK compost Vinçotte conservare in luogo asciutto lontano da fonti di calore evitare l'esposizione diretta al sole conforme alla normativa UNI EN 13432-20002 codice a barre 8 000099 000259 862 ottobre (1(7". Al tatto non sembra diverso da quelli di plastica morbida più costosetti. Stiamo facendo la seconda Unità d'Italia. La Prima fu quella del 4 dicembre 2016. Non c'è + il Comunismo, non c'è + il fascismo. C'è il Movimento 667 Ne sappiamo Una più del Diavolo-degli Italiani che si sono rotti di averci i magnaccia arcobaleno. Qui Soros non avrà la meglio con le guerre civili colorate. Ci riprenderemo la Sovranità e non solo. Metteremo la Croce addosso a tutti i partiti, votandoli senza distinzione di fregature bla-bla-blaterate da tutte le tv e le radio ed i giornalacci di istupidimento di mazza mantenuti coi Nostri Sudati Guadagni e Risparmi. Votandoli tutti, non ne voteremo nessuno. Tutti giù nella Geenna o se preferite dentro il Vesuvioo l’Etna.
10 gennaio 2018 17:47 - savpg8801
Sono d'accordo con tutti voi che mi avete preceduto (e seguito dopo il mio primo intervento). Le modalità di questo balzello sono le più disparate. Vengo adesso dal negozio (non posso dire quale ma è elencato in un report pubblico che ho letto da qualche parte e comunque porta una + come finale) ho chiesto cosa fanno loro: allora i sacchetti di plastica li fanno pagare, ma hanno messo anche sacchetti di carta che non fanno pagare. Il cliente sceglie, se sa qualcosa e c'è anche un cartellino che lo informa. Questa è correttezza e oculatezza nei confronti della clientela. Infatti il super, il discount, l'iper, ecc. campano se ci vanno i clienti.
Una catena di oltre 400 realtà in Italia, ne ha messi in chiusura 190 e solo alcuni di essi sono sopravvissuti a stento. Stento perchè una volta perso il cliente si fa fatica a ricatturarlo.
Per le class-action, non possibili, più che per i sacchetti la farei contro tutti i politici e le facce di saracca che ci mostrano tutti i santi giorni i giornali, i telegiornali, i telerompiballe, gli intervistatori anche della radio ecc. Tutte promesse sempre per andare a pescare sulle nostre tasche per dare ad altri, magari finti poveri. Come quella di togliere le tasse universitarie a tutti, anche ai ricchi o di dare incentivi anche sulla carta igienica. Guarda guarda, ma i veri ladri sono loro, i politici che fanno leggi insulse e neppure animate da logica. E tutto per andare su a ricoprire incarichi da nababbi dove la democrazia non è neppure ipotizzata, solo propagandata.
Infatti i candidati li scelgono due o tre capi del partito a seconda dei loro interessi, non il popolo che, poi, viene chiamato a votarli pur non conoscendoli. Ma a scegliere sono stati loro.
10 gennaio 2018 15:37 - toto200
Se fosse vero che spendere un centesimo in più per ogni sacchetto non cambia la vita del cliente del supermercato, dovrebbe essere altrettanto vero che un cantesimo in più per ogni sacchetto non cambia la vita del supermercato. Se così non fosse non nascerebbero come funghi.

Se fosse pidocchioso lesinare sul centesimo in più che il cliente dovrebbe spendere per il sacchetto, dovrebbe essere altrettanto pidocchioso chiederlo da parte del supermercato.

Chi obietta che il cliente spende un centesimo per il sacchetto, mentre il supermercato - avendo 100.000 clienti - spende 1.000 euro, quando sul tassametro vede scritto 30 euro sarebbe pagherebbe senza battere ciglio l'euro in più chiesto dal taxista per il consumo delle gomme, la benzina, un pezzettino di bollo ed assicurazione ...?

Incrementa del 20% i prodotti di lusso e spiega che i proventi dell'aumento saranno tutti investiti per assumere altro personale in modo da ridurre la lunghezza dei turni di tutti: pochissimi avranno da ridire. Pensa un po' te ...

Siamo d'accordo. Un centesimo non cambia la vita di nessuno. Ma allora perchè chiederlo sapendo che sarebbe stato visto - a ragione - come un puro balzello?

Morale: che rispetto degli altri ha l'arrogante che si stupisce dell'arrabbiatura di chi viene preso in giro? :-)
10 gennaio 2018 11:42 - Filanto_051
l'imposizione del pagamento di questi sacchetti, necessari al consumatore x pesare e quindi acquistare frutta e verdura sfuse 'prodotti nutritivi di base' è pretestuosa dovrebbe essere abolita: punto.
10 gennaio 2018 11:42 - vicius
Buongiorno io credo se fossero sacchetti anonimi è giusto pagarli ma è corretto pagare per un sacchetto che comunque è sponsorizzato ( logo coop , Conad,ecc ecc ) e funge da vettore pubblicitario?
Per assurdo sarebbe più giusto il contrario , ovvero che fosse il supermercato a pagare il cliente affinché porti in giro il sacchetto. Il cliente si ritrova a pagare il sacchetto con la pubblicità mentre dovrebbe essere pagato il cliente. Non siamo di fronte alla violazione dell'art. 2041 del Codice Civile? "chi senza giusta causa, si è arricchito a danno di un altra persona è tenuto, nei limiti dell'arricchimento, ad indennizzare quest'ultima della correttiva diminuizione patrimoniale. Che dite di praticare una class action?
10 gennaio 2018 11:00 - Vocemola
Mi rifaccio all'articolo de l'irriverente...non mi risulta ASSOLUTAMENTE che se non lo voglio, il sacchetto, non lo prendo...non è su base volontaria! La cosa non è assolutamente possibile in qualsiasi supermercato, ed anzi, pare che qualcuno faccia scattare i 2 centesimi sullo scontrino "automaticamente"registrando il codice a barre della bilancia, quindi anche con l'etichetta attaccata direttamente sul singolo frutto non imballato!
10 gennaio 2018 8:17 - drin53
io penso che gli unici che ci guadagnano sono i supermercati, pagano il rotolo di sacchetti forse a 50€ al chilo e li rivendono a 1 cent / uno (peso 1 mg??? X 1000000, cioè il chilo, credo faccia 1.000.000 di cent ovvero 10.000€ o giù di lì.
10 gennaio 2018 8:01 - FLAPALUM
d'accordissimo col Sig. Vincenzo Donvito. In più, se oggi paghiamo le buste di plastica (con pubblicità del supermercato...) è anche perchè quando erano gratuite se ne prendevano 4 per ogni bottiglia - frutto - affettato. Anche le bustine per la frutta e verdura venivano prese in abbondanza per poi essere riutilizzate. L'unica cosa che mi lascia perplesso è che se tutto questo si fa per l'ambiente, perchè obbligare a usare buste monouso-e getta? Buona giornata a tutti
6 gennaio 2018 11:47 - savpg8801
Questa ennesima "motivazione" di tassare qualcosa è la riprova della decerebrazione politica che ci è stata imposta. Certo che ragionando sulle migliaia di gabelle, imposte, tasse, accise, sia centrali che locali, si andrebbe a formare, non un Testo Unico, ma una vera enciclopedia dell'orrore.
Per restare in tema di sportine, cioè che tutta questa operazione Normandia abbia un senso, pur anche se istruita dalla UE come al solito fonte di disposizioni confuse, illogiche, e determinate da elucubrazioni dei tavolinari di turno, è cosa da provare e dettagliatamente, anche. Se consideriamo che tutta questa manovra non ha (salvo iva ma c'era anche prima) benefici per i conti pubblici e, quindi, non può definirsi "tassa", dobbiamo solo dire che il tutto sia una manovra a favore del commercio e della produzione.
Nessuno può asserire(salvo i soliti gabellatori) che certi disincentivi(costo della sportina, aumento su bevande zuccherine, su sigarette, alcoolici ecc.ecc.ecc.) monetari determinino la scomparsa o la riduzione di consumi indesiderati. Il soggetto interessato, sia per necessità che per vizio, utilizzerà comunque(salvo i primi momenti di sconforto e ricerca di rimedio) l'oggetto del propio"crimine" ponendolo come utilizzo prioritario e indifferibile.
Inoltre tutto questo "ambaradan" porta dei costi anche da parte dei non consumatori; costi di istruzione personale, acquisto di materiale divulgativo, interventi informativi sia cartacei che informatici, forniture e produzioni che potrebbero dimostrarsi inutili, rettifica delle implementazioni informatiche a carico delle aziende venditrici, casse locali, aumento della carta scontrino, possibili accuse di imparzialità nell'applicazione del prezzo(per es. una mela da 200 gr.paga un sacchetto da 2cent, un kilo con 5 o 6 mele, sempre un sacchetto da 2cent) causa la non proporzionalità nel prezzare le derrate (anche il sacchetto lo è).
Da qui ne deriva che la persona sola che acquista la melanzana, pagherà incostituzionalmente di più della famiglia che di melanzane ne acquista 5 pagando un solo sacchetto riproporzionando il tutto.
4 gennaio 2018 19:26 - lucillafiaccola1796
CODROIPO !
Stamane sono andata all’hard discount vicino casa. Attrezzata con striscia di carta extra strong per incollarci i 3 scontrini per 1 arancio, 1 mandarino, 1 banana, oltre il resto, insalata iceberg e rucola in confezione. Ho appoggiato il tutto sul nastro della cassa, ma l’amica cassiera, con fare supponente e dittatoriale, insolito in lei, mi ha detto che era obbligatorio, pena una multa al discount, mettere ciascuno frutto sfuso nella sua bustina degradabile SOLO al 40 percento al costo di 2 centesimi, 40 vecchie lire cadauno, cioè 6 cent€ pari a Lit 120. Ovviamente io, tutta incavolazzata, ho lasciato i 3 frutti, sbraitando che il “negretto”, molto antipatico che usualmente ti sbatte le cassette, i carrelli e le macchine lavapavimento sugli stinchi, oltre lasciare la frutta e le verdure ormai marce al loro posto al prezzo di quand’erano freschi, sarebbe a breve rimasto senza posto, in quanto TUTTI avremmo deviato verso il mercato rionale e le buste di carta, oppure la frutta in confeizone nell’altro hard discount, pochi metri più in la. Ora, OBBLIGARE a spendere in sacchetti, neanche completamente adatti per il compostaggio, perché non biodegradabili al 100 PERCENTO, solo perché a produrre tali sacchettacci è la Bernarda Renzi, parente del noto treccartaro baro, mi sembra non solo anticostituzionale, ma proprio dittatoriale, roba che neanche hitler e mussolini insieme si sarebbero sognati di imporre. Vogliono la guerra? E guerra sia. Tutti i giornaleckisti a dire che vuoi che sia, in confronto ai rincari pizzomafy delle bollette? Ma è proprio la truffa imposta che ti fa pagare due volte la schifezza non richiesta ed inutile, anzi dannosa che ha fatto traboccare il vaso. TUTTI uniti nella lotta gli rifacciamo il 4 dicembre 2016, la presa della supposta da parte di ronzi ed affini, les fleurs de mascalzons, allons, allons, allez faker !
4 gennaio 2018 17:42 - Joda_mm
@savpg8801 - Le questioni di principio sono una prerogativa per chi se lo può permettere. Se la Legge è uguale per tutti, qualcuno mi spiega perché i Parlamentare godono di trattamenti pensionistici diversi dai cittadini ? Ogni tanto se ne esce un genio, e questo governo ne ha parecchi, che impone un balzello, a suo dire, giusto. Il ministro Del Rio, con la tassazione sulle memorie di massa, partiva dal principio che chi acquista un Hard Disk ci scarica la musica o film copiati illegalmente e quindi, per lui, un equo indennizzo alla SIAE è cosa buona e giusta. Tralascio di evidenziare l’assurdità del pensiero, del resto cosa non troppo diversa dalla patrimoniale imposta dal governo Monti sugli investimenti, che qualcuno debba pagare in virtù di un guadagno (la plus valenza) è abbastanza facile da capire: lo è meno la mancata compensazione tra minus e plus valenze tra titoli di diverso tipo, ma cosa priva di sensatezza è imporre una tassa per il solo fatto di detenere dei titoli anche se in forte perdita. Le istituzioni, tra cui il governo, devono meritarsi il rispetto delle persone con intelligenza e non in virtù del potere coercitivo che hanno sul cittadino pensandolo dotato di intelligenza sub-umana. Del resto “ai geni”, fuggono molte banali evidenze, ne parlavo con un amico dialogando su Amazon. Amazon sta monopolizzando interi settori ponendosi in posizione dominante come quello dei libri, paga una frazione di tasse in Italia rispetto alle librerie indipendenti che stanno chiudendo in massa; 2.000 persone assunte da Amazon in Italia a fronte di decine di migliaia licenziate che, non lo Stato, ma i cittadini con le loro tasse dovranno poi assistere. Se in un comune chiudono 200 piccoli negozi, la tassa sui rifiuti che prima essi pagavano, dovrà essere spalmata sugli altri cittadini, idem per le altre imposte/tasse. Settori interi come la vendita di CD musicali, il video noleggio sono scomparsi e quanti posti di lavoro e imposte hanno creato spotify o netflix rispetto i negozi di dischi e quante tasse pagano in Italia ? Se vogliamo parlare di ridurre l’inquinamento si faccia seriamente con il riciclo, il riutilizzo, i vuoti a rendere, eliminare sprechi di imballaggi non una gabella medioevale su un sacchetto per tutelare l’ambiente quando si consente l’importazione di frutta e verdura dall’altra parte del mondo e l’inquinamento che esso produce fregandosene degli alimenti a km zero. Parliamo seriamente di cose serie perché c’è anche gente che pensa e non vota PD.
4 gennaio 2018 16:01 - savpg8801
Sono dello stesso parere di Joda_mm anche se qui si parla solo dei famigerati, ormai, sacchettini come tassazione forzosa, gabella dal princìpio medioevale, prendere o lasciare. Ma si sa (e si dovrebbe in qualche modo porre rimedio) nessuna tassa è giusta e logica. Se si deve rimediare a qualcosa (altro dubbio) il mezzo è far pagare, dicono loro, i capi gabellatori. L'altro princìpio che salva il sedere ai legiferanti è che sostengono: "chi inquina, paga"; errore gravissimo di metodo perchè si interpreta come: "io ho i soldi e posso inquinare come voglio perchè pago".
Il costo industriale, come quello commerciale è comprensivo di ogni fattore che lo determina. Ogni prodotto dovrebbe arrivare alla bilancia e alla cassa senza equivoci. Tanto è il costo della scatola di caffè (poi a determinarlo ne parliamo un'altra volta con altre considerazioni) allo scaffale e tale deve essere alla cassa senza sorprese.
Come dici, Se così non fosse, dovrei vedere il prezzo del mio caffè maggiorato da elenchi di altre componenti: il costo della carta scontrino, il proquota della luce, il costo della cassiera/e, il recupero dell'invenduto, la spazzatura del negozio e così via. Demenziale.
Tecnicamente e commercialmente parlando la faccenda sacchettini è veramente idiota. Non solo nella sua essenza, ma perchè arricchisce inaspettatamente i commercianti i quali, prima, avevano già tenuto conto nel costo derrate e nel calcolo del prezzo finale, questa componente. E il governo cosa crede di aver scoperto di disinquinante(che non è vero perchè la gente butterà nel sacco tutto insieme al resto da incenerire o andare in discarica) pur anche non guadagnandoci, se non l'IVA, che del resto, percepiva(si spera) anche prima?
---Metto anche questa osservazione fatta in altro posto:
Quella di questi sacchetti è veramente una questione di principio il doverla abolire in quanto veramente la massa di tutti gli altri imballaggi è milioni di volte superiore e qui non si è legiferato.
Intanto ognuno fa ciò che vuole. In piazza del mercato di una città qualunque, danno sportine come prima (erano gratis) piccole a 5 cent e grandi a 10 cent. E nella sporta ci mettono tutto ciò che hai acquistato senza altre ulteriori insacchettature. Però non ti fanno prendere la tua sporta. Queste sporte sono come prima e non sono di quelle da 5/10 micron dette leggiere, quindi fragili(si rompono), ma sono non biodegradabili a quanto pare. E adesso pure le paghi e il bancarellaro ci lucra sopra vendendo la merce agli stessi prezzi di prima. Grazie governo.
Non ci rovineremo con lo spendere anche questi danari, ma ci rovineremo ulteriormente il fegato nella considerazione della ulteriore solita imbecillità di chi ci comanda e guida.
4 gennaio 2018 15:44 - zeno5507
Magari una cosa irragionevole c'è ed è proprio il fatto di evidenziare separatamene il costo del sacchetto. Evidenziare il costo dovrebbe spingere al riuso, fatto che già avviene per i sacchetti venduti alle casse, ai quali molti preferiscono borse portate da casa o sacchetti già usati. Ma qui si parla dei sacchetti che, p. es., si utilizzano nei supermercati per frutta e verdure vendute a peso, incollandovi l'etichetta stampata con la pesatura. Questi non possono essere usati ripetutamente allo stesso scopo (ne è vietato il riuso per alimenti), inoltre se si stacca l'etichetta vanno in brandelli,in pratica fanno parte della confezione. Che senso ha prezzarli a parte?
4 gennaio 2018 12:30 - Joda_mm
La premessa è che i sacchetti di plastica, come tutte le altre sostanze non riciclabili, inquinano e bisognerebbe porre dei limiti al loro uso. Non credo sia una questione di costo, che come è stato fatto notare un paio di centesimi per un sacchetto BIO è si denaro, ma ben poca cosa nella proporzione della spesa e con quello che si paga o non si paga ad es. una vaschetta di plastica alla gastronomia che contiene qualcosa da 30 o 40 € al kg si è sempre pagato molto di più, senza dimenticare che gli sprechi alimentari superano di gran lunga il costo del sacchetto. Penso sia solo l’ennesima imposizione, anche se il principio del sacchetto BIO è condivisibile, a dare fastidio; imposizione criticata non nel merito ma nella forma. I costi di un sacchetto devono essere recuperati dal supermercato come anche quello del costo della cassiera, della carta per lo scontrino dell’affitto dello stabile e tutti gli altri, perché come si dice in economia: ”non esistono pasti gratis”. Quindi mentre prima nel prezzo del bene finale erano assorbiti i costi diretti e indiretti e nessuno si sarebbe sognato di chiedere a parte il costo della carta dello scontrino o lo stipendio della cassiera, ora il costo di uno di questi di paga a parte. Quindi nessuno, per lo stesso principio, avrebbe da ridire se si facesse pagare la carta dello scontrino e l’inchiostro (che inquina) per la stampa, oppure le vaschette di polistirolo e il cellophane usati per contenere carne, frutta e verdura. Una persona diventa più responsabile se vede coerenza da chi impone la regola ambientalista, limitando, sempre per Legge l’uso dei molti e diversi incartamenti di, ad esempio una scatola di cioccolatini. Oppure potrebbe imporre una cauzione di 50 centesimi sulle bottiglie di PET che inquinano più del sacchetto della frutta facendoseli rimborsare alla consegna della bottiglia vuota come avviene in Germania. Ci sarebbero i senzatetto che andrebbero a ripulire le strade da bottiglie di vetro e plastica per qualche €; sarebbe positivo e non solo per l’ambiente. Quando sento il ministro Galletti che afferma che siamo gli unici in Europa ad averlo fatto ed è un atto di civiltà, ecco con tutto quello che accade nel nostro Paese in cui degli uscieri o barbieri del Parlamento percepiscono una retribuzione maggiore della Merkel, in cui il cittadino assiste a scandali, sprechi a norma di Legge (la classifica di Barisoni a Radio24 del venerdì lo rende manifesto), la frutta viene fatta marcire sugli alberi perché i costi della raccolta sono maggiori di quando i supermercati la pagano da altre nazioni che se fregano dell’ambiente o dei diritti delle persone, quando sento che pagano le mele a pochi centesimi al kg ma acquisto le mele al supermercato a 2 o 3 € al kg, ecco quando sento che c’era il pericolo che il costo dei sacchetti poteva venire spalmato sul prezzo finale del bene e si invoca l’atto di civiltà se non una provocazione sembra una barzelletta.
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