La situazione è molto brutta:
Atac è tecnicamente fallita da tempo, se i romani ancora
non sono costretti ad andare a piedi, è perché Roma è
troppo grande e troppo importante, per permettere di
mostrare al mondo intero una cosa simile.
Ci hanno mangiato tutti per decenni, con sprechi e
assunzioni clientelari, ma almeno una volta gli autobus
camminavano, ora la situazione è degenerata, il servizio
offre una qualità inaccettabile e la mole enorme di debiti
impedisce anche la normale gestione.
La procedura del concordato preventivo, andava attivata da
prima, già al tempo di Marino, invece si è perso altro
tempo, tra il commissario che ha fatto il meno possibile,
visto che era stato messo li da Renzi ed il PD sapeva
benissimo che avrebbe perso le elezioni comunali, e la
giunta Raggi, che tra continui cambi di vertici e vari
"cincischiamenti", ha buttato via un altro anno buono.
Bisogna sperare che la procedura vada in porto, in modo da
risanare minimamente Atac, e poi, in futuro, traghettare il
TPL della capitale verso un soggetto privato.
Tale soggetto, che potrebbe essere Trenitalia, dovrà
investire un bel po' di soldi per mezzi ed infrastrutture,
ma non sarà certo disposto ad accollarsi l'enorme debito
pregresso (si parla di 1300 milioni di €, ma poi magari
sono anche di più). Quei soldi, in un modo o nell'altro,
dovremo pagarli noi.
Tutto ciò sperando che non si vada verso un fallimento
"brutto", che potrebbe compromettere sia la continuità del
servizio, sia la stabilità economica del comune di Roma,
che detiene la quota di maggioranza di Atac.