Come al solito siamo nel paese delle piccolaggini.
Nel commercio la formazione dei prezzi al consumo è
determinata da una miriade di fattori; scorte eccedenti,
periodi stagionali, offerte ricorrenti, concorrenza fra
negozi e gestione del magazzeno, anche da motivi incredibili
ed ignoti come, ad esempio, stesse marche e stesso prodotto
con prezzi differenti anche di molto, strategie di
etichettatura, di pezzatura indecifrabile di prezzo e di
quantità (37 gr. di peso sgocciolato a € 1.92 e il prezzo
al kg. in scaffale viene indicato dividendo il peso totale)
che abbisogna di essere assistito da un'equazione di terzo
grado.
In più la gestione determinata dai servizi commerciali
delle aziende che adottano criteri di politiche aziendali
spesso incongruenti e a capoccia.
Insomma, non si saprà mai del perchè di un prezzo.
Nessuno si ricorda che, prima dell'avvento della valuta
EURO, già si erano eliminate le 20 e le cinquanta lire nei
resti, oltre alle cinque-dieci precedenti? Nessuno stava a
fare la polpetta sulle decine di lire, come , per alibi, fu
fatta una campagna atroce e scialba dai politici per stare
attenti ai cent di euro perchè avrebbero fatto aumentare i
prezzi. Tutti regalavano calcolatrici.Poi ognuno i prezzi li
ha fatti come gli pareva e gli tornava comodo vantando le
più assurde (ed anche vere) motivazioni. E chi le poteva
controllare e combattere? E i patetici omini e donnine con
le calcolatrici in mano chi li ha più visti?
Poi chi si metterà a guardare e contestare gli
arrotondamenti?
Peraltro c'è anche l'agognata propaganda (alibi) dei
governi di posizionare l'inflazione al 2% e al commercio non
pare vero di aumentare discriminatamente facendo comunque
contenti i giovernanti che "più inflazione, più aumento di
prezzi, più tasse riscosse" ...comodo alla faccia pecora
del cittadino.