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12 febbraio 2018 15:04 - savpg8801
Come al solito siamo nel paese delle piccolaggini.
Nel commercio la formazione dei prezzi al consumo è determinata da una miriade di fattori; scorte eccedenti, periodi stagionali, offerte ricorrenti, concorrenza fra negozi e gestione del magazzeno, anche da motivi incredibili ed ignoti come, ad esempio, stesse marche e stesso prodotto con prezzi differenti anche di molto, strategie di etichettatura, di pezzatura indecifrabile di prezzo e di quantità (37 gr. di peso sgocciolato a € 1.92 e il prezzo al kg. in scaffale viene indicato dividendo il peso totale) che abbisogna di essere assistito da un'equazione di terzo grado.
In più la gestione determinata dai servizi commerciali delle aziende che adottano criteri di politiche aziendali spesso incongruenti e a capoccia.
Insomma, non si saprà mai del perchè di un prezzo.
Nessuno si ricorda che, prima dell'avvento della valuta EURO, già si erano eliminate le 20 e le cinquanta lire nei resti, oltre alle cinque-dieci precedenti? Nessuno stava a fare la polpetta sulle decine di lire, come , per alibi, fu fatta una campagna atroce e scialba dai politici per stare attenti ai cent di euro perchè avrebbero fatto aumentare i prezzi. Tutti regalavano calcolatrici.Poi ognuno i prezzi li ha fatti come gli pareva e gli tornava comodo vantando le più assurde (ed anche vere) motivazioni. E chi le poteva controllare e combattere? E i patetici omini e donnine con le calcolatrici in mano chi li ha più visti?
Poi chi si metterà a guardare e contestare gli arrotondamenti?
Peraltro c'è anche l'agognata propaganda (alibi) dei governi di posizionare l'inflazione al 2% e al commercio non pare vero di aumentare discriminatamente facendo comunque contenti i giovernanti che "più inflazione, più aumento di prezzi, più tasse riscosse" ...comodo alla faccia pecora del cittadino.
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