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14 febbraio 2018 11:56 - savpg8801
Ogni persona ha, circa il danaro e l'economia, un'opinione a se stante.
Ma generalmente si possono ricondurre i concetti a due grandi gruppi a prescindere dal proprio stato sociale e di stile di vita; cioè escludendo la via di mezzo(che dovrebbe essere la virtuosa), sono i risparmiatori e gli spendoni.
Per quanto concerne il consumatore (brutta definizione e pure fuorviante) emerge maggiormente la considerazione se esso sia un risparmiatore o un incurante spenditore; questo, appunto, è il principio di ogni reazione.
Chi dice e ha detto che è incurante del vile denaro, chi dice che per fare grandi o piccole cose la considerazione del valore del danaro è fondamentale.
Restando al risparmiatore, ogni cosa che esso fa è in nome del non buttare via i soldi inutilmente (non arriviamo a zio Paperone), spendere oculatamente, seguire, a parità di rendimento, il costo minore; ed anche fare a meno di cose inutili e voluttuarie.
Perciò, andando a fare la spesa, applicherà(potendo anche in ragione del tempo a disposizione) il criterio che, anche un'offerta speciale o uno sconto da volantino, o anche un calcolo nella miriade dei raffronti dei prezzi, sarà valido. Il princìpio edonistico.
Il danaro risparmiato sarà buono per altre cose considerate utili e necessarie.
Non gioca a olimpiadi, ma a un senso di responsabilità sia sociale che personale. Poi gli estremismi sono sempre deprecabili.
14 febbraio 2018 9:06 - jj2006
L'articolo piacerà tanto a quelli che vanno alla caccia delle promozioni come se fosse uno sport olimpico. Ma uno studente nel primo anno di economia già impara che la concorrenza esiste, e funziona: Se un negozio arrotonda sistematicamente verso l'alto, i clienti andranno da quel altro che arrotonda sistematicamente verso il basso. Mi spiace dirlo, Sig. Donvito, ma quest'articolo non è al Suo solito livello intellettuale.
13 febbraio 2018 19:43 - Annapaola Laldi
Il fatto che non si conino più le monete da 1 e 2 centesimi non significa che spariscano necessariamente di circolazione. Ce ne sono tantissime in giro, nelle tasche, nei portamonete, in ciotole tenute nelle case di diversa gente tipo salvadanaio ecc. ecc. Sarebbe l'ora di farle tornare in circolazione ...
Il guaio è che già da tempo (se non da subito) diverse persone, clienti e commercianti, hanno manifestato insofferenza per la precisione dei conti, facendo finta di ignorare che 1 cent di euro equivaleva, all'inizio, nel 2002, a quasi a 20 delle vecchie lire. Una cifra non proprio trascurabile, alla fine della spesa.
Personalmente, ho sempre privilegiato i commercianti che fanno il resto al centesimo, aiutandoli anche io nel porgergli gli spiccioli, e non frequentando i negozi dove invece si pratica l'arrotondamento per principio.
Purtroppo il nostro popolo è alquanto cialtrone a proprio danno, naturalmente, e non si rende conto che a forza di centesimi si fa un euro, e poi due, tre e così via.
12 febbraio 2018 14:49 - savpg8801
Nel commercio la formazione dei prezzi al consumo è determinata da una miriade di fattori; scorte eccedenti, periodi stagionali, offerte ricorrenti, concorrenza fra negozi e gestione del magazzeno, anche da motivi incredibili ed ignoti come, ad esempio, stesse marche e stesso prodotto con prezzi differenti anche di molto.
In più la gestione determinata dai servizi commerciali delle aziende che adottano criteri di politiche aziendali spesso incongruenti e a capoccia.
Insomma, non si saprà mai del perchè di un prezzo.
Nessuno si ricorda che, prima dell'avvento della valuta EURO, già si erano eliminate le 20 e le cinquanta lire nei resti, oltre alle cinque-dieci precedenti? Nessuno stava a fare la polpetta sulle decine di lire, come , per alibi, fu fatta una campagna atroce e scialba dai politici per stare attenti ai cent di euro perchè avrebbero fatto aumentare i prezzi. Tutti regalavano calcolatrici.Poi ognuno i prezzi li ha fatti come gli pareva e gli tornava comodo vantando le più assurde (ed anche vere) motivazioni. E chi le poteva controllare e combattere? E i patetici omini e donnine con le calcolatrici in mano chi li ha più visti?
Poi chi si metterà a guardare e contestare gli arrotondamenti?
Peraltro c'è anche l'agognata propaganda (alibi) dei governi di posizionare l'inflazione al 2% e al commercio non pare vero di aumentare discriminatamente pur di fare contenti i giovernanti.
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