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11 gennaio 2019 17:39 - savpg8801
Premetto, a titolo puramente informativo, che in clima di accettazione del princìpio universale dei diritti dell'"homo"(umani, meglio per mettere tutti in buona pace), anche la libertà di espressione, quale, ad esempio, un commento, una affermazione, un osteggiamento verbale (non offensivo e col rispetto morale dovuto) o altra considerazione, siano più che legittimi. A questo fine mi permetto una osservazione a Cristina Ciccarelli sulla frase nel post delle 15.47: ...sono persone maggiorenni e secondo me sono autorizzati/e ad autodistruggersi come meglio credono perché ci sono dei business dietro che vivono anche di queste dipendenze. ....
Secondo la mia e un po' meno giovane convinzione, l'esasperazione di attribuzione di diritto relativamente alla completa facoltà di autodeterminare(da parte del singolo individuo) egoisticamente la propria decisione fino al punto di non ritorno circa l'autodistruzione o altro, non mi trova in assoluto concorde.
Innanzitutto il paletto della maggiore o minore età, quando si parla di individuo appartenente a una società (in questo caso umana) non ha senso. Soffermandosi invece sulla maggiore età questo parametro ha valenza solo fino a quando non ostacoli od interferisca sulle libertà degli altri o sulle strutture pubbliche o sui princìpi morali ed etici o su quelli di implicazione legale.
Il diritto "spinto" di autodeterminazione, è, sì sempre più richiesto dalle opinioni pubbliche che tendono a minimizzare l'egoismo dalla responsabilità derivata dall'appartenenza alla comunità ad opera di movimenti politici che contano su questo per ottenere consensi e ne fanno leggi.
Il drogato non ha il diritto di fare quello che gli pare perchè le sue azioni pesano sulla società a cui appartiene, anche se determinazioni partitico-legislative hanno dato a costui la non punibilità. Ma ciò non toglie che siano un peso conoscendo quanta disponibilità di risorse lo Stato deve mettere in campo per queste cose. E non per accanimento terapeutico.
La giustificazione, poi, che si accetti con quasi favore la deriva social (quella patologica) per fini commerciali o industriali per produzione di business, mi lascia alquanto perplesso e in totale disaccordo, anche se è pur vero che in affari non si guarda in faccia a nessuno e che, purtroppo, è ormai cosa comune che la spregiudicatezza imperi.
11 gennaio 2019 15:47 - Cristina Ciccarelli
Mi sorge spontanea una riflessione ...i cd compulsivi ossessivi non sanno parlare con sane modalità davanti ad una persona perché sono persone soffocanti e narcise ed esistevano anche prima dei social, anziché far buon uso (uso responsabile) della tecnologia ne abusano esattamente come fanno fuori dai social perché gli / le ossessive compulsive è patologia indipendentemente dal social, per loro tecnologia è sinonimo dei social perché ignorano tutti gli aspetti più importanti della tecnologia perché sono a 'senso unico' vivono con i paraocchi in una realtà circoscritta / ristretta / miope. Ne ho visti molti anche camminare con lo sguardo fisso dentro il cellulare, mentre fanno la spesa, mentre guidano, mentre passeggiano con cani e quant'altro, nelle strutture ospedaliere, nei negozi, nelle piazze ecc..........sono persone maggiorenni e secondo me sono autorizzati/e ad autodistruggersi come meglio credono perché ci sono dei business dietro che vivono anche di queste dipendenze. Gli ossessivi compulsivi hanno sempre cercato un "ancora" per sopravvivere perché vivono bene dipendendo da qualcosa o da qualcuno perché sono emotivamente dioendenti.
10 gennaio 2019 21:27 - savpg8801
Non lo capiscono, e capiranno mai, i "socialists" sempre connessi a comunicare. Lo studio inizia a rivelare questa mania come una tossicodipendenza, non da sostanze ma da patologia compulsiva. Non spiegano, però, cosa abbiano da dirsi questi ultras.
Ogni "normale" frequentatore di queste centinaia di pentoloni sociali peraltro anche utili, si accorge che il parlottamento, la esibizione, il narcisismo, il protagonismo, e forse la reale concreta mancanza di contatti porta a mostrarsi in modo elettronico-cibernetico e interloquire da "remoto" in libertà virtuale senza pregiudizi; cosa che forse non farebbero con i contatti diretti in quanto, spesso, dovrebbero pure vergognarsi. E così si svelano le peggiori turbe che alla lunga, modificano abbastanza il normale comportamento cerebrale, come ben spiegato dal servizio.
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