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29 agosto 2019 0:45 - billy51
Mi scusi caro Mastrantoni ma 57 milioni di risparmio le fanno proprio schifo???Sicuramente vista la sua competenza in materia e come saprà, sono 60 anni che i cittadini pagano e continueranno per altri 60. Ma giustamente come disse D'Azeglio (ora bisogna fare gli italiani)ma come vede non è possibile.Se nel DNA e preponderante il saccheggio,la truffa, il non senso di appartenenza ad uno stato e la voglia smisurata di denaro unita al potere, l'unica via d'uscita è la dittatura.!!!
28 agosto 2019 10:11 - giancarlo3171
La riduzione di spesa è solo l'aspetto meno importante della questione.
E' chiaro che riducendo il numero dei parlamentari il parlamento funzionerebbe meglio.
Sarebbero eliminati quei parlamentari di secondo piano che nessuno conosce e spesso pronti a cambiare casacca a seconda della convenienza.
Gli eletti sarebbero più autorevoli e conosciuti.
Adesso il 90% dei votanti non ha la minima idea di chi sarà eletto con i suo voto.
L'articolo fa il confronto con la Francia forse l'unico paese che ha più parlamentari di noi.
Perché non farlo con gli Stati Uniti che hanno 102 senatori?
Come ultima cosa in Italia il 90% degli elettori è favorevole alla riduzione dei parlamentari.
Perché per la sinistra è cosi difficile arrivare al concetto che la democrazia consiste nel fare quello che vogliono i cittadini?
20 agosto 2019 21:22 - savpg8801
Questa della riduzione dei parlamentari forse si farà ora che il governo è ormai morto. Forse sarà fumo negli occhi, forse invece al di là dei soldi si potrà snellire la burocrazia parlamentare, forse per ragioni politiche per aver più voti.
Fatto sta che le leve da manovrare per risparmiare sarebbero moltissime, ma verrebbero prese come risparmi, spending review, austerità malviste dopo il g.Monti e altri comprese alcune affermazioni dell'U.E., ma postume.
Chi è in grado di conoscere ora per ora come va il D.P. e quanti interessi costi non solo quelli legati ai rendimenti derivati dal differenziale(spread) bund-btp10.
Tra il'90 e il 2000 circa e in regime di LIRA vigevano tassi da 8-10-12% sui btp e fino anche al 16.50% sui cct- Naturalmente anche le altre forme del debito pubblico erano allineate (bot, ecc.). A questi tassi a int.composto il capitale raddoppia in anni...:
Tassi Anni e percent.di anno
Al 3% 23,449
Al 4% 17,673
Al 5% 14,205
Al 6% 11,891
Al 7% 10,243
Al 8% 9,006
Al 9% 8,039
Al 10% 7,272
Al 11% 6,639
Al 12% 6,115
Anche il D.P. quindi aveva questi andamenti.
Ora che i tassi sono praticamente a zero, ed anche sotto, salvo quelli a lunga durata emessi in remoto tempo, ma che fruttano ancora alti tassi sino al rimborso, ci sembrano cifre esorbitanti gli interessi di cui si parla sull'attuale debito.E comunque rispetto alle antiche.
Lo Stato, pertanto, una volta che ha emesso una tranche di decennali allo 0.5% ed effettuato il fix sul prezzo di collocamento, il rendimento dichiarato dalle rilevazioni(spread) è solo un termometro di valutazione di fiducia per lo Stato, ma non implica movimentiperchè si basa su dati matematici di compra/vendita in rapporto al bund. Infatti su quel btp decennale a tasso fisso, lo stato pagherà sempre lo stesso tasso. I rendimenti sono altra cosa e si formano sul mercato di acquirenti e venditori determinandone, solo per essi, la resa (e ovviamente per esempio per le banche che facendo bilanci sono costrette ad indicare i cosiddetti prezzi di compenso).
Io credo che tutte le risoluzioni adottate dai politici siano effettivamente fumo negli occhi per gli elettori che, a ragion di pancia, butteranno crocette all'uno o all'altro a seconda di quanto propagandato e di capacità di convinzione. In nome della Santa Democrazia che, quando evocata, lascia tutti zitti.
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