COMMENTI
  (Da 1 a 1 di 1)  
9 novembre 2019 17:23 - savpg8801
Dopo decenni di guerra fredda, ma anche calda in certi sensi, dopo la forzata "normalità" che il muro evocava in tutto il mondo, ma principalmente e ovviamente in Europa, in maggio del 1990 feci un viaggio personale in auto e con una tendina canadese per arrivare, dopo Monaco e Norimberga(famosa la tetra spianata delle adunate, ma anche bella la stessa città) anche a Berlino (nei miei viaggi degli anni '60 giunsi al Baltico e tornai da Paesi Bassi e Francia, per girovagare a Strasburgo, e di nuovo in Germania, Svizzera, poi Francia ancora e finalmente Italia.
Gli stress frontiere erano ben avvertiti. Non parlo tanto del danaro e dei cambi frequenti, ma quanto dei controlli, degli smontaggi, delle attese di mezze o ore sotto sguardi sospettosi di guardie e personale delle frontiere. In Austria chiedevano pure se avessi banane!!
Ma a Berlino andando su è giù per zone di "muro" non solo Brandeburgo o parte Est Unter den Linden o AlexanderPlatz ma anche zone adiacenti notavo un mondo ancora diverso a confronto della parte ovest. File interminabili di gente ai negozi o a qualche banca, proprio decine e decine di persone per la strada con ogni tempo. Negozi con qualcosa ma impensabile per noi "occidentali". Palazzoni di sei-dieci e più piani, tutti uguali; solo Trabant di cartone e parvenza che nulla fosse accaduto con la caduta del muro. Certamente adesso qualcosa sarà pure cambiato ma per una riunificazione completa ci vorranno ancora decenni.
Nella zona gi Gatow, adiacente a un camping (dove ti facevano pagare all'arrivo e ci sono stato 5 giorni), c'era un altro muro vicino a un lago. Una spianata senza neanche un sasso da attraversare varcando una semplice breccia di un metro per trovarsi in mezzo a duecento metri di larghezza e vuoto a perdita d'occhio da entrambe le parti longitudinali. Il tutto condito solo da torrette di guardia abbandonate e fili spinati ancora sul posto. Credo che carri blindati forse corressero su e giù, ma era forse zona di nessuno.
Una impressione incredibile ed allucinante. Non so se qualcuno di corsa potesse fare i duecento in tempo per evitare le raffiche di mitraglia ammesso che avesse avuto l'opportunità di entrarvi.
Dopo queste sensazioni ed altre, mi recai più oltre fino a Dresda e Bastei. Ancora buona parte di distruzioni, chiese o disfatte o visitabili come musei, però la Città era bella anche se capitai in mezzo a uno sciopero(non so di cosa possibile a Est) pattugliato con armi spianate da centinaia di Poliziotti ed altro. Una cosa che mi colpì era la presenza massiccia (suppongo immigrati) di orientali tipo Vietnamiti, Birmani, indonesiani o altro. Ma niente di altro tipo Africani o arabi. La coda che si doveva fare per ottenere un minuto di telefonata al Servizio Telefoni era di ore. I cellulari sarebbero arrivati molto dopo.
Qualche pezzo di muro, anche con scritte, me lo sono portato a casa. Ma le bancarelle in certe zone le più calde del dopo caduta, vendevano pezzi di muro oltre a roba russa, vestiario, cappelli sovietici e tantissimi cimeli, medaglie insegne.... Una camicia della Stasi 7 marchi(ce l'ho ancora) un colbacco con tanto di stella, 30 marchi; volevano pure essere pagati per una fotografia con la 35 mm.personale! E il marco allora costava settecentotrenta lire circa se ben ricordo.
Ritornando all'Ovest, tutta una musica diversa.
Un pezzo di storia questo muro ma anche tutto il confine che divideva la Germania, visto anche se in parte (però ce n'è ancora in piedi dopo trent'anni) demolito, ma con le macerie in evidenza, mi fece capire quanto dramma fu vissuto da quelle parti. Non credo, peraltro, avvertito pienamente dal resto dell'Europa.
  COMMENTI
  (Da 1 a 1 di 1)