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28 novembre 2019 14:15 - michele6949
Buon giorno ,
vorrei segnalare un articolo di Lorenzo Bini Smaghi , ex menbro della BCE .
Bini Smaghi , afferma che l ESM
puo' costringere uno stato con alto debito
a ristrutturare I suoi titoli di stato ,
come condizione per ottenere un prestito.
La ristrutturazione dell titolo di stato
vuol dire in poche parole , che un titolo di stato viene rimborsato al creditore
una somma inferior a quella nominale.
Ma questo e' gravissimo !
Un titolo di stato e' un obbligazione ,
con la quale chi ha emesso il bondo si
obbliga , si obbliga lo sottolineo ,
a rimborsare a scadenza piu' interessi.
Se avviene una ristrutturazione ,
la nazione indebitata viene meno all obbligo che ha sottoscritto con l investiture.
Inoltre , la Costituzione si impegna a
tutelare il risparmio . Se l italia
accettasse la riforma del MES , andrebbe contro la sua Costituzione!
L Italia non firmi la riforma del MES!
Sarebbe una beffa ai creditori e una
violazione della Costituzione !!!
28 novembre 2019 8:40 - f7555
scenari economici.it
Novembre 28, 2019 posted by Guido da Landriano
CONTE RISCHIA UNA CONDANNA A 5 ANNI. LA VERGOGNA DEL MES

https://scenarieconomici.it/conte-rischia-una-condanna-a-5-a nni-la-vergogna-del-mes/
27 novembre 2019 20:46 - f7555
La situazione si sta evolvendo
scenari economici.it
Giuseppe Palma
#MES L’«avvocato del popolo» dovrà trovarsi un avvocato. Ha tradito il Parlamento già a giugno (di P. Becchi e G. Palma)
Roberto Gualtieri, nel tentativo di difendere il Presidente del Consiglio sul Mes (Meccanismo Europeo di Stabilità), in realtà lo inguaia. E lo fa in una sede ufficiale, nel corso dell’audizione alle commissioni riunite di Finanze e Politiche Ue tenutasi ieri al Senato.
Gualtieri ha affermato che l’accordo stretto da Giuseppe Conte a Bruxelles a fine giugno “è in coerenza con il mandato parlamentare che la risoluzione gli attribuiva”. Il ministro dell’economia si riferisce alla risoluzione delle Camere del 19 giugno, che però dicono una cosa completamente opposta a quello che ha tentato di far passare il titolare di Via XX Settembre.
Leggiamola questa risoluzione. Il Parlamento impegnava il Governo “a render note alle Camere le proposte di modifica al trattato ESM, elaborate in sede europea, al fine di consentire al Parlamento di esprimersi con un atto di indirizzo e, conseguentemente, a sospendere ogni determinazione definitiva finché il Parlamento non si sia pronunciato” e a “non approvare modifiche che prevedano condizionalità”.
Bene. Invece di informare il Parlamento su quello che stava facendo, Conte ha probabilmente venduto il sì dell’Italia alla riforma del Mes – contro ogni determinazione delle Camere – in cambio della riconferma a Palazzo Chigi nel ribaltone della crisi d’agosto. Se prima v’era un dubbio, ora si ha la quasi certezza. A giugno Conte ha dato l’ok italiano alla riforma del Mes accreditando la sua persona al cospetto della tecnocrazia europea e contro l’interesse nazionale. Quell’impegno, che ora sembra addirittura non più rinegoziabile, spingerà il nostro Paese sotto la mannaia di nuovi meccanismi finanziari distruttivi, nel solo intento di salvare le banche tedesche.
Infatti il Presidente del Consiglio non ha informato il Parlamento della riforma (restrittiva) del Mes, impegnando l’Italia nel percorso di ratifica  di un Trattato capestro ben peggiore della precedente versione. In questo Conte ha palesemente violato  l’art. 5 della Legge 24 dicembre 2012 n. 234, che al primo comma prevede che “il Governo informa tempestivamente le Camere di ogni iniziativa volta alla conclusione di accordi tra gli Stati membri dell’Unione europea che prevedano l’introduzione o il rafforzamento di regole in materia finanziaria o monetaria o comunque producano conseguenze rilevanti sulla finanza pubblica”.
Ma non solo. Il secondo comma dell’art. 5 prevede che “il Governo assicura che la posizione rappresentata dall’Italia nella fase di negoziazione degli accordi di cui al comma 1 tenga conto degli atti di indirizzo adottati dalle Camere. Nel caso in cui il Governo non abbia potuto conformarsi agli atti di indirizzo, il Presidente del Consiglio dei Ministri o un Ministro da lui delegato riferisce tempestivamente alle Camere, fornendo le appropriate motivazioni della posizione assunta”.
Il Presidente del Consiglio, quindi, non solo non ha rispettato il contenuto della risoluzione del Parlamento, ma ha addirittura avallato la riforma franco-tedesca del Mes senza neppure informare il Parlamento, come dettagliatamente previsto dalla risoluzione parlamentare del 19 giugno. Il Parlamento è stato tradito, e con esso una legge dello Stato.
Conte è peggio di Monti, ma le opposizioni devono ora fare le opposizioni e presentare immediatamente la mozione di sfiducia nei confronti del peggior governo di sempre.
di Paolo Becchi e Giuseppe Palma
(Ladri di democrazia. La crisi di governo più pazza del mondo. L’ultimo libro di Paolo Becchi e Giuseppe Palma, Giubilei Regnani editore, 2019: https://scenarieconomici.it/ladri-di-democrazia-la-crisi-di- governo-piu-pazza-del-mondo-lultimo-libro-di-p-becchi-e-g-pa lma-giubilei-regnani-editore/)
 
24 novembre 2019 8:11 - AleSeb
Ringrazio Pedone per l'ottimo artico. Finalmente delle considerazioni semplici e corrette. Purtroppo è diventato inusuale ascoltare qualche cosa di rigoroso e non di parte.
22 novembre 2019 12:41 - neru
"Nel caso in cui il Governo non avesse disponibilità sufficienti prelevate dalla tasse dei cittadini, la banca centrale può “stampare moneta” (semplificando) e far fronte agli impegni dello Stato."

Caro Pedone, non funziona così.
Le nazioni che hanno una banca centrale che agisce da “prestatore di ultima istanza” PRIMA spendono (comuque e a prescindere) e POI incassano le tasse.

La differenza non è di poco conto, è sostanziale.

Anche su quell'inganno temporale la dottrima neolibersita basa una delle sue tante MENZOGNE.

Sul resto del tuo articolo: chapeau.
21 novembre 2019 8:45 - francesco7125
Sara la volta che i nostri politici la smetteranno di sperperare soldi pubblici e rimettere in sesto i conti?
Me lo auguro ma non ci spero piu di tanto
20 novembre 2019 18:51 - federico6198
QUANDO DEUTSCHE BANK FALLISCE, COSA SUCCEDERA’
Maurizio Blondet 20 Novembre 2019 43 commenti
“La Deutsche fallirà e farà colare a picco l’Europa?”. E’ il titolo che dà al suo ultimo pezzo Charles Sannat: economista interessante perché “interno” al potere (piani alti di Paribas) e pratico della speculazione finanziaria, ma nello stesso tempo critico del sistema.
Ora, senza tacere l’ombra torreggiante della disastrata banca tedesca, Sannat cerca di dare risposte il più possibile oggettive sulla realtà del pericolo, da pratico.
Riporto le sue valutazioni.“La Deutsche Bank in cifre – Il bilancio Deutsche è calato considerevolmente, passando da più o meno 1200 miliardi a più o meno 800. Le attività di trading per conto proprio sono gestite ad estinzione e passano da 600 a 300 miliardi di euro.“Il rischio massimo per Deutsche è stimato in 1515 miliardi di €. E’ stata creata una struttura per alloggiarvi gli “attivi andati a male”… ossia 75 miliardi € nella prima fase. Ne seguiranno altri.“Infine i prodotti derivati ammontano a – rataplan – 45 mila miliardi di euro : sì avete letto bene, 45 mila miliardi”.“C’è di che essere inquieti, ma non terrorizzati”, dice Sannat. Perché se i 45 trilioni di derivati sono una quantità astronomica, “è un ammontare “nozionale” che (secondo lui) “non rappresenta il rischio finale finanziario incorso dalla banca”.Per lui, “l’esposizione massima al rischio” resta “1515 miliardi di €: una somma che è alla portata della BCE, la Banca Centrale Europea, il cui bilancio è già [dopo tutti i quantitative easing] di 4 mila miliardi di euro. Data la situazione, nel caso peggiore, aggiungere a quel bilancio 1500 miliardi non cambierà strettamente niente della situazione macro-economica”.Riporto il parere di Sannat, attenzione, non mio. Ma Sannat è un uomo di mondo (di quel mondo) e non si spaventa. Aggiungendo 1500 miliardi al bilancio BCE, dice“L’euro calerà del 10 per cento sul dollaro. Donald Trump -o il suo successore – strillerà; domanderà alla Fed, la sua banca centrale, di produrre altri dollari per calarlo; le cose si aggiusteranno … continueranno ad andare nello stesso senso”:
Il senso in cui sono andate fino ad oggi, dopotutto. E dove porta questa direzione?“Alla crisi monetaria!”, esclama l’analista-principe di Paribas. “si stanno rimpiazzando tutte le crisi economiche, di borsa, di azioni ed obbligazioni, col gonfiamento di tutti gli attivi, che forma la Bolla di Tutto. Le banche centrali salveranno tutte le banche che vacilleranno per evitare il collasso. In fin dei conti, la moneta si erode, perché per evitare il peggio, ci vuole ogni volta più denaro”.
Denaro creato da nulla, come quello che già hanno creato Draghi e l’americana Fed.
“Andiamo verso una crisi monetaria che sarà l’ultima tappa di questa crisi che dura da dieci anni. Questo è lo scenario favorevole”.Questo sarebbe lo scenario favorevole?! E quello non favorevole allora?“Per gli altri casi, in caso di problema, di incidente, in caso d’impotenza delle banche centrali o, peggio, di esplosione dell’euro, dell’eurozona, e di ritorno en catastrophe alle valute nazionali , le cose possono finire molto male, è chiaro”:“Ma per il momento, nonostante i cadaveri finanziari che la Deutsche Bank conserva nei suoi armadi, malgrado le sue fragilità monumentali, non c’è ragione di temere che la banca tedesca affondi: perché sarà salvata per scongiurare il peggio. Ciò non vuol dire che i suoi clienti non perderanno denaro. Ma la Deutsche Bank sarebbe salvata”.Riporto questi passi come indice di una mentalità. La mentalità vigente nel mondo della finanza che dispone delle banche centrali come cosa sua: Deutsche Bank sarà salvata, la sua dimensione è alla portata della BCE, pagheranno gli stati, pagheranno i correntisti, ma non ci spaventiamo per 1500 miliardi; certo, degrada la moneta, e si finisce nella crisi monetaria finale, ma per adesso non c’è da terrorizzarsi.Registro la disinvoltura mentale con cui il capo delle ricerche economiche di Paribas si libera dei 43 mila miliardi di derivati nella Deutsche. Forse c’è un accordo fra banchieri a considerarli non solo nozionali, ma fittizi?E la mentalità dei kapò di quel “campo di concentramento finanziario gestito da una burocrazia legibus soluta”, secondo la plastica definizione di Giancarlo Palombi di La Verità dell’Europa della finanza.Resta che per quel mondo, dopotutto, Deutsche Bank è “piccola”. Le dieci prime banche europee addizionate non raggiungono le dimensioni di J P Morgan.
20 novembre 2019 12:12 - Filanto_051
Bene, ottimo articolo e chiaro:
grazie all'Autore;
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