A mio avviso le circolari interpretative del ministero dell
interno che hanno legato al solo requisito della residenza
anagrafica il divieto di circolazione con targa straniera
(ad esclusione quindi dei casi di residenza meramente
normale) sono sorprendentemente sagge e di buon senso.
La residenza normale che ricorre, giova ricordarlo non per
il semplice fatto del dimorare per piu' di 6 mesi in un
luogo, ma unitamente al trascorrere del tempo la persona
deve avere interessi professionali o personali (QUALI I
LEGAMI AFFETTIVI CON LA FAMIGLIA DI PROVENIENZA AD ESEMPIO
che lo costringono a ritornare regolarmente).
Chi come il sottoscritto ha la residenza anagrafica
all'estero (sempre nella UE) ed ha una unica auto con targa
straniera, ha tutto il diritto di circolare in italia per
visitare la propria famiglia anche con la propria auto. E se
per qualche circostanza spiacevole e' costretto a stare per
piu' di 6 mesi presso la propria famiglia (i casi possono
essere tanti, la malattia di un genitori, o anche
semplicemente la chiusura dei confini per COVID etc.. etc..)
non puo' e non deve essere costretto ad immatricolare la
propria auto in Italia con costi esorbitanti, per poi dover
tornare all'estero magari qualche mese dopo.
Viene in gioco anche il diritto di proprieta' sull'oggetto,
l'automobile, acquistata PRIMA della entrata in vigore del
divieto.
Per una volta la norma italiana, anche se per via
interpretativa e dopo le suddette circolari, e' piu' saggia
e migliore di quella europea.
Se poi ci troviamo di fronte a Vigili urbani che confiscano
l'auto targata straniera quando a guidarla e' il meccanico o
il gommista italiano delegato dal proprietario ..... beh non
occorre una circolare per spiegare a costoro che la legge
non deve mai essere applicata in maniera idiota.