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23 ottobre 2020 2:56 - Giurista 72
A mio avviso le circolari interpretative del ministero dell interno che hanno legato al solo requisito della residenza anagrafica il divieto di circolazione con targa straniera (ad esclusione quindi dei casi di residenza meramente normale) sono sorprendentemente sagge e di buon senso.
La residenza normale che ricorre, giova ricordarlo non per il semplice fatto del dimorare per piu' di 6 mesi in un luogo, ma unitamente al trascorrere del tempo la persona deve avere interessi professionali o personali (QUALI I LEGAMI AFFETTIVI CON LA FAMIGLIA DI PROVENIENZA AD ESEMPIO che lo costringono a ritornare regolarmente).
Chi come il sottoscritto ha la residenza anagrafica all'estero (sempre nella UE) ed ha una unica auto con targa straniera, ha tutto il diritto di circolare in italia per visitare la propria famiglia anche con la propria auto. E se per qualche circostanza spiacevole e' costretto a stare per piu' di 6 mesi presso la propria famiglia (i casi possono essere tanti, la malattia di un genitori, o anche semplicemente la chiusura dei confini per COVID etc.. etc..) non puo' e non deve essere costretto ad immatricolare la propria auto in Italia con costi esorbitanti, per poi dover tornare all'estero magari qualche mese dopo.
Viene in gioco anche il diritto di proprieta' sull'oggetto, l'automobile, acquistata PRIMA della entrata in vigore del divieto.
Per una volta la norma italiana, anche se per via interpretativa e dopo le suddette circolari, e' piu' saggia e migliore di quella europea.
Se poi ci troviamo di fronte a Vigili urbani che confiscano l'auto targata straniera quando a guidarla e' il meccanico o il gommista italiano delegato dal proprietario ..... beh non occorre una circolare per spiegare a costoro che la legge non deve mai essere applicata in maniera idiota.
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