e ora il pianto del coccodrillo.tutto quello che sarebbe
semplice, viene burocratizzato, svilito. La professione del
medico di famiglia è stata ridotta a distribuzione di
ricette. Il medico di famiglia non è abilitato neanche a
confermare un piano terapeutico, piano che, quando il medico
specialista lo redige e conferma che l'assunzione sarà a
vita, non dovrebbe più essere rinnovato.
Ma il medico di famiglia non ha niente di meglio da fare?
Forse si pensa che se non avesse scartoffie da compilare, si
annoierebbe? Non potrebbe essere utilmente impiegato in
attività di pronto soccorso, soprattutto di questi tempi,
per suture o interventi di piccola chirurgia, alleggerendo
il carico di lavoro di altri che potrebbero essere impegnati
in attività più utili in questi tempi di emergenza? Altro
che corsi di aggiornamento che non aggiornano e portano
guadagni a chi li organizza. Tutto ridicolo. Tutto fasullo.
ma lo sconforto è nello constatare che la categoria medica
è sempre prona e plaudente. Tutto quanto sta avvenendo non
insegnerà niente. NON CAMBIERA' NIENTE
19 marzo 2020 19:52 - savpg8801
Notizia fresca di poco fa (ore 18 19-3-2020) Si muove il
commissario Prot.Civ.Borrelli firmando una ordinanza con la
quale il paziente non dovrà più recarsi dal medico per
ordinare le medicine (allora lo sapevano!!!) o le trafile
all'italiana che ho precedentemente descritte, ma potrà
farlo, ma non dice come e suppongo con la solita prassi
delle telefonate, ricevendo un codice (bello questo) col
quale andrà in farmacia e dovrebbe avere i medicinali,
forse col bigliettino del blocknotes.
Resta solo sapere come risponderà l'apparato sanitario
solito. Infatti il codice c'era anche prima con codice a
barre e in chiaro, quello stampato sui promemoria
dematerializzati(da scannerizzare)spesso non funzionanti
per via (già detto) della produzione di ricette rosse al
posto dei promemoria bianchi. Tutto questo sa di
imbecillità. Ma ormai si sa che in Italia le cose si fanno
(o si dice di farle) ma sempre a metà quando va bene.
19 marzo 2020 15:12 - sandro minacciolo
Questi idiote che ci governano, questi sottosviluppati
mentali, dopo aver distrutto l'edilizia, si sono accaniti
sulle pensioni. Ha incominciato quello che assomiglia ai
batraci, deve essere scappato dalla batracomiomachia, sì
proprio lui, il collezionista di pensioni, che ha dato una
spallata alla reversibilità. L'impresa disdicevole è
proseguita col blocco della perequazione de
lle stesse che hanno subito un ulteriore svilimento
lasciando ulteriormente interdetti o meglio, incazzati i
percettori di questa retribuzione differita. E la sanità.
Ormai la fase Pre e post intervento è a totale carico del
paziente. Un amico ottantaduenne co una patologia urologia
è costretto ad eseguire tutto il Pre intervento,
ecografia, radiografia, analisi del sangue, visita
anestesiologica, tac, girando fra Orvieto, Perugia, Fabro,
Castiglione del lago, previo pagamento dei vari tickets
19 marzo 2020 14:49 - savpg8801
Quello che sostengo anch'io. Ieri ho avuto un battibecco col
mio medico in rete di 6 medici di base e con la segretaria.
Sei ore di telefonate a vuoto. Finalmente risposta. Chiedo
gentilmente che se esce la ricetta rossa, la cestinino e
riprovino. Nulla da fare.Ci sono dovuto andare di persona in
bici facendo sette km di ztl, volto coperto, munito di
autocertificazione e di finita pazienza e rischiando il
blocco di polizia. Qui siamo in una delle regioni più
evolute e performanti....ma di tutt'altro.
Il mio medico e la segreteria non hanno o non forniscono
e-mail. Il mio medico non fornisce il n.di cellulare e il
fisso, quando risponde, riferisce una segreteria telefonica
non registrabile. Solo qualche volta risponde e solo negli
orari di ambulatorio....se può. Solo si va avanti con le
procedure che ho esposte anche alla direzione amministrativa
dell'Usl della Romagna(vedi risposta in lettera protocollata
a mio precedente post), cioè nel caos. Non sono il solo.
Sono al corrente che in linea di massima in Lazio, Liguria e
poco altro(vedo Veneto) si applica la legge di cui alla
procedura veloce che ho sempre auspicata. Legge che ha
diversi anni.
Che fare? Siccome non si sa di chi sia la responsabilità si
sbatte contro il solito muro di gomma.
19 marzo 2020 8:40 - sandro minacciolo
Contattati amici ed ex colleghi in Veneto, ho avuto le
seguenti informazioni.il soggetto che necessita di una
prescrizione farmaceutica, invia una mail al proprio medico
precisando il farmaco o i farmaci offerti di prescrizione,
quindi, dopo il tempo necessario per l'esecuzione della
procedura, si reca in una qualsiasi farmacia della ASL per
il ritiro. Semplice. Basta un po' di buona volontà. O
forse ci vuole la bacchetta magica?
18 marzo 2020 14:18 - savpg8801
Ripeto quessto post perchè dopo un giorno non era oggetto
di pubblicazione, chissà ora.
Quanto ti capisco Sandro Minacciolo,
Io ho qualche anno in più e su queste "bellezze"
disfunzionali, chiamiamole burocratiche o, quantomeno da
risoluzione poliziesca, ne potrei scrivere un volume.
Gli utenti in Sanità sono allo sbaraglio, dalle regole
assurde, alle attese, agli errori, alle interpretazioni che
fanno perdere tempo e salute tanto che qualcuno non arriva
nemmeno a vedere la fine; o meglio la propria fine,
prima.
---A seguito del mio primo intervento in questo thread,
riporto lo scritto (che avevo perduto) di fine 2019 inviato
a URP e la risposta dei responsabili (devo dire, abbastanza
sollecita questa volta)
....: A URP Ravenna
Salve....
A discrezione di chi è l'emissione di promemoria
(dematerializzata per modo di dire) o di ricetta cosiddetta
"rossa" se non normalmente dal medico di base?
Perchè in realtà diverse della Romagna il comportamento
non è uniforme?
Perchè dallo stesso medico, per lo stesso prodotto
farmaceutico (identica molecola) a volte producono una
dematerializzata e altre una rossa e talvolta insieme nello
stesso momento con stessa richiesta presso lo stesso medico
una di marito e una di moglie a uno danno la rossa e
all'altro la bianca? Che differenza c'è se non
incomprensibile? Dal medico (es. la segretaria che ha
prescritto sul programma ) incolpano la Farmacia e la
Farmacia dice che non sa nulla e rimanda al Medico. Nulla sa
nemmeno l'URP.
Siccome nella mia realtà usl non si può andare in farmacia
solo con la tessera sanitaria come in altre regioni, ma solo
e da qualcuno presentando, per esempio, un download su
smartphone per cui il/la farmacista passa lo scanner ed
eroga il prodotto senza il foglietto bianco (cosa fattibile
da uno "bravo"). Ma si può essere più complicati di così?
La legge istitutiva mi pare fosse di semplificare, non
complicare la vita.
Si tenga presente che il Popolo degli usufruitori di
prestazioni e prescrizioni sanitarie non è tutto
tecnologizzato (Gente che non sa usare i devices, anziani, o
altro). Perchè dopo aver prenotato un farmaco presso il
medico di base, in assenza di F.S.E. (fascicolo che non
sempre funziona bene perchè non è completo e che tanti non
hanno per incapacità e impossibilità di uso) si è
costretti a recarsi colà per ritirare i pezzi di carta
bianca perdendo tempo, auto, e pazienza sia per andare a
prenotare (spesso neppure si riesce per telefono) che, in
secondo tempo perchè non cè produzione istantanea, a
ritirare? Specie per gente che abita lontano, fuori zona o
invalidi e impossibilitati al viaggio.
Si è compreso bene il problema?
Spero che l'indirizzo a cui ho spedito questa mia sia
giusto ma, se non lo fosse, sotto avviso, vorrei essere
informato al fine di prendere le opportune soluzioni ed
informare organi di reclamo e divulgazione e tutela del
cittadino.
Cordiali saluti, in attesa di risposta anche se non
direttamente risolutiva.
Utente.(omissis)....... Em.-Rom. Usl della Romagna.Sotto
Ravenna
N.di Telefono e cell.(omissis)........
------------------------------------------------------------
--------------------
2019-12-20, 19,57,2
-----------------
risposta urp ravenna che allega un pdf che provo a ytradurre
con OCR:
,LOGO : SERVIZIO SANITARIO REGIONALE
2:23:22: EMILIA-ROMAGNA
I II Azienda Unità Sanitaria Locale della Romagna
U.O. Piattaforma Amministrativa Ravenna
S.S. Percorsi Ospedalieri e Territoriali - Ravenna
URP - Ufficio Relazioni con il Pubblico
Prot. n_
Sig. (omissis)
OGGETTO: Risposta a Sua segnalazione prot. 328368/a
Gentilissimo Signor (omissis),
La ringraziamo per la Sua segnalazione, ricca di spunti e
suggerimenti, ritenuti
sempre utili al fine del miglioramento dei servizi resi ai
cittadini.
La difformità da Lei riscontrata, legata alla diversità
territoriale neIl'emissione delle
ricette (rosse oppure dematerializzate), dovrebbe essere
superata a partire dal 10
gennaio 2020, data in cui parte una nuova organizzazione che
prevede una lista
unica regionale dei farmaci che vengono erogati con 'la
modalità Distribuzione Per
Conto" (in seguito DPC). Dalla suddetta lista restano
esclusi, per il momento, i
farmaci per diabete, tuttavia, grazie alla nuova
organizzazione, gli ambiti territoriali
del'Ausl della Romagna (Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini) e
tutte le Aziende
Sanitarie della Regione Emilia-Romagna distribuiranno in DOP
gli stessi farmaci,
dietro presentazione dello stesso tipo di ricetta, la
ricetta rossa.
Obiettivo regionale è utilizzare la ricetta
dematerializzata anche per la DPC,
pertanto in un prossimo futuro, tutti i farmaci (DPC e non)
saranno richiesti con
questa modalita.
Cordiali saluti.
il Responsabile
S.S. Percorsi Ospedal ri e Territoriali
Ravenna firma in omissis
P.S. anche oggi come altri 15 gg.fa escono documenti di
prescrizione rossi che mi costringono, dopo 2 ore e mezza di
telefonate varie, a recarmi di persona a ritirare dal
medico, indi in farmacia. Alla faccia dell'ordinanza di
spostamenti.
Il farmaco è molecola cardiaca ; bisoprololo
Ciao a tutti.
17 marzo 2020 18:54 - savpg8801
Quanto ti capisco Sandro Minacciolo,
Io ho qualche anno in più e su queste "bellezze"
disfunzionali, chiamiamole burocratiche o, quantomeno da
risoluzione poliziesca, ne potrei scrivere un volume.
Gli utenti in Sanità sono allo sbaraglio, dalle regole
assurde, alle attese, agli errori, alle interpretazioni che
fanno perdere tempo e salute tanto che qualcuno non arriva
nemmeno a vedere la fine; o meglio la propria fine,
prima.
---A seguito del mio primo intervento in questo thread,
riporto lo scritto (che avevo perduto) di fine 2019 inviato
a URP e la risposta dei responsabili (devo dire, abbastanza
sollecita questa volta)
....: A URP Ravenna
Salve....
A discrezione di chi è l'emissione di promemoria
(dematerializzata per modo di dire) o di ricetta cosiddetta
"rossa" se non normalmente dal medico di base?
Perchè in realtà diverse della Romagna il comportamento
non è uniforme?
Perchè dallo stesso medico, per lo stesso prodotto
farmaceutico (identica molecola) a volte producono una
dematerializzata e altre una rossa e talvolta insieme nello
stesso momento con stessa richiesta presso lo stesso medico
una di marito e una di moglie a uno danno la rossa e
all'altro la bianca? Che differenza c'è se non
incomprensibile? Dal medico (es. la segretaria che ha
prescritto sul programma ) incolpano la Farmacia e la
Farmacia dice che non sa nulla e rimanda al Medico. Nulla sa
nemmeno l'URP.
Siccome nella mia realtà usl non si può andare in farmacia
solo con la tessera sanitaria come in altre regioni, ma solo
e da qualcuno presentando, per esempio, un download su
smartphone per cui il/la farmacista passa lo scanner ed
eroga il prodotto senza il foglietto bianco (cosa fattibile
da uno "bravo"). Ma si può essere più complicati di così?
La legge istitutiva mi pare fosse di semplificare, non
complicare la vita.
Si tenga presente che il Popolo degli usufruitori di
prestazioni e prescrizioni sanitarie non è tutto
tecnologizzato (Gente che non sa usare i devices, anziani, o
altro). Perchè dopo aver prenotato un farmaco presso il
medico di base, in assenza di F.S.E. (fascicolo che non
sempre funziona bene perchè non è completo e che tanti non
hanno per incapacità e impossibilità di uso) si è
costretti a recarsi colà per ritirare i pezzi di carta
bianca perdendo tempo, auto, e pazienza sia per andare a
prenotare (spesso neppure si riesce per telefono) che, in
secondo tempo perchè non cè produzione istantanea, a
ritirare? Specie per gente che abita lontano, fuori zona o
invalidi e impossibilitati al viaggio.
Si è compreso bene il problema?
Spero che l'indirizzo a cui ho spedito questa mia sia
giusto ma, se non lo fosse, sotto avviso, vorrei essere
informato al fine di prendere le opportune soluzioni ed
informare organi di reclamo e divulgazione e tutela del
cittadino.
Cordiali saluti, in attesa di risposta anche se non
direttamente risolutiva.
Utente.(omissis)....... Em.-Rom. Usl della Romagna.Sotto
Ravenna
N.di Telefono e cell.(omissis)........
------------------------------------------------------------
--------------------
2019-12-20,19:57:2
-----------------
risposta urp ravenna che allega un pdf che provo a ytradurre
con OCR:
¦¦¦¦¦¦¦¦¦',LOGO : SERVIZIO SÀNITÀRIO REGIONALE
2:23:22: EMILIA-ROMAGNA
I II Azienda Unità Sanitaria Locale della Romagna
U.O. Piattaforma Amministrativa Ravenna
S.S. Percorsi Ospedalieri e Territoriali - Ravenna
URP - Ufficio Relazioni con il Pubblico
Prot. n_ ZØQIÂQÂØ
Sig. (omissis)
OGGETTO: Risposta a Sua segnalazione prot. 328368/a
Gentilissimo Signor (omissis),
La ringraziamo per la Sua segnalazione, ricca di spunti e
suggerimenti, ritenuti
sempre utili al fine del miglioramento dei servizi resi ai
cittadini.
La difformità da Lei riscontrata, legata alla diversità
territoriale neIl'emissione delle
ricette (rosse oppure dematerializzate), dovrebbe essere
superata a partire dal 10
gennaio 2020, data in cui parte una nuova organizzazione che
prevede una lista
unica regionale dei farmaci che vengono erogati con 'la
modalità “Distribuzione Per
Conto" (in seguito DPC). Dalla suddetta lista restano
esclusi, per il momento, i
farmaci per diabete, tuttavia, grazie alla nuova
organizzazione, gli ambiti territoriali
del|'Ausl della Romagna (Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini) e
tutte le Aziende
Sanitarie della Regione Emilia-Romagna distribuiranno in DOP
gli stessi farmaci,
dietro presentazione dello stesso tipo di ricetta, la
ricetta rossa.
Obiettivo regionale è utilizzare la ricetta
dematerializzata anche per la DPC,
pertanto in un prossimo futuro, tutti i farmaci (DPC e non)
saranno richiesti con
questa modalita.
Cordiali saluti.
ll Responsabile
S.S. Percorsi Ospedal ri e Territoriali
Ravenna firma in omissis
----
Nonostante tutto, ancora si ripetono queste disfunzioni.
17 marzo 2020 14:51 - sandro minacciolo
Sono un medico over 75 (78 anni). L'anno scorso sono stato
ricoverato all'ospedale di Orvieto per fibrillazione atriale
e crisi ipertensiva e sono stato dimesso con terapia
anticoagulante (nao) da assumere vita natural durante, ma
per questa terapia è previsto il piano terapeutico di
validità annuale. A marzo mi sono recato dal mio medico per
la ricetta è il rinnovo del piano. E questo è il primo
passaggio. Con la richiesta di esami del sangue e e visita
medica vado alla asl di Fabro. Questo è il secondo
passaggio. Per gli esami nessun problema. Per la visita il
primo posto disponibile è a maggio. Faccio presente che
non ho bisogno di nessuna visita ma solo del rinnovo del
piano che è scaduto. Niente da fare. Contatto la asl di
città della Pieve che me lo può rinnovare in tempi brevi.
Basta inviare tutto via fax senza dover andare di persona.
Provvedo immediatamente ma dopo 10 minuti vengo ricontattato
telefonicamente perché la richiesta di visita medica non va
bene. Ci vuole la richiesta di visita internistica. Altro
viaggio allo studio del medico per la richiesta di visita
internistica. E siamo a 3. E via ala asl di Città della
Pieve dove finalmente posso ritirare il piano terapeutico
senza nessuna visita.e siamo al quarto passaggio. Quindi di
nuovo allo allo studio del mio medico per la compilazione
della ricetta
È siamo mi pare al quinto passaggio. E finalmente in
farmacia per il ritiro del farmaco. Siamo al traguardo il 22
marzo. Ma i miei colleghi medici non hanno niente fa ridire.
Chi ha concepito un iter del genere non può essere una
persona normale. . Deve avere più di qualche problema
mentale. Solo che la categoria medica dovrebbe far sentire
la sua voce. Il traguardo è stato raggiunto il 12 non il 22
14 marzo 2020 17:40 - savpg8801
Sono degli stessi pareri dell'autrice.
Non è, comunque, prevalente essere anziani o
immunodepressi, o possibili traslatori di infezioni
ancorchè inconsapevoli, o soggetti sani in apparenza.
Ho sollevato queste questioni presso le sedi AUSL già
moltissimo tempo prima di questa emergenza recente di
covid19. Ebbi la rassicurazione che l'azienda (in questo
caso AUSL Romagna) avrebbe preso in considerazione la
faccenda-Riferirono, poi, che dal 10 gennaio 2020 si sarebbe
innescato un provvedimento ad hoc ma, con esclusione per il
momento dei presìdi relativi alle forme diabetiche.
Ma le realtà sono altre.
Il medico non risponde quasi mai (oppure con la segreteria
telefonica non registrabile). La segretaria quando c'è deve
essere chiamata varie volte per produrre le ricette(a volte
non escono dematerialzzate(cosiddette) ma rosse per cui
bisogna andare per forza dal medico a ritirarle.
Per chi ha il FSE e solo per le bianche dematerializzate e
che possegga una stampante, abbia un PC o uno smartphone, la
procedura adottata è la seguente:
Entrare nel FSE con login e pw(magari per div.persone
allungando i tempi), scaricare i documenti (le rosse non
valgono quindi sono inutili perchè devono essere firmate in
originale); creare una cartella di download e inserire
questi documenti o stamparli eventualmente; aprire il
download al farmacista che farà scanner e consegnerà le
medicine (non per le rosse).
E tutti quelli che non hanno questi marchingegni?
Alcune realtà in Italia danno la possibilità (dopo
l'ordine telefonico al medico-se ci riescono) di recarsi in
farmacia e ritirare con la semplice presentazione della
tessera sanitaria(come vorrebbe la disposizione di legge)i
farmaci.
Ci si aggiunge, adesso, anche la normativa anticontagio
promulgata pochi giorni fa che complica ulteriormente le
cose.
C'è da dire, peraltro, che anche prima gli ambulatori o le
salette di attesa dei medici sono sempre state un vivaio di
contagi di ogni tipo e nonostante le lamentele di chi,
recettivo, deve starsene lungo le scale o all'esterno
aspettando il proprio turno anche parecchie ore e pure per
le visite.