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1 giugno 2020 10:47 - savpg8801
Tante sono le forme di ignoranza. Per quanto riguarda la scienza rispetto alla credenza, se stiamo con Bacone che sosteneva la sola validità scientifica con la "scienza sperimentale", andremmo abbastanza bene. Ma oggi, per scienza, si comprende tutto, come del resto, l'etimologia del lemma e suoi derivati. Dal latino scientia- par. sciens scientis riguardava il sapere in tutte le sue forme. Ma sapere significa imparare in primis e poi applicare. Qui è il dilemma quasi un omnilemma: cosa imparo, come lo imparo, da chi lo imparo, come lo applico e come lo divulgo, se in maniera strumentale o disinteressata, se per presunzione mi espongo come scienziato ma in realtà sono una mezza cartuccia...; poi sono uno scienziato/a che fa comunemente errori e da cui impara o li faccio perchè sono sbadato/a o superficiale? E gli effetti che provoco sugli altri? Non costruirei piramidi sulla scarsa istruzione scolastica e universitaria; la capacità di riuscita delle formazioni è nella capacità e volontà degli individui che difficilmente può essere inculcata dal sistema di insegnamento.
Non mettiamo nel novero gli errori grammaticali che di importante hanno poco salvo la figura che fa chi li scrive, ma non spostano nulla sulle opinioni: come quella di scrivere innoquo al posto di innocuo....in una certa frase di questo articolo.
31 maggio 2020 18:43 - Mosca
Francamente sono molto sorpreso della presenza sul sito ADUC di un articolo come questo. Che sia vero che "GLI UOMNINi DIFFICILMENTE IMPARANO CIO CHE CREDONO GIA' DI SAPERE" è certo. Tuttavia le tesi espresse dall' autore possono essere applicate anche alle sue certezze!! Che ne sa l' autore del mio percorso prima di giungere alle mie certezze in tema di vaccini e OGM. Oppure del mio grado di istruzione o del mio essere disposto anche a cambiare idea? Se ho dei dubbi su ciò che oggi viene chiamato SCIENZA devo essere accomunato ad un terrapiattista? Se parlo di conflitti di interessi delle cause farmaceutiche sono un complottista? Vorrei sapere quanti articoli pubblicati du PubMed o quanti dati ufficiali ISS o ISTAT l' autore di questo articolo ha legge ogni giorno ad esempio su questa pandemia....c'è ancora il diritto per noi consumatori di informazioni di meditare con la propria testa oppure cercare la verità ed indagare autonomamente? Oppure dobbiamo conformarci ad un verbo imposto dall' alto?
31 maggio 2020 11:27 - Pietro Moretti
Grazie Annapaola. Hai detto benissimo, la scienza non cerca la Verità, ma aspira a scoprire le verità attraverso la costante verifica, falsificazione, riproducibilità.... Gli scienziati che pubblicano, si mettono a nudo davanti all'intera comunità scientifica che collettivamente giunge poi ad un consenso. Consenso che può cambiare nel tempo, ma quando vi sono evjdenze convincenti. E' la differenza tra scienza e credenza.
Non capisco quale possa essere l'alternativa a questo metodo (scientifico) per capire la realtà e indirizzare le politiche. Nessuno vuole censurare le credenze, anche le più assurde. Ma le scelte pubbliche sulla salute, sull'ambiente e sulla vita delle persone devono basarsi sulle evidenze scientifiche, e non sulle credenze, la cui diffusione non dipende dal processo di verificazione, ma dagli algoritmi dei motori di ricerca.
31 maggio 2020 7:41 - annapaola
Grazie, Pietro. Questo scritto è molto interessante e inquietante perché ci tocca tutti. Pretendere di sapere è una caratteristica diffusa, penso, in tutte le persone, dalla quale giustamente bisogna guardarsi. Anche se non dobbiamo far diventare la parola degli scienziati intoccabile, perché proprio la scienza ci insegna che in diversi casi la conoscenza è sempre in movimento e in continuo superamento.
Mi stampo l'articolo per rifletterci sopra in modo serio e approfondito.
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