Precisiamo al notevole excursus:
Un Popolo, nella sua forma singola o collettiva non è atto
a dirigere, comandare, prendere decisioni, legiferare in
modo autonomo e, appunto sovrano. Perciò se:
"La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle
forme e nei limiti della Costituzione. " Necessita
precisare:
L'inciso “nelle forme e nei limiti della Costituzione”
sta a indicare proprio questo fatto. Più precisamente,
l'esercizio effettivo della sovranità popolare avviene in
varie forme, specie il diritto di voto (art. 48 Cost.),
mediante il quale ogni cittadino sceglie i propri
rappresentanti a cui viene delegata non la sovranità (che
non avrebbe senso in democrazia), ma la cura effettiva degli
affari pubblici. Il modello appena delineato prende perciò
il nome di democrazia rappresentativa e deve essere tenuto
distinto da quello della cosiddetta democrazia diretta, che
di fatto può essere praticato soltanto in comunità molto
piccole.
Ne addiviene che la sovranità del Popolo, come da
definizione) è (non di diritto ma di fatto) una astrazione
sui generis.
Le sole potestà dirette sono i referenda e solo su poche
cose.
14 settembre 2020 17:12 - fradeca
L'art 1 della Costituzione stabilisce che 'la sovranità
appartiene al popolo', non al parlamento né ai
'rappresentanti del popolo', ma al popolo, cioè a tutti i
cittadini italiani. Come tutti sanno la sovranità del
popolo è rimasta lettera morta. Il popolo non ha mai potuto
esercitare tale sovranità al punto che è stato subito
declassato a 'opinione pubblica'. Quindi i cittadini
italiani sono ridotti a 'opinanti', noi cittadini non
decidiamo un bel nulla. Dopo avere introdotto la
costituzione con la sua roboante affermazione di sovranità
i poco onorevoli estensori della costituzione si sono
semplicemente dimenticati di fornire gli strumenti minimi
per esercitare tale sovranità. Lo strumento più naturale
per tale esercizio sarebbe stato il referendum propositivo
senza quorum, già ampiamente collaudato in Svizzera, stato
confinante con l'italia che lo esercita da molti anni con
ottimi risultati, dimostrando che la democrazia non è una
parola vuota e soprattutto che la sovranità del popolo non
è un utopia né tanto meno l'anarchia come il regime
partitocratico vorrebbe farci credere.
Per fare chiarezza sulla parola 'sovranità' è bene
metterla nel contesto da cui è scaturita altrimenti si
potrebbe non capire cosa voglia dire. Qualcuno potrebbe
scambiarla per uno orpello pindarico (non dobbiamo mai
dimenticare che in italia siamo in balìa di un regime di
interpreti abituati a volgere ogni parola a proprio
esclusivo uso, consumo e tornaconto).
La seconda guerra mondiale è da poco finita. Il referendum
popolare ha sancito la fine della monarchia. Dal 1848 (e
quindi da prima della costituzione del regno d'italia nel
1860) vige in italia il noto Statuto Albertino che verrà
abolito solo nel 1946. La sovranità evocata nell'art 1
della nuova costituzione repubblicana è quindi il potere
che lo Statuto Albertino attribuisce al re. Se vogliamo
capire cosa significa la parola 'sovranità' citata nell'art
1 dobbiamo quindi sapere quali erano i poteri del sovrano.
Lo statuto albertino prevede 3 soggetti legiferanti: il
sovrano stesso, la camera dei deputati ed il senato. Intanto
è utile ricordare un fatto che molti ignorano. I
parlamentari (deputati e senatori) non erano stipendiati.
Inoltre il senato non è stato istituito per rinverdire i
fasti dell'impero romano, perché il regno dei Savoia al
tempo dello statuto (come pure il successivo regno d'italia)
non erano neanche l'ombra dell'antico impero e l'istituzione
di un senato non avrebbe avuto senso. Il senato è stato
costituito dal re solo per evitare che fossero approvate
leggi a lui non gradite. Infatti tutti i senatori erano di
nomina regia e tutte le leggi avrebbero dovuto avere la
doppia approvazione di camera e senato. Con questa doppia
approvazione il re si garantiva di fatto il controllo su
tutte le leggi. Inoltre, come ulteriore misura di controllo
totale, era previsto anche il potere di 'sanzione' (che in
questo contesto vuol dire 'approvazione') da parte del re
che sarebbe potuto anche intervenire nel caso remotissimo
che il senato avesse potuto approvare una legge disapprovata
dal re. Riassumendo: il re aveva potere diretto ed indiretto
(attraverso il senato) di bloccare qualunque legge, oltre a
quello di legiferare lui stesso senza chiedere il permesso a
nessun altro. Questi erano i poteri del re. Questa è la
sovranità dell'art 1 della costituzione repubblicana.
Stando così i fatti chiunque può capire da solo la beffa
ai danni del popolo dell'art.1.
Adesso veniamo al referendum per l'abolizione dei 345
parlamentari (e delle loro rispettive 345 corti di
portaborse). Il precedente governo Conte (M5S + partito di
salvini) aveva istituito un bel ministero (Ministero della
Democrazia diretta) che è misteriosamente scomparso nel
successivo governo Conte 2 (M5S+PD). Il Ministero per la
Democrazia aveva lo scopo di promuovere le iniziative a
sostegno dell'istituzione del referendum propositivo senza
quorum, che sarebbe dovuto essere un primo passo verso
quella democrazia annunciata nell'art1 della costituzione ma
mai realizzata, né avviata, neanche in minima parte.
Ovviamente il PD, e il resto del regime partitocratico
(recentemente autodenominatosi spudoratamente 'La Politica')
è sempre stato sommamente avverso all'idea stessa che i
cittadini possano decidere alcunché, al punto che di
democrazia vera non bisogna neanche parlarne.
Siamo quindi al governo Conte 2, in cui il M5S e il PD si
accordano per evitare elezioni a loro sfavorevoli, essendo
il M5S in caduta libera, il PD ampiamente sfiduciato dagli
elettori e salvini in crescita. Il patto scellerato tra M5S
e PD, per restare avvinghiati al potere prevede però un
piccolo sacrificio. Il ministero della democrazia con ciò
che ne consegue (referendum propositivo senza quorum,
promessa e cavallo di battaglia del M5S per vincere le
precedenti elezioni) devono SPARIRE. Che nessuno ne parli.
Nè il M5S né il PD, né la stampa di regime che tutto
pervade. Sappiamo che nella ideologia e prassi del regime i
fatti non annunciati al popolo dalle trombe del regime non
esistono. Il contentino che il PD era disposto a concedere
al posto della prospettiva sparita della democrazia sarebbe
stato il suo assenso (il suo voto) all'eliminazione dei 345
parlamentari (più le loro corti di lacchè). Senonché,
passata la festa gabbato lo santo. Scongiurato ormai il
pericolo mortale della democrazia, il regime si è subito
ringalluzzito e non capisce perché debba mantenere la
parola del patto scellerato. Quindi, adesso tutti contro
appassionatamente. Nessuno vuole più l'abolizione dei
parlamentari. Perché rinunciare a 345 poltrone dorate è
per il regime un atto di inspiegabile masochismo. Non
bisogna essere un indovino per capire che il regime voterà
compatto per il no, compresi soprattutto quelli che dicono
che voteranno per il sì. Perché è sempre bene mantenere i
piedi in due staffe in modo che quando i cittadini italiani
si saranno espressi in modo forte e chiaro (nonostante la
martellante campagna avversa di tutti i mezzi di
comunicazione monopolizzati dal regime e dai suoi soci), i
partiti potranno continuare a millantare di essere loro i
veri rappresentanti del popolo.