COMMENTI
  (Da 1 a 2 di 2)  
14 settembre 2020 18:58 - savpg8801
Precisiamo al notevole excursus:
Un Popolo, nella sua forma singola o collettiva non è atto a dirigere, comandare, prendere decisioni, legiferare in modo autonomo e, appunto sovrano. Perciò se:
"La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. " Necessita precisare:
L'inciso “nelle forme e nei limiti della Costituzione” sta a indicare proprio questo fatto. Più precisamente, l'esercizio effettivo della sovranità popolare avviene in varie forme, specie il diritto di voto (art. 48 Cost.), mediante il quale ogni cittadino sceglie i propri rappresentanti a cui viene delegata non la sovranità (che non avrebbe senso in democrazia), ma la cura effettiva degli affari pubblici. Il modello appena delineato prende perciò il nome di democrazia rappresentativa e deve essere tenuto distinto da quello della cosiddetta democrazia diretta, che di fatto può essere praticato soltanto in comunità molto piccole.
Ne addiviene che la sovranità del Popolo, come da definizione) è (non di diritto ma di fatto) una astrazione sui generis.
Le sole potestà dirette sono i referenda e solo su poche cose.
14 settembre 2020 17:12 - fradeca
L'art 1 della Costituzione stabilisce che 'la sovranità appartiene al popolo', non al parlamento né ai 'rappresentanti del popolo', ma al popolo, cioè a tutti i cittadini italiani. Come tutti sanno la sovranità del popolo è rimasta lettera morta. Il popolo non ha mai potuto esercitare tale sovranità al punto che è stato subito declassato a 'opinione pubblica'. Quindi i cittadini italiani sono ridotti a 'opinanti', noi cittadini non decidiamo un bel nulla. Dopo avere introdotto la costituzione con la sua roboante affermazione di sovranità i poco onorevoli estensori della costituzione si sono semplicemente dimenticati di fornire gli strumenti minimi per esercitare tale sovranità. Lo strumento più naturale per tale esercizio sarebbe stato il referendum propositivo senza quorum, già ampiamente collaudato in Svizzera, stato confinante con l'italia che lo esercita da molti anni con ottimi risultati, dimostrando che la democrazia non è una parola vuota e soprattutto che la sovranità del popolo non è un utopia né tanto meno l'anarchia come il regime partitocratico vorrebbe farci credere.
Per fare chiarezza sulla parola 'sovranità' è bene metterla nel contesto da cui è scaturita altrimenti si potrebbe non capire cosa voglia dire. Qualcuno potrebbe scambiarla per uno orpello pindarico (non dobbiamo mai dimenticare che in italia siamo in balìa di un regime di interpreti abituati a volgere ogni parola a proprio esclusivo uso, consumo e tornaconto).
La seconda guerra mondiale è da poco finita. Il referendum popolare ha sancito la fine della monarchia. Dal 1848 (e quindi da prima della costituzione del regno d'italia nel 1860) vige in italia il noto Statuto Albertino che verrà abolito solo nel 1946. La sovranità evocata nell'art 1 della nuova costituzione repubblicana è quindi il potere che lo Statuto Albertino attribuisce al re. Se vogliamo capire cosa significa la parola 'sovranità' citata nell'art 1 dobbiamo quindi sapere quali erano i poteri del sovrano. Lo statuto albertino prevede 3 soggetti legiferanti: il sovrano stesso, la camera dei deputati ed il senato. Intanto è utile ricordare un fatto che molti ignorano. I parlamentari (deputati e senatori) non erano stipendiati. Inoltre il senato non è stato istituito per rinverdire i fasti dell'impero romano, perché il regno dei Savoia al tempo dello statuto (come pure il successivo regno d'italia) non erano neanche l'ombra dell'antico impero e l'istituzione di un senato non avrebbe avuto senso. Il senato è stato costituito dal re solo per evitare che fossero approvate leggi a lui non gradite. Infatti tutti i senatori erano di nomina regia e tutte le leggi avrebbero dovuto avere la doppia approvazione di camera e senato. Con questa doppia approvazione il re si garantiva di fatto il controllo su tutte le leggi. Inoltre, come ulteriore misura di controllo totale, era previsto anche il potere di 'sanzione' (che in questo contesto vuol dire 'approvazione') da parte del re che sarebbe potuto anche intervenire nel caso remotissimo che il senato avesse potuto approvare una legge disapprovata dal re. Riassumendo: il re aveva potere diretto ed indiretto (attraverso il senato) di bloccare qualunque legge, oltre a quello di legiferare lui stesso senza chiedere il permesso a nessun altro. Questi erano i poteri del re. Questa è la sovranità dell'art 1 della costituzione repubblicana. Stando così i fatti chiunque può capire da solo la beffa ai danni del popolo dell'art.1.
Adesso veniamo al referendum per l'abolizione dei 345 parlamentari (e delle loro rispettive 345 corti di portaborse). Il precedente governo Conte (M5S + partito di salvini) aveva istituito un bel ministero (Ministero della Democrazia diretta) che è misteriosamente scomparso nel successivo governo Conte 2 (M5S+PD). Il Ministero per la Democrazia aveva lo scopo di promuovere le iniziative a sostegno dell'istituzione del referendum propositivo senza quorum, che sarebbe dovuto essere un primo passo verso quella democrazia annunciata nell'art1 della costituzione ma mai realizzata, né avviata, neanche in minima parte. Ovviamente il PD, e il resto del regime partitocratico (recentemente autodenominatosi spudoratamente 'La Politica') è sempre stato sommamente avverso all'idea stessa che i cittadini possano decidere alcunché, al punto che di democrazia vera non bisogna neanche parlarne.
Siamo quindi al governo Conte 2, in cui il M5S e il PD si accordano per evitare elezioni a loro sfavorevoli, essendo il M5S in caduta libera, il PD ampiamente sfiduciato dagli elettori e salvini in crescita. Il patto scellerato tra M5S e PD, per restare avvinghiati al potere prevede però un piccolo sacrificio. Il ministero della democrazia con ciò che ne consegue (referendum propositivo senza quorum, promessa e cavallo di battaglia del M5S per vincere le precedenti elezioni) devono SPARIRE. Che nessuno ne parli. Nè il M5S né il PD, né la stampa di regime che tutto pervade. Sappiamo che nella ideologia e prassi del regime i fatti non annunciati al popolo dalle trombe del regime non esistono. Il contentino che il PD era disposto a concedere al posto della prospettiva sparita della democrazia sarebbe stato il suo assenso (il suo voto) all'eliminazione dei 345 parlamentari (più le loro corti di lacchè). Senonché, passata la festa gabbato lo santo. Scongiurato ormai il pericolo mortale della democrazia, il regime si è subito ringalluzzito e non capisce perché debba mantenere la parola del patto scellerato. Quindi, adesso tutti contro appassionatamente. Nessuno vuole più l'abolizione dei parlamentari. Perché rinunciare a 345 poltrone dorate è per il regime un atto di inspiegabile masochismo. Non bisogna essere un indovino per capire che il regime voterà compatto per il no, compresi soprattutto quelli che dicono che voteranno per il sì. Perché è sempre bene mantenere i piedi in due staffe in modo che quando i cittadini italiani si saranno espressi in modo forte e chiaro (nonostante la martellante campagna avversa di tutti i mezzi di comunicazione monopolizzati dal regime e dai suoi soci), i partiti potranno continuare a millantare di essere loro i veri rappresentanti del popolo.
  COMMENTI
  (Da 1 a 2 di 2)