COMMENTI
  (Da 1 a 1 di 1)  
22 ottobre 2020 18:00 - annapaola
Breve. Incisivo non solo per le parole, ma anche per le immagini.
L'apertura di Francesco premia quei cattolici omosessuali che, ribellandosi interiormente allo stigma sociale, con cui erano bollati per la loro omosessualità, si sono ribellati anche alla concezione del sesso usa e getta, e si sono interrogati in profondità sul loro essere cristiani e il loro amore per una persona dello stesso sesso.
Molti di questi hanno lasciato questa terra, ma ci sono ancora, peraltro già anziani, quelli che erano giovani negli anni Sessanta/Settanta e che hanno dato un contributo non indifferente a far sì che le chiese cristiane si interrogassero anche loro sulla liceità di tenere fuori della loro porta, isolare, disprezzare queste persone, indicandole, oltre tutto come i "peccatori" per antonomasia, in base a una lettura fondamentalista delle Scritture. Si è sempre dimenticato, in tal modo, che il messaggio essenziale sia dei testi biblici ebraici (Antico Testamento) sia dei testi del Nuovo Testamento è l'amore materno, oltre che paterno, di Dio per tutte le sue creature, con particolare attenzione per coloro che sono reietti e calpestati dalla società.
Il messaggio principale della Scrittura è la benedizione, non la maledizione. La misericordia, non la condanna.
Ecco quindi una sorta di bella consolazione per coloro che hanno creduto, nella loro gioventù, alla possibilità, anzi alla necessità di coniugare omosessualità e cristianesimo (ivi compreso il cattolicesimo).
Nel corso degli ultimi decenni, diverse chiese cristiane, come la Valdese e la Luterana, hanno aperto le porte agli omosessuali e benedicono le loro unioni. Ora anche la chiesa cattolica, per bocca di Francesco, comincia a farlo e questo è davvero un grande passo che non può che rallegrare chi ha creduto con tenacia a questa evoluzione, in certo qual modo, "sperando contro ogni speranza".
  COMMENTI
  (Da 1 a 1 di 1)