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2 luglio 2021 10:25 - annapaola
A questo commento aggiungo che anche in Italia, in tempi passati, ma non così remoti, nella tradizione delle casate altolocate come anche nella tradizione di famiglie legate all'agricoltura, i matrimoni combinati erano ben visti, perché così si pensava di garantire alla propria progenie sposi e spose adatti a garantire la prosperità raggiunta dalle generazioni precedenti.
30 giugno 2021 7:59 - gorgoguf
Una precisazione per sfatare un luogo comune presente su tutti i media dopo il caso di Saman: la tradizione del matrimonio combinato non ha nulla a che fare con la religione (islamica o altre), ma è radicata nella cultura tribale della divisione in caste di tutto il subcontinente indiano (ora diviso in India, Pakistan e Bangla Desh). Giustificato dalla conservazione dell'unità e dei beni della tribù e dalla non mescolanza delle caste. E' trasversale per tutte le religioni praticate nel subcontinente (Induisti, Buddisti, Zoroastri, e anche Cristiani) ed è rimasta radicata ancora specie nei piccoli villaggi.
24 giugno 2021 17:31 - rosaamarca7570
Ottimo articolo.
Bene lo jus soli, anche se mi convince di più lo jus culturae per il suo connotato attivo (si va a scuola) e perché si connette all'ambiente in cui si cresce.

Una curiosità, forse: In Svizzera i migranti di seconda generazione li chiamano "SECONDS". Il termine l'hanno coniato due ragazze, figlie di immigrati; ha avuto successo e ora fa parte del linguaggio comune.
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