Ci sarebbe da chiedersi come mai paesi come Danimarca e
Svezia, che fanno ampio ricorso alla termovalorizzazione
(rispettivamente per il 53% e per il 51%) ottenendo megawatt
di elettricità, siano considerati dei veri e propri modelli
nella gestione dei rifiuti, mentre in Italia da taluni i
termovalorizzatori rappresentano il ... diavolo.
Quanta confusione sotto questo cielo....
27 novembre 2021 0:41 - luigi1954
L’estensore dell’articolo ottenne scendere fra il popolo
e confutare quanto scritto nei commenti dei soci aduc
24 novembre 2021 20:22 - luigi1954
Ancora questo mantra degli inceneritori!!
Come già ricordato, l’Italia è fra i primi in Europa sul
riciclo di materia. La ventilata ipotesi del comune di Roma
di mettere dei controllori vicino ad alcuni cassonetti, per
il corretto conferimento dei rifiuti, è benemerita. Per
fare un inceneritore da 700.000 ton ci vogliono almeno 5
anni fra autorizzazioni e collaudo. Il riciclo in Italia
supera il 50%, in alcune province si raggiunge il 70%
(Treviso). Basterebbe potenziare e migliorare la qualità
della raccolta differenziata, incentivandola, e si avrebbero
meno rifiuti indifferenziati. Per il 2035 per volere
dell’Europa si dovrà avere 70% riciclo , 20%
termovalorizzazione e 10% discariche.
Quanto è la quota di termovalorizzazione oggi non Italia?
Il 20%!! E allora di che cosa stiamo parlando?