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31 maggio 2003 0:00 - K.K.
In considerazione del diritto al voto come espressione di volontà popolare, si sono sentiti tanti bei discorsi, con le tesi più disparate, ma fondamentalmente siamo in Italia, e la cosiddetta "espressione popolare" sembra essere solo una presa per i fondelli!!! Sindaci rieletti nonostante un dissenso pubblico, voti mai registrati, e nel caso dei referendum abrogativi, assolutamente inutili, in quanto abrogata una legge si provvede a promulgarne subito un'altra del tutto identica negli intenti, ma diversa nella forma, e tutto rimane come prima. Disaffezione allo strumento del voto? Solo l'ideologia ne rimane soddisfatta, ma la pratica rimane sempre tale e quale. L'art. 18? Se in Italia esistesse veramente la giusta causa non sarebbe necessario. Se la giustizia funzionasse, non sarebbe necessario, quando in uno stato bisogna dimostrare di essere innocenti a priori, ogni ideologia non è altro che una ridicola presa di posizione (Quante ne ho prese, ma quante glie ne ho dette!!!). Andare a votare? Io ci sono sempre andato, per principio, ma ora non riesco più a non ridere amaramente di fronte ad un inutile sperpero di denaro pubblico per un palliativo che non porterà a nulla! Non andrò a votare, perché il tempo che perderei vale molto di più di qualche ideologia campata in aria. Quando verrà introdotto il referendum promulgativo, quando il quorum per la sua validità sarà di un 10-15%, sicuramente tornerei a esprimermi con il voto, perché avrei la speranza che potrebbe servire a qualcosa, e insegnerebbe alle persone che non vogliono partecipare, che le decisioni verrebbero prese lo stesso, e se insoddisfatte del risultato, si sarebbero dovute "sacrificare" a partecipare. Però siamo in Italia, dove basta una partita di calcio per far esaltare o infuriare le masse, ma dove gli scandali quotidiani al massimo fanno sorridere alcuni, e lasciano indifferenti i più.
28 maggio 2003 0:00 - aelle
Sono perfettamente d'accordo. Trovo estremamente importante utilizzare questo prezioso strumento delle elezioni o del referendum sia per esprimere la nostra volontà con un voto esplicito sia per manifestare la nostra perplessità o disagio con una scheda bianca o annullata. Non andare alle urne mi sembra una fuga dalla nostra responsabialità personale, invitare a non andarci, specie se a fare ciò sono personalità che ricoprono cariche importanti, mi pare un segno di disprezzo per la democrazia vissuta.
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