A seguito della Sua segnalazione mi sono procurata la nuova
edizione (aprile 2001) di "Le avventure di Jim
Bottone" e sono rimasta di stucco. Si tratta, in
effetti, di una traduzione differente che ha apportato
alcune modifiche a quella del 1993 (che ho usato io per la
presentazione del libro), che in diversi casi si allontanano
dal testo tedesco. L'unica modifica che ha un senso
è il nome del re; in effetti, in tedesco suona
"Alfonso quarto alle dodici" (Alfons der
Viertel-vor-Zwoelfte). Per il resto mi sembra che siamo
al puro arbitrio. Come Lei fa notare "il signor
Manica" è diventato erroneamente "il signor
Manico". Ma in tedesco è "Herr Aermel",
cioè manica. Non ci piove. A proposito di nomi voglio
aggiungere altre due libertà che la nuova traduttrice si è
presa; una con il drago che viene chiamato
"Zanna", anziché "Dentemolare", come è
in tedesco, l'altra col mezzodrago che da
"Nepomo" che era nel 1993 (chiaro calco sul
tedesco "Nepomuk") è diventato
"Asdrubale"? E perché mai? Tanto più che per il
gigante apparente la nuova traduzione ha ripristinato il
nome tedesco (Tur Tur) al posto del "Turu Turu"
della precedente. Per chiudere il discorso sui
personaggi, devo aggiungere che il "macchinista
Luca" (Lukas der Lokomotivfuehrer) ha perso questa sua
importante identità per diventare un non meglio
identificato "ferroviere". Che
"ferroviere" sia una qualifica generica e
"macchinista" una ben precisa specializzazione,
soprattutto in Italia, con tutti gli scioperi dei
macchinisti che ci sono, dovrebbe essere ben noto! Ma
evidentemente non è così. E veniamo ai nomi dei due
paesi. Nella traduzione del 1993 il paese di Luca è
"Dormolandia" e il paese dei draghi è
"Dolorandia". In quella del 2001 abbiamo una
"Speropoli" e una "Disperopoli", che ci
suggeriscono più il nome di una città che di una
nazione. Chi ha ragione e chi no? In tedesco
abbiamo "Lummerland" e "Kummerland", e
subito viene da fare un'osservazione: si tratta di due
paesi o nazioni che dir si voglia, e non di città. Ed è
una prima bocciatura di "Speropoli" e
"Disperopoli". Nomi, del resto, assolutamente
arbitrari anche perché introducono nel racconto l'idea
della speranza e della disperazione che in questo libro
proprio non c'è. E' migliore, allora, la
traduzione vecchia? Sì, senz'ombra di dubbio, anche se
è una interpretazione, come spesso accade quando si
traduce. Kummerland, il paese dei draghi, ha il termine
"Kummer", che significa "dispiacere, dolore,
affanno", e quindi "Dolorandia" è
pertinente. Il paese di Luca, invece, si chiama
"Lummerland", che in tedesco moderno, a quanto ho
potuto appurare, non vuol dire niente. In effetti,
presentando questo paese, Ende nota che nessuno sapeva
perché l'isola si chiamasse così. Tuttavia, in un
dizionario tedesco monolingue del 1910, che è approdato
tempo fa nella mia libreria, il termine "Lummer"
esiste e significa qualcosa come "fiacco, floscio"
opure anche "tenero, morbido, arrendevole,
docile". In questi ultimi significati mi sembra che il
nome dell'isola trovi un riscontro nel carattere dei
suoi quattro abitanti adulti (re compreso). Il termine
italiano della prima traduzione, "Dormolandia", è
quindi alquanto libero, ma non è completamente fuori luogo
anche perché, tutto sommato, mantiene l'assonanza con
"Dolorandia", così come in tedesco c'è
assonanza fra "Lummerland" e
"Kummerland". Dopo aver provato e riprovato
(queste cose mi appassionano), ammetto che non ho scovato
nomi migliori. Ma gli arbitrii della nuova edizione non
sono finiti qui. Nell'edizione tedesca e nella prima
italiana i capitoli hanno questa introduzione: "Primo
capitolo/in cui comincia la storia", "Secondo
capitolo/in cui arriva un misterioso pacchetto", e
così via. Nella nuova edizione si elimina, invece, il
riferimento numerico e si mette un breve titoletto sul tipo:
"La congiura dei bonzi", togliendo tutto il
mistero all'originale: "Nono capitolo/in cui entra
in scena un circo e qualcuno trama contro Jim e Luca".
Se l'autore ha voluto introdurre i capitoli in quel modo
discorsivo, perché intervenire sulla sua volontà? Oltre
tutto, Michael Ende non è un autore qualunque, e comunque,
quei titoli sono parte integrante del romanzo, e
contribuiscono a crearne l'atmosfera. E infine bisogna
che accenni anche al pasticcio fatto nel secondo volume.
Questo non è stato ritradotto ex novo, tanto che la
traduzione risulta essere attribuita alla vecchia
traduttrice del 1993, Pia Chiodi, ma l'editore ha dovuto
renderla omogenea al primo volume e ha quindi cambiato i
vari nomi e qualifiche. Se Salani, gloriosa casa editrice
fiorentina da alcuni anni finita in quel di Milano, volesse
spiegare il perché di tutta questa confusione,
personalmente gliene sarei grata.
19 settembre 2003 0:00 - BIBLIOFILO
Mi sono incuriosito di questo Jim Bottone e ho comprato il
primo libro. L'ho trovata una lettura rilassante, però
faccio notare che non tutti i nomi corrispondono a quelli
dell'articolo. Non c'è Dormolandia né Dolorandia,
ma Speropoli e Disperopoli. Il signor Manica è diventato
signor Manico e il re si chiama Alfonso Quarto alle Dodici
invece di Alfonso l'undicesimo e tre quarti. Posso
capire che sia una traduzione diversa, però queste
differenze sono di un certo rilievo. Mi pare di capire
che lei ha il testo tedesco sotto mano. Che ne dice?