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22 settembre 2003 0:00 - Annapaola Laldi
A seguito della Sua segnalazione mi sono procurata la nuova edizione (aprile 2001) di "Le avventure di Jim Bottone" e sono rimasta di stucco.
Si tratta, in effetti, di una traduzione differente che ha apportato alcune modifiche a quella del 1993 (che ho usato io per la presentazione del libro), che in diversi casi si allontanano dal testo tedesco.
L'unica modifica che ha un senso è il nome del re; in effetti, in tedesco suona "Alfonso quarto alle dodici" (Alfons der Viertel-vor-Zwoelfte).
Per il resto mi sembra che siamo al puro arbitrio.
Come Lei fa notare "il signor Manica" è diventato erroneamente "il signor Manico". Ma in tedesco è "Herr Aermel", cioè manica. Non ci piove.
A proposito di nomi voglio aggiungere altre due libertà che la nuova traduttrice si è presa; una con il drago che viene chiamato "Zanna", anziché "Dentemolare", come è in tedesco, l'altra col mezzodrago che da "Nepomo" che era nel 1993 (chiaro calco sul tedesco "Nepomuk") è diventato "Asdrubale"? E perché mai? Tanto più che per il gigante apparente la nuova traduzione ha ripristinato il nome tedesco (Tur Tur) al posto del "Turu Turu" della precedente.
Per chiudere il discorso sui personaggi, devo aggiungere che il "macchinista Luca" (Lukas der Lokomotivfuehrer) ha perso questa sua importante identità per diventare un non meglio identificato "ferroviere".
Che "ferroviere" sia una qualifica generica e "macchinista" una ben precisa specializzazione, soprattutto in Italia, con tutti gli scioperi dei macchinisti che ci sono, dovrebbe essere ben noto! Ma evidentemente non è così.
E veniamo ai nomi dei due paesi.
Nella traduzione del 1993 il paese di Luca è "Dormolandia" e il paese dei draghi è "Dolorandia". In quella del 2001 abbiamo una "Speropoli" e una "Disperopoli", che ci suggeriscono più il nome di una città che di una nazione.
Chi ha ragione e chi no?
In tedesco abbiamo "Lummerland" e "Kummerland", e subito viene da fare un'osservazione: si tratta di due paesi o nazioni che dir si voglia, e non di città. Ed è una prima bocciatura di "Speropoli" e "Disperopoli". Nomi, del resto, assolutamente arbitrari anche perché introducono nel racconto l'idea della speranza e della disperazione che in questo libro proprio non c'è.
E' migliore, allora, la traduzione vecchia? Sì, senz'ombra di dubbio, anche se è una interpretazione, come spesso accade quando si traduce.
Kummerland, il paese dei draghi, ha il termine "Kummer", che significa "dispiacere, dolore, affanno", e quindi "Dolorandia" è pertinente.
Il paese di Luca, invece, si chiama "Lummerland", che in tedesco moderno, a quanto ho potuto appurare, non vuol dire niente. In effetti, presentando questo paese, Ende nota che nessuno sapeva perché l'isola si chiamasse così.
Tuttavia, in un dizionario tedesco monolingue del 1910, che è approdato tempo fa nella mia libreria, il termine "Lummer" esiste e significa qualcosa come "fiacco, floscio" opure anche "tenero, morbido, arrendevole, docile". In questi ultimi significati mi sembra che il nome dell'isola trovi un riscontro nel carattere dei suoi quattro abitanti adulti (re compreso). Il termine italiano della prima traduzione, "Dormolandia", è quindi alquanto libero, ma non è completamente fuori luogo anche perché, tutto sommato, mantiene l'assonanza con "Dolorandia", così come in tedesco c'è assonanza fra "Lummerland" e "Kummerland".
Dopo aver provato e riprovato (queste cose mi appassionano), ammetto che non ho scovato nomi migliori.
Ma gli arbitrii della nuova edizione non sono finiti qui.
Nell'edizione tedesca e nella prima italiana i capitoli hanno questa introduzione: "Primo capitolo/in cui comincia la storia", "Secondo capitolo/in cui arriva un misterioso pacchetto", e così via. Nella nuova edizione si elimina, invece, il riferimento numerico e si mette un breve titoletto sul tipo: "La congiura dei bonzi", togliendo tutto il mistero all'originale: "Nono capitolo/in cui entra in scena un circo e qualcuno trama contro Jim e Luca". Se l'autore ha voluto introdurre i capitoli in quel modo discorsivo, perché intervenire sulla sua volontà? Oltre tutto, Michael Ende non è un autore qualunque, e comunque, quei titoli sono parte integrante del romanzo, e contribuiscono a crearne l'atmosfera. E infine bisogna che accenni anche al pasticcio fatto nel secondo volume. Questo non è stato ritradotto ex novo, tanto che la traduzione risulta essere attribuita alla vecchia traduttrice del 1993, Pia Chiodi, ma l'editore ha dovuto renderla omogenea al primo volume e ha quindi cambiato i vari nomi e qualifiche. Se Salani, gloriosa casa editrice fiorentina da alcuni anni finita in quel di Milano, volesse spiegare il perché di tutta questa confusione, personalmente gliene sarei grata.
19 settembre 2003 0:00 - BIBLIOFILO
Mi sono incuriosito di questo Jim Bottone e ho comprato il primo libro. L'ho trovata una lettura rilassante, però faccio notare che non tutti i nomi corrispondono a quelli dell'articolo. Non c'è Dormolandia né Dolorandia, ma Speropoli e Disperopoli. Il signor Manica è diventato signor Manico e il re si chiama Alfonso Quarto alle Dodici invece di Alfonso l'undicesimo e tre quarti.
Posso capire che sia una traduzione diversa, però queste differenze sono di un certo rilievo.
Mi pare di capire che lei ha il testo tedesco sotto mano. Che ne dice?
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