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5 novembre 2003 0:00 - filippo
Premetto che il mio interesse per il vino è da appassionato.
Personalmente non vedo nessun “poco…..” nel vino novello, anzi, credo che sia un mondo in crescita nel più ampio contesto vinicolo.
È il “frutto” di un procedimento particolare che vede crescere la qualità ed il numero dei suoi estimatori ben oltre il pubblico “giovanile e femminile”.
Non è un vino “leggero” ma di buon corpo e con tenori alcolici medi dal 11% al 13%; intensi sentori fruttati di mora, il lampone, il ribes, liquirizia.
La “maturazione carbonica” è una tecnica specifica che non altera le caratteristiche di freschezza ed i sentori di fruttato, anzi li esalta.
L’acidità, quella buona, è senz’altro molto spiccata rispetto alle altre tipologie di vino proprio perché nel breve periodo di tempo non si verificano di norma “appiattimenti” della freschezza.
Sicuramente, se lo merita, consente incassi veloci senza il costo finanziario dell’invecchiamento.
La qualità e la tipologia delle uve sono le stesse utilizzate in altre produzioni che prevedono “l'invecchiamento, l'affinamento e lo stoccaggio del vino”, quali
Barbera, Cabernet , Cabernet Sauvignon, Corvina, Dolcetto, Freisa, Lagrein, Lanaiolo, Merlot, Molinara, Rondinella, Teroldego, Sangiovese tra i principali.
Il gusto, in ogni caso, è l’unico riferimento che conta quando si acquista un vino.
Quindi se si preferisce esclusivamente “il vino con qualche anno di invecchiamento” ci si troverà a scegliere in un limitato settore, del vastissimo mondo del vino, nello spiacevole ambito di abbinamenti spesso difettosi.
Grazie di questa opportunità.
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