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9 novembre 2005 0:00 - Lucio Musto
Piazza Navona, testimonianza nostalgica

Sono trent’anni che non vado a piazza Navona, ma voglio lo stesso “dire la mia”, perché si tratta di un posto particolare.

La piazza per sua natura è un luogo pubblico, un luogo vivo, con la funzione di aggregazione della gente, lo scopo di facilitare incontri, scontri e conoscenza, di far conoscere nuovi prodotti e nuovi traffici, in una parola la piazza è lo specchio di una certa realtà sociale in un certo momento storico.
Se oggi la nostra realtà è fatta di pelouche (mal)fatti in Cina, frittelline puzzolenti e bancarelle del tiro a segno, è giusto che la piazza mostri questa realtà.

Non piazza Navona, però, e con lei non piazza della Signoria o “Piazza del Campo” o piazza “Maggiore” o tante altre piazze italiane… semplicemente perché non sono “piazze” nel senso che dicevo prima, non luoghi di appartenenza degli abitanti del quartiere, ma simboli di una realtà più alta, contenitori di cultura universale, e come tali patrimoni privilegiati che particolarmente vanno tutelati e custoditi come testimonianza di storia e civiltà.

Bancarelle, pittori di strada e musici?... certo!... anche quelli, ma nella misura in cui siano “arredi” degni della “piazza”, della sua tradizione, della sua cultura. Per i pataccari ci devono essere luoghi appositi, e ce ne sono, per i pannivendoli i mercatini, per i porchettari ed i loro deliziosi panini le sagre popolari… e ci sono i supermercati e gli empori di paese

Discriminatore dunque?... certamente! e ferocemente!... perché è giusto che sia così, e questo non deve suonare di offesa per nessuno!
La composizione di fiori fatta coi pennarelli da mia nipote di sei anni ha per me più valore di tutte le “Gioconde” del mondo, ma non devo pretendere che venga esposta al Louvre, e le sue poesie, quelle che mi commuovono, “non devono” essere messe nelle antologie!

A Natale, ai miei tempi, io andavo a piazza Navona a comprare le casette da mettere sul presepe. E ci andavo apposta partendo da Napoli, capitale riconosciuta dell’arte presepiale. Allora a Piazza Navona ci incontravi svizzeri, austriaci ed italiani del nord, venuti apposta dalle loro città per lo stesso scopo. Perché “quelle” cose erano solo di piazza Navona.
Ne ho ancora qualcuna, di quelle casette, e non ne ho mai viste di più belle.
Possibile che dobbiamo farci insegnare dagli austriaci di Salisburgo anche a fare le bancarelle?

E ci devono essere i musici, ma non le “postegge”, i pittori ed i caricaturisti che sono “componente storica” della piazza, ma con tanto di selezione (illuminata o cieca che sia), e le statue umane che possono essere arricchimento recente e sicuramente forme nobile di arte… ma che dicano qualcosa!

Insomma piazza Navona è una vetrina, un salotto, un “posto particolare” da ricordare. Un monumento di cultura ed arte “viva” fra mille monumenti di pietra e marmo della capitale più bella del mondo.

Se la conserviamo così, sarà un bene per tutti, se la banalizziamo, se la svuotiamo, o se ne facciamo un parcheggio o una via di transito, ce la perdiamo. Tutti.

Lucio Musto 9 novembre 2005 parole 508
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7 novembre 2005 0:00 - Federico
Sono figlio di artisti Pittori di Piazza Navona e anche se posso sembrare di parte sono un chitarrista e informatico al contrario di mia sorella che è ritrattista. Figli d'arte e anche se dipingo nello spazio tempo della musica non mi sento da meno. Ma veniamo al punto. Sto rabbrividendo al solo pensiero che la prima Circoscrizione vuole liberare la Piazza anche degli artisti Pittori estemporanei che da più di trent'anni (ne ho trentaquattro io) lavorano in Piazza navona inchiodati al sampietrino. Hanno visto passare il mondo come in una grande nave e ne hanno disegnato gli ospiti dando colore e brio. Non capisco come mai senza preavviso i pittori (e i miei genitori dunque) hanno udito solo dai giornali e dai mass media che dovevano andare via. Non sono stati neanche e non dal sindaco in persona. Non scendevano forse in Piazza i politici di quest'ultimi quarant'anni a farsi una caricatura, o un ritratto? Cosa si nasconde dietro questa manovra veicolata? Quali sono gli obiettivi? Quale virus sta prendendo ad alcuni sindaci di Italia?

Io sto conoscendo gente da tutto il mondo che ha saputo la notizia che vogliono "pulire" la P.zza Navona. Mi hanno contattato semplicemente perchè hanno caricature e ritratti eseguiti in P.zza Navona nel '70. Come può il Sindaco Veltroni affermare che i pittori sono bugiardi e che la Piazza è stata dei musicisti.
Quel raro giorno che passava forse pioveva e come forse non sa il sindaco quando piove i pittori non possono eseguire la loro opera estemporanea regalando il colore del loro animo artista a chi lo desidera.
D'altra parte che vi siano dei problemi con quegli ambulanti che favoreggiano commercio di occhiali, bracciali e collanine firmate e falsi non lo escludo, ma di chi è la responsabilità di tenere l'ordine publico per tutelare la legalità in Piazza Navona? C'e' bisogno di fare Piazza Pulita? Forse la prima circroscrizione ha paura di cacciare i soli abusivi ed il problema è talmente complesso che fanno ricadere la responsabilità che sono costretti a difendersi per salvare il loro posto di lavoro. Sarebbe un errore madornale scacciare i Pittori, se c'è nu po' d'arte nel mondo la si trova ancora li' tra i musicisti, Mimo (che hanno già cacciato da tempo). Il mangiafuoco è ormai estinto a P.zza Navona da tanti anni che ho remoti ricordi da bambino. Le statue umane rimosse.
Perchè invece di parlarne non ci date una mano? Magari avete una caricatura anche voi o un rattrino fatto al vostro bambino. Se potete aiutateci scrivendo il vostro dissenzo a [email protected] grazie.

Federico di P.zza Navona detto fedematico (più musico che matico ma pur sempre mitico).
16 dicembre 2003 0:00 - Mario Manganiello
Ed il Sindaco di Roma VELTRONI
che dice di tutto cio`, qualcheduno
gli ha chiesto?
Vale sempre il classico detto:
PAESE MALATO, CAPITALE INFETTA!
Ed a Piazzia della Signoria a Firenze
non e` la stessa cosa?
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