Sono
trent’anni che non vado a piazza Navona, ma voglio lo
stesso “dire la mia”, perché si tratta di un posto
particolare.
La piazza per sua natura è un
luogo pubblico, un luogo vivo, con la funzione di
aggregazione della gente, lo scopo di facilitare incontri,
scontri e conoscenza, di far conoscere nuovi prodotti e
nuovi traffici, in una parola la piazza è lo specchio di
una certa realtà sociale in un certo momento storico.
Se oggi la nostra realtà è fatta di pelouche
(mal)fatti in Cina, frittelline puzzolenti e bancarelle del
tiro a segno, è giusto che la piazza mostri questa
realtà.
Non piazza Navona, però, e con lei non
piazza della Signoria o “Piazza del Campo” o piazza
“Maggiore” o tante altre piazze italiane…
semplicemente perché non sono “piazze” nel senso che
dicevo prima, non luoghi di appartenenza degli abitanti del
quartiere, ma simboli di una realtà più alta, contenitori
di cultura universale, e come tali patrimoni privilegiati
che particolarmente vanno tutelati e custoditi come
testimonianza di storia e civiltà.
Bancarelle,
pittori di strada e musici?... certo!... anche quelli, ma
nella misura in cui siano “arredi” degni della
“piazza”, della sua tradizione, della sua cultura. Per
i pataccari ci devono essere luoghi appositi, e ce ne sono,
per i pannivendoli i mercatini, per i porchettari ed i loro
deliziosi panini le sagre popolari… e ci sono i
supermercati e gli empori di paese
Discriminatore
dunque?... certamente! e ferocemente!... perché è giusto
che sia così, e questo non deve suonare di offesa per
nessuno! La composizione di fiori fatta coi pennarelli
da mia nipote di sei anni ha per me più valore di tutte le
“Gioconde” del mondo, ma non devo pretendere che venga
esposta al Louvre, e le sue poesie, quelle che mi
commuovono, “non devono” essere messe nelle
antologie!
A Natale, ai miei tempi, io andavo a
piazza Navona a comprare le casette da mettere sul presepe.
E ci andavo apposta partendo da Napoli, capitale
riconosciuta dell’arte presepiale. Allora a Piazza
Navona ci incontravi svizzeri, austriaci ed italiani del
nord, venuti apposta dalle loro città per lo stesso scopo.
Perché “quelle” cose erano solo di piazza Navona.
Ne ho ancora qualcuna, di quelle casette, e non ne ho mai
viste di più belle. Possibile che dobbiamo farci
insegnare dagli austriaci di Salisburgo anche a fare le
bancarelle?
E ci devono essere i musici, ma non
le “postegge”, i pittori ed i caricaturisti che sono
“componente storica” della piazza, ma con tanto di
selezione (illuminata o cieca che sia), e le statue umane
che possono essere arricchimento recente e sicuramente forme
nobile di arte… ma che dicano qualcosa!
Insomma
piazza Navona è una vetrina, un salotto, un “posto
particolare” da ricordare. Un monumento di cultura ed
arte “viva” fra mille monumenti di pietra e marmo della
capitale più bella del mondo.
Se la conserviamo
così, sarà un bene per tutti, se la banalizziamo, se la
svuotiamo, o se ne facciamo un parcheggio o una via di
transito, ce la perdiamo. Tutti.
Lucio Musto 9
novembre 2005 parole 508
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7 novembre 2005 0:00 - Federico
Sono figlio di artisti Pittori di Piazza Navona e anche se
posso sembrare di parte sono un chitarrista e informatico al
contrario di mia sorella che è ritrattista. Figli
d'arte e anche se dipingo nello spazio tempo della
musica non mi sento da meno. Ma veniamo al punto. Sto
rabbrividendo al solo pensiero che la prima Circoscrizione
vuole liberare la Piazza anche degli artisti Pittori
estemporanei che da più di trent'anni (ne ho
trentaquattro io) lavorano in Piazza navona inchiodati al
sampietrino. Hanno visto passare il mondo come in una grande
nave e ne hanno disegnato gli ospiti dando colore e brio.
Non capisco come mai senza preavviso i pittori (e i miei
genitori dunque) hanno udito solo dai giornali e dai mass
media che dovevano andare via. Non sono stati neanche e non
dal sindaco in persona. Non scendevano forse in Piazza i
politici di quest'ultimi quarant'anni a farsi una
caricatura, o un ritratto? Cosa si nasconde dietro questa
manovra veicolata? Quali sono gli obiettivi? Quale virus sta
prendendo ad alcuni sindaci di Italia?
Io sto
conoscendo gente da tutto il mondo che ha saputo la notizia
che vogliono "pulire" la P.zza Navona. Mi hanno
contattato semplicemente perchè hanno caricature e ritratti
eseguiti in P.zza Navona nel '70. Come può il Sindaco
Veltroni affermare che i pittori sono bugiardi e che la
Piazza è stata dei musicisti. Quel raro giorno che
passava forse pioveva e come forse non sa il sindaco quando
piove i pittori non possono eseguire la loro opera
estemporanea regalando il colore del loro animo artista a
chi lo desidera. D'altra parte che vi siano dei
problemi con quegli ambulanti che favoreggiano commercio di
occhiali, bracciali e collanine firmate e falsi non lo
escludo, ma di chi è la responsabilità di tenere
l'ordine publico per tutelare la legalità in Piazza
Navona? C'e' bisogno di fare Piazza Pulita? Forse la
prima circroscrizione ha paura di cacciare i soli abusivi ed
il problema è talmente complesso che fanno ricadere la
responsabilità che sono costretti a difendersi per salvare
il loro posto di lavoro. Sarebbe un errore madornale
scacciare i Pittori, se c'è nu po' d'arte nel
mondo la si trova ancora li' tra i musicisti, Mimo (che
hanno già cacciato da tempo). Il mangiafuoco è ormai
estinto a P.zza Navona da tanti anni che ho remoti ricordi
da bambino. Le statue umane rimosse. Perchè invece di
parlarne non ci date una mano? Magari avete una caricatura
anche voi o un rattrino fatto al vostro bambino. Se potete
aiutateci scrivendo il vostro dissenzo a
[email protected] grazie.
Federico di
P.zza Navona detto fedematico (più musico che matico ma pur
sempre mitico).
16 dicembre 2003 0:00 - Mario Manganiello
Ed il Sindaco di Roma VELTRONI che dice di tutto cio`,
qualcheduno gli ha chiesto? Vale sempre il
classico detto: PAESE MALATO, CAPITALE INFETTA! Ed
a Piazzia della Signoria a Firenze non e` la stessa
cosa?