Segnalo il documento della Commissione per la bioetica della
Tavola Valdese che riproduco integralmente qui sotto. Mi
sembra interessante.
LEGGE SULLA PROCREAZIONE
MEDICALMENTE ASSISTITA La Commissione per la
bioetica della Tavola Valdese (*) osserva che
la legge appena approvata sulla procreazione medicalmente
assistita è destinata a deludere proprio le attese delle
persone interessate ad una razionale disciplina dei metodi e
delle tecniche utili a soddisfare la naturale esigenza di
filiazione; che non è eticamente accettabile la completa
subordinazione delle aspettative delle persone ad astratti
diritti di un organismo vitale che ancora persona non è
(come avviene attraverso il divieto di creare un numero di
embrioni superiori a tre e con l’obbligo di un unico e
contemporaneo impianto); che in aperta contraddizione con
la vocazione antiaborista dei promotori la legge costringe
la donna a ricorrere a pratiche abortive nel caso di
patologie che colpiscono l’embrione; che la legge
favorirà quei cittadini che per soddisfare comunque il loro
desiderio di genitorialità si potranno permettere costosi
viaggi all’estero; che la legge, anziché
disciplinare il contributo della medicina nell’assistere
le persone infertili o impossibilitate a riprodursi,
impedisce drasticamente – in nome di astratte ispirazioni
ideologiche e religiose – l’esperienza della filiazione
al di fuori del matrimonio e della convivenza (in modo
particolare vietando l’uso a fini procreativi di gameti di
soggetti estranei alla coppia richiedente); che la
legge, anziché promuovere l’accesso responsabile a
strutture adeguate, colpevolizza il desiderio di
genitorialità al di fuori dei rigidi limiti imposti con lo
strumento della sanzione diffondendo così l’idea della
sterilità e dell’infertilità come destino e non come
malattia da prevenire, curare e superare; che, come
abbiamo sommessamente indicato con un messaggio ai gruppi
parlamentari nel corso della precedente legislatura, uno
stato laico e pluralista non può farsi paladino di una
concezione etico-religiosa della vita e del concepimento in
contrapposizione ad altre; che, infine, solo con una
legge “minima” un’attenta individuazione del livello
di protezione dovuto all’embrione (attraverso, ad esempio,
il divieto di pratiche di clonazione a fini procreativi)
può contemperarsi con il bene primario della salute degli
individui e, in particolare, della donna che sarà
danneggiata dall’obbligo di sottoporsi a multiple e
dolorose stimolazioni ovariche per ogni impianto
embrionale. Per questo siamo disponibili ad offrire il
nostro contributo per il cambiamento o l’eventuale
abrogazione delle norme che rappresentano un’aperta
violazione dei diritti alla salute e alla libertà delle
persone. Torino 13 dicembre 2003 (*)
Commissione per la bioetica della Tavola Valdese:
[email protected]