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2 febbraio 2004 0:00 - Marco
Per Lalla. Concordo con te su quasi tutto. Ma permettimi un appunto. E' vero che siamo indifesi sotto tanti aspetti, soprattutto sul lavoro, ma come consumatori no! Mi dispiace ma dovremmo difenderci da soli con la nostra grande arma. E' solo che non lo facciamo, quindi la colpa è solo nostra. Per il sig. Parisi: nonostante le stima che ho per questa associazione devo purtroppo contraddirla. Io di coraggio ne ho, ma se mi licenzio dove la trovo la fetta di mortadella da mettere in mezzo al pane? Non ho le spalle coperte.
31 gennaio 2004 0:00 - lalla
Mi dispiace ma non sono d'accordo con il Sig. G. Parisi ma concordo con il Sig. A. Cipriano, in quanto purtroppo non tutti possono scegliere il lavoro 'preferito', ma la magggior parte di chi lavora - soprattutto lavoratori dipendenti - lo deve fare perchè o non ha le possibiiltà per mettersi in gioco (mi permetta ma oltre al coraggio ci vogliono anche le possibiiltà economiche...).
Sono stata alle dipendendeze di varie ditte in qualità di segretaria di direzione per l'ufficio estero (sono laureata in lingue straniere) ma purtroppo sono stata solo e sempre 'sfruttata' da tutti, senza mai avere alcun riconoscimento soprattutto per il fatto di essere donna, e mamma, per poi subire continuamente ricatti morali - ora si dice 'mobbing' dall'inglese - per poter mantenere il mio posto di lavoro, perchè quando erano le 7 o le 8 di sera, o mi chiamavano al sabato o alla domenica perchè all'improvviso arrivava una delegazione di clienti stranieri, guai a rifiutarsi - come guai a stare a casa in malattia anche se hai 40 di febbre o peggio chiedere le ferie o peggio ancora chiedere un aumento di stipendio (anche se meritato ..) - la risposta era sempre quella:" ... Signora non le va bene così? Prenda, quella è la porta, fuori ce ne sono più di 100 come lei a fare la fila ....".
Cosa c'è di più umiliante e di stressante per una persona alla quale fanno sputare sangue per un misero stipendio, per poi non sentirsi neanche riconoscere una propria professionalità nè rispetto della persona che lavora da anni per quell'azienda...

Alla fine ho dovuto 'mollare' proprio per lo stress: risultato anni e anni di esaurimento nervoso con relative cure e nonostante sia a casa da qualche anno, ho ancora gli incubi notturni dei miei principali che tuttora si comportano in quel modo; e si può dire che per il settore dell'impiego 'privato' , il trattamento è quello.

Per non parlare poi dei contratti di formazione e lavoro che oramai precludono il reinserimento nel mondo del lavoro a chiunque si trovi per strada - perchè la ditta ha chiuso - ed abbia più di 35 anni, ma anche coloro che vengono assunti con quel tipo di contratto - che giudico da sempre veramente ignobile e discriminante - non sono sicuri di niente, perchè è talmente comodo farsi pagare i contributi dallo Stato- da parte dei datori di lavoro - che a nessuno interessa la professionalità di persone qualificate che sarebbero in grado di svolgere meglio le mansioni di una certa importanza; ora si va al ribasso meglio lavorare male ma spendere meno....con il risultato che tra un po' i paesi dove si vive peggio che da noi, ci lasceranno 'in mutande' perchè loro sono sempre più competitivi.
Prendete i paesi dell'est europeo (per non parlare della Cina e della Corea), credete che da loro sia cambiato qualcosa??? No, perchè il potere lo detengono sempre quelli di prima - che magari avranno cambiato nome, ma solo quello - e la gente viene 'schiavizzata' ancora come quando c'era il regime comunista, è per questo che sono competitivi, sempre però a discapito della qualità del lavoro.

Quindi non è il fatto che sia così semplice, come uno schiocco di dita, dire:la creatività e la libertà per crearsi un lavoro che le piace, perchè non ha il coraggio di licenziarsi....ecc.

Per poterlo fare bisogna avere le spalle coperte, soprattutto per chi ha una famiglia da mantenere, e perchè non c'è più nessuno che ci difende, nè come cittadini nè come consumatori, perchè oramai siamo nella m........


Infatti questo 'finto benessere' in realtà è un grande malessere che si riflette non solo sulla salute dei singoli, ma in tutta la società, volta solo a rincorrere gli stereotipi di vita proposti dalla televisione e da tutti i vari media, che ci distruggono prima psicologicamente e poi direttamente nella vita privata di tutti noi , stravolgendo anche le più elementari regole di vita....

Perdonate il finale ma purtroppo è la squallida realtà, e mi dispiace sapere che c'è gente che ancora non ci crede..

Sperando in un futuro migliore.....

Saluti
Lalla
31 gennaio 2004 0:00 - Giuseppe Parisi
Rispondo al Signore che fa il disappunto, allargando una questione di Igiene sociale anche nelle ore di lavoro ... è una lotta,alla quale non mi associo,anche perchè la verità stà nel fare il lavoro alla quale si è davvero portati,e piu propensi.
Il fatto è che quel tipo di Società a cui Lei si riferisce, non ha ma garantito la creatività di un Uomo, relegandolo a macchina, la rivoluzione Industriale,è nata con la grande alleanza nascosta del capitalista, con l'altro che ha fatto finta di difendere l'operaio , ma che ha fatto i fattacci suoi.
Le Rivoluzioni, non nascono dall'alto, ma dal basso.
Se Lei è davvero capace, si licenzi e ricominci un lavoro alla quale si sente piu portato.
Ma attento,non vive in un Paese dove le Libertà sono cosi tutelate, basti guardare in questi ultimi tempi,la situazione del nostro sistema di credito...
Non sono daccordo con Lei quindi.
Ho amici che lavorano 18 ore al giorno e stanno benissimo, ma si sono scelti loro il lavoro,non se lo sono fatti scegliere.
La felicità nasce dall'Autodeterminazione,dalla Libertà,dalla Creatività , il suo Bel Paese è ricchissimo di gente che si è illusa, con le sue chiacchere ,dando voti a chi poi la ha resa cosi', ma ci sono ancora Paesi peggiori, vuole andare a vivere li?
Ci pensi.
Giuseppe Parisi
Consulente ADUC
30 gennaio 2004 0:00 - Alessandro Cipriano
Che malessere questo "benessere"

Salve, nel leggere il vostro chiaro e realistico articolo colgo una lacuna: nello stile di vita io farei particolarmente riferimento agli orari massacranti di lavoro cui sono sottoposti i sempre maggiori contratti "non regolari", tra questi i consulenti, i collaboratori, gli interinali ed i dipendenti a tempo determinato. Queste categorie sono sovente sfruttate per più ore al giorno di quelle previste, che a mio avviso sono già troppe (8), i motivi li sappiamo, il ricatto per il rinnovo del contratto. Nella mia esperienza ho visto gente lavorare 10 ore normalmente, 14 ore spesso e in rari casi due giorni consecutivi senza lasciare il posto di lavoro. Mi sembra chiaro che quì le uniche tutele sono per le aziende, per i padroni, ma non era stata fatta una rivoluzione operaia più di un secolo fa per queste idiozie? Dov'è finita la vita, la crescita personale, il tempo per se stessi? Che malessere questo "benessere"
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