Sono titolare di un videonoleggio, e possiedo nel negozio un
televisore (senza collegamento ad antenne di nessu genere)
che utilizzo per verificare il cattivo funzionamento di
dvd/vhs eventualmente segnalato dai clienti. Ho ricevuto la
visita di 2 ispettori SIAE che mi hanno imposto il pagamento
di una tassa, per il televisore, oltre alla tassa della
radio, che utilizzo per diffondere musica nel locale. Nello
stesso periodo ho ricevuto l'invito della RAI a pagare
il canone di abbonamento. L'anno scorso ho pagato SIAE e
RAI per un totate di quasi 500 €. Quest'anno non ho
intenzione di farlo, ho deciso di pagare solo
l'abbonamento alla RAI. La SIAE si rivalga su quello...
e l'anno prossimo farò al contrario !
21 marzo 2005 0:00 - FABRIZIO
Domanda:
ma la Benetton, li aveva pagati i
diritti alla SIAE ?
18 marzo 2005 0:00 - Andrea
Non sono assolutamente d'accordo con quanto scritto in
quest'articolo. Ogni qualvolta un tuo brano, o
quello di un artista qualsiasi, viene prodotto su un cd
entrano in gioco tre tipologie di diritti: - il diritto
d'autore (siae) - la proprietà editoriale -
la proprietà discografica. Su ogni cd acquistato, non
a caso, c'è la dicitura che "tutti i diritti sono
riservati". Cosa significa questa dicitura?
Che nessuna musica, a mio avviso giustamente, può essere
utilizzata a fini commerciali senza che vengano assolti i
diritti connessi. Che sono quelli dell'autore, ma anche
dell'editore e del proprietario dell'opera
registrata. Se così non fosse sarebbe un grave danno
per tutti i musicisti! Provate ad immaginare: scrivo
una musica, magari mi autoproduco, stampo il cd e poi
chiunque può prenderla e metterla sotto la propria campagna
pubblicitaria? o in qualsiasi filmato, audiovisivo, sistema
multimediale utilizzato a fini commerciali? E le leggi
del 1941 c'entrano, ma solo in parte... Mi stupisce
che ci si possa scandalizzare non riconoscendo che
un'opera dell'ingegno possa essere tutelata!
Poi nell'articolo si fa confusione tra la pubblica
diffusione e l'utilizzo editoriale. Per gli
utilizzi in pubblico tipo incontri musicali o sagre paesane
è sufficiente chiedere la necessaria autorizzazione siae,
come da sempre sanno e fanno tutti gli organizzatori di
eventi musicali....qui le case discografiche non
c'entrano. Così come tutti gli esercenti commerciali,
da sempre, richiedono, pagano e ottengono le necessarie
autorizzazioni SIAE alla pubblica diffusione. Forse la
Benetton non ha pagato? Quindi non è vero, come
sostiene l'articolo, che "da oggi ci vogliono far
pagare". Non è "un nuovo balzello". E'
sempre stato così. E se Benetton per i propri fini
commerciali intende utilizzare una musica tratta da un CD,
sa perfettamente che non può prenderla e usarla facendo
finta di niente. Deve chiedere la licenza ai proprietari
dell'opera registrata. E se apre un negozio con musica
diffusa, deve chiedere le necessarie autorizzazioni alla
SIAE. Credo che debba essere compito di ogni musicista
educare al rispetto delle tutele sui diritti riguardanti le
opere dell'igegno. Andrea
18 febbraio 2005 0:00 - V.Donvito
Gentile Fabrizio, forse non si e' accorto che non
stigmatizzavo il pagamento della Siae (su cui avrei da
ridire, ma e' un altro discorso, ora), ma il pagamento
ulteriore da fare alla Societa' Consortile dei
fonografici.... che non mi risulta sia fatto da chiunque
diffonde musica in pubblico (inclusi i festival che lei
cita). Ed e' per questo che i discografici hanno
esultato come una sorta di sentenza apripista su una
vincenda in cui, secondo me, non e' affatto scontato che
sia come sentenziato dal giudice di Treviso.
18 febbraio 2005 0:00 - FABRIZIO
>>>>>>>>Quindi non solo Siae, ma anche questa tassa dovra’
essere pagata da chi organizza, per esempio, incontri
musicali gratuiti o a pagamento e sagre paesane.
<<<<<<<<<<<<<<<<<
Gentilissimo Sig.
Donvito,
Ma proprio lei, mi vuol far credere che
non sapeva che per diffondere musica protetta da diritti
d'autore in pubblico (anche se gratuitamente) occorre
pagare i diritti d'autore ?
Ma Lei quanti
anni ha ? 12 forse ? Non credo proprio !
Ma
anche quando vengono organizzati i vari festival
dell'Unità o dell'Amicizia, gli organizzatori
comunicano alla Siae la lista dei pezzi, gli orari ed i
giorni in cui verrà diffusa la musica.
Se
vogliamo parlare di costi esorbitanti dei CD e compagnia
briscola, io ci sto e posso anche condividere il fatto che
hanno raggiunto prezzi da pirateria (appunto !).
Ma per cortesia non diffondiamo messaggi fuorvianti dando la
colpa al legislatore solo perché era del 1941.
Leggi giuste e sbagliate sono state fatte sotto il re, sotto
il duce e anche sotto la Repubblica ,senza che per questo se
ne possa giudicare la bontà in base al
"periodo".
Le sembrò giusto che
l'on. Amato "spazzolasse" dai nostri conti
correnti il (mi sembra) 5 per mille con effetto retroattivo
per evitare "spostamenti di valuta ?
Eppure
eravamo in piena Repubblica.
Non ricordo cose
simili neppure in piena emergenza bellica (con tutto il male
che posso pensare di un regime dittatoriale quale é stato
il ventennio !