Non sono leghista, ma devo convenire che aveva ragione
Bossi:
L'Europa dell'euro e dei NON-dazi,
l'hanno voluta i finanzieri, i banchieri, e le grosse
multinazionali (anche queste in mano a grossi gruppi
finanziari internazionali).
E il Nostro Sig.
Prodi c'é cascato dentro come un pollo (mi scusi Sig.
Prodi)!
Bene hanno fatto l'Inghilterra, la
Svezia, la Svizzera e tanti altri paesi che hanno conservato
la loro moneta.
La moneta é solo
un'operazione di scambio matematica ed esprime la REALE
capacità produttiva del paese.
Se un paese non
ha credito, la sua moneta scende, e se invece il paese é
produttivo e dà credito, essa sale.
Tutti quei
meccanismi contorti messi in piedi per punire i paesi che
non avessero rispettato il deficit programmato, sono stato
infranti proprio dagli stessi paesi che li avevano voluti
contro di noi (Francia e Germania in testa).
Non
so se oggi sia possibile, ma un paese serio ed autorevole
con le "palle" dovrebbe avere il coraggio di
prendere anche decisioni "forti e drastiche" se
vuole difendere la propria moneta ed il proprio tessuto
industriale.
Solo che non basta un paese con un
governo serio e forte.
I primi a dover
"cambiare testa" sono i cittadini, che, per prima
cosa, devono smetterla di litigare tra loro ed unirsi per il
bene comune.
Smettiamola di farci la guerra tra
province , regioni, comuni ecc.
Rendiamoci conto
che il paese é nostro e di tutti noi e che se abbiamo un
problema, non lo possiamo scaricare addosso al nostro vicino
!
Disgraziato quel paese che ha bisogno di eroi !
10 marzo 2005 0:00 - antonio lucenti
qualche anno fa importavo pezzi di aerei ultraleggeri dagli
Stati uniti, e il dazio lo pagavo. Eccome. Non so se
ancora oggi sia applicato, ma dubito che sia stato
tolto. Non è che siamo a tessere una nuova bandiera
fasulla?
8 marzo 2005 0:00 - FABRIZIO
Il sig. paolo scrive:
>>>Per contrastare
seriamente l' ondata di prodotti a basso prezzo farei in
modo che i governi di quei mercati (Cina. India,..) siano
costretti ad adottare tutte le politiche di garanzia verso
il lavoratore e di certificazione qualitativa e ambientale
<<<<
Sig. Paolo,
Lei ha ragione e
questa sarebbe la strada auspicabile, ma dubito fortemente
che sia realizzabile (Tienammen docet).
Tutto
ciò é solo utopia pura ed il benessere dei Cinesi,
unitamente alla loro libertà totale, non potrà avvenire
né su imposizione dei paesi "ricchi" occidentali
né per rapida evoluzione dello stesso paese.
Certo, prima o poi avverrà, ma ci vorranno decenni !
Alla fine della 2^ guerra il Giappone era nelle stesse
condizioni della Cina, se non peggio visto che il giappone
aveva perso una guerra mentre la Cina in teoria, l'aveva
vinta.
Eppure la sua evoluzione lo ha portato da
un paese di "copioni a bassa costo" ad un paese di
un benessere like-occidentale e con una tecnologia
avanzatissima.
Ma nonostante il Giappone non
fosse la Cina, nonostante abbia un un ventesimo o un
trentesimo (non ho idea quanti siano) degli abitanti e,
sopratutto, nonostante gli USA, pur controllandone la
stabilità politica abbiano lasciato il paese di fatto
libero di evolversi, ci sono voluti ugualmente dai 20-30
anni.
Se anche la Cina ci mettesse lo stesso
tempo, noi......... non dureremmo così a lungo.
Non capisco perché non si possano imporre dei dazi o delle
quantità limitate e contingentate, visto che la stessa cosa
é stata fatta per decenni in Europa nei confronti dei
prodotto giapponesi che, sono entrati si ugualmente, ma in
maniera più blanda e producendo guasti meno evidenti di
quelli che si stanno producendo oggi.
Poter
comprare reggiseni a mezzo dollaro la dozzina o un VCR a 50
euro non ci salverà dalla definitiva chiusura dei nostri
stabilimenti.
La Cina ha già pronto un SUV da
8000 dollari (!!!) e una vettura somigliante ad una Renault
a 3000 euro.
Cosa diremo ai lavoratori Fiat, che
guadagnano troppo ?
O che devono fare una Punto e
starci dentro con 3000 euro ?
Quano avevo 18 anni
(nel 70) ricordo che c'erano delle bellissime moto
giapponesi (Honda, Kavasaky, Suzuki) ma ricordo anche che
erano contingentate e che più di tante non se ne potevano
importare.
Ebbene, nessuno si strappava i capelli
e chi non riusciva a comprarsi una Honda, si comprava una
Guzzi, o una Aermacchi, una Ducati, una Benelli, una MW
Agusta, una Gilera, una Morini, una Motobi, una Guazzoni,
una Italjet, una ecc. ecc. ecc.
(se vuole posso
andare avanti ancora un bel pò !)
...........
Tutte, o quasi tutte, ..... fallite
(dopo la liberalizzazione dei mercati).
E meno
male che i Cinesi (per ora) non ci hanno ancora vendute le
moto, per ora !
PS
L'unico paese
che all'epoca non aveva imposto dazi e/o
contingentamenti, era la Svizzera, che però, guarda caso,
non aveva nessuna industria da proteggere, a parte le 3
attività più fiorenti e famose: (le 3
"C")
- Credito - Cioccolato -
Cucù
8 marzo 2005 0:00 - Alberto Ponti
Sig Vincenzo Donvito lei sta ignorando una cosa
importantissima: i consumatori che lei difende sono anche
LAVORATORI.
Come ben saprà buona parte della
popolazione è impegnata nell'industria di produzione.
Si calcola che siano sulle 800.000 unità i lavoratori
impegnati nel tessile, quanti sono quelli impegnati
nell'agricoltura!
I governi secondo me hanno
l'obbligo morale di fermare questa situazione, di
difendere le produzioni interne, di permettere il libero
mercato SI ma ALLE STESSE CONDIZIONI, con GLI STESSI DIRITTI
altrimenti diventa CONCORRENZA SLEALE.
Non
possiamo mettere in competizione con l'Europa Paesi dove
i lavoratori vengono pagati con stipendi da fame, Paesi che
non pongono alcun limite all'inquinamento e che
non garantiscono i minimi diritti civili, sindacali ecc.
8 marzo 2005 0:00 - Paolo
penso che il problema dei dazi sia mal posto. Se i dazi sono
lo strumento per realizzare il protezionismo, questa
filosofia avrà vita breve. Per contrastare seriamente
l' ondata di prodotti a basso prezzo farei in modo che i
governi di quei mercati (Cina. India,..) siano costretti ad
adottare tutte le politiche di garanzia verso il lavoratore
e di certificazione qualitativa e ambientale caratteristica
del lavoro delle società occidentali, che hanno un forte
impatto sul nostro costo del lavoro. Non posso tollerare che
il basso costo della manodopera,di per se non negativo, sia
tale perchè le realtà lavorative locali non offrono alcuna
garanzia al lavoratore nè all' ambiente (ISO 14000). I
nostri governi dovrebbero spingere perchè in tali paesi si
strutturi un sistema di certificazione, con relativo marchio
di garanzia, che obblighi a fornire un ambiente sicuro e
rispettoso della salute del lavortore (divieto dello
sfruttamento del lavoro minorile,...) e che rispetti l'
ambiente. Dal mio punto di vista farei in modo che sia
vietata la commercializzazione di prodotti derivanti da
sfruttamenti o processi pericolosi per l' ambiente.
Se dopo tutto questo i loro costi saranno sempre più bassi
dei nostri, come presumibile, inevitabilmente sarà il
nostro turno di tirare la cinghia ... e di parecchio.
Saluti
8 marzo 2005 0:00 - FABRIZIO
Il Gentile Sig. Donvito scrive:
"La risposta
e’ nei reggiseni di cui sopra. Il dramma e’ nella
fatalistica attesa che cio’ non sarebbe accaduto e quindi
nel non aver cercato di adeguare le proprie produzioni a
questo nuovo impatto"
Mi scusi, Sig.
Donvito, ma lei crede veramente che sia possibile adeguare
le nostre produzioni (o quelle europee) a questo impatto
senza precedenti ?
Allora Le consiglio di
dare per primo il buon esempio autoriducendosi lo stipendio
alla "folle" cifra di 50 euro al mese !
(tanto prende un dipendente cinese)
Anzi, visto
che Ella é probabilmente un funzionario, le posso concedere
200 euro al mese, e cioé lo stipendio di un funzionario
cinese !
Dopo di che potrà anche avere
voce in capitolo e chiedere (se ci riesce) a far fare
altrettanto ai lavoratori tessili italiani !
Poi Lei scrive ancora:
"l’unico a farne
le spese sara’ il consumatore, che i suoi governanti
vogliono che continui ad acquistare a prezzi alti "
Quelli che Lei scrive come "prezzi alti",
sono i prezzi di mercato della produzione industriale
occidentale, e se sono "alti", la colpa non é
certo nostra ma solo del fatto che sono prezzi scaturiti da
un severo controllo di gestione che tutte le aziende sane
devono fare se vogliono sopravvivere.
Forse Ella
non sa che nel ciclo di produzione industriale (e quindi
anche nei nostri) i costi maggiori sono la manodopera e
l'energia che serve per trasformare la materia prima in
prodotto finito.
Quindi, se tanto mi da tanto,
secondo la sua ricetta, la busta paga degli italiani
andrebbe ridotta di 10-20 volte e la stessa cosa per
l'energia (provi a vedere se da qualche parte riesce a
trovare il petrolio a 5-6 dollari al barile).
Solo che le aziende, sono nate per fare profitto e non
perdite !
Lo stato, ha già provato a fare
automobili, panettoni, ed altre cose varie, ma non mi sembra
che abbia avuto ottimi risultati.
Un mercato come
quello europeo occidentale é troppo importante ed ha
equilibri troppo delicati per lasciarlo in balia del
"libero mercato selvaggio" !
I guasti
che sta facendo la globalizzazione selvaggia, ce li
porteremo dietro per almeno 30 anni !
Io e Lei
forse non ci saremo più, ma i nostri figli ? (io ne ho 2 e
Lei ?)
Cosa faremo quando avremo la possibilità
di indossare reggiseni a mezzo dollaro la dozzina ma niente
da mangiare ?