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4 luglio 2007 0:00 - Veltroni Santo
L’Unto del Signore - Lo stellone di buona memoria continua a proteggere l’Italia, e Dante, ad oltre sette secoli dal suo viaggio ultraterreno, si sta accreditando come profeta non meno grande del poeta: finalmente, è arrivato il Veltro, destinato a salvare l’Italia, e forse il mondo intero, da tutte le sventure. Bisognerà accendere parecchi ceri di ringraziamento, e fare ammenda della scarsa fede per cui si era ritenuto che l’epoca della manna dal cielo fosse finita da un pezzo.Il segretario del nuovo Partito Democratico non è stato ancora eletto, ma sembra che tale adempimento sia del tutto inutile, perché l’incoronazione è già avvenuta a furor di popolo: Il Sindaco di Roma, pur non avendo le doti dei generali di Napoleone, è stato promosso sul campo ed insignito dei gradi di Sindaco d’Italia. Manca soltanto la proposta, o meglio la pretesa, di farlo “santo subito”.Eppure, il discorso di Torino, che ha delineato un programma a dir poco taumaturgico, capace di risolvere tutti i problemi del bel Paese e di ricondurlo allo stato di natura caro all’utopia di Gian Giacomo Rousseau, non ha chiarito l’essenziale, e cioè quali siano le fonti finanziarie capaci di supportare una spesa per cui non esiste aggettivazione che non sia riduttiva. Per la verità, il Nostro pensa ad un ampliamento del gettito fiscale riveniente non solo e non tanto dalla lotta all’evasione, ma prima ancora, da virtuose adesioni di massa al nuovo corso, che vivono soltanto nella fantasia di certa sinistra “chic”, in cui le utopie si confondono con studiate ingenuità.Veltroni si presenta sul proscenio della grande politica come un salvatore della patria, destinato a compiere il miracolo perché, a differenza dei suoi “competitors” dell’una e dell’altra sponda, è l’Unto del Signore. Non a caso, prima di sciogliere la riserva e di concedersi all’abbraccio liberatorio del Lingotto, è salito a Barbiana, per “trarre gli auspici” dalla tomba di don Lorenzo Milani, della cui scomparsa, proprio in questi giorni, ricorre il quarantennale. Ecco una strumentalizzazione a dir poco smaccata: invece di mutuarne il convincimento di ritirarsi in Africa nell’impegno a favore dei bambini e dei diseredati del terzo mondo, cosa che aveva pensato di fare alla scadenza del suo mandato in Campidoglio, è stato folgorato come Paolo sulla via di Damasco, maturando la decisione del grande sacrificio per il bene comune, e non solo per quello degli amati progressisti e compagni di viaggio. Il nuovo Sindaco del terzo millennio si impegnerà per tutti, e non solo per coloro che lo avranno votato.A parte il fatto che vendere la pelle dell’orso prima di averlo ucciso è sempre stato uno sport piuttosto pericoloso, ciò che lascia di stucco è questa sorta di “imprimatur” che il buon Walter è andato a chiedere a don Lorenzo: un Uomo, questo sì con la maiuscola, che si era donato anima e corpo alla causa degli umili e degli ultimi, e che non aveva mancato di affermare in ogni occasione la sua fede democratica, ma proprio per questo, rigidamente anticomunista. Come Veltroni?Don Lorenzo ebbe momenti di notorietà, non soltanto con la sua azione pastorale e con il suo impegno quasi messianico di educatore, ma nello stesso tempo, con i problemi giudiziari che lo videro protagonista di una famosa “querelle” con alcuni Cappellani militari, tra cui il compianto don Luigi Stefani, esule da Zara, alpino della “Julia”, sensibile ai valori di un continuo ed impegnativo volontariato come volle dimostrare con una lunga milizia nella Venerabile Arciconfraternita della Misericordia fiorentina e nelle Opere del Soccorso, compresa quella in favore dei profughi ungheresi, ma attento anche ai principi sacri della patria e dell’onore: del resto, non erano stati Cappellani militari Uomini come don Carlo Gnocchi, il Santo dei mutilatini, don Giulio Facibeni, il fondatore dell’Opera della Divina Provvidenza “Madonnina del Grappa”, o don Reginaldo Giuliani, eroe della prima guerra mondiale?Chi conobbe don Lorenzo Milani e don Luigi Stefani può ben dire che furono accomunati dall’amore per il prossimo, sebbene l’uno fosse antesignano del futuro, e l’altro, paladino della tradizione: due mondi che avrebbero potuto e dovuto incontrarsi, e che non è giusto riproporre al giorno d’oggi in un’antitesi strumentale, al pari di certe improbabili genuflessioni sul povero sepolcro di marmo bardiglio, non certo di prima scelta, che ricorda meglio dei proclami avveniristici del Veltro la semplicità e la forza morale del parroco di Barbiana. Carità di patria esige, tuttavia, che all’Unto del Signore giunga l’augurio di poter essere tale fino in fondo, per gestire con esemplare onestà e correttezza una cosa pubblica fin troppo bistrattata dai troppi assalti alla diligenza dell’una o dell’altra fazione, o più verosimilmente, per digerire gli effetti di una probabile disavventura elettorale dagli scomodi scranni dell’opposizione, anziché da una stimolante missione in terra d’Africa, a cui il Veltro ha dovuto rinunciare in ossequio alla Chiamata.

22 maggio 2007 0:00 - ANNAPAOLA LALDI
Per Lorenzo.
Caro Lorenzo, io, un realtà, ho fatto poco; solo trascrivere quei passi così densi e anche misteriosi che si trovano nel libro di Isaia. Però, se questa cosa semplicissima ti ha dato un po' di speranza, come dici, sono contenta e grata alla vita che ciò avvenga a causa mia.
E ti dico che anche il mio incontro con questi brani avvenne in un momento di svolta (difficile) della mia vita.
Mi ritrovai a leggere il primo brano che cito qui la domenica delle Palme del 1971 (allora facevo la "Lettrice" alla messa) e, mentre leggevo, sentivo che mi riguardava. E di lì a pochissimo si dimostrò che era vero.
Non so quale sia la tua "lotta", in cui devi andare avanti, ma ti auguro di procedere con fiducia e compassione sulla tua strada con profonda onestà intellettuale. A queste condizioni, a quanto ho capito io vivendo, nessuno viene abbandonato in balia di se stesso o degli "avversari".

21 maggio 2007 0:00 - lorenzo
cara Annapaopla
Ti ringrazio per questo toccante e puntuale articolo ;questa mattina mi hai dato un po' più di speranza per andare avanti nella mia lotta perchè forse non sono proprio solo .
ciao
lorenzo
10 aprile 2005 0:00 - Damiel
E' possibile con la crisi che attualmente investe il sistema sovrapporre i due sistemi e porli sullo stesso piano, in quanto in entrambi i casi si parla di elette o eletti; tuttavia questo, penso, non deve trarre in inganno.

Un sistema gerarchico come quello sacerdotale, concordando con Mario, si differenzia presentando una struttura piramidale (con il vertice in alto) più complessa ed è organizzato secondo una dottrina che comprende particolari, diciamo, insegnamenti e procedure di investimento.

Un sistema democratico ha un potere decisionale che deriva dalla base (può essere visualizzato come una piramide con il vertice in basso) e spesso questa volontà decisionale (la storia ci insegna) può essere orientata da quanti o quante possiedono doti di leader, ma con scopi che pongono in essere non necessariamente coerentementi rispetto a quanto raccontoano di dire; tale aspetto determina che se conferita male la fiducia ad un/una leader possono seguire un'enormità di conseguenze gravi prima che la moltitudine-massa "incantata" prenda consapevolezza, con quanto comporta il dilatarsi dei tempi di "reazione".

Passiamo all'elezione.

Il popolo se immiserito nella sua qualità di Popolo Sovrano, può essere oggetto di un bombardamento mediatico in grado di trasformare la percezione della realtà che lo circonda, portandolo a decisioni indotte ed a comportamenti "consigliati" che denotano i caratteri della manipolazione delle masse (un poco come la paura dell'inferno, la caccia alle streghe o la registrazione di quanti fanno sventolare, volendoci lanciare in ipotesi di "grande fratello", una bandiera della pace...).

Il sacerdote / la sacerdotessa (chi ha competenza nell cose sacre) percorre la sua Via seguendo una vocazione che col tempo potrà rivelarsi una chiamata sempre più intellegibile (non trovo attualmente riferimenti in questo senso nonostante le varie valutazioni che ci bombardano in questi giorni); tale chiamata, si mostra subito situazioni complesse da affrontare, ma al contempo costituisce l'evidenza che le sempre nuove prove da sostenere sono formative ed offrono le opportunità per maturare nella propria vocazione iniziale.

La via sacerdotale è un percorso che trae la sua forza maggiore dalla solitudine (vista come limite delle possibilità fisiche e umane) e dal dialogo intimo sul quale si fonda quella Fede che mostrerà agli altri "senza mostrare" se si ha di fronte chi ha ricevuto il Crisma o un/una cabarettista da crociere di qualche roggia lombarda.

L'Elezione ripeterà nel senso la frase: "molti sono i chiamati, ma pochi [ \poche ] gli eletti [ \ le elette ]" e si rivelerà in una determinazione e una risoluzione non comune; perchè sarà espressione di quella Volontà identificante un Disegno [ Intelligenza ] che ha un'origine superiore alla volontà delle moltitudini ed anzi ne diviene guida (sul piano spirituale, ma non solo).

Nell'antico Egitto la Guida dei Due Regni, era spirituale e politica. Vi è però da scrivere che Maat (la Dea di Verità e Giustizia) operava una forma di correggenza, cosa forse oggi poco praticabile al punto che è opportuno preferire la soluzione di sistemi laici.

Infatti i tempi di Dio possono essere "bibblici" e si deve tener conto che le persecuzioni, gli olocausti... hanno insegnato cosa non deve più accadere. La responsabilità di "trasgredire" in un sistema teocratico non conosce indulti o condoni (nella forma in cui siamo stati abituati a vedere), tuttavia la separazione dei poteri (in particolare in Italia con la pesante presenza di Città del Vaticano) si è dimostrata una soluzione valida (e consente di operare in tempi più "ragionevoli").

E' naturale che in forma laica ogni voce può essere richiesto venga ascoltata, sarà poi il contenuto che le conferirà tono o la disperderà confondendola nel caos generale.

In conclusione vi è in entrambi i casi un'elezione, ma l'origine del potere come autorità conferita è su due piani diversi e nel caso della Teocrazia si può ammettere un'Infallibilità... ma solo una volta che l'uomo / la donna sono realmente Pontefice Massimo (Il Ponte che raccorda la realtà umana con la realtà divina e viceversa [ il potere di legare e dividere le cose in terra e in cielo ]).

In amicizia,
Damiel
9 aprile 2005 0:00 - Damiel
Hail Sancta Propago,
non ricordo se alla fine come si è concluso l'esperimento che voleva accertare quale fosse la lingua universale; sei aggiornato/aggiornata a riguardo?
Se non ricordo male Federico oltre alla ricerca dell'armonia nella misura della proporzione cosmica e lo studio dell'Alkimia ricercava risposta a questi ed altri quesiti di ciò che si dice/diceva esser innato.
In amicizia,
Damiel
8 aprile 2005 0:00 - Mario
X Damiel

il post
"La frase corretta era la seguente:
"gli uomini che avevano responsabilità di governo in passato erano considerati unti dal Signore. Ma con la democrazia - ha aggiunto - il potere del governo è nella sovranità del popolo, e quindi potremmo dire che sono unti dagli elettori".

C'e' un po' di differenza!!!!"

non l'ho scritta io, ma un omonimo.
Personalmente non potre mai paragonare una struttura gerarchica come quella ecclesiastica alla democrazia, in tal caso credo che dovrei reiscrivermi alle elementari e ricominciare da capo.

Senza offesa per nessuno e rispettando le opinioni di tutti.

ciao

7 aprile 2005 0:00 - sancta propago
wwww.geocities.com/k_hohenstaufen
www.federicostupormundi.it
4 aprile 2005 0:00 - Damiel
Mario operi un paragone tra Teocrazia e Democrazia?
4 aprile 2005 0:00 - Mario
La frase corretta era la seguente:

"gli uomini che avevano responsabilità di governo in passato erano considerati unti dal Signore. Ma con la democrazia - ha aggiunto - il potere del governo è nella sovranità del popolo, e quindi potremmo dire che sono unti dagli elettori".

C'e' un po' di differenza!!!!
25 marzo 2005 0:00 - Damiel
Annapaola,
chi non ha il proprio centro di gravità vuole (e necessità) il riconoscimento da parte degli altri; quando poi addirittura giudica aspramente chi si permette di contestarli.
Personalmente mi piace il confronto e stimo le diversità che emergono da un "sentire" autentico; e per quel poco che forse ho colto da quanto scritto da Mario, quel che interessa è porsi dinanzi ad una piccola o grande conoscenza con l'umiltà dei Filosofi.
A proposito della Pasqua si può, forse, rievocare un'antica affermazione: Io sono nato, perchè sono morto [ cfr. Riti di passaggio ].
Il Cristianesimo attinge da molte culture e nel tempo ha rielaborato molti insegnamenti tradizionali, così, a mio vedere e non solo, abbiamo, possiamo dire, un tesoro del quale non conosciamo il suo valore.

"Il Signore Dio mi ha dato una lingua da iniziati".

Ho accostato uno spunto ad altri spunti.

In Amicizia,
Damiel
21 marzo 2005 0:00 - ANNAPAOLA LALDI
Per Daniel e per Mario.
Mi rincresce, ma vado un po' di fretta perché ho del lavoro arretrato da svolgere per una data precisa che si avvicina...
Dico solo questo che mi sembra la cosa più importante.
Io ho dato quello che avevo e voi prendete da lì quello che potete e sapete. Tutto qui.
Del resto, ingenerale, gli autori di un qualunque scritto o dipinto, o musica o altro, sono sempre almeno due: l'autore in senso stretto e universalmente riconosciuto come tale, cioè chi produce quella certa cosa, e poi il lettore, l'ascoltatore, l'osservatore.
Vi ringrazio perché le vostre osservazioni sono rispettose, come è giusto, nei miei riguardi, però sono VOSTRE. Che io le condivida o meno, non incide per niente sulla loro validità, così come ciò che dice ciascuno di voi non incide né modifica quello che ho offerto io, almeno ai miei occhi.
E questo mi pare importante, proprio in un forum, in cui il punto essenziale, secondo me, non è "discutere", cioè stabilire se ho più ragione io o l'altro (dato che ciascuno ha le sue sacrosante ragioni di dire ciò che dice), ma piuttosto accostare a uno spunto di partenza tanti altri spunti.
Di nuovo grazie dell'attenzione e del contributo prezioso che date.
21 marzo 2005 0:00 - Mario

Per quel poco che conosco e rifacendomi (solo come spunto) a quanto scritto da Damiel in merito agli "unti" già dai tempi dell'antico Egitto, alcune cose mi lasciano un perplesso (tra l'altro complimenti per il tuo post, scritto veramente molto bene).

Per la verità non ho ben capito se con questo post hai cercato di dimostrare una verità oppure ti sei limitata semplicemente a dare una tua interpretazione (a farla breve non ho capito la tua posizione rispetto al cristianesimo ed alla fede in generale).

Di fatto, il cristianesimo è il sunto di decine di religioni diverse di cui è andato via via acquisendo ed adattando le proprie “linee ideologiche” nei luoghi e nei tempi e nei luoghi fino ad originare “ipocrisie” nei casi di massima intolleranza verso questa fede.

Se non erro sono i due figli di Abramo, Isacco e Ismaele che hanno dato origine all'islam ed al cristianesimo, possiamo quindi riferirci a questo esempio come ad una prova.

Credo che l'origine più logica sia da ritrovare nelle origini migratorie del popolo ebreo che finito in schiavitù sotto diverse culture (vedi Babilonesi ed Egizi) costruirono una fede basata su un dio che per la prima volta non è sovrano/dio ma un dio/sovrano. In tal modo costruirono le parti della filosofia del loro soggetto religioso e già nell'antico testamento ne possiamo trovare delle tracce come la personificazione del sovrano di babilonia nella figura di helel o più definitamente "demonio" così come lo conosciamo attualmente, oppure con i miracoli del mar rosso e dell’individuazione delle acque nel deserto durante il massiccio esodo capitanato da Mosè (che di fatto era stato allevato come un principe egizio e quindi conosceva le canalizzazioni e l’andamento delle maree mentre gli ipotetici eserciti che li inseguivano no! ).

Sulla questione di cose da scrivere ce ne sarebbero un mare ma per sintetizzare il mio pensiero, credo che i concetti storici sono stati tradizionalmente stravolti, modellati, ricostruiti ed a volte anche inventati proprio per cercare di aumentare il coinvolgimento popolare, vedi un Gesù bianco in una località dove la popolazione è scura, vedi un adattamento delle varie icone della madonna che tradizionalmente bianca arriva ad essere anche la “madonna nera”, arrivando ai giorni nostri con il cristianesimo che conosciamo.

Ecco perché dal tuo post ho evinto solo una spiegazione in chiave mistica ma non storica della vicenda.

Spero di essere stato chiaro e non confusionario ed in tal caso scusami non sono molto abituato a scrivere e con questo post non voglio essere né polemico né offensivo.

Ciao

20 marzo 2005 0:00 - Damiel
Ciao Annapaola,

Israel - può essere interpretato come chi combatte con Dio; nel senso di Guida ed Alleanza.

Circa poi il Tremore o il "segno lasciato da Dio" questo, penso, possa specificare la conseguenza di uno "stress psicomentale" di chi Lo, diciamo, avvicina.

Tale stress deriva da un grado di Coscienza superiore rispetto a quello che ordinariamente si è abituati a mantenere o sostenere.

...

L'argomento è interessante.

Circa i Perfetti (era una definizione attribuita ad alcuni catari e catare), mi piace pensare che ve ne siano ancora ^_^

Ad ogni modo credo che il Sentire sia qualcosa qualcosa di dinamico in grado di favorire uno scambio di idee e un dialogo stimolante.

Da dove viene?
Il mio regno non è di questa terra [...]

Ti suggerisce qualche riflessione?

In Amicizia,
Damiel
19 marzo 2005 0:00 - ANNAPAOLA LALDI
Daniel, non ho niente da aggiungere, perché ho scritto tutto quello che in questo momento so e sento sull'argomento. Quindi, se te ne vale la pena, rileggi bene quanto ho scritto. Se non ti soddisfa, pazienza. Nessuno è perfetto.
Dell'Antico Egitto non so molto, e quindi non mi avventuro su quel terreno,ma non mi meraviglia il fatto che vi sia una stretta relazione con la tradizione ebraica (e poi cristiana). In realtà, di nuovo, sotto il sole non c'è molto da diversi millenni a questa parte. Mi limito perciò alla tradizione biblica, che mi è più vicina. Come ho risposto ad Alex, so di aver messo in luce solo un aspetto, che peraltro mi pare il più importante per il cristianesimo, di cui fra una settimana si celebra l'evento fondante. Per gli altri aspetti come l'unzione dei re e dei profeti nella tradizione ebraica della Bibbia, spero di mettere insieme il materiale in un prossimo intervento. Ma la cosa è impegnativa e ho bisogno di tempo. Quanto ho scritto adesso, invece, per quanto impegnativa anch'essa, è una cosa che mi appassiona da parecchi anni, e mi è sembrato di poterla affrontare con sufficiente tranquillità.
18 marzo 2005 0:00 - Damiel
Annapaola... Qual è il senso del tuo msg?
Cosa vuoi affermare?

La tradizione dell'Unzione era già presente (come rito tramandato) già nell'Antico Egitto.

Solitamente identifica anche un re sacerdote.

Gradirei comprendere...

~§~ Veritas et Iustitia in Corde Tuo ~§~
17 marzo 2005 0:00 - ANNAPAOLA LALDI
Alex, hai ragione. Ho cominciato da questa parte, dato che c'era l'occasione della domenica delle Palme con quella lettura di Isaia, però sto pensando proprio a continuare il discorso nel senso che dici tu. Grazie dell'apprezzamento e del suggerimento.
15 marzo 2005 0:00 - Alex
Molto bello, profondo e interessante. tuttavia l' unzione è un apratica molto citata nella Bibbia, basti pensare alla individuazione di re Davide il più giovane tra i fratelli unto dal profeta.
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