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11 maggio 2005 0:00 - Pier Giorgio
Quello che si dice del prosciutto dovrebbe valere per tutti i prodotti(alimentari e non) Intanto se chiedi alle(ai) commesse/i della grande distribuzione, quelle o quelli non sanno un bel nulla e se sanno qualcosa sono istruite/i dai capi servizio (provare per credere, vi risponderanno --certo che è buono, lo usa anche la mia mamma!)). Questi capi servizio, poi non sono neanche il mezzo vino informativo dei vecchi negozianti di un tempo, quelli sotto casa dove ti dicevano tutto (spesso si facevano gli insaccati, i dolci ecc.da loro stessi) e se perdevano un cliente ne perdevano cento. Allora maggior sicurezza e niente etichette. Il vecchio detto che recita o recitava: E' più ascoltato un cliente che dice male che cento che dicono bene.Potenza del passaparola altro che di etichette. Questa mania di etichettare tutto porterà ad una ridondanza incontrollabile di fandonie incomprensibili, vaghe, inutili, e tutta la saputellagine informativa perchè sta scritta su di un elenco che hanno voluto tutti per salvarsi la sedia, diverrà l'ennesima buffonata burocratica e l'ennesimo lievitare di inutili costi. E poi basta con questa ormai fuori luogo e riempi bocca di " consapevolezza " di richiesta di informazioni al commesso, ( ma si vede che non vi trovate mai al banco di un supermercato, dove nessuno chiede mai niente perchè da buon italiano, si sente osservato, potenzialmente criticato, fa la figura dell'ignorante davanti a tutti gli altri in attesa del proprio turno. L'unica cosa che si può fare è che se non ti va il prodotto, dopo lo butti e ci riprovi con un altro.Prova a lamentarti, vedrai con quali risultati! La stragrande maggioranza dei consumatori guarda l'estetica del prodotto(oh..che bella carne, che bel taglio di prosciutto, che belle banane, che bella maglia), non la sua intrinsecità, composizione(piccolo chimico) o quanti nitriti o grammi di sale ci hanno messo dentro( e come, poi, giudicare se va bene e se non ci sono componenti tossiche?). Poi ci sono le truffe, cioè quelli che scrivono cose diverse dal vero, ancorchè
non tossiche e il consumatore come se ne può accorgere? A meno che non stia male(esame gastrico o altro) o muoia(autopsia) per intossicazione(ammesso che abbia conservato parte del prodotto sospetto e che qualcuno lo metta all'attenzione di qualche autorità responsabile), Allora, per questi ed altri dubbi, come ci si può attendere il paradiso in terra dall'esame delle etichette o dall'informazione del commesso, se non osservandole con legittimo dubbio invece di ostentarne la sicura comprensione ? Da ultimo... chi mai intenterà una causa giudiziaria sull'etichetta di un'ananas, o di un salame, o di una mutanda?? Però ci dicono che siamo consumatori "consapevoli" ! ? ! ?
Magari cornuti e contenti...
10 maggio 2005 0:00 - CarBoc
Ma il commerciante conosce la provenienza del prosciutto, o è da ritenersi a priore così onesto da rispondere veritieramente?
CarBoc
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