Quello che si dice del prosciutto dovrebbe valere per tutti
i prodotti(alimentari e non) Intanto se chiedi alle(ai)
commesse/i della grande distribuzione, quelle o quelli non
sanno un bel nulla e se sanno qualcosa sono istruite/i dai
capi servizio (provare per credere, vi risponderanno --certo
che è buono, lo usa anche la mia mamma!)). Questi capi
servizio, poi non sono neanche il mezzo vino informativo dei
vecchi negozianti di un tempo, quelli sotto casa dove ti
dicevano tutto (spesso si facevano gli insaccati, i dolci
ecc.da loro stessi) e se perdevano un cliente ne perdevano
cento. Allora maggior sicurezza e niente etichette. Il
vecchio detto che recita o recitava: E' più ascoltato
un cliente che dice male che cento che dicono bene.Potenza
del passaparola altro che di etichette. Questa mania di
etichettare tutto porterà ad una ridondanza incontrollabile
di fandonie incomprensibili, vaghe, inutili, e tutta la
saputellagine informativa perchè sta scritta su di un
elenco che hanno voluto tutti per salvarsi la sedia,
diverrà l'ennesima buffonata burocratica e
l'ennesimo lievitare di inutili costi. E poi basta con
questa ormai fuori luogo e riempi bocca di "
consapevolezza " di richiesta di informazioni al
commesso, ( ma si vede che non vi trovate mai al banco di un
supermercato, dove nessuno chiede mai niente perchè da buon
italiano, si sente osservato, potenzialmente criticato, fa
la figura dell'ignorante davanti a tutti gli altri in
attesa del proprio turno. L'unica cosa che si può fare
è che se non ti va il prodotto, dopo lo butti e ci riprovi
con un altro.Prova a lamentarti, vedrai con quali risultati!
La stragrande maggioranza dei consumatori guarda
l'estetica del prodotto(oh..che bella carne, che bel
taglio di prosciutto, che belle banane, che bella maglia),
non la sua intrinsecità, composizione(piccolo chimico) o
quanti nitriti o grammi di sale ci hanno messo dentro( e
come, poi, giudicare se va bene e se non ci sono componenti
tossiche?). Poi ci sono le truffe, cioè quelli che scrivono
cose diverse dal vero, ancorchè non tossiche e il
consumatore come se ne può accorgere? A meno che non stia
male(esame gastrico o altro) o muoia(autopsia) per
intossicazione(ammesso che abbia conservato parte del
prodotto sospetto e che qualcuno lo metta all'attenzione
di qualche autorità responsabile), Allora, per questi ed
altri dubbi, come ci si può attendere il paradiso in terra
dall'esame delle etichette o dall'informazione del
commesso, se non osservandole con legittimo dubbio invece di
ostentarne la sicura comprensione ? Da ultimo... chi mai
intenterà una causa giudiziaria sull'etichetta di
un'ananas, o di un salame, o di una mutanda?? Però ci
dicono che siamo consumatori "consapevoli" ! ? !
? Magari cornuti e contenti...
10 maggio 2005 0:00 - CarBoc
Ma il commerciante conosce la provenienza del prosciutto, o
è da ritenersi a priore così onesto da rispondere
veritieramente? CarBoc