e dov'è la novita??? mi sembra che ad ogni
elezione politica o referendum ci siamo queste
limitazioni???Perche' donvito si scalda tanto in
occasione di questo referendum?
5 giugno 2005 0:00 - Alex
Risposta semplice: il meccanismo del quorum
"punisce" chi va a votare no, per cui per assurdo
chi va a votare no in realtà aiuta il sì ad
affermarsi. Chi propone i referendum non può nemmeno
pretendere di vincere con circa il 25% di voti favorevoli
(50% di quorum * 50% di voti favorevoli). Chi è contrario
non deve votare NO, deve semplicemente non recarsi alle
urne. Queste sono le regole e ci si adegua. Le leggi le
fa il parlamento, il referendum (in Italia solo abrogativo)
va utilizzato con parsimonia e su temi chiari e semplici,
altrimenti si fa solo confusione (nella testa e
legislativa).
5 giugno 2005 0:00 - veronica
Diritto di voto..ma non per tutti...che dire di tutti quelli
che lavorano o studiano lontano dal luogo di residenza e non
sempre possono permettersi di pagarsi il viaggio o prendere
giorni di ferie per poter votare? perchè non si rende
possibile il voto dal comune di domicilio?
5 giugno 2005 0:00 - Giuseppe P.
Non capisco perche si inviti a non votare i referendum in
genere, quando è un istituto importantissimo per la nostra
democrazia.
Soprattutto quando i quesiti hanno a
che fare con temi delicatissimi, a cui il Parlamento ha dato
una risoluzione brusca. Sarebbe interessante stare a
sentire come la pensano con un si o con un no gli
italiani.
E poi, parte dell'astensione non
significherà RIFIUTO DI CAMBIARE LA LEGGE, cioè voglio
dire che non si potrà prendere in toto il dato degli
astensionisti e dire "Astensione politica",
l'astensione ai referendum è sempre fisiologica,
soprattutto nei giorni estivi. Quindi ci saranno 1- Gli
astensionisti qualunquisti 2- Gli astensionisti politici 3-
Gli astensionisti del 'sti
cazzi-che-bella-giornata-io-vado-a-mare.
Lo so
che la chiesa ama le votazioni in gran segreto e per pochi
eletti, sta nel suo dna, mi meraviglio dei servi che siedono
in Parlamento:
Il Parlamento NON PUO ESPRIMERE LA
MORALE DI UN PAESE. Può rappresentare il Popolo, ma mai i
principi morali di ciascuno. Ecco perche è venuta fuori
quel mostro di legge.
Ed ecco perche questi
referendum sono importanti, sia con con un "si"
sia con un "no". Perche si ha paura che 57 milioni
di votanti si esprimano con un si o con un no?
I
57 milioni di votanti, gli "amministrati" avranno
la rara occasione di compiere un atto da
"amministratori".
3 giugno 2005 0:00 - Alex
x massimo
I preti non pagano le tasse? questa mi
è nuova. Se fosse fissato il limite del 25%, contro
ogni logica democratica potrebbe vincere il sì con una
percentuale di solo il 25%(+1) contro un totale del 75%
delle persone che hanno votato contro e (legittimanente e
per vari motivi) non si sono espresse. Non sarà giusto
sfruttare l'astensionismo fisiologico a favore del no
(ma se uno non ci va evidetemente non voleva certo votare
sì), ma ancora meno corretto è rendere obbligatorio il
voto per un referendum oppure imporre la vittoria per
percentuali minori del 50%+1.
3 giugno 2005 0:00 - Alex
Non è sbagliato che il quorum ci sia, infatti non sarebbe
accettabile che se un solo cittadino andasse a votare al
referendum SI questo debba essere ritenuto valido e
vincente.. con un meccanismo senza quorum UN solo cittadino
potrebbe decidere per 60 milioni! Ovviamente è un caso
limite, ma è giusto che un referendum sia ritenuto valido
solo se raggiunge un certo "interesse" tra i
cittadini. Non votare è un diritto, legittimo e
democratico, per esprimere un non-voto e/o il dissenso
rispetto all'uso di un tale strumento. Non deve essere
una minoranza a decidere per la maggioranza, quando si
cambiano leggi già in vigore è giusto che la maggioranza
sia "qualificata". E soprattutto, se il
referendum è valido, vengono destinati dei fondi ai
comitati promotori.. ora, io con il non-voto posso esprimere
anche il mio dissenso verso lo spreco di risorse pubbliche
per finanziare i promotori di un referendum nel quale non mi
riconosco. Un conto sono le votazioni
politiche/amministrative, nel quale il voto è un dovere
perchè decido come amministrare il paese in cui vivo, un
conto è il referendum che è un meccanismo di democrazia al
quale posso anche decidere di non aderire, e che non è
necessario per la vita del paese. Però bisogna essere
chiari sul tema di chi non può andare a votare, non può
venire fuori solo quando è a rischio il raggiungimento del
quorum. E nelle elezioni politiche ed amministrative?
2 giugno 2005 0:00 - Giuseppe P.
Sono uno studente universitario di Roma, il mio seggio e a
Taranto. Non potrò votare per via degli esami (dovrei
prendere il treno, votare e riprendere il treno in
serata). Tra l'altro lavoro anche la sera.
Perche gli italiani all'estero e io no? Perche i
degenti in ospedale e io no?
Sono cittadino di
serie C?
2 giugno 2005 0:00 - massimo
Se va a votare il 50% più uno degli aventi diritto, con
l'attuale legge, il referendum è valido. Ergo
,già oggi se di quel 50% più uno il 25% più uno vota sì,
la legge è abrogata. Quindi ritengo basti fissare il
limite minimo dei sì al 25% più uno per validare il
referendum. Così salviamo il diritto di votare no e
quello di astenersi.
X guido personalmente
non voglio impedire a nessuno di parlare, inclusa la chiesa,
paghino però i preti le tasse come tutti invece di
parassitare lo stato .
2 giugno 2005 0:00 - guido
Ma scusate chi è costretto a non andare a votare? chi è
che scrive queste fesserie. In questo paese tutti
parlano e si vuol impedire farlo alle autorità religiose
cattoliche. Viva Stalin e Adel Smith....
2 giugno 2005 0:00 - Mario
E' esattamente quello che ho sempre sostenuto, sin da
quandi Bettino Craxi ebbe per la prima volta il
"coraggio" di invitare i cittadini a disertare i
referendum. Forse, come sotenete voi, questo campagna
del non voto è contro la legge, ma di sicuro non è
democraticamente accettabile: non è ammissibile che chi si
sente in minoranza, sfrutti la fisiologica percentuale di
astensionismo che si verifica ad ogni consultazione
elettorale. Una proposta come tante altre potrebbe
essere quella di fissare come quorum per un dato referendum
la percentuale dei votanti delle ultime elezioni tenutesi a
livello nazionale. Di certo bisogna cambiare qualcosa nel
meccanismo di questo importante mezzo di democrazia, in modo
che i fautori delle opposte fazioni possano competere
equamente.