Roberto, probabilmente le tue sofferenze saranno diventate
più acute quando hai fatto i "lavoretti" a scuola
per le feste della mamma, quando hai iniziato il contatto
con la scuola. Magari i tuoi compagni di scuola ti
avranno chiesto "dove sta tua madre? perche vivi con i
nonni?"
Sentirsi l'eccezione alla
regola. Ovviamente non ho nessun dubbio che tu abbia
sofferto per la sua non presenza al di là dell'ambiente
scolastico, soprattutto perche la sua assenza in questo caso
era determinata dalla sua mancanza improvvisa.
Non sarà il caso tuo, pero a volte le maggiori sofferenze,
quando magari non si ha mai conosciuto un padre o una madre
sono determinate dalla società. Il compagno-di-scuola,
voce-sincera-ma-terribilmente-cattiva che fa notare la tua
"diversità" è secondo me a creare il problema
maggiore. I problemi dervivano cioè dall'osservazione
del paradigma (padre-madre), fatto passare come "unica
perfezione e soluzione".
Per essere più
chiaro, faccio un esempio banale. Ricordo ad esempio, alle
scuole medie c'era una ragazza che all'ora di
religione usciva, perche testimone di geova. Beh, oggi non
mi ritengo più cristiano, pero tutti la guardavano come
"strana", come se uscendo dall'aula
commettesse qualcosa di grave. Forse lei percepiva questa
nostra reazione e soffriva un po'.
Ovviamente
la questione "genitori" non ha paragoni con questo
esempio, perche la sofferenza che si può provare dal
rapporto con gli altri, è amplificata all'infinito per
alcuni.
La teoria che il bambino diventa malato
da grande se non è vissuto con il padre e la madre è solo
un teorema basato sull'"autoavverarsi della
profezia": si profetizza il problema che il bambino
potrà avere e subire danni... ci si comporta con questi
bambini in tal modo... da far avverare il teorema iniziale.
Quindi i danni maggiori sono causati dal nostro approccio ai
bambini che non hanno una "famiglia regolare".
Poi basta guardare la natura e gli animali. Quindi
non si puo chiamare la natura in causa, per giustificare
un'imposizione sociale di fatto.
Sintetizzando: un bambino con un padre, o con una madre,
soffriranno o avranno danni proprio perche la società li
difinisce "fuori norma". E' la società a far
sorgere in loro il problema del solo-genitore. Non è un
problema "naturale", ma "sociale".
28 giugno 2005 0:00 - Roberto
Lalla, mia madre è morta che ero bimbo ed io ho
passato qualche anno con i nonni, non per questo sono un
individuo malato (credo), ma ti assicuro che ho sofferto non
poco e certe cose ti segnano (come dice Tarcisio), non
reputo l'omossessualità una malattia e non è quello il
motivo per cui non mi pare giusto che una coppia gay abbia
la possibilità di adottare figli, il problema è che non
c'è un limite netto e preciso delle cose, ognuno ne ha
uno suo molto personale che non è più sbagliato di altri
ma solo diverso, quindi credo che qualsiasi legge a
proposito sarebbe giusta ed ingiusta allo stesso tempo. Io
personalmente darei un bimbo ad una coppia gay solo se non
ci fossero al mondo più coppie eterosessuali in cerca di un
figlio, ma questa è na mia opinione personale. Ciao.
28 giugno 2005 0:00 - Giuseppe P.
Fare i genitori è un mestiere molto difficile, non tutti
sono portati, c'è chi ha la vocazione chi no. Chi ha la
possibilità di diventarlo senza esserne in grado, facendo
poi tanti danni, e chi non ha la possibilità ma con tanti
punti di merito e grande sentimento di
maternità/paternità.
Non parlei tanto di figli
alle coppie. Ma figli ai single. Questo è il
punto. Di certo, non accetto la morale di chi si
azzarda a parlare di come la famiglia debba essere
conformata... quando non la ha. Non puoi guidare se non
hai la macchina.
Ultima osservazione: nel
desiderare la genitorialità, dovremmo cercare di eusarire
prima i minori abbandonati negli istituti e poi magari
ricorrere alla fecondazione.
Forse "da
grande", il mio ruolo nella società sarà quello
prendermi cura di un minore rifiutato da un bella coppia
modello eterosessuale.
I moralisti sarebbero
anche capaci di dire ideologicamente che il minore starebbe
meglio in istituto piuttosto che allevato da un/una single:
perche pongono la loro ideologia malata all'interesse
vero del minore.
x guido pistellato: metti
insieme droga e divorzio, tu sì invece che hai grandi
valori... dovresti un po' vergognartene. Ma le persone
come te non erano rimaste totalmente lobotomizzate* dopo i
gloriosi referendum degli anni 70? Si rifanno ancora
vive?
* metafora
27 giugno 2005 0:00 - Stefano
Nessuno di coloro che difende la famiglia "etero",
per cosi' dire, riesce a dare risposte soddisfacenti a
una semplice domanda, che continuero' a ripetere:
qual'e' il quid affettivo in piu' dei genitori
etero dato dalla natura ? Qui non si sta parlando di
riproduzione (complimenti a Roberto per l'eleganza!)
27 giugno 2005 0:00 - lalla
roberto, scusami ,ma io nn sono d'accordo con te, quanti
bambini perdendo in vari modi, uno dei 2 genitori, vengono
cresciuti da due figure dello stesso sesso? (mamma e nonna x
esempio) nn mi sembra che vengano fuori individui malati. e
poi la nostra società, anche a causa della religione, è
sessista e maschilista, quindi con i genitori gay nn ci
sarebbe nessun tipo di discriminazione sessista e magari
farebbero crescere i giovani con la visione del sesso come
qualcosa di naturale e nn di peccaminoso, riducendo di gran
lunga la nascita delle perversioni sessuali. io
personalmente nn ci trovo nulla di male nel fatto che i gay
possano avere bambini,meglio che lasciarli in orfanotrofio,
mi spiace solo x chi ha dei pregiudizi in merito, nn bisogna
pensare all’omosessualità solo dal punto di vista
negativo, xchè gli eterosessuali secondo me li superano. X
quanto riguarda l’estinzione della specie, credo che le
coppie omosessuali saranno sempre in minoranza rispetto agli
etero, e poi forse con il divieto da parte del sig ruini
alle coppie che nn possono avere figli, di sottoporsi ad
interventi di fecondazione “artificiale” l’estinzione
la rischiamo davvero!
27 giugno 2005 0:00 - Alex
"Come gia' affermato altrove, la natura non da'
nulla di piu' a un "padre" o a una
"madre" dal punto di vista affettivo"
Sì ma non è la Verità assoluta, è un tuo punto di
vista. Riguardo alla definizione di famiglia parla la
costituzione. Se il tuo ragionamento è valido allora
anche il single avrebbe diritto di avere un figlio, così
come non vedo perchè vietare la bigamia o altre pratiche
tipiche dei paesi arabi.
27 giugno 2005 0:00 - NESSUNO
Per D.P. Pier Giorgio ha centrato il problema
dell'identià su Internet, e non ho altro da aggiungere.
Continuo a chiamarmi "NESSUNO" per diversi
motivi, uno dei quali è vedere le reazioni degli
interlocutori.... Lo sa poi perché mi piace questo
nome? Perché così non mi verrà mai in mente di dire a un
altro: "Lei non sa chi sono io!!!!". Se Lei
si è offeso, mi rincresce, non era nelle mie intenzioni, ma
la contraddizione in cui è incorso è così palese e così
classica che mi pareva un delitto alla Sua intelligenza non
fargliela notare... Infatti, sono convinto delle sue buone
intenzioni. Ma non si rende conto della violenza tremenda
che sta nelle sue parole: "il disumano matrimonio
tra "diversi"; "questa gigantesca operazione
demagogica che vuole minare nel modo più pericoloso e più
infame l'istituzione della famiglia....".
Questo nel suo primo intervento che mi ha spinto a chiederLe
come si comporterebbe se un suo figlio o figlia fosse
gay. Non dubito che li amerebbe, ci mancherebbe...
Quindi qualcosa si è mosso, meno male. Ma la violenza non
è diminuita dato che mi attribuisce pensieri che non ho,
come quello che sarei favorevole al matrimonio fra
omosessuali. Mi dispiace deluderLa, ma mi è indifferente.
Personalmente sono allergico ai rapporti di coppia e vivo
una vita seriamente celibataria da fare invidia a preti e
monaci, ma ciò non mi impedisce di guardare con simpatia
chiunque (etero o omosessuali)ha voglia di stare insieme,di
"mettere su famiglia". Io non sono sicuro che
"matrimonio" e "famiglia" siano
appannaggio di due persone eterosessuali, come dice Lei,
anche se per ora le cose sono state così. Ma il concetto e
la realtà di "famiglia" e di
"matrimonio" è cambiato molto nel corso dei
secoli, ed è diverso oggi da società a società. Lei
afferma anche che "i diversi non hanno il diritto etico
e tantomeno legale di appropriarsi di valori a cui non
possono o non vogliono dare contenuto". Quali sono
questi valori così inarrivabili da delle persone che sono
gay? A me, come valori di una unione tra due persone, mi
viene in mente il piacere di stare insieme, la capacità di
sopportarsi, poi la lealtà, il senso di responsabilità
reciproca, l'apertura alla fecondità del rapporto (e la
fecondità non è solo quella materiale di fare figli
"propri") e mi pare che il desiderio di vedere
riconosciuta ufficialmente la propria unione sia la
dimostrazione che questi valori sono riconosciuti e
apprezzati tanto da osare di VIVERLI in prima persona e in
un ambiente che è ancora parecchio ostile.
27 giugno 2005 0:00 - guido pistellato
il sig. Mastrantoni ha un grande concetto di famiglia e
società, quella che sta emigrando dall'est europeo in
Europa occidentale ora, la vediamo tutti.Grande esempio di
civiltà, di valori, di etica,le grandi libertà dei
compagni comunisti, che vorrebbe instaurare da
noi,divorzio,aborto,droga libera,grandi valori da
difendere...
27 giugno 2005 0:00 - Roberto
Lalla, i bimbi hanno bisogno di amore, ma credo che
l'amore di 2 omossessuali non sia la scelta
migliore. Se la natura ha fatto si che per
sodomizzazione non si rimane incinti, ci sarà anche un
motivo, immagina una bella società di omossessuali, estinta
dopo un batter di ciglio. Che poi 2 gay si sposino tra
loro e si amino non ci vedo nulla di male, ma mettere loro
in mano la vita di un bimbo, non mi sembra il caso, non
escludo che alcune famiglie eterosessuali possono essere
anche peggiori, ma su questo non si può far nulla.
Ciao.
25 giugno 2005 0:00 - lalla
nessuno può permettersi di decidere chi e come dobbiamo
essere e soprattutto chi dobbiamo amare, la famiglia è
un'ipocrisia, come la chiesa,che manifesta contro
l'amore, i bambini hanno bisogno di crescere
nell'amore e basta.
25 giugno 2005 0:00 - Stefano
Come gia' affermato altrove, la natura non da' nulla
di piu' a un "padre" o a una "madre"
dal punto di vista affettivo. Lo stilema
dell'autorevolezza paterna e della dolcezza materna
e' in molti casi un patetico luogo comune. Una famiglia
gay, e dico famiglia perche' trattasi di due persone che
vogliono come altri, vivere insieme il loro rapporto anche
davanti alla legge e davanti alla comunità, possono dare ai
loro figli tutto l'affetto e l'amore che
abbisognano. Quindi ben vengano i genitori gay, sopratutto
in un mondo dove ci sono sempre di piu' bambini con
disagi e problematiche. E non diamo la colpa alla società,
alla televisione brutta e cattiva o altro. Evitiamo le
ridicole campagna di censura pepetrate dal MOIGE, un
movimento di genitori che ritiene corretto avocare ad altri
(la società, la televisione appunto) l'educazione dei
propri figli.
25 giugno 2005 0:00 - Pier Giorgio
Carissimo d.p. il presentarsi ad un "forum" con le
generalità anagrafiche e con il numero di scarpa e le
preferenze enologiche non ha alcun valore, proprio per la
natura del sistema stesso.! E poi, come hai fatto tu (che a
quanto pare ti sigli
"""d.p."""?!, che sali sul di
un'inutile pulpito di anti-privacy, che te ne faresti
delle generalità (forse vuoi individuare personalmente il
Partecipante (novella Gestapo), per punirlo poi delle sue
malefatte ideologiche o di qualche strafalcione che non ti
aggrada?) Ma che ce ne facciamo noi delle tue inutili
generalità anche se fossi un esimio presidente del
consiglio, o un "don perignon" qualsiasi ???? Sai,
importano molto di più i pareri degli intervenuti anonimi,
che le loro smanie anagrafiche da espressione di persona
importante.
24 giugno 2005 0:00 - d. p.
Caro sig."nessuno" ,se io avessi un figlio gay lo
amerei esattamente come amo i miei figli attualmente. Ciò
che non hai capito è che il "matrimonio" , la
"famiglia", sono appannaggio , che a te piaccia o
no, di due persone eterosessuali che decidono di formare un
nuovo nucleo che, nel suo piccolo, darà impulso al cammino
dell'umanità. I "diversi" sono per me liberi
di vivere e convivere come meglio credono ma non hanno il
diritto etico e tantomeno legale di appropriarsi di valori a
cui non possono o non vogliono dare contenuto. Detto questo
invito te , se vorrai replicare , a presentarti , come ho
fatto io, con nome e cognome, ed invito il responsabile di
questa rubrica a non "pubblicare" scritti di
anonimi così come è buona norma giornalistica e come vuole
il comune senso del vivere civile. Ma,forse pretendo troppo
da un signor "nessuno"...
24 giugno 2005 0:00 - Giuseppe P.
Qua di disumano non ci sono i rapporti gay, ci sei tu caro
domenico "tollerante".
Siamo arrivati
anche a diventare illogici nelle parole, dico A ma intendo
Z.
Ruini ha deciso di dettare legge, perche non
ha mai pensato di diventare parlamentare?
23 giugno 2005 0:00 - NESSUNO
"SONO UN TOLLERANTE PER NATURA....
PERO'....". CARO INTOLLERANTE NEI FATTI, E SE
PROPRIO UNO DEI TUOI FIGLI FOSSE GAY O UNA FIGLIA LESBICA,
CHE FARESTI? LI AMMAZZERESTI, MI PARE DI CAPIRE.
23 giugno 2005 0:00 - domenico.polistina
Sono un tollerante ,per natura, verso il
"diverso",in tutte le forme esso si esprima nel
pensiero e nei fatti. Da quando si è discusso
e,purtroppo,iniziato a istituzionalizzare (per il momento in
Spagna)il disumano matrimonio tra "diversi" sento
il dovere a tutela dell'integrità materiale e
psicologica dei miei figli e di tutti gli altri adolescenti
,che come è chiaro rappresentano il futuro della
società,di schierarmi nel modo più fermo possibile contro
questa gigantesca operazione demagogica che vuole minare
nelmodo più pericoloso e più infame l'istituzione
della famiglia la quale sta per diventare l'ultima
spiaggia della sicurezza,del diritto ad esistere e ad
esprimersi dei nostri figli.Altre istituzioni che avevano
garantito ciò per secoli sono già state spazzate via in
nome di una fraintesa "libertà" che è diventata
solo una immensa prateria desolata e priva di qualunque tipo
di valori con le conseguenze che sono sotto gli occhi di
ognuno di noi.