E questo chi è per permettersi di fare valutazioni del
genere? Meno male che invece gli italiani non si sono fatti
abbindolare dai faciloni ed hanno pensato con la propria
testa. Imparate ad avere rispetto dei risultati
elettorali, poi potrete fare tutte le citazioni che volete.
23 luglio 2005 0:00 - lalla
nn so chi abbia scritto la lettera,ma la condivido in pieno.
23 luglio 2005 0:00 - Auramazda
Lo riferisco a modo mio! BOS SUETUS ARATRO Caro
Luigi, è con grande sconforto che ti scrivo, e così
mi adopero, perché certo anche tu condividerai la breve
analisi che esporrò. Ti chiedo, dunque, di perdonarmi
l’amaro sfogo. Abbiamo perso un’altra ottima
occasione per far trionfare la grandezza umana
nell’immensità dell’universo che ci ospita. Questa
nostra Nazione, aldilà delle credenze personali sui temi
referendari, una volta di più ha mostrato che la
creduloneria degli italiani, svagati sognatori e troppo
spesso malevoli profittatori nell’illecito, non ha voluto
né saputo dare una forte spallata alle teocrazie.
Attraverso l’uso di questi ultimi referendum abrogativi,
il popolo aveva una valida arma per rintuzzare la malafede
teocratica clericale e tacitare tanti arroganti, incapaci,
incolti, ignoranti ministri e topi di sacrestia che solo
nella sofferenza degli altri hanno appagato il proprio io
nato “malato”. Tutto ciò che la stirpe cui
apparteniamo ha saputo fare, all’italiana, amaramente
affermo, è stato di “lasciar correre” e di tradire la
ricerca del Vero, “tanto la provvidenza provvederà”.
Ahimé! Mai popolo fu più citrullo ed inetto. Mai
popolo fu meno fiero di se stesso. Ma da gente che
dopo i natali di Roma, nel fango stancamente si trascinò
per tanti secoli sino anche a tradire in modo vigliacco
l’idea di tornare grande, dalla stessa gente che mai
mostrò il coraggio delle proprie azioni, che cosa ci si
poteva aspettare! IL nostro è un popolo di bigotti,
non solo perché avvelenato dalla farisaica morale cristiana
cattolica, ma perché mentalmente tarato dall’accoglimento
della perversa morale giudaico cristiana. Mi tornano in
mente gli amari disperati versi del Manzoni che, forse, solo
in questi seppe mentalmente divenire grande.
"Dagli atrii muscosi, dai fori cadenti, Dai
boschi, dall'arse fucine stridenti, Dai solchi
bagnati di servo sudor, Un volgo disperso repente si
desta; Intende l'orecchio, solleva la testa
Percosso da novo crescente romor. Dai guardi dubbiosi,
dai pavidi volti, Qual raggio di sole da nuvoli folti,
Traluce de’ padri la fiera virtù:
Ne’guardi, ne' volti, confuso ed incerto Si
mesce e discorda lo spregio sofferto Col misero
orgoglio d'un tempo che fu. S'aduna voglioso,
si sperde tremante, Per torti sentieri, con passo
vagante, Fra tema e desire, s'avanza e ristà;
E adocchia e rimira scorata e confusa De'
crudi signori la turba diffusa, Che fugge dai brandi,
che sosta non ha…
……………………………………………………
…………………………………… …Sì vider
le lance calate sui petti, A canto agli scudi, rasente
agli elmetti, Udiron le frecce fischiando volar.
E il premio sperato, promesso a quei forti, Sarebbe, o
delusi, rivolger le sorti, D'un volgo straniero
por fine al dolor? Tornate alle vostre superbe ruine,
All'opere imbelli dell'arse officine, Ai
solchi bagnati di servo sudor. Il forte si mesce col
vinto nemico, Col novo signore rimane l'antico;
L'un popolo e l'altro sul collo vi sta.
Dividono i servi, dividon gli armenti; Si posano
insieme sui campi cruenti D'un volgo disperso che
nome non ha".
Caro Luigi, è forse il caso
di affermare, con il “disgraziato” Poeta della natura
matrigna che: “ …Sol io combatterò, procomberò sol
io”, ma “cui prodest”? Con i migliori auguri che
un retrivo tribunale, politicamente costretto e che perciò
non può ispirare fiducia, si comporti in maniera meno
retriva in materia di fede e di verità storica, t’invio i
miei più ferventi auspici per la miglior vittoria.
Auramazda
22 luglio 2005 0:00 - ANNAPAOLA LALDI
Desidero segnalare l'editoriale a firma di Rosa a Marca
su questo numero di "Cellule staminali".
Grazie, Rosa.