Veritas, hai detto una grande verità: comprare sui minimi e
vendere sui massimi. Peccato che queste cose le sappiamo
tutti ed i minimi/massimi si scoprono solo a posteriori.
Nessuno ha la palla di vetro per prevedere cosa farà il
mercato. Il Mib30 si è fermato a 51000, eppure c'era
qualcuno che già da tempo era uscito perchè "il
mercato era salito troppo" e qualcuno che ancora
entrava perchè "il mercato doveva salire ancora".
Si sbagliavano tutti e due. La realtà è che bisogna
sempre mantenere un portafoglio equilibrato in ogni
situazione, per evitare spiacevoli sorprese e mancati
guadagni per cui dover rimpiangere le mosse fatte.
Mi fa piacere che Aduc non sia stata ai tavoli di
conciliazione per rastrellare altro denaro dei contribuenti.
Ho la sensazione che le altre associazioni consumatori
nascondano in realtà associazioni politiche/economiche.
Anzi... non è una sensazione ma una consapevolezza derivata
da alcuni interventi che ho vissuto in prima persona.
1 agosto 2005 0:00 - Veritas
Rispondo al PF YOYO,che il sottoscritto sia passato dai BOT
al trading e poi alle Call e Put sui titoli azionari ed
anche al Minifib,e non senza pagare pedaggio in quanto lo
detto chiaramente che ho avuto degli ottimi gain ma anche
delle perditè ma LIMITATE è la pura verità,che il pf
dell'unicredito mi abbia consigliato di investire in
fondi azionari è un altra verità. Per quanto riguarda
il timing di uscita quando un mercato partito nel 1998 da
circa 30000 si ritrova dopo 2 anni a 51000,bisogna essere
solo dei folli ad acquistare a quei prezzi ricordo TELECOM
20000,TIM 15000,Mediaset 21800,Espresso 18000 e potrei
continuare a lungo e non con titoli del nuovo mercato ma del
MIB 30. Riguardo al fatto dei dividendi che negli ETF
rientrano nelle tasche dei sottoscrittori,mentre nei fondi
azionari servono a coprire parte degli errori delle società
di gestione il tutto a DANNO DEL SOTTOSCRITTORE QUESTA è UN
ALTRA VERITA'. Per concludere mi auguro che gli
italiani incomincino ad interessarsi di più dei loro
risparmi lasciando a bocca asciutta chi fino ad oggi si è
dimostrato una reale minaccia per i loro risparmi affidatevi
agli etF se volete provare il brivido dell'azionario.
1 agosto 2005 0:00 - a.pedone - Aduc Investire Informati
Gentile sig. Yoyo,
Francamente fa un po'
sorridere che rivolga proprio all'Aduc la critica sui
tavoli di conciliazione. L'Aduc non ha mai
partecipato a quesi tavoli ed e' stata la prima a
denunciare il fatto che le banche pagassero le associazioni
di consumatori. Come vede, quindi, farebbe forse bene
ad informarsi prima di dire "ricevete dalla suddetta
banca la somma di euro 150". Lei preferisce la
gestione attiva alla gestione passiva. E ci credo, vende
gestione attiva, come farebbe a preferire il contrario?
Dire che il costi degli ETF aumenteranno e' un errore.
La storia dimostra il contrario. Segue gli ETF fin dai
suoi esordi sull'Amex. Sono stato fra i primi in
Italia a parlarne sulle riviste specializzate. La
storia degli stati uniti dimostra che piu' amenta il
mercato e piu' diminuiscono le commissioni di gestione.
Anche in Italia sta iniziando questo processo.
Comunque, visto che non potra' rispondere... lasciamo
stare, magari - se vorra' - ne riparliamo al suo
rientro. Se puo' leggere... buone vacanze.
31 luglio 2005 0:00 - Alex
Vai Yoyo, buone vacanze. E' raro riuscire a
discutere con toni pacati magari da posizioni distanti (nel
nostro caso poi non così tanto). Non posso non apprezzare
la preparazione specifica in materia, la mia è sicuramente
elementare.
31 luglio 2005 0:00 - Yoyo
Rispondo anche ad Alex
Non posso ovviamente
indicarlo qui, ma è un falso problema, molte Sicav
azionarie distribuiscono il dividendo e battono ugualmente
il benchmark. Come dico sempre è difficile scegliere
ma le possibilità esistono.
Colgo anche
l'occasione per salutare ed augurare buone vacanze ad
una persona come te, che è sempre presente, e che è stato
criticato pubblicamente per questo, a mio avviso
ingiustamente, perchè sei sempre stato corretto ed educato
nei tuoi interventi. Bye
31 luglio 2005 0:00 - Yoyo
Rispondo al Sig.Pedone Mi spiace ma non posso mettere
nome e cognome, sono un PF e chiunque potrebbe così
rintracciarmi, e poichè anch'io non ho paura di dire
quello che penso, in questi anni sui vari forum mi sono
fatto molti nemici, ad esempio sulla vicenda Argentina,
quando contro tutti, dicevo che, a mio avviso, era meglio
vendere, aderire e non credere alla Tfa ed alle associazioni
dei consumatori, e purtroppo e mio malgrado, avevo
ragione. Io sono stato bancario per 20 anni e sono PF
da 7 anni, ebbene, quello che ho imparato negli anni da PF,
non è stato solo come approcciare o convincere i clienti,
ma anche cos'è veramente la finanza, Lei parla di
Markowitz, ebbene la teoria del portafoglio efficente, se
rimanevo in banca nemmeno immaginavo che esistesse. E
qui, mi sà, che anche lei non la conosce bene, dov'è
scritto che Markowiz preferiva i prodotti a gestione
passiva? in nessun posto perchè la teoria a grande linee
dice " a parità di rischio, maggior rendimento" o
"a parità di rendimento minor rischio", è chiaro
che tra un Etf ed un fondo, la teoria non dà scampo
all'Etf, che ha un rischio uguale al mkt ed un
rendimento inferiore, quindi, mi permetta, ha tirato in
ballo un premio Nobel a vanvera, per gli altri a parte
Sharpe, del quale non condivido molte cose,ammetto la mia
ignoranza, cercherò di rimediare e per questo la ringrazio
della segnalazione. Un PF, ad ogni modo, per scarso che
sia è pressochè costretto ad avere una cultura finanziaria
superiore alla massa della clientela, come ben sà deve o
avere dei requisiti o superare un'esame,per potersi
iscivere all'albo professionale e per poter esercitare
la professione, esame che non è proprio all'acqua di
rose da qualche anno a questa parte. Poi questa leggera
o rilevante superiorità, può essere usata bene,
trasferendo le proprie conoscenze ai clienti, in maniera da
aumentarne la cultura finanziaria o male sfruttandola per
vendere le varie porcherie che l'industria del risparmio
gestito sforna di continuo. Quando dico porcherie,
però, non mi riferisco ai fondi comuni di investimento, che
sono, prodotti ad alta trasparenza ed ad elevata
vigilanza. Possiamo dissertare sul fatto che non
battano il mkt, che siano costosi, ma non su quello che ho
affermato prima. Io non ho letto tutto il tomo
Mediobanca, ma ne ho percepito i sommi capi, ebbene uno
studio su 18 anni non ha senso, come ho detto nel precedente
intervento nei 18 anni le situazioni sono radicalmente
mutate, prendiamo solo i tassi di interesse del 1989-1992
che erano al 15-18 % e confrontiamoli con quelli di adesso,
ebbene si capisce che allora il free risk era percepito al
15-18%, ed ovviamente la convenienza a prendersi
dell'extra rischio per avere un'extra rendimento non
vi era. Lei si chiede, e mi meraviglio, perchè mai
oggi bisogna cercare alternative? ma mi sembra logico per
poter avere extra rendimenti, perchè rimanere sul free risk
si corre il rischio di non proteggere il capitale
dall'inflazione e quindi di avere un rendimento reale
negativo. Veniamo adesso al solito confronto
Etf-Fondi/Sicav, ebbene, come si può facilmente rilevare, i
fondi e le sicav dichiarano tutti di fare gestione attiva,
ma i risultati non sembrano confermare questa dichiarazione
di intenti, ma anche qui, se uno è esperto del settore, sà
benissimo che: - i fondi monetari, e gli obbligazionari
area euro governativi non possono battere un benchmark che
è espresso al lordo della componente fiscale; - i
fondi azionari settoriali hanno un problema di poca
possibilità di diversificazione, e quindi anche questi sono
perdenti; - i fondi azionari che investono su di
un'unico paese hanno lo stesso problema. Ora,
escludendo queste 3 categorie, rimangono i fondi
obbligazionari espressi in valuta o corporate o mercati
emergenti, e tutti i fondi azionari che investono nelle
varie aree geografiche, ebbene se ne ha voglia, provi a fare
una ricerca in tal senso e vedrà che la percentuale di
fondi e sicav che battono il loro benchmark o mkt di
riferimento aumenta in maniera consistente, raggiungendo
valori pari a circa i 2/3. Purtroppo, data la natura di
questo forum, non posso postare esempi pratici. Ed è
per questo motivo che, io personalmente, preferisco i fondi
o le sicav per la parte azionaria e obbligazionaria non
governativa dei portafogli, perchè se devo rischiare per
avere un extra rendimento, non posso accontentarmi di un
prodotto che non batterà mai il mkt. Veniamo adesso ai
problemi dei costi, sul mkt ci sono attualmente 100 Etf, per
costruirne uno ci vogliono dai 20 ai 50 milioni di euro, è
evidente che stante la difficoltà iniziale nel collocarli,
sono tutti clamorosamente in perdita, ed allora cosa
succederà, semplice pian piano i costi lieviteranno, ma
prima devono riuscire a creare un vero mkt ovvero a
coinvolgere il maggior numero di persone e come si fà,
pagando chi può fare pubblicità ed i 3 soggetti scelti
sono, la stampa finanziaria, i consulenti indipendenti e le
associazioni dei consumatori. Mi spiace dirlo, ma ci
siete anche voi, un po involontariamente, perchè dovete
sempre avere dei nemici ed in questo caso sono i fondi, da
demonizzare ed un pò perchè dovete dare delle soluzioni,
d'altronde il caso Intesa, insegna, che non fate mai
niente gratis, non è forse vero che per ogni transazione
sui casi Parmalat, Cirio e Argentina, ricevete dalla
suddetta banca la somma di euro 150, a condizione di
manlevare la banca? Ma questo non lo dite, ovvio.
Per quanto riguarda poi i costi dei fondi e delle Sicav, io
credo che se uno lavora bene è anche giusto che venga
remunerato per quello che fà, logico che deve fare gestione
attiva e deve battere il mkt, altrimenti non ha senso.
Io preferisco di norma le Sicav, perchè hanno staff
consolidati, esperienza e capacità superiori, metodi di
lavoro eccellenti e costi trasparenti e tutto sommato
inferiori ai fondi italiani, di rado ad esempio, fanno
pagare commissioni di incentivo. Una battuta anche sui
fondi flessibili, Lei ha ragione sono stati un disastro,
tranne poche eccezioni, ma sono una prerogativa
italiana. La realtà è che questo paese è
finanziariamente ignorante, abituato com'era a
guadagnare senza rischiare, e adesso è disorientato, e
crede a tutti e fà fatica a ragionare, un'altro
esempio, sulle vs faq c'è scritto che il famoso
c/arancio è un buono strumento per la gestione della
liquidità, ma allora perchè molti hanno messo tutti i
soldi in quel prodotto, che non copre nemmeno
l'inflazione (da agosto 2,4% lordo pari al 1,752%
netto), la risposta è una sola "non sanno cosa
significa gestire la liquidità". Debbo ancora
darle alcune risposte, Lei si chiede cosa mi resta da
vendere se escludo tutti i prodotti che ho citato, ebbene si
io vendo solo fondi (pochi) Sicav (molte),Gestioni (solo per
motivi fiscali) fondi pensione ed anche Etf e titoli di
stato, guadagno meno ma guardo i miei interlocutori in
faccia,ben sapendo che l'eventuale fortuna dei miei
clienti è anche la mia fortuna e la mia soddisfazione, stà
da se che ho comunque un portafoglio che mi permette di
vivere tranquillamente anche limitando le scelte, e non
creda che sono l'unico PF che ragiona così, il problema
è che non tutti se lo possono permettere. La seconda
risposta è sul trading, io non volevo vantarmi dei miei
successi, peraltro non verificabili, ma effettivamente,
questo lo può verificare, io sono in grado di insegnare
molte cose in questo settore, e lo faccio pubblicamente e
gratuitamente da circa 2 anni, non è difficile trovarmi, e
lo consideri un giochino da fare sui siti finanziari.
Da ultimo, o come direbbero gli anglosassoni, ultimo ma non
meno importante, mi sembra molto scorretto dare
dell'incompetente o dell'individuo in mala fede, a
chi non si conosce bene, io non mi permetterei mai di farlo
nè nei suoi confronti nè in quello di altri, e la invito a
meditare su questo. Saluti. Purtoppo non potrò
ribattere ad eventuali risposte, non sò nemmeno se avrete
il coraggio di pubblicare quanto ho scritto, vado in vacanza
per 3 settimane.
29 luglio 2005 0:00 - Alex
"Poi i costi sono relativi, se il mio prodotto batte
costantemente il mkt al netto dei costi cosa m'importa
quanto costa". E' questo il punto, chi lo fa
abitualmente? Purtroppo è un mercato pieno di prodotti che
servono solo a fare guadagnare chi li colloca.
Yoyo, riguardo ai dividendi è ovvio che li incassano gli
Etf (che normalmente li distribuiscono) quanto i fondi
comuni. Ma quando si parla di rendimenti questi vengono
paragonati al Benchmark,che non includono i dividendi. Gli
Etf (essendo strumenti passivi) perdono rispetto al mercato
giusto quanto le commissioni di gestione (più, come hai
fatto notare, le commissioni di acquisto, spread e getione
del deposito titoli); i dividendi "fanno
guadagnare" rispetto al benchmark semplicemente perchè
i benchmark sono legati agli indici che non considerano lo
stacco del dividendo (l'indice S&P il giorno che ci sono
i dividendi perde, ma è una perdita fittizia perchè
recupero coi dividendi, solo che il mio indice benchmark
scende). Anche i fondi comuni incassano i dividendi, e nelle
loro performances questi ovviamente sono inclusi; se
includendo anche i dividendi faccio peggio del benchmark
(che non li considera) vuol dire che ho bruciato ben più
del 2% delle commissioni di gestione (anche in questo caso
vanno poi considerati altri eventuali costi). Spero di
essere stato chiaro nell'illustrare quello che volevo
dire. Ovvio che non risolvo tutti i problemi con gli
Etf (io non ne ho nemmeno uno...)
29 luglio 2005 0:00 - A.Pedone - Aduc Investire Informati
Gentile sig. Yoyo (ma mettere nomi e cognomi e' chiedere
troppo, eh?),
Non vedo l'incongruenza di
cui lei mi accusa. Ho detto che la maggior parte dei
promotori ha una cultura finanziaria paragonabile a quella
dei propri clienti. Nello stesso tempo dico che molti
risparmiatori fanno danni uscendo sui minimi ed entrando sui
massimi. Dov'e' la contraddizione? Forse (dico
forse...) non ha preso in considerazione l'ipotesi che
la maggior parte dei promotori ha una cultura finanziaria
scarsa esattamente come quella dei clienti per i quali
lavora. Era questo il concetto sottointeso nelle mie
affermazioni. Nessuna contraddizione quindi.
Quanto al metodo di analisi di Mediobanca, mi scusi se sono
un po' troppo diretto (e' uno dei miei tanti
difetti...) ma le cose sono due: o lei non ha letto lo
studio o lei non e' in buona fede. Escludo che non sia
competente per comprendere lo studio poiche' dice di
insegnare trading on-line (e di essere fra il 10% di quelli
che ci guadagnano...complimenti!) Lei dice che quando i
titoli di stato rendevano il 15% non aveva senso
diversificare. Quindi chi vendeva fondi allora lo faceva
contro l'interesse dei clienti? Se e' cosi',
perche' oggi dovremo credere agli stessi personaggi che
vendono lo stesso prodotto? Vede che a difendere
l'indifendibile si cade (veramente) in
contraddizione? Ma, a parte questo, i confronti dello
studio di Mediobanca vengono fatti su piu' archi
temporali e venivano fatti, con gli stessi risultati, anche
prima della bolla del 2000. Il punto, lo ripeto,
e' che e' assolutamente ovvio che il complesso dei
gestori attivi faccia peggio della media del mercato, non
potrebbe essere diversamente dal punto di vista
matematico. Oltre a studiare il trading-on-line
potrebbe leggersi Sharpe, Fama, Markoviz, Malkiel. Tutti
sostengono che e' impossibile che il complesso del
denaro gestito attivamente abbia un rendimento superiore al
denaro gestito passivamente. (ovviamente parliamo di denaro
investito, escludendo gli effetti del market-timing. Ma
sappiamo che i gestori, di fatto, non fanno market-timing e
che gli effetti del market-timing si elidono a vicenda).
La cosa grave e' di quanto, in Italia, fanno
peggio. Ed il quanto e' legato all'eccesso dei costi
a carico dei fondi. Eccesso dovuto, a sua volta, ad un
mercato dominato dall'offerta e non dalla domanda.
Veniamo agli ETF ed alle sue belle Sicav che
sarebbero in grado di proteggere il capitale, al contrario
degli ETF. Prima di tutto, guardi che la parola ETF
non e' affatto la nuova parola d'ordine. Molte
banche, ancora oggi, non comprano gli ETF. Gli ETF, casomai,
si sentono proporre solo dai giornali finanziari (che in
questo momento storico sono, in parte, in contrasto con il
sistema bancario) e dai pochissimi consulenti indipendenti.
Detto questo, prima dell'arrivo degli ETF in
italia sono stati istituiti i cosi' detti Fondi
Flessibili. Vogliamo ricordare come hanno utilizzato
questa flessibilita' i gestori? Cosa le fa credere
che le sue belle sicav facciano diversamente? E'
verissimo che gli ETF implicano gli stessi rischi del
mercato di riferimento (altrimenti, scusi, ma che gestione
indicizzata sarebbe?) ma cosa c'e' di diverso
rispetto ai fondi a gestione attiva? Mi viene a
raccontare che i costi sono relativi. E qui, mi scusi di
nuovo, se elimino l'opzione che sia un incompetente
(sempre per la stessa ragione del trading-on-line, uno dei
pochi che ci guadagna... ari-complimenti!) devo dire che
e' in malafede. I costi sono un elemento
determinante per il fatto che ad ogni aumento dei costi a
carico di uno strumento, per pareggiare il rendimento atteso
netto di uno strumento paritetico con costi inferiori, il
gestore deve assumersi maggiori rischi. La triade:
rendimento atteso lordo - rischio - costi e'
inscindibile. Se mi dice che i costi sono relativi fa
intendere che il rendimento dello strumento sia una sorta di
black-box che arrivi magicamente per la bravura di chi lo
gestisce. Questo e' falso e qualsiasi gestore
(fuori dalle interviste pubbliche) puo' confermarlo.
Gli ETF non sono la soluzione ad ogni male.
Vanno acquistati con la cautela che si deve riservare ad
ogni investimento finanziario, specialmente se azionari.
Pero' sono SENZA ALCUN DUBBIO migliori dei fondi
comuni a gestione attiva che si vendono in italia.
E' ovvio che esistono sempre le eccezioni, ma con la
scusa delle eccezioni, ogni promotore puo' sostenere che
lui vende le "eccezioni" e quindi i risparmiatori
continuano ad essere fregati.
Apprezzo il
fatto che scriva, da promotore, che "Polizze, Unit
linked, Index linked e Pip al quale dobbiamo aggiungere le
obbligazioni strutturate (ma non tutte)hanno solo lo scopo
di far guadagnare chi li produce e chi li colloca".
Fino a qualche anno fa, non si sarebbe mai sentito dire
pubblicamente da un promotore (forse per questo
l'anonimato?) una cosa del genere.
Ma allora,
scusi, cosa rimane da vendere ai promotori? Fondi e
gestioni? Considerato che la grande maggioranza dei
promotori vendono anche (se non prevalentemente) Polizze,
unit-linked, ecc... ma anche fondi e gestioni, perche'
dovremmo fidarci dei fondi e gestioni?
Mi
spiega perche' gli unici a difendere i fondi sono chi li
produce e li vende e tutti coloro che non hanno interesse li
criticano (fra i quali premi Nobel, professori universitari,
liberi professionisti, ecc)? Mi trova una persona che
non abbia rapporti con l'industria del risparmio gestito
che dica che un fondo a gestione attiva e preferibile ad un
ETF che investe sullo stesso mercato?
29 luglio 2005 0:00 - Yoyo
Invece il Sig Pedone, che credo sia dell'Aduc, prima
vuole farci credere che un risparmiatore abbia più o
uguale cultura finanziaria di un PF, e poi nello stesso
articolo ci dice che i risparmiatori fanno danni di continuo
perchè entrano ed escono dai mercati con comportamenti
irrazionali. Mi sembra che ci sia
un'incongruenza. Poi ci dice che i risparmiatori
non confrontano il rendimento ma solo la performance
assoluta,dandogli di nuovo dell'ignorante. Credo
che chiunque sappia cosa rende un Bot oggi o cosa rendeva
ieri. Mediobanca fà un confronto sul lunghissimo
periodo che comprende anche 3 anni in cui tutti i prodotti
azionari hanno subito delle perdite, e tassi risk free anche
al 12-15%. A me non sembra una ricerca seria, quando i
tassi erano al 15% ma perchè mai uno doveva diversificare?
(lasciamo perdere il rischio paese)ma adesso coi tassi al
1,7% , ben sotto il tasso di inflazione cosa dovrebbe fare
un risparmiatore? rassegnarsi comperando solo bot o
strumenti monetari? rischiare una parte del suo
capitale con obbligazioni a basso rating? non sono bastati
tutti i disastri passati? Oppure cercare extra
rendimenti con prodotti di risparmio gestito? Certo sul
mkt ci sono un sacco di fregature, ma ci sono perchè la
gente li vuole, due anni fà la parola d'ordine era
capitale garantito, e l'industria ha sfruttato la
paura. Adesso la parola d'ordine sono gli Etf,
perchè costano poco, ma non è proprio così, quelli
azionari costano 0,50-0,70 + le commissioni di compravedita
più la custodia, più lo spread denaro/lettera, e non
garantiscono ripeto non garantiscono nulla, se i mkt
scendono di brutto, gli Etf scendono di brutto, hanno lo
stesso rischio del mkt, mentre ci sono fondi comuni e sicav
che hanno livelli di rischio inferiori (si misura con la
volatilità e degli indici particolari). Ebbene la
scelta è abbastanza semplice, se voglio di più devo
rischiare di più ma devo cercare anche di rischiare il meno
possibile, gli Etf non hanno questa particolarità. Poi
i costi sono relativi, se il mio prodotto batte
costantemente il mkt al netto dei costi cosa m'importa
quanto costa. Una posizione corretta, a mio parere, non
è quella di demonizzare interi settori e intere categorie,
ma di illustrare pregi e difetti di tutti i prodotti
acquistabili. Ogni medaglia ha il suo rovescio, non
esiste prodotto finanziario nè perfetto nè senza rischio,
poi sono d'accordo anch'io che Polizze, Unit linked,
Index linked e Pip (guarda caso tutti prodotti a componente
assicurativa) al quale dobbiamo aggiungere le obbligazioni
strutturate ( ma non tutte) hanno solo lo scopo di far
guadagnare chi li produce e chi li colloca. Bye
29 luglio 2005 0:00 - yoyo
Rispondo a Veritas
Costui è il nuovo guru della
finanza, e pretende che tutti riescano ad essere bravi e
guri come lui, Sig. Veritas non è possibile, il 90% di chi
fà trading on line è costantemente in perdita, glielo dice
uno che fà, per fortuna parte del 10%. Quindi lasciate
stare le azioni se non sapete usare tecnica e strumenti
adatti. Ma il signor Veritas in realtà dovrebbe
chiamarsi Bugitas, perchè nel suo racconto ci sono un sacco
di fandonie. 1° nel 1996 i fondi Unicredito non
avevano commissioni di incentivo. 2° nel 1996 nessun
fondo Unicredito aveva commissioni di gestione del 2,5%
3° un Pf di Unicredito non avrebbe mai e poi mai proposto
una posizione totalmente azionaria e quindi anche le
commissioni di ingresso non erano del 3% 4° il
phenomeno sarebbe poi passato dai Bot alle azioni ed alle
call e le put sul Mib30 senza mai perderci 5° Poi
avrebbe capito il momento esatto per uscire dal mercato
6° da lì avrebbe incominciato ad operare short e con gli
sl 7° la sua enorme esperienza gli permette adesso di
dare consigli a tutti
Ebbene, io che oltre ad
essere un Pf, insegno il trading, avendo sviluppato ed
applicato un metodo intraday, posso assicurarvi che:
-chi opera in derivati è un perdente -non si può
passare dai Bot al trading di botto, ma occorrono anni di
applicazione e qualche migliaia di euro di pedaggio -il
fai da te è la cosa peggiore che uno possa fare E poi
l'eterna questione, voglio la gestione passiva, che
costa poco, non batte il mercato (Alex la storia dei
dividendi non è reale, se stacchi un dividendo la
quotazione ne risente, i fondi i dividendi li incamerano
mica li buttano per strada, e se lo fanno dimmi la strada,
che vado a prendermeli io) oppure vuole battere il mkt e
deve saper scegliere i fondi o ancor meglio le Sicav (gli
stranieri specialmente Inglesi ed Americani sono migliori)
che non hanno quasi mai commissioni di incentivo. Bye
29 luglio 2005 0:00 - Veritas
Nel lontano 1996 un pf che lavorava con unicredito mi venne
a trovare e molto gentilmente mi illustro i
prodotti,proponendomi un mix per i miei investimenti tra
azionario paese emergenti Giappone,America e qualche
fondo obbligazionario,mi aveva quasi convinto,ma al momento
della firma si lascio sfuggire tra i denti che su miei 70
milioni delle vecchie lire avrei dovuto pagare una
commissione di entrata in tali fondi del 3%,inutile dirvi
che sobbalzai dalla poltrona,ma come gli chiesi in questa
maniera il sottoscritto incomincia con handicapp mentre voi
con tutta tranquillità incassate un bel 3% senza far nulla
in più vi peccate una commissione annua di gestione vicino
del 2,5%e per finire avete anche la faccia tosta di
rapinarmi una commissione di performance insomma questo
benedetto fondo che mi fate sottoscrivere quanto cavolo
dovrebbe performare per farmi recuperare i costi ed
eventualmente farmi guadagnare qualcosina visto che i soldi
sono i miei ed il rischio è tutto mio?. Risultato
salutai gentilmente il Pf continuai ad investire in BOT e
nel 1998 con molta attenzione ed approfittando della allora
ex Banca del Salento prima banca che permetteva di operare
online ai clienti privati incomiciai ad investire un 30% dei
miei risparmi in borsa,acquistai in sottoscrizione Banca di
Roma mi ricordo ancora il prezzo 1358 vecchie lire pacchetto
minimo 5000 pz.con l'ottimo gain fatto su questa azione
acquistai poi Olivetti
,Hdp,Generali,Tim,Telecom,Alitalia Mediaset,Edison
insomma cercai di replicare in parte il Mib.30 risultato
costo di entrata la commissione chiesta dalla banca molto
bassa per l'acquisto delle azioni costo di gestione
NULLO commissione di performance ZERO risultato per circa
due anni ho incassato i dividendi di alcuni di questi titoli
e dopo aver più che raddoppiato il capitale iniziale ho
liquidato tutto nel 2000 anche perchè in quei due anni da
neofita dei mercati finanziari mi sono trasformato e non
solo per salvaguardare i miei risparmi ma anche per
passione in un discreto investitore,che è sempre pronto a
cogliere le eventuali occassioni che giornalmente si
presentano sul mercato,inutile dire che oltre i successi o
avuti diversi insuccessi ma con perdite di gran lunga
inferiori rispetto ai guadagni basta applicare la regola
dello stop loss,il tutto mi è stato possibile con un mix
tra azioni short sulle stesse e con strategie di vendita di
put e call sui titoli del Mib30. E dalla mia esperienza
posso tranquillamente consigliare a chiunque non abbia tempo
da dedicare ai propri risparmi di stare ben lontano da
qualsiasi fondo comune,e se proprio qualcuno vuole provare
il brivido dell'azionario oggi come oggi molto ma molto
meglio affidarsi ad un ETF almeno la gestione passiva reale
e dichiarata del ETF vi metterà al riparo da una pseudo
gestione attiva di qualche gestore da strapazzo che in tutta
tranquillità continuerà a beccare una commissione di
gestione anche se il fondo va a picco un esempio per tutti
ex fondo Spazio finanza concentrato dell'ex banca 121pf
ora chiamato Ducato geo globale selezione del MPS legato ai
prodotti altamente dannosi per la clientela MY WAY 4 YOU
scandalo per il quale l'attuale governatore di
bankitalia è stato tirato in ballo ,si proprio quello che
dovrebbe sorvegliare sull'operato delle banche ed invece
la sera chiama gli amichetti per dargli le buone notizie
vedi caso (Fazio-Fiorani)ANTONVENETA. Ultima
considerazione sento da più parti dire che il cliente non
ha tempo per dedicarlo ai propri investimenti,allora mi
chiedo ma chi è quel fesso che lavora un intera giornata
per una vita intera e poi in maniera talmente disinvolta
affida il risultato di tanti sacrifici ad un sistema come il
risparmio gestito che procura ottimi guadagni a chi lo
PIAZZA e altissime probabilità di perdità al fesso di
turno che lo ha sottoscritto. Amici trovate un po di
tempo per il frutto del vostro lavoro non lasciate che
altri,possano approfittarne. CHI FA DA SE FA PER TRE
28 luglio 2005 0:00 - A.Pedone - Aduc Investire Informati
Gentile sig. FP, posso comprendere che lei apprezzi le
pubblicazioni di altre associazioni di consumatori che
ritiene siano dedicate (addirittura!?! sich!) ai fondi
comuni d'investimento. Ognuno si sceglie le
pubblicazioni che preferisce... Se ritiene non serio
cio' che scriviamo e' liberissimo di scriverlo.
Magari sarebbe piu' apprezzabile se criticasse con degli
argomenti, invece di far capire, semplicemente, che secondo
lei, non saremmo seri perche' non diamo i voti ai fondi
comuni d'investimento o non suggeriamo di acquistare
questo o quel prodotto d'investimento. Quanto alla
distruzione di risparmio (se non piace il termine
"bruciare" perche' troppo giornalistico), la
mia impressione e' che qualcuno piu' che non capire
faccia finta di non capire. Molti risparmiatori,
erroneamente, misurano i rendimenti dei propri investimenti
in rapporto al capitale versato. Questo e' un modo
ERRATO di valutare l'investimento. Il parametro di
riferimento MINIMO deve essere il tasso risk-free.
Questo e' assolutamente logico perche'
l'alternativa naturale di qualsiasi altro investimento
(per un investitore consapevole) non e' certo il
materasso, ma l'investimento al tasso risk-free. Se
un investimento, nell'arco di tempo appropriato, ottiene
un rendimento inferiore al tasso risk-free significa che ha
distrutto (bruciato) ricchezza. Molti promotori,
purtroppo, hanno una cultura finanziaria paragonabile a
quella dei propri clienti (salvo pontificare in giro..).
Considerano "sicuro" un investimento per il fato
che garantisce, a scadenza, il capitale investito, mentre
molti di questi prodotti, di garantito, hanno solo che
"bruciano" (ripeto un po' provocatoriamente il
termine) ricchezza poiche' quasi certamente fanno
perdere ai sottoscrittori buona parte (se non tutto) il
tasso risk-free di periodo. Lo stesso discorso vale per
i fondi comuni d'investimento. La ricerca
Mediobanca dimostra che, nel complesso, il sistema dei fondi
comuni d'investimento ha distrutto ricchezza perche'
in venti anni (non negli ultimi 3 o 5) cioe' nel
LUNGHISSIMO termine non hanno neppure reso quanto il tasso
risk-free. Perche' questo succede? Tutti i
gestori dei fondi sono degli incompetenti? Ovviamente
no. W. Sharpe ha piu' volte dimostrato, sia con
articoli molto sofisticati che con argomentazioni
semplicissime e accessibili a tutti (anche ai promotori
"serissimi" che pontificano sulla poca
serieta' di chi ospita le loro lezioni) che il complesso
dei fondi a gestione passiva e' destinata
OBBLIGATORIAMENTE a fare peggio della media del mercato a
causa dei COSTI. Quanto poi la cultura finanziaria dei
sottoscrittori e' praticamente inesistente come in
Italia, il mercato viene dominato dall'offerta e non
dalla domanda (come sarebbe fiosiologico). Cio' fa si
che i prodotti finanziari si trasformino in galline dalle
uova d'oro per le banche. Non c'e' nessun
interesse per un fondo a fare bene, poiche' la domanda
non premia i fondi che fanno bene. L'interesse
prevalente delle societa' di gestione e' quella di
prelevare dai fondi i maggiori costi possibili (sotto ogni
forma consentita). Cio' significa che il complesso
dei fondi avra' un rendimento LORDO pari ai mercati di
riferimento. Ma poiche' i costi complessivi a carico dei
fondi sono ELEVATISSIMI, nel complesso, il rendimento NETTO
dei fondi e' addirittura peggiore del tasso
risk-free. Quando parlo di complesso dei costi a carico
mi riferisco al COMPLESSO. Ovvero non solo (e non
tanto) alle commissioni di ingresso/uscita ma, soprattuto:
commissioni di gestione, di performance e tutti i costi di
trading i quali, nella maggior parte, sono occulti.
Oltre a questo, possiamo dire che l'irrazionalita'
dei risparmiatori (che non mancano mai di entrare sui
massimi ed uscire sui minimi) riesce a fare danni ancora
piu' grandi dei tosatori di risparmi di professione. Ma
cio' non giustifica il comportamento dell'industria
del risparmio gestito.
28 luglio 2005 0:00 - Alex
Yoyo, non è vero che gli etf non battono gli indici di
riferimento, lo fanno eccome. Gli indici azionari
infatti non tengono conto dei dividendi, perciò
considerando dividendi dell'ordine del 3% ecco che un
Etf che costa al max l'1% batte il benchmark del 2%.
Anche i fondi comuni incassano i dividendi ma continuano ad
essere in perdita. Resta il fatto che con gli Etf
almeno "perdo di meno".
28 luglio 2005 0:00 - yoyo
Sig.Pedone, dire che sono stati bruciati e invece sapere che
significa mancato rendimento, a mio avviso non è
corretto. Il problema poi è che la stragrande
maggioranza degli investitori è sui monetar, su polizze o
su prodotti come il conto arancio, che non coprono
l'inflazione. Chi avesse investito, da un'anno
a questa parte, con un mix 70 obbligazionario 30 azionario
ben diversificati (lasciamo perdere se prodotti più o meno
efficenti) adesso avrebbe avuto anche coi vituperati fondi
comuni rendimenti tra il 4 e il 7% che coi tassi del free
risck all'1,8 -1,9 e l'inflazione al 2,2% è un buon
risultato, e allora dove non si crea ricchezza? Io ho
fatto un'esempio reale, e ripeto non su una società che
brilla particolarmente. Certo i fondi monetari sono
assolutamente da evitare, al max si possono utilizzare per
il parcheggio della liquidità, infatti con costi di
gestione dello 0,70% medi e tassi sul free risk al 2% lordo,
non possono rendere, ma cmq sono sempre meglio dei prodotti
strutturati. Infine, siamo sempre li, l'eterna
diatriba, con Nextra ce ne sono 13 su 83 che battono il mkt,
con gli Etf sarebbero zero su 83, qui non c'è
scampo. E da ultimo, non si può anche negare che
negli anni 1999-2000-2001-2002, se tutti quelli che hanno
comperato Obbl. Argentina, Parmalat, Cirio, Cerruti,
Italtractor. ecco azioni Seat, Tiscali, Finmatica, Opengate
ecc. ecc, avessero destinato quei soldi ai fondi o alle
Sicav, sarebbero molto meglio messi, adesso. Bye
28 luglio 2005 0:00 - FP
X a.pedone -- Aduc Investire Informati
Continuo a rimanere allibito. Ogni suo intervento sembra una
perla di saggezza alla conte. Per fortuna in Italia esistono
associazioni (serie)in difesa dei consumatori che si
preoccupano seriamente dei risparmi degli italiani non a
caso hanno pubblicazioni dedicate esclusivamente ai fondi
comuni (pregi e difetti). Viva Altroconsumo.
28 luglio 2005 0:00 - a.pedone -- Aduc Investire Informati
Il rapporto di Mediobanca, tutti gli anni, sembra non essere
compreso.
Eppure e' molto semplice.
Analizza il dato aggregato di tutti i fondi.
I dati sono incontestabili.
Quanto nel comunicato
stampa ho scritto che vengono bruciati dai 10 ai 20 miliardi
ogni anno, mi riferisco al mancato rendimento rispetto al
mercato o semplicemente riseptto al tasso risk-free.
E' ovvio che non si puo' confrontare un
mercato azionario con un mercato monetario.
Infatti sul mercato azionario e' stata fatta
un'analisi specifica.
Il rendimento risk-free
e' stata confrontato con il complesso dei fondi comuni
per mostrare come, nel complesso, i fondi comuni non
riescono neppure a fare meglio del tasso risk-free.
E' inutile girarci intorno.
La semplice
verita' e' che l'industria dei fondi comuni
d'investimento, nel suo complesso, usa i fondi
ESCLUSIVAMENTE come strumento per fare cassa.
Questo e' un dato di fatto.
Che poi esistano
piccole realta' che si comportano diversamente e'
vero, ma il messaggio che, se siamo seri, dobbiamo dare al
comune risparmiatore e' quello di fuggire dai fondi
comuni d'investimento.
Questo perche' in
99 casi su 100, il fondo che ha (o che gli verrebbe
proposto) e' uno di quelli che serve solo alla banca e
non al risparmiatore.
28 luglio 2005 0:00 - Andate a vendere le enciclopedie
Vabbè, appena 70 fondi Nextra su 83 non hanno pareggiato il
mercato dove investono i soldi...una cosuccia da poco...
Ed i gestori, analisti, ecc. cosa cacchio hanno fatto
per tutto il tempo? Poi li vedi su MF in giacca, cravatta
parlare del futuro dei mercati finanziari...ma andate a
vendere le enciclopedie.
28 luglio 2005 0:00 - Alex
Ma se 70 fondi su 83 non battono l'indice di
riferimento, a che cavolo serve la gestione professionale??
Meglio allora una gestione passiva con un Etf, almeno
risparmio oltre l'1% all'anno di commissioni!
Arriviamo a diverse conclusioni, grazie anche
all'intervento di Yoyo: 1) i fondi monetari rendono
sistematicamente meno dei Bot; d'altronde con tassi
così bassi basta un minimo di commissione per
sottoperformare, e anche la gestione professionale per
l'utilizzo di liquidità non può fare miracoli, visto
che si tratta comunque di investire in strumenti con rischio
prossimo allo zero 2) i fondi azionari hanno fatto
decisamente peggio del mercato 3)i fondi
nell'ultimo anno sono tutti in positivo semplicemente
perchè nell'ultimo anno le borse sono andate bene ed i
titoli di stato si sono apprezzati: nessuno può essere in
negativo, ci mancherebbe altro!!! (salvo chi ha investito su
un singolo titolo azionario, ma nell'obbigazionario non
ha sbagliato nessuno). E se i tassi (dettati dal mercato,
non necessariamente dalla BCE) dovessero salire un po'
che fine fanno i fondi obbligazionari?
L'analisi è basata sui dati Nextra ma per gli altri
gestori non sono sostanzialmente diversi.
Secondo
voi va bene così? O il sistema premia solo chi promuove,
gestisce e colloca questi fondi?
28 luglio 2005 0:00 - yoyo
Come si fà a dire delle certezze assolute di questo genere
"OGNI ANNO l'INSIEME DEI FONDI COMUNI DI
INVESTIMENTO DISTRUGGE TRA I 10 ED I 20 MILIARDI DI
EURO" per me è una stupidata. Ho qui, ad esempio.
davanti a me l'inserto pubblivato da Nextra sui
rendimenti semestrali dei suoi fondi, d'accordo su 83
fondi ben 70 nn hanno battuto il benchmark (teniamo presente
però che gli obbligazionari ed i monetari hanno benchmark
al lordo e quindi difficile da battere) ma sono tutti e
ripeto tutti positivi, e solo 6 (tutti monetari) inferiori
al rendimento medio dei Bot semestrali e ben 23 hanno
rendimenti superiori all'8%. E Nextra non è certo
al top, lo sappiamo tutti. Poi sui crack, quelli sono
soldi persi per sempre, almeno una parte, se uno ha un fondo
in perdita del 50% ha molte più possibilità di recupero
nel tempo. Cerchiamo di leggere bene cosa si scrive
prima di pubblicare palesi inesattezze e luoghi comuni.
Bye
28 luglio 2005 0:00 - antonio lucenti
io sono un pf, non ho mi collocato fondi nè linked ai miei
clienti, perchè non posso renderne conto ( nel bene e nel
male..purtroppo, perchè non vendo fichi nè sgabelli) ma ho
acquistato, anni fa ed in tempi diversi, dei fondi per me:
Cina, India, Emergenti Europa. Acquistati e
dimenticati.Di-men-ti-ca-ti. Ho scelto case di investimento
antiche ed affidabili..non maghi che prevedono il futuro. Su
quei mercati che immaginavo in sviluppo non avrei saputo
come fare diversamente.
Il problema, secondo me,
è che la scelta del fondo viene fatta senza nessuna
preparazione, e con l'idea di scegliere un titolo.
Ma chi dovrebbe seguirne le evoluzioni? E come? Con
quali mezzi? Chi sa cosa c'è dentro un fondo?
I fondi sono considerati risparmio gestito, ma l'asset,
la scelta più importante, viene affidata
all'investitore. Che risparmio gestito è?
I fondi, con tutti i loro difetti ( molti, non pochi)
sono l'unico accesso al mercato per i moltissimi
risparmiatori della fascia patrimoniale più bassa.
Dopo di che , fuori dai denti, di fondi, dagli ETf
agli hedge ce n'è per tutti i gusti e le
necessità. Le statistiche valgono, come più volte ho
detto, per gli operatori professionali dei settori, non per
gli utilizzatori. Tutti quelli che ieri non hanno
mangiato il pollo lo sanno......e anche quelli che non lo
mangeranno oggi. Ci sono titoli che in questi 2 anni
hanno fatto mi-ra-co-li: saranno ben stati dentro qualche
portafoglio..... Se poi qualcuno vuol continuare a
frullare l'acqua.............nessuno può impedirlo. Per
fortuna.
27 luglio 2005 0:00 - Alex
Però è un grosso errore confrontare il rendimento dei
fondi azionari con i titoli di stato. Che c'entra? Hanno
obiettivi diversi e orizzonti temporali diversi. E non
dimentichiamo che quello che è successo in passato non da
alcune garanzie per il futuro, soprattutto ora che i titoli
di stato non rendono più il 15%.
27 luglio 2005 0:00 - Alex
Il problema è che la gran maggioranza dei fondi comuni non
batte l'indice benchmark di riferimento, e chi lo fa ci
riesce solo saltuariamente, non con continuità; il che vuol
dire che fanno peggio di un semplice strumento
"passivo" (cioè che acquista tutti gli strumenti
che determinano l'indice, nelle esatte proporzioni);
senza considerare che l'indice non tiene nemmeno conto
dei dividendi, quindi c'è un altro 3-4% che viene
bruciato dalla gestione. Ora, qual è la convenienza
nel pagare commissioni di gestione che superano anche il 2%
(oltre ad eventuali costi di sottroscrizione e/o rimborso)?
I dati insegnano che la "gestione professionale"
del risparmio non conviene all'investitore, in quanto
"brucia" denaro, ma solo a chi li colloca.
27 luglio 2005 0:00 - FP
X alessandro pedone
Mi congratulo per la
lucida esposizione e per i "toni". Chiedo
scusa, se mi posso permettere, ma oltre che responsabile per
la tutela del risparmio, non è che fa il giornalista per
" Studio aperto" ?
27 luglio 2005 0:00 - davide
non farei di tutta l'erba un fascio. Dipende sempre cosa
si compra e lo dico da consumatore e non da operatore !!
Bisogna precisare che molta gente prima vuole guadagnare
tanto e poi quando viene (forse giustamente) fregata si
lamenta: vogliono guadagnare, raddoppiare, credendo di
essere i più furbi o credendo di essere quelli più bravi e
fortunati che hanno scoperto per caso il mago della finanza
davanti ai loro occhi; purtroppo la mamma dei (.....) è
sempre incinta... A prescindere da ciò ci sono fondi
che sono andati bene, che hanno reso quanto e più del
mercato. Alternative allora quali sarebbero ? Torniamo
tutti ai BOT ? un bel rilancio per l'economia....
Purtroppo leggo spesso nei siti delle associazioni di
consumatori (di cui sono peraltro membro) che si critica, si
critica, si stigmatizza, etc.: ma uno cosa dovrebbe fare non
si sa ! Ho letto analoga critica su Altrocunsumo e mi sono
chiesto: cosa dovrei fare allora, mettermi io sul mercato a
scegliermi le obbligazioni migliori, i titoli più solidi ?
Chi ha il tempo e la preparazione ? Sarei sicuro di fare
meglio ?
In giro ci sono squali, ma basta
muoversi con prudenza e buon senso, sapendo che chi hai
davanti ha un lavoro e non è un genio della finanza, ma un
(si Spera onesto) lavoratore ed allora qualcosa di decente
si combina, sapendo però che sarà ben difficile
arricchirsi con i propri risparmi, ma sarà sufficiente che
crescano un pò per volta.