Anch'io curavo l'ipertensione con le goccine di
aglio sempre più diluite, ma l'ho dovuta poi
controllare con pillole farmacologiche di varia natura.
Ovviamente prima di trovare la giusta, ne ho provate
diverse. Se mi fossi fermato alle prime che non facevano al
caso mio, avrei maledetto la medicina tradizionale, che mi
dava solo allergie e problemi vari senza pigliare nel segno,
ma ho cambiato cure, ho perseverato, ho preso in un buon
medico e non in un ciarlatano, ed ora controllo
perfettamente la malattia. Conosco gente che ha praticato
l'omeopatia per la prostata e poi si è ritrovata
comunque nella cacca. Sono d'accordo che se la malattia
è reversibile, guariresti comunque anche con
l'omeopatia, ma anche spontaneamente. Il vero problema
è che con l'omeopatia si allungano i tempi spesso fino
a quando non c'è più nulla da fare neppure in altro
modo. I medici sostengono che gli ammalati, per almeno
il sessanta per cento hanno componente determinante quella
psicosomatica. Perciò l'affare omeopatico è dietro
l'angolo.
28 dicembre 2005 0:00 - consigliere
Cara Giovanna "un CONSIGLIO"....esiste anche la
PSICANALISI....PROVALA!!!!!!
28 dicembre 2005 0:00 - Giovanna Sanna
28 dicembre 2005, Mi domando come mai ci si accanisca
cosi tanto a, demonizzare l'omeopatia. Sono
anni che mi curo in questo modo e, posso garanti
re che i risultati ci sono ed anche eviden ti. Sono
portatrice di Epatite C e mi è sta to fatto fare
l'interferone per tre anni. Stavo malissimo, non
avevo più voglia di vi vere anche perchè
l'interferone mi aveva at tivato delle malattie
autoimmuni che, fino ad allora non si erano mai
manifestate. In più le tossine del medicinale si erano
depositate sulla retina causandomi una macu lopatia
all'occhio sinistro. Ho deciso di farmi curare con
l'omeopatia e, dal 1999 i miei problemi un poco
alla volta sono stati tenuti sotto controllo senza
effetti colla terali di nessun genere, le mie analisi
so no nella norma e, la qualità di vita è da vivere.
Anche le forme reumatiche le curo con l'omeopatia
e cosi mio marito e cosi anche i nostri cani. Ma poi scusate
visto che in Italia e nel mondo siamo tanti milioni di
persone che ci curiamo in questo modo è mai possibile che
siamo tut ti illusi o plagiati? Naturalmente lo
sarebbero anche gli animali!!! Un saluto Giovanna
28 dicembre 2005 0:00 - actung
un ormai famoso faccendiere omeopata sta' rovinado
questa citta'.....nel ponente Ligure.....e tantissimi ci
son casacati!!!!
28 dicembre 2005 0:00 - Censore
il vero obbiettivo dell'OMEOPATIA e degli
"OMEOPATI"....è la PSICHE !(ed il
portafoglio!!).......
27 dicembre 2005 0:00 - Scocciato
Al di là del fatto che non esiste più la
"vocazione" per i medici e che spesso cercano come
tutti di far soldi ed acquisire fama, la trovata circa la
guarigione determinata da sistemi omeopatici, nella sua
fumosità ed aleatorietà, al di là del fatto che chi ci
crede non ha problemi reali, ma spesso legati al soma,
questo fenomeno(dell'omeopatia) si può equiparare a
quello dei prodotti biologici che con informazioni
fuorvianti induce a credere di ottenere benefici salutistici
ma a beneficio del portafogli di chi si proclama
produttore. Un saluto ad Alex
26 dicembre 2005 0:00 - stefano
Interessanti le risposte alla richiesta di commento riuardo
al "problema omeopatia". Quello che mi lascia
perplesso è che ci si dimenticha che la scienza ufficiale
non è fonte di VERITA', che bisognerebbe ricordarsi che
fin dall'inizio dello scorso secolo è in atto una
rivoluzione scientifica: il paradigna quantistico,la
psicologia transpersonale, ecc. Questi nuovi paradigni hanno
evidenziato che la il nostro paradigna vigente, che possiamo
chiamare meccanicistico, descrive una parte della
"realtà scientifica" e di conseguenza è assurdo
utilizzare il medesimo peer decidere che cosa è vero o non
lo è. L'omeopatica è difficilmente definibile e
comprensibile utilizzando il paradigma scientifico vigente
ma sostenere (o credere) che chi adotta modelli ormai in
parte superati, si possa arroccare il diritto di defire che
cosa è vero e cosa no è esilarante. Un consiglio per
i cari "naviganti", il mondo scientifico e non sta
cambiando e ha iniziato da un pezzo, sarebbe ora di smettere
di percepire le "verità scientifiche odierne"
come dogmi, e spostare l'attenzione al di là del
proprio naso. La scienza si evolve e quello che ieri era
ritenuto impossibile, oggi può apparite possibile e
fattibile. Inoltre credere che chi cerca di portare
alla luce nuove terapie sia sempre in mala fede o incapace;
e che i buoni e i capaci siano sul versante opposto alla
difesa del giusto è del vero è a dir poco discutibile.
25 dicembre 2005 0:00 - Alex
Scocciato, ma lo sai quanto è il giro d'affari di
quella roba?? (domanda retorica, non lo sa nessuno ed è
anche meglio non immaginarlo!) Ci mangiano in troppi,
è un grande business.. tanto poi chi muore per questo non
ha modo di lamentarsi (e, comunque, non c'era nulla da
fare...). Come dici tu.. a curare i sani sono capaci
tutti.
25 dicembre 2005 0:00 - Scocciato
Che razza di ragionamenti
lapalissiani....Acqua..vino..andate in Cina, in Africa,
ecc.; ogni popolo adotta dei princìpi diversi ed a dir poco
strani..anche gli sciamani continuano ad esercitare. Qualche
volta ci pigliano nel segno, ma spesso sono dei palliativi o
delle credulonerie, cioè allucinazioni inconsapevoli e di
moda. Credete proprio che con le palle di tigre o con
l'urina di topo si facciano i miracoli? o con qualche
goccia di costoso intruglio in un buon bicchiere di acqua
fresca si eviti un trapianto di cuore o si guarisca da un
Parkinson? Bravi i creduloni che in fondo sono dei
benefattori; cioè che mantengono ed ingrassano torme di
operatori omeopatici che, con la scusa delle
"cure" a lunga scadenza con goccette e vari
convincenti sistemi, trattengono il "paziente"
per lunghissimo tempo illudendolo e nel frattempo, magari ci
si poteva curare veramente in altro modo ed evitare
spiacevoli esiti. Curare i sani è facile e si fa bella
figura nello riuscirvi, un pò meno con i veri ammalati!
24 dicembre 2005 0:00 - ANNAPAOLA LALDI
PER GEKO che chiude il suo intervento così: "Agli
omeopati l’onere della prova che l’acqua sia meglio del
vino". Mi pare un paragone un pochino infelice.
Infatti, è certo che per qualunque organismo, compreso
quello umano, è meglio l'acqua, che male non fa (a meno
che non sia inquinata), e anzi è indispensabile alla vita.
Sulle virtù salutari del vino, invece, vi è più di una
perplessità. In altri termini: del vino si può fare
a meno, e astenersi da esso male non farà mai; proviamo a
fare a meno dell'acqua e ne vedremo delle belle.
24 dicembre 2005 0:00 - mauro
Solo parole umane: venduti , massoni, ignoranti e servi.
Grazie
22 dicembre 2005 0:00 - geko
fonte: Shang A et al. Are the clinical effects of
homoeopathy placebo effects? Comparative study of
placebo-controlled trials of homoeopathy and allopathy.
Lancet 2005; 366: 726
I farmaci omeopatici hanno
efficacia pari al placebo. E’ quanto emerge da
un'analisi pubblicata sulla rivista Lancet.
Gli autori hanno setacciato diversi trial condotti per
documentare gli effetti delle terapie omeopatiche e di
quelle convenzionali. Di tutti gli studi individuati per
entrambe le categorie, sono stati selezionati solo i
migliori, cioè quelli ben costruiti dal punto di vista
statistico (soprattutto con più partecipanti seguiti per
lunghi periodi di tempo). Gli autori hanno constatato che le
sostanze convenzionali mostrano di essere efficaci mentre
l’effetto delle sostanze omeopatiche evapora fino a
somigliare a quello dell’acqua fresca.
Le
proteste dal mondo dell’omeopatia (medici e industrie) non
si sono fatte attendere: una pioggia di critiche ha
investito la pubblicazione di Lancet.
Regolarmente ogni risultato negativo su questo argomento
viene criticato evocando una sorta di complotto gestito
dalla medicina convenzionale per proteggere gli interessi
dell’industria farmaceutica. D’altra parte le maggiori
riviste scientifiche sono accusate di non pubblicare i trial
positivi su cure omeopatiche perché in conflitto con gli
interessi dell’industria farmaceutica che le finanziano.
La polemica sui metodi per mettere alla prova
l’omeopatia ha una lunga storia alle spalle. La
contrapposizione è radicale.
Da una parte
c'è chi sostiene che la cura omeopatica non possa
essere sperimentata secondo i canoni della medicina
convenzionale, per via del suo approccio olistico e
individuale: il medico omeopata stabilisce la cura dopo aver
valutato la sfera organica e affettiva del paziente e
propone di conseguenza una sostanza in dosi e modalità che
possono essere differenti per ciascun paziente.
Gli avversari ribattono che prima di far ingerire una
sostanza a qualcuno la si debba provare secondo metodi che
diano alcune informazioni: quando il farmaco è indicato,
quanto sono probabili gli effetti positivi e negativi. A
oggi è possibile ricavare queste informazioni solo da studi
costruiti secondo un metodo che prevede gruppi omogenei e
controlli.
Attualmente un criterio di
scientificità ampiamente condiviso è questo: chi sostiene
una teoria ha anche l’onere di indicare il cosiddetto
“esperimento cruciale” che ne potrebbe svelare la
falsità. “Questa terapia provoca l’effetto x
nelle condizioni y” è una teoria scientifica.
“Questa terapia funziona,e quando ciò non accade
significa che non è stata usata nel modo giusto” non lo
è. Perché? L’affermazione “Questa terapia
provoca l’effetto x nelle condizioni y” è resa falsa
con un semplice esperimento: si riproducono le condizioni y
e si controlla che si produca l’effetto x. “Questo
terapia funziona, purché chi la prescrive usi il metodo
giusto” non ha un esperimento cruciale perché chi la
sostiene può sempre giustificare in molti modi il fatto che
un trial faccia fiasco (“Non è stata sperimentata secondo
i metodi giusti”).
Molti dopo la pubblicazione
di Lancet hanno adottato questa linea di difesa. Il
Comitato permanente di consenso e coordinamento per le
medicine non convenzionali in Italia, in un comunicato
stampa in riferimento all’articolo pubblicato sul Lancet,
afferma: «per valutare l’efficacia dell’omeopatia sono
stati arbitrariamente scelti, in modo “metodologicamente
corretto”, come nel caso in questione, parametri
indicativi di efficacia con una operazione di pulizia
scientifica. In altre parole il lavoro è stato costruito da
allopati con criteri allopatici. E’ come se un oste
facesse un confronto tra il suo vino e l’acqua per
concludere che il vino, anzi il suo vino è più buono».
Mentre la ditta di sostanze omeopatiche Boiron
ha accusato più apertamente Lancet di essere in malafede.
«Che Lancet abbia aderito a sua volta alla lobby anti
omeopatica a dispetto di qualsiasi rigore scientifico? Su
quest’ultimo punto è lecito interrogarsi dopo che, in
occasione del recente caso Rosuvastatina, Lancet è stato
costretto ad ammettere il proprio errore e a presentare le
proprie scuse».
A onor del vero Lancet, nel
2003, attaccò duramente la campagna pubblicitaria di
Astrazeneca perché attribuiva alla rosuvastatina un profilo
di efficacia e sicurezza un favore non provato dagli studi e
criticò duramente la validità di un trial comparso
sull’American Journal of Cardiology oltremodo favorevole
al nuovo farmaco: «E’ difficile comprendere come tale
ricerca di natura commerciale sia potuta comparire su un
rispettato giornale medico peer-reviewed». Boiron qui
solleva la questione di quanto l’industria farmaceutica
riesca a condizionare l’informazione scientifica. Cita
però un caso esemplare in cui la scienza ha esercitato il
diritto di criticare se stessa e tornare sui propri passi.
Queste polemiche in realtà mostrano tutta la
differenza tra il metodo tradizionale e quello omeopatico.
Ripetibilità del risultato Secondo la
medicina scientifica devono essere espresse le condizioni in
cui il farmaco mostrerà la sua efficacia, in modo che sia
possibile metterlo alla prova e stimare in quanti casi
attendersi il risultato utile e in quanti casi un effetto
collaterale. Solo quando è possibile controllare questi
dati si può valutare il profilo rischi benefici della cura.
La ripetibilità del risultato non è invece garantita
quando, come nel caso della medicina omeopatica, il
risultato positivo è lasciato alla particolare capacità
che il medico possiede di intuire quale cura si attaglia al
paziente.
Confutabilità del risultato La
possibilità di smentire uno studio con un altro è una
garanzia offerta da quel metodo scientifico che gli omeopati
rifiutano: si può anche mentire o sbagliarsi
sull’efficacia e la sicurezza di una sostanza, ma uno
studio che indichi quando, come e perché un farmaco ha
buone proprietà terapeutiche, si espone contemporaneamente
a critiche che possono verificarne l’attendibilità.
Queste differenze impediscono di stabilire criteri
unici per provare l’efficacia di tutti i farmaci,
omeopatici e tradizionali. Un decreto in preparazione al
Ministero della salute tenta di uniformare i due settori. Il
decreto prevede la vendita libera dei farmaci ad alta
diluizione (la cui innocuità, al contrario
dell’efficacia, è stata provata), mentre la preparazione
in cui il principio attivo è più concentrato dovrà avere
le stesse caratteristiche di sperimentazione, il foglio
illustrativo e l’indicazione terapeutica come i farmaci
allopatici. Se il decreto non sarà modificato, nel 2008,
anno in cui la legge entrerà in vigore, la gran parte dei
rimedi omeopatici oggi in uso sarà fuori legge. Agli
omeopati l’onere della prova che l’acqua sia meglio del
vino.
22 dicembre 2005 0:00 - Scocciato
I medicinali di sintesi(o giù di lì) come le sostanze(più
o meno annacquate)omeopatiche, dovrebbero, come per tutti i
prodotti di consumo e di uso quotidiano, possedere una
garanzia(soddisfatti o rimborsati)oppure di uno o due
anni... Il motivo per il quale la gente va dal medico e
costui prova su di essa medicine varie e che poi magari non
guariscono, è lo stesso per cui va dal santone, dal mago, o
dall'omeopata o dal naturopata, o dall'osteopata e
...pata quanti se ne vuole e, ripeto, il motivo è che
nessuna di queste scienze e "non scienze" è certa
e sicura e quindi non degna di garanzie.
L'omeopatia non sarà proprio una truffa, ma fa parte di
quelle""terapie""che con poche molecole
diluite in qualche liquido, fanno presa più sulla psiche
che sulla tangibile fisicità perciò, come per la maggior
parte delle tradizionali medicine che devono curare lo stato
psichico (e quindi di dubbia risoluzione) non sono e non
devono essere soggette a rimborsabilità. Chi ci crede, se
le paga come chi crede alla droga se la paga e come chi
crede a una costosa cena al ristorante perchè ci si
distende, se la paga.
22 dicembre 2005 0:00 - ANNAPAOLA LALDI
Mi domando il perché ci sia tutta questa avversione
preconcetta per l'omeopatia da parte delle autorità e
di diversi organi di informazione. Come se i medici
omeopeati non fossero laureati in medicina, in molti casi
anche con una specializzazione tradizionale, come pediatria,
ginecologia, cardiologia, ecc., e non si sobbarcassero un
approfondito studio ulteriore che richiede molta serietà e
impegno. Certo non inferiore a quello di altre discipline
mediche. Qualcuno sa e può rispondere?