Visto che te che studi "tanto abbondamente
l'antropologia" mi spiace ma ti dovrò contraddire
su un bel po' di cose riguardo la nascita della società
umana. Di recente gli antropologi hanno scoperto che furono
le donne ominide, a inventare il linuaggio sia gestuale che
parlato e raffigurato, e a cominciare ad utilizzare
utensili. Furono loro a formare una vita sociale tra tutti
gli individui, (del gruppo ovviamente), che favorisse la
giusta spartizione del cibo e i ruoli di ognuno nella vita
quotidiana. Furono loro a inventare la caccia di gruppo o
comunque qualsiasi altra attività sociale basandosi
soprattutto sull'astuzia o sulla tecnologia. Faccio
degli esempi:Astuzia perchè spaventavano gli animali da
cacciare, per farli indietreggiare e così farli rotolare
giù da un burrone. Tecnologia invece: perchè furono loro i
primi a utilizzare utensili per scavare alla ricerca di cibo
o per nutrirsi. Ad un certo punto dell'evoluzione poi,
furono proprio loro a cominciarono a camminare in linea
eretta per tenere meglio i loro piccoli sulla schiena. Sono
state riscontrate le stesse caratteristiche negli
scimpanzè. In cui le femmine di questi animali sono sempre
le più evolute e con più spirito di iniziativa, per il
fatto di creare e far sopravvivere una società o meglio un
piccolo gruppo. Tutto ciò deriva dal loro fortissimo e
primordiale istinto della maternità nel quale devono curare
tutti i loro piccoli. Dunque distribuirono queste loro
regole, che prima le mettevano in atto solo sui propri
cuccioli, (regole per metà istintuali e per l'altra
metà sviluppatesi con l'evoluzione), su tutto il gruppo
di individui della stessa specie che man mano andava a
formarsi e ad ingrandirsi. Quindi prima si comportavano in
questa maniera con i loro piccoli (quand'erano
australopiteus) e man mano con l'evoluzione (da
australopitecus a homo abilis ecc.ecc.) e quando
cominciarono a formarsi dei veri e propri piccoli gruppi
comunitari le donne ominide cominciarono a distribuire
queste regole indispensabili per la vita di gruppo su tutta
quella piccola società che cominciava a formarsi.
L'uomo in questi tempi era quasi inutile per la vita
sociale dell'epoca ma era importantissimo perchè utile
per la riproduzione e basta. L'uomo dalle sue coetanee
le apprese dopo e pian piano, tutte queste regole
indispensabili per la sopravvivenza. Non dico che la donna
sia stata o sia ancora adesso superiore all'uomo, ma è
tutto un fatto di istinti che si sviluppano seguendo sempre
una propria base a causa di necessari cambiamenti o
adattamenti ecc. al fine della sopravvivenza. L'uomo
cominciò ad essere veramente utile solo quando la società
divenne molto e sempre più complessa; ai tempi in cui si
scoprì l'agricoltura e l'allevamento. Quando la
società divenne più complessa e si cominciava ad
ammucchiare sempre più cibo nei propri depositi
cominciarono le primissime vere e proprie guerre
violentissime e senza regole. Qui l'uomo sempre
servendosi in gran parte di regole e concetti fondamentali
appresi dalla donna, fu molto utile, perchè serviva la
forza fisica per arare i campi allevare gli animali e fare
la guerra. Prima non dico regnasse la "pace
divina". In precedenza ci saranno state di certo delle
dimostrazioni di forza finalizzate a rubare del cibo o a
volte per cacciare. E per questi aspetti anche prima
l'uomo era utile, ma sempre si doveva basare su concetti
primordiali acquisiti dalla sua coetanea. Stesso discorso
per quando si aprì quest'era fatta di società molto
più complesse in cui nacquero le prime vere e proprie
guerre. Questo è scientificamente provato e questa cosa si
ripete ancora adesso in un sacco di individui mammiferi,
tipo nei leoni, varie scimmie come i bonobi o gli scimpanzè
che sono i più vicini all'uomo. Comunque ho compreso
benissimo quello che vuoi intendere sullo "stupro dei
popoli ecc." e queste cose che te dici non sono altro
che delle retoriche considerazioni mistico-politiche, da far
venire veramente la pelle d'oca. Non sto dicendo che sei
un nazista e che vorresti vedere tutti i "diversi"
nei forni, però veramente quello che dice fa rabbrividire.
Vuol dire che hai una visione fin troppo distorta della
realtà oltre ad essere molto disinformato. Non fai altro
che modificare alcuni punti cruciali della realtà che ti
circonda, per raggiungere e anzi per vedere la realtà
fiabesca che ti sei creato. Adesso devo andare per cui
riprenderò più tardi ad analizzare tutti gli altri punti.
17 maggio 2006 0:00 - camaleonte
È ugualmente un piacere dialogare con chi, pensandola in
maniera diversa, non si difende attraverso l'uso di
insulti o lughi comuni volti a screditare le argormentazioni
della controparte in maniera sleale, cosa che purtroppo
succede speso in questa vita politica italiana, che più che
ai contenuti, spesso tende in maniera sofistica (usato in
senso dispregiativo) alla captatio benevolentiae,
infischiandosene della ragione.
C'era un
punto che mi era sfuggito ieri e sul quale vorrei però
chiarire il mio pensiero. A me i negri non fanno
assolutamente schifo. Che cosa stupida sarebbe anche solo
pensarlo! Io mi batto semplicemente per la difesa della mia
identità di italiano, nella quale va incluso anche il lato
biologico. Così come non mi sentirei tra africani in mezzo
a una folla di persone bianche e bionde, allo stesso modo
non mi sentirei tra italiani in mezzo a una folla di persone
di razza nera. Nè più nè meno che una questione di
identità, nulla a che vedere con il razzismo suprematista
che secondo me è un'offesa all'umanità intera.
Ecco, spero di essere stato chiaro su questo punto.
ps: so che in italiano per molti è un'offesa il
termine "negro". Io non lo uso con questa
accezione, ma solamente perchè non ritengo giusto che per
uno sciocco pregiudizio, una parola che viene dal latino
niger nigra nigrum e che ha una storia millenaria, apparendo
ad esempio nel commovente funere mersit acerbo del Carducci
(" sei nella terra fredda/ sei nella terra negra")
debba sparire dal nostro patrimonio lessicale.
Per il resto, carissimo Xman, mi raccomando, visita il sito
che ti ho indicato, poi ne riparliamo tra qualche giorno, o
quando vuoi, ma fallo, vedrai quante cose interessanti
troverai... Ciao. Adesso per un po' stacco io la
spina, anche per lasciare spazio agli altri, ieri ho
riempito due pagine intere. Comunque se trovo qualcosa
di interessante, lo posto.
17 maggio 2006 0:00 - RENZO
IO CREDO CHE IN QUESTI TEMPI SIA GIUSTISSIMO PRIVILEGIARE
GLI ITALIANI. LA PRESENZA STRANIERA E' SOLO UNA
SFORTUNATA INCOMBENZA. BISOGNA DARE NUOVA LINFA VITALE AL
NOSTRO POPOLO. SE AIUTASSIMO GLI STRANIERI, IL LORO POTERE
DEMOGRAFICO CI SPAZZEREBBE VIA. BISOGNA GARANTIRE
QUESTI AIUTI NON SOLTANTO A CHI HA LA CITTADINANZA ITALIANA,
MA SOPRATTUTTO PER CHI E' ITALIANO PER IUS SANGUINIS.
17 maggio 2006 0:00 - camaleonte
E con questa per oggi chiudo.
Il termine
“xenofobo" viene lanciato contro chiunque protesti
contro l’ingresso e la presenza di stranieri nella propria
nazione; ma si tratta di un concetto e di un termine
sbagliato. La “fobia” è un sintomo patologico, una
manifestazione di malattia, e il termine è di carattere
medico e psichiatrico. Dunque, o i milioni di francesi che
hanno votato per Le Pen sono dei malati di mente, oppure non
serve a nulla definirli tali. Per questo i sondaggi non
avevano rivelato quali sarebbero stati i risultati del voto:
nessuno sa più quale sia la verità.
Il termine
“ xenofobo” viene lanciato come ingiuria contro tutti
coloro che non condividono le idee dei governanti sulla
doverosa “multietnicità” anche perché i politici hanno
trasformato in valori etici le proprie strategie. Chi vuole
tenere chiusa agli stranieri la porta della propria patria
è xenofobo, mentre sicuramente non lo è Cofferati o chi
per lui il quale ha di certo chiuso la porta di casa sua
andando a predicare al popolo. L’uso del linguaggio falso
e terroristico è comune anche contro coloro che ritengono
sbagliata l’operazione politica dell’Unione europea,
amabilmente definiti "eurofobici". L’analogia
non è un caso: chi vuole la libertà e l’indipendenza
della propria Patria, non può non battersi contro la
perdita di tutta la sovranità: linguistica, territoriale,
economica, politica, etica. E’ a questo punto che scatta
l’altro termine-concetto terroristico contro coloro che
non condividono le strategie dei politici: “razzista”.
Le razze esistono, con differenti caratteristiche dovute per
prima cosa all’habitat. La natura ha fornito di pelle
scura chi doveva resistere alla violenza del sole, di pelle
chiara chi doveva, invece, cercare di assorbirne il più
possibile qualche pallido raggio nordico, così come ha
plasmato sulla sabbia del deserto i velocissimi piedi
dell’africano che vince sempre la maratona... La varietà
e l’intelligenza della natura in tutte le differenze è
bellissima, ed il “razzismo” è consistito sempre e
dovunque, sia nel passato che nel presente, nel voler
eliminare le differenze. I modi per raggiungere questo scopo
sono atroci, sia che si uccidano i popoli fisicamente, sia
che li si uccida politicamente.
Sia permesso a
chi fa di professione l’antropologo affermare che anche
quello di “ Europei” è un concetto razzistico, e che se
i governanti continueranno a barare con il disagio che esso
più o meno consapevolmente suscita, presto non basterà
più innalzare cartelli contro Le Pen.
Ida Magli
17 maggio 2006 0:00 - camaleonte
Il fondamentalismo democratico
di Ida Magli il Giornale | 9 Ottobre 2003
La scienza, la medicina soprattutto, da lungo tempo ci
ha convinto che la terapia più efficace è la prevenzione.
Ma la prevenzione è sistema valido e necessario in tutti i
campi, ed è giunto il momento in cui i politici sono
chiamati a rendersi conto di quali responsabilità si siano
caricati davanti agli Italiani per non averlo messo in atto
nei confronti dell'immigrazione. L'affermazione di
Gianfranco Fini sul voto da dare agli immigrati alle
elezioni amministrative si può considerare già come una
conseguenza della mancata prevenzione. Troppi, troppi
immigrati sono stati fatti entrare in Italia, con le
motivazioni più varie, senza pensare a quali ne sarebbero
state le pericolosissime ricadute sulla vita culturale,
religiosa, sociale, politica degli Italiani. Adesso, però,
non si finga di dover per forza andare avanti sulla strada
già imboccata. Se, in base alla democrazia, si porta il
proprio popolo verso conflitti, sofferenze e alla fine
perdite laceranti della propria identità, allora bisogna
che i politici abbiano il coraggio di non fare della
democrazia una divinità intangibile. Il
"fondamentalismo" è un pericolo in agguato
ovunque, ed è tale quando, in omaggio ad un principio, si
distrugge la vita invece di costruirla. La proposta di Fini
è democrazia fondamentalista.
Perché è così
pericoloso inserire nel potere istituzionale gli immigrati?
Diciamolo chiaramente: perché la stragrande maggioranza
degli immigrati è oggi, e lo sarà sempre di più domani a
causa della loro alta prolificità, di religione musulmana.
Non esiste nessuna etichetta del politicamente corretto che
possa impedire di riconoscere le abissali differenze fra
musulmani e cristiani. Non si tratta qui di soffermarsi su
dispute teologiche. La religione, qualsiasi religione, è
incarnata e incarna una cultura; e una cultura è plasmata e
plasma la personalità di base del popolo nel quale si è
sviluppata. Non si tratta, dunque, di giudicare, di valutare
né un popolo, né una cultura, né una religione, ma di
mettersi di fronte alla realtà. Gli Italiani hanno diritto
a vivere secondo i propri costumi, le proprie tradizioni, la
propria fede perché l'Italia è il loro territorio, la
loro patria, la loro nazione; questi costumi, queste
tradizioni, questa fede sono agli antipodi di quelli
arabo-islamici. Su questo non ci sono dubbi, malgrado i
tentativi fatti dai vari leader, anche della gerarchia
cattolica, per trovare delle convergenze.
Le
convergenze di esegesi biblica non hanno nulla a che fare
con la storia concreta, con il carattere dei popoli, insomma
con il loro modo di essere, di sentire, di pensare.
Mi permetto, nella mia veste di antropologo, di
portare un esempio. Nell'Antico Testamento è vietato
fare una qualsiasi rappresentazione di Dio. Per il timore di
mancare a questo divieto, nella cultura ebraica non è stata
mai sviluppata l'arte iconografica, pittura, scultura...
Lo stesso è avvenuto nell'islamismo in quanto si fonda
sull'Antico testamento: è il motivo per il quale
nell'arte araba si trovano tante delicatissime
raffigurazioni di piante, di foglie, che appunto non
mettpono a rischio di rappresentare "idoli".
Si guardi intorno l'onorevole Fini, in questa
Italia nella quale ha avuto la fortuna di nascere: cosa ne
sarebbe stato della grandezza artistica degli Italiani se
avessero dovuto obbedire a questo divieto? Chi verrebbe in
Italia da tutte le parti del mondo se non ci fossero stati i
Michelangelo, i Giotto, i Raffaello e i Botticelli? Ma
l'antropologo si permette di dire di più: nessun
apostolo, né Pietro, né Paolo, avrebbe potuto convertire i
Romani ad una religione che avesse vietato la contemplazione
della bellezza nella cultura, fra religione e personalità;
un rapporto che può essere disgregato e infranto con la
violenza, ma che non può essere cambiato né con la buona
volontà né con le leggi.
Naturalmente so bene
che i problemi immediati sarebbero ben altri che non
l'arte, e tutti gravissimi. Il modo di concepire il
matrimonio, la sessualità, il ruolo delle donne, tanto per
fare un solo esempio, è del tutto opposto a quello che
viviamo in Italia. E' di ieri l'uccisione di una
missionaria italiana in Somalia quasi certamente perché si
batteva contro la clitoridectomia e l'infibulazione.
Può darsi che le leggi italiane riuscirebbero ad impedire
tale operazione, ma rimane il fatto che non c'è
possibilità di comprensione, non ci sono valichi possibili
fra la personalità di uomini che hanno inventato e voluto
tale mutilazione e quelli che, nel cristianesimo, sono
passati dall'uccisione concreta della vittima al
sacrificio simbolico, dalla mutilazione del pene alla dolce
acqua del battesimo.
La tensione in Italia per
l'eccessiva presenza di moschee, per l'abitudine a
vivere di mercatini ambulanti che invadono marciapiedi e
piazze incuranti di leggi e tasse, per il timore ben fondato
di possibili terrorismi, è già molto alta. Tocca ai
politici fare in modo che la pazienza non si esaurisca, che
la tolleranza non diventi una drammatica colpa di chi
governa. E' probabile che nell'Unione Europea si sia
proclivi a concedere molti privilegi agli immigrati
musulmani in base a calcoli che appunto, come dicevamo
all'inizio, non tengono conto delle conseguenze per il
domani. Sia per una volta l'Italia a dimostrarsi
previdente; e, comunque, non accetti per sé provvedimenti
che preludono a sicuri conflitti.
Ma
ovviamente l'Italia se ne è guardata bene di essere
previdente e si incammina velocemente a divenire un orrido
letamaio multitutto grazie ai nostri illuiminati umanitari.
17 maggio 2006 0:00 - camaleonte
1. Invasione e perdita del territorio
Partiamo
dal problema ultimo e che, viceversa, è il primo se
vogliamo ridelineare il “volto” della società italiana.
Senza un suo territorio circoscritto non esiste
“società”. Il territorio dell’Italia, preda di tutti
quelli che se ne appropriano in quanto è volutamente
abbandonato, non permette più agli Italiani di considerarsi
una “società”, un popolo organizzato, con una propria
identità, un proprio volto. Agli Italiani, ai più giovani,
soprattutto, è venuto meno il fattore di base per
“appartenere”, per voler appartenere e per voler
formare, conservare, far emergere i tratti costitutivi della
propria società. L’ostinazione con la quale i governanti,
ormai da molti anni, fanno tutto il possibile per togliere
agli Italiani il proprio territorio, lasciandolo indifeso
alla mercé di migliaia e migliaia di stranieri, è il primo
fattore della nostra disgregazione morale e sociale. Sia ben
chiaro: i governanti si comportano così perché lo sanno, e
vogliono raggiungere proprio lo scopo della disgregazione.
Le prove di questa preordinata volontà sono moltissime. Mi
limito ad indicarne soltanto qualcuna.
a) Le
menzogne sull’immigrazione
La prima prova
sono le menzogne, la falsità delle spiegazioni che vengono
date, ripetute ininstancabilmente, con identico,
stereotipato linguaggio dai giornalisti (indispensabili
coadiutori, sacerdoti, anzi, dei politici). Da qualsiasi
paese gli stranieri giungano, vengono definiti come dei
“disperati”, imbarcatisi su battelli traballanti ad
opera di “trafficanti di uomini”, unici colpevoli che,
qualche rara volta, tanto per rafforzare la menzogna,
vengono arrestati. Sia gli uomini, che le donne, i
cosiddetti “disperati”, sono poi anche assegnati tutti
ad una specie di ingenuo, innocente “primitivismo”, una
moderna traccia mnemonica di quello che un tempo era il mito
del “buon selvaggio”. In base a questo mito del buon
selvaggio di ritorno, pur avendo pagato enormi cifre, pur
conoscendo alla perfezione le organizzazioni del viaggio, i
punti di raccolta a sud e a nord, ad est e a ovest
dell’India come dell’Africa, tuttavia essi “non sanno
quello che fanno”. Addirittura le donne sarebbero state
tutte, o rapite, o vendute, o allettate con la promessa di
trovare lavoro, invece che la prostituzione, nella quale,
però, diventano subito abilissime. I paesi di provenienza
sono tutti, come ci viene ripetuto ogni giorno da compunti
telegiornalisti del dolore, in preda alla fame, alla
carestia, privi di acqua e di alimenti; oppure tormentati da
anni di guerre tribali e di orrende carneficine, per non
parlare del brigantaggio, delle mafie, dei disordini
razziali e politici. Infatti, puntualmente il nuovo,
zelantissimo Commissario europeo, Rocco Buttiglione, ha
affermato che va riscritta la legge sul “diritto
d’asilo”: che vengano in Italia popoli interi è la sua
più ardente speranza.
Guardiamo, allora, a
quel primo fattore su cui si fonda una società, cui abbiamo
accennato all’inizio: il possesso del proprio territorio,
e capiremo subito perché l’Italia è così
drammaticamente disgregata. Aggredita fisicamente nella sua
casa, abbandonata nel modo più perverso (il ricatto della
compassione) dai governanti all’invasione di corpi
estranei, il “significato” giunge prima delle
conseguenze concrete (che analizzeremo in seguito nei loro
vari aspetti), ed è un significato di morte. La società
italiana non esiste, non deve esistere più.
b)
La femminilizzazione dell’Europa Parlavamo
dell’importanza dei significati. La terra, la propria
terra, è “donna”, è “madre” (la madre-terra):
lasciarla “aperta”, alla mercé degli innumerevoli
stranieri che la invadono, che se ne impadroniscono, che vi
pene-trano, è farla violentare, stuprare, consegnarla al
disonore della forzata prostituzione. Una prostituzione il
cui senso, nascosto, inconsapevole, eppure chiarissimo, gli
uomini ben conoscono in quanto ha accompagnato e accompagna,
in ogni tempo e in ogni luogo, la storia che sono essi
stessi ad aver creato, fondato, agito, vissuto. Gli
uomini-maschi lo conoscono perché in ogni conflitto, in
ogni guerra, hanno sempre verificato e verificano la propria
vittoria, dopo la conquista del territorio, stuprando le
donne dei vinti. Le donne lo conoscono perché percepiscono
chiaramente che lo stupro è più violento dell’uccisione,
è analogo all’uccisione nella volontà dello stupratore:
uccidere superando il “confine” del corpo,
pene-trandolo. E nulla è più disonorante, più umiliante,
più assassinante che lasciarti in vita pur avendoti
ucciso. E’ questo uno dei motivi per i quali la
maggior parte degli Italiani subisce la terribile violenza
che gli viene inferta nell’identico modo sia dai propri
governanti che dagli invasori, senza ribellarsi; anzi senza
neppure osare dirlo ad alta voce. Proprio come succede alle
donne stuprate. La violenza in cui non si vede scorrere il
sangue, in cui l’unica arma è quella “primaria” -il
pene- non può essere descritta, non la si può neanche
rivelare. Nessuno riesce a parlarne proprio perché “il
pene come arma” appartiene a un tempo-non tempo, a un
tempo che per l’umanità forse concretamente non è mai
esistito: il “prima della cultura”, l’al di fuori
della cultura (il termine “cultura” sarà sempre inteso
in questo saggio nella sua accezione antropologica come
sovrapposto a “natura”). Non riescono, non vogliono
parlarne prima di tutto i maschi: il pene è strumento di
creazione e formazione della cultura, il simbolo stesso
della cultura. Non ha un corrispettivo nella “natura”.
Non è il pene degli animali, anche se, non avendo termini
di confronto, si è soliti pensare allo stupro come a un
comportamento bestiale, animalesco. Al contrario: lo stupro
scaturisce dal massimo del simbolismo culturale, del suo
assetto concreto: la regola di appartenenza delle donne, con
la quale i maschi hanno fondato la “società”, hanno
stabilito la circoscrizione del territorio per ogni
società, hanno imposto a se stessi le leggi del Potere, del
pene, che sono prima di tutto divieti nell’uso del pene
(si tratta di argomenti complessi che purtroppo, posso qui
soltanto sfiorare, ma che sono abbondantemente studiati in
antropologia).
Ma nasce da questi primi
ordinamenti l’associazione della femminilità con la
terra, la propria terra. Non c’è termine più
significativo, e tuttavia in apparenza più contraddittorio,
di quello di “Madre-Patria”. La patria è una terra
madre che appartiene al padre. Dunque ai maschi, al potere,
al pene, alla mascolinità. Nel momento in cui i detentori
del Potere, i governanti (maschi per definizione, checché
ne pensino le donne anche quando credono oggi di detenere
posti di potere) cedono la patria a maschi invasori,
costringono tutti i sudditi, tutta la società ad assumere
le vesti della donna stuprata, e dunque, prima di tutto, la
“femminilità”.
Finalmente abbiamo forse
capito (forse, perché tutto questo è talmente atroce che
sembra quasi impossibile pensarlo) quale sia lo scopo ultimo
dei governanti: annientare, riducendolo
all’assog-gettamento di una femminilità disonorata, il
proprio popolo, impedendo così qualsiasi reazione allo
sterminato progetto di eliminazione delle madri-patrie,
delle nazioni, dei confini, delle identità dei gruppi.
Pensano di estendere in questo modo il proprio potere ad un
territorio tanto vasto quanto quello da cui provengono gli
invasori? Oltre al contemporaneo allargamento stabilito a
tavolino con l’eliminazione dei confini fra i paesi
europei? Sembrerebbe questa l’unica risposta logica ad un
comportamento così tragicamente dissennato. Ma quanto
abbiamo detto sui significati dello stupro vale ovviamente
anche per gli invasori che lo compiono. E dunque sta già
qui l’incredibile accecamento dei governanti: gli invasori
stuprano la terra del nemico e sono quindi, si sentono
consapevolmente vincitori; sanno, nel momento stesso in cui
vi poggiano i piedi, che vi pene-trano, che se ne
impadroniscono, di aver vinto.
Di aver vinto
sui maschi, è chiaro, sui detentori del potere, tanto più
perché questi si sono offerti alla pene-trazione, nel
massimo del disonore: si sono trasformati in oggetti passivi
di stupro, in femmine pronte alla prostituzione. Quanta
distanza da quegli uomini e da quelle donne che per tanti
secoli abbiamo considerato degli Eroi! E che si uccidevano
al momento della sconfitta piuttosto che consegnare se
stessi e le proprie donne alla furia stupratrice del nemico
vittorioso. Ma vengono in mente anche e soprattutto quelle
prime martiri cristiane che si avviavano al luogo
dell’esecuzione cantando l’inno di ringraziamento a Dio
per averle “trasformate in maschi”, permettendogli di
testimoniare con la propria morte la fedeltà al loro
credo. Dunque, è concentrata qui la dialettica,
simbolica e concreta, fra mascolinità e femminilità. Con
l’abbandono del possesso del territorio, siamo tutti
“trasformati in femmine”... (continua)
Ida
Magli (antropologa) "Salviamo l'Italia prima che
sia troppo tardi"
16 maggio 2006 0:00 - Xman
Senti io ti ripeto quello che te fai finta di non sentire:
PER FERMARE L'IMMIGRAZIONE BISOGNA FAVORIRE LO SVILUPPO
ECONOMICO DEI LORO PAESI, E DI CERTO LA SITUAZIONE NON
CAMBIERà MAI SE CONTINUAMO AD USARE QUESTO MODELLO O
SISTEMA ECONOMICO QUA. CHE HO GIà DESCRITTO TRECENTO VOLTE
E ADESSO SINCERAMENTE NON HO IL TEMPO DI RISCRIVERLO ANCORA.
QUINDI DOVRESTI ANDARE A RILEGGERLO SENZA FAR FINTA CHE IO
NON L'ABBIA SCRITTO. Comunque per tutto il resto
voglio dire che sono soddisfato di discutere con lei che si
dimostra sempre molto aperto e disponibile con la sua
controparte. E non cade mai negli insulti. Cioè con me. Poi
però magari sotto molti altri aspetti siamo totalmente (o
quasi) d'accordo.
16 maggio 2006 0:00 - camaleonte
A proposito.
Bonus bebè: denunciati
migliaia di stranieri
Sono circa 3000 gli
extracomunitari con figli che avrebbero fatto richiesta per
il bonus bebè del Governo uscente. Richiesta impropria
perchè il bonus era indirizzato a cittadini autoctoni e
comunitari (genitori o adottanti). Il fatto che ora rischino
una denuncia penale per truffa ha scatenato le difese di
alcuni settori politici e sindacali.
Secondo
CGIL, CISL o alcuni esponenti politici, la norma di partenza
sarebbe discriminatoria. Inoltre si stanno attivando per
dare consulenza legale gratuita alle famiglie allogene
eventualmente colpite da provvedimenti giudiziari (il
rischio sarebbe una condanna penale, ma anche la revoca del
permesso di soggiorno).
Secondo i difensori
"a priori" degli allogeni interessati nel caso, il
tutto deriverebbe anche da come il bonus è stato presentato
a suo tempo, con una lettera del premier uscente Berlusconi
indirizzata alle famiglie abitanti su suolo nazionale, ma
arrivata anche a chi non aveva diritto di richiedere il
bonus.
Quello che colpisce nella vicenda è:
1- L'accusa di discriminazione: ma se il bonus è
un incentivo soprattutto alla natalità autoctona, che senso
avrebbe la sua estensione anche verso gli
extracomunitari?
2- CGIL e ACLI (Associazioni
cattoliche lavoratori italiani) hanno già annunciato
appoggio legale agli eventuali interessati dai
provvedimenti: perchè tale appoggio? Su che basi si decide
di assisterli, finendo per considerarli, a priori,
"vittime"?
3- Dal punto 2, perchè non
essere più cauti nella difesa, considerando che la lettera
inviata dal Governo riportava chiaramente che i soldi
sarebbero andati solo a cittadini italiani regolari o
comunitari?
4- A proposito, esiste o meno (come
sembra) una inchiesta sul perchè la lettera sia arrivata
anche a chi non era interessato dal bonus?
16 maggio 2006 0:00 - camaleonte
Dall'articolo "Roma discute del problema degli
alloggi" (Metropoli, 27 aprile 2006):
ROMA -
Prefettura di Roma, Comune e associazioni di immigrati
apriranno subito un tavolo di lavoro per trovare una
soluzione al problema della residenza DEGLI IMMIGRATI che
vivono nelle strutture occupate. Una soluzione necessaria
per i problemi di rilascio e rinnovo del permesso di
soggiorno, legati alla residenza. E' emerso al
termine di un incontro in Campidoglio.
Il Comune
di Roma, hanno riferito i partecipanti all'incontro, ha
assicurato che troverà una serie di domicili
alternativi per risolvere la situazione.
Stesso
giorno, altrove:
All'alba di questa mattina
27/4/2006 200 poliziotti in tenuta antisommossa si sono
presentati alla palazzina occupata di via Sforza 44 nel
quartiere Monti a Roma. Forzata la porta hanno
raggiunto le famiglie che si trovavano all'interno
gettandole nuovamente in mezzo alla strada. Solo pochi
giorni fa il consigliere Nunzio D'erme aveva ordinato al
prefetto Serra di sgomberare una delle 4 occupazioni del
coordinamento delle OSA/CASAPOUND. Questa mattina è stato
immediatamente accontentato. D'Erme ordina, la
magistratura si attiva, il sindaco approva, il prefetto
ESEGUE. La palazzina era stata occupata a marzo di
quest'anno da 5 FAMIGLIE ITALIANE che come altre
migliaia si trova a vivere in una situazione di emergenza
abitativa assoluta. La palazzina era vuota addirittura dagli
ANNI 50, vero e proprio schiaffo in faccia alla tremenda
FAME di appartamenti che patiscono i Romani.
CHE
SCHIFO!!!!!
16 maggio 2006 0:00 - camaleonte
Un documento non è nulla; le origini sole danno
l'identità.
sabato, 06 maggio 2006
Immigrati in Gran Bretagna: indifferenti alla cultura
autoctona
Secondo il giornalista della BBC
George Alagiah, di origini tamil dello Sri Lanka e ormai da
decenni abitante nel Regno Unito, la gran parte delle nuove
generazioni di immigrati scelgono la patria di Shakespeare
solo come luogo in cui vivere e non come nuova patria. In
pratica è come se utilizzassero la Gran Bretagna come
"parcheggio", a volte per breve tempo, a volte per
quasi tutta la vita, ma sempre senza impegnarsi
nell'entrare in sintonia a sufficienza con la cultura
del posto.
Tutto questo è fin troppo
comprensibile: il mondo globalizzato è sinonimo di
sradicamento. I luoghi altro non sono che posti di
passaggio, incapaci di creare affetti autentici, di creare
vera cultura, di creare popoli uniti e solidali.
L'orrore "multiculturale" e
"multietnico" è in realtà la
"fluidità" del sempre cangiante... sempre a
beneficio del più forte e della sua legge.
Poveri pazzi coloro che accettano tutto questo o non fanno
abbastanza per ostacolarlo...
16 maggio 2006 0:00 - camaleonte
Su Le Figaro del 9 maggio 2006, c'è un utile compendio
(titolato "L'immigrazionismo, ultima utopia dei
benpensanti") sull'ideologia immigrazionista ad
opera del filosofo e politologo francese Pierre-André
Taguieff, che permette di fare il punto su questa forma di
(non) pensiero, tanto sfilacciata da giungere al fideismo.
Vediamo punto per punto gli elementi che emergono:
4: L'immigrazionismo porta alla demonizzazione
dell'avversario. Con tale ideologia/fede, chi si
dimostra critico od opposto o diffidente nei confronti del
fenomeno immigratorio rischia di ritrovarsi appiccicata una
qualche etichetta negativa e diffamante. L'appellativo
di "razzista" o "xenofobo", per i fedeli
immigrazionisti, non è più motivato razionalmente, ma
diviene quasi una sorta di marchio d'apostasia rispetto
alla fede ufficiale. Ciò conduce alla fine di ogni serio
dibattito e, con questa, alla messa a rischio della
democrazia.
E, all'orizzonte,
l'instaurarsi di un nuovo totalitarismo (contro i
popoli, le culture, le diversità, le libertà)...
da: NESSUNO Data: 16 Maggio 2006
per il camaleonte o chi per lui. stai
farneticando e lo sai. Buon pro ti faccia.
Appunto....
16 maggio 2006 0:00 - camaleonte
LETTERA DELLA SERIE... SI STAVA MEGLIO QUANDO LORO NON
C'ERANO.
...lettera firmata, giunta al
Giornale di Brescia il 5 maggio 2006 da parte di una ragazza
di 17 anni, preoccupata per le tensioni crescenti tra i
sempre più violenti allogeni e i suoi coetanei.
http://www.giornaledibrescia.it/GdB/LETTERE/5_Maggio/117480.
html
Noi ragazzi bresciani minacciati nella
nostra città
Le strade cittadine sono
pericolose a causa di troppa gente che pretende rispetto e
integrazione da parte nostra e ci ripaga con sempre maggiore
violenza. Questa frase è emersa durante un dibattito
scolastico in un’aula di un liceo cittadino. - Sono una
ragazza di 17 anni e qualche giorno fa sono stata
importunata da un «branco» di ragazzi extracomunitari su
un autobus cittadino, i quali sentendosi rifiutati e notando
una mia reazione di difesa, mi hanno minacciata con un
coltellino. - Ho fatto fatica a scendere dall’autobus
senza essere seguita... Ancora turbata dallo spiacevole
incidente ho indagato se fra i miei coetanei c’era
qualcuno con alle spalle una situazione simile alla mia. -
La scoperta è stata molto spiacevole: solo nella mia classe
ho riscontrato che la quasi metà dei miei compagni si è
imbattuta in episodi analoghi. Questi teppisti metropolitani
vedono in ogni tuo gesto una provocazione: chi ha avuto
minacce per il motorino, chi per la ragazza, chi è stato
picchiato per come camminava o c’è anche chi è stato
accusato di aver detto parole inopportune ad un membro della
loro violenta «banda». - Ma soprattutto noi ragazze ci
lamentiamo per le continue molestie a sfondo sessuale spesso
solo verbali, ma ugualmente riprovevoli e viviamo con la
paura che le loro minacce diventino realtà. La mia denuncia
è in nome di tutti noi ragazzi che non ci sentiamo più
liberi di frequentare la nostra città per timore di
imbatterci in una squadra di ragazzotti violenti, irascibili
e litigiosi. - Lo scopo di queste «grida» è di avvertire
i nostri concittadini della realtà e della gente che li
circonda e denunciare gli anonimi delinquenti con la
speranza di una giusta punizione. La denuncia è la nostra
unica arma, stare zitti e subìre in silenzio per paura,
pudore o superficialità è un errore che indebolisce noi
vittime e aiuta i delinquenti. - LETTERA FIRMATA -
Ma tanto che cosa gliene frega alle prefiche dei diritti
dei "migranti" (come adesso vengono insulsamente
chiamati gli immigrati). Avete fatto delle nostre belle
città millenarie dei luridi letamai e del nostro popolo la
selvaggina per questi stranieri. Vergognatevi!
16 maggio 2006 0:00 - infermieri a Varese, che succede?
Nel novembre 2005 ci eravamo occupati, in un paio di
occasioni, della questione legata al mondo ospedaliero e
infermieristico, con i risvolti che l'immigrazione ha
anche rispetto a quelli. Nei giorni scorsi, dalla cronaca
varesina, ecco un nuovo spunto, in due tempi:
1-
13 neo-infermieri italiani non vengono assunti a Varese,
nonostante abbiano prestato servizio in un ospedale del
posto. In compenso sono stati assunti alcuni polacchi,
neanche capaci di parlare un buon italiano!
2-
Subito dopo, arriva una strana rettifica del direttore
generale dell'azienda ospedaliera, Carlo Pampari,
secondo cui il tutto è dovuto solo all'incapacità, da
parte di tutti e 13 gli infermieri italiani di... capire le
procedure per poter essere assunti!
Comunque gli
stranieri il loro posto ce l'hanno già...
È
furioso il preside della Facoltà di Medicina
dell'Insubria e primario di ortopedia all'ospedale
di Circolo Paolo Cherubino. La mancata assunzione di 13 neo
infermieri, laureati da sei mesi all'Insubria e che fino
a ieri hanno lavorato in reparto grazie a una borsa di
studio, non viene digerita. «Ci siamo sentiti dire che la
Finanziaria ha bloccato le assunzioni e poi arrivano i
rimpiazzi dalla Polonia, persone che non capiscono una
parola di italiano e che non riescono a garantire il
servizio. Proprio non capisco!» [...]
«Da
quando dirigo il reparto abbiamo ben 18 letti ( dei 50
totali) accreditati chiusi per mancanza di personale
infermieristico. Lavoriamo al limite e come aiuto ci hanno
mandato un'infermiera polacca che non parla una parola
di italiano. Ci siamo lamentati per la qualità del
servizio. Ma non abbiamo ottenuto risultati. In compenso
l'infermiera professionale, neo laureata borsista, che
avevamo in reparto è stata lasciata a casa per ragioni di
budget....E la situazione si ripete anche in altri
reparti». [...]
«Vista la situazione - rivela
ancora il professor Cherubino - l'Università ha dovuto
ridurre ulteriormente i posti disponibili del corso di
laurea infermieristico portandoli da 180 a 125: non possiamo
sfornare disoccupati! Intanto vediamo pubblicare stime da
capogiro sul nuovo ospedale che "avrà bisogno di 174
nuovi infermieri". Forse ci stanno prendendo in
giro...». [...]
«È la prima volta
che accade una cosa del genere. Questi ragazzi non hanno
inteso bene le procedure previste dalla legge per entrare in
azienda». A parlare è Carlo Pampari, direttore generale
dell'azienda ospedaliera di Varese che cerca di chiarire
il malinteso all'origine dell'allontanamento dei 13
borsisti infermieri. [...]
Per i neo laureati,
infatti, nessuna certezza matematica di tornare in azienda,
anche se i sei mesi di esperienza varranno come crediti in
più. Per loro, soprattutto, nessuna garanzia di rientrare
nel reparto dove hanno vissuto la precedente esperienza,
corsie anche molto delicate come le rianimazioni. Per loro,
a questo punto, varranno i criteri legali della graduatoria.
[...]
16 maggio 2006 0:00 - camaleonte
Promessa di genocidio?
Dall'articolo
"Caro presidente Napolitano..." (Metropoli, 12
maggio 2006):
Migliaia di lettere di
congratulazioni sono arrivate in questi giorni al nuovo
presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Tra queste,
una firmata da tre immigrati, Hamid Barole, Sabatino
Annecchiarico ed Edda Pando Milagros. I tre si rivolgono a
Napolitano per porgergli le loro felicitazioni, ma anche per
ricordare che il nuovo capo dello Stato è stato co-autore
della vecchia legge sull'immigrazione.
"Noi ci appelliamo a lei - scrivono - affinché, nelle
sue funzioni, si preoccupi della concreta e più estesa
attuazione dei principi fondamentali della Costituzione, in
particolare ove, all'articolo 4, enuncia che la
Repubblica riconosce a tutti i cittadini il lavoro e
promuovele condizioni che rendano effettivo questo
diritto".
La lettera al presidente
Napolitano "è stato un modo per noi per uscire dalle
nostre tane, quello che chiediamo sono maggiori opportunità
per i cittadini immigrati, perchè sono il futuro di questo
paese", spiega Hamid Barole, operatore psichiatrico, da
33 anni in italia.
Capito? Quindi
loro sono il futuro di questo paese, come dire, quindi che
il futuro è loro! E noi italiani autoctoni che fine
faremo?
5 MAG - "In Europa si prevede l' ingresso di
550.000 lavoratori e di professionisti stranieri ogni anno
fino al 2010, quindi di 1,6 milioni tra il 2010 ed il 2050,
per un totale di 60 milioni di immigrati. Queste cifre sono
sufficienti a dimostrare l' urgenza di politiche a breve
e medio termine in materia di gestione della
migrazione". Lo ha detto il prof. Edouard Janssens,
direttore generale della Polizia del regno del Belgio e vice
presidente di Intercenter, intervenendo nella penultima
giornata dei lavori del XXV Corso internazionale di studi
sui sistemi di polizia locale. [...]
Prepariamoci per il diluvio. E seconod voi va tutto
bene? vi sembra accettabile questo? Esisteremo ancora come
popolo? c'è forse nel passato qualche cosa del genere?
16 maggio 2006 0:00 - per Xman
No guarda che il colonialismo non è cominciato quando dici
tu. Nel quattrocento gli europei cominciavano appena a
muoversi fuori d'Europa. Cristoforo Colombo supera
le "colonne d'Ercole" nel 1492, pensa un
po'! Sul resto, sappi che l'Europa di soldi
allo sviluppo del Terzo Mondo ne dà parecchi, anzi ci sono
degli accordi ben precisi secondo i quali ogni paese europeo
deve devolvere una percentuale (che adesso non ricordo di
quanto è ) del proprio PIL ai paesi sottosviluppati.
Ovviamente questo non si dice, perchè per i loschi
traditori dei nostri popoli è meglio continuare a dare
l'immagine della cattiva Europa sfruttatrice per poterla
marchiare con un ingiustificato senso di colpa per secoli
con il nefasto e immondo fine di giustificare questa
vergognosa invasione; milioni di stranieri che entrano come
gli pare in casa nostra pretendendo diritti che non hanno
neanche gli italiani. Riguardo le ricchezze e lo
sfruttamento delle terre altrui, posso consigliarti di fare
questo discorso proprio ai politicanti che ci governano (
destra o sinistra è uguale, stessa porcheria) e che sono
coloro che muovono le redini della politica internazionale
dei nostri paesi, oltre ad essere anche gli stessi che si
lavano la coscienza delle loro malefatte facendoci
sopportare a noi popolo ( che siamo coloro che sul serio
conviviamo con gli stranieri e sopportiamo i disagi
arrecatici dall'immigrazione) tutto il marciume della
società multirazziale. Ma neanche con questa
argomentazione, comunque si potrebbe giustificare ciò che
sta succedendo, nulla infatti può giustificare che un
popolo accetti supinamente di suicidarsi etnicamente, di
sparire dalla storia venendo sostituito da masse innumeri di
stranieri. E poi che cosa significa che
l'occidente controlla l'87% delle risorse? Ma
che cosa è una risorsa? ciò che lo è di per sè, o ciò
che lo diventa grazie alla scienza di qualche studioso e la
tecnologia di un paese avanzato? Ti faccio una domanda:
che cosa sarebbero l'uranio, o il petrolio, o anche solo
l'energia eolica senza l'Europa? ti rispondo io:
niente! Non è corretto dire pertanto che sono poveri
perchè noi controlliamo le loro risorse; diciamo piuttosto
che grazie al nostro sviluppo, determinati materiali che
abbondano nei loro territori diventano oggetto di commercio
internazionale. Che valore avrebbe altrimenti, ti faccio un
esempio, l'Arabia saudita con tutto il suo petrolio,
senza l'occidente sviluppato? nessuno. Sarebbero dei
morti di fame e non i nababbi che vergognosamente sono alla
faccia della povertà altrui. A proposito, ecco, guarda gli
arabi come navigano in oltraggianti lussi mentre milioni di
persone del loro stesso popolo islamico crepano di fame!
Loro se ne fanno di sensi di colpa?
Comunque,
fammi un favore, vai sul sito che ti ho indicato l'altra
volta e guarda quale losca politica si cela dietro
l'apparenza umanitaria. Ti rimando il
collegamento, però guardalo, leggilo con calma, non importa
se non mi rispondi, prenditi tutto il tempo che vuoi e
guarda che schifo si cela dietro l'apparente buonismo
immigrazionista.
Tu hai scritto:"Inoltre qualsiasi popolo si trovasse
nele condizioni del terzo mondo reagirebbe in tutto e per
tutto allo stesso modo. "
Ma noi che
non siamo terzo mondo, perchè dobbiamo farci invadere casa
nostra e di fatto sostituire da altre popolazioni? Ma
lo sai che gli stranieri sono già il 5% della popolazione
(almeno) e che le proiezioni indicano chiaramente che tra
qualche decennio appena saranno 1/4 della popolazione
italiana senza contare che sicuramente anche allora queste
spregevoli prefiche dei diritti umani continueranno a
invocare ospitalità per i "disperati", che alla
fine diventeranno padroni di tutto?
Allora ti
dico; questo non è un suicidio etnico per te? Quale popolo
sano di mente può accettare passivamente una cosa del
genere? Ma lo sai che già ci sono classi dove senza bambini
italiani? ma a te questo sembra normale?
E lo
chiedo anche a quelli dell'aduc. Fino a quando la
nostra nazione dovrà essere terra di nessuno, penetrata
quasi quotidianamente da clandestini? fino a quando dovrà
durare questa situazione? quando si raggiungerà il limite
fisiologioco di sopportazione?
16 maggio 2006 0:00 - Xman
Io ho fatto l'esempio di Michael Jackson perchè lui da
nero è diventato bianco!!! non per altro, quindi ti chiedo
se adesso ti fa ancora schifo!!! Hai interpretato male
quello che ho detto. Il colonialismo non è stato affatto
breve è durato dal quattrocento a metà di questo secolo.
Quello che intendi te le varie invasioni che dici sono
un'altra cosa. In queste invasioni l'impero romano
ad esempio si estendeva e racchiudeva in sè vari popoli
comuqnue senza distruggerne la cultura e provvedendo almeno
per lo sviluppo economico della classe dirigente (gli
schiavi non venivano nemmeno considerati umani) e ad altra
gran parte della popolazione gli bastava che avessero giusto
quel poco che serve per vivere. Intendo tutta la plebaglia
ecc. Mentre altri tipo il sacro impero romano ha conquistato
vari popoli distruggendone la cultura, religione ecc. Stessa
cosa hanno fatto gli arabi e i musulmani in generale. Un
po' si sono comportati da colonizzatori altre volte si
sono comportati un po' meglio pensando in u ncerto senso
allo sviluppo totale, non solo del centro dell'impero.
Come altre volte hanno fatto o come a volte abbiamo fatto
anche noi col colonialismo ad esmpio. Io poi intendevo dire
che il neocolonialismo è vivo e vegeto ancora adesso, e
impedisce ancora adesso lo sviluppo del terzo mondo. Ho già
spiegato come. L'occidente ha in mano l'87% delle
risorse planetarie e le sue multinazionali sfruttano milioni
di persone in tutto il sud del mondo, per far arricchire
soltanto l'occidente e solo la classe dirigente +
l'esercito di quei paesi che hanno in casa le nostre
multinazionali. Ha capito adesso!? Finchè c'è questo
sistema e finchè noi non diamo ingenti somme al sud del
mondo, ci sarà l'immigazione in occidente. Perchè
escluse le ong che non possono provvedere da sole allo
sviluppo del terzo mondo, noi i soldi che diamo al terzo
mondo finiscono come ho già detto ad arricchire la classe
dirigente locale e soprattutto l'esercito locale, (del
terzo mondo). Tra l'altro i famosi paesi nostri nemici
non sono altro che i paesi che si oppongono a questo nostro
modello economico capitalista. Anche Saddam si opponeva a
questo modello e l'hanno invaso esclusivamente per
questa ragione. Non dico che saddam è un santo o un
benefattore perchè lui di suo se avesse continuato a
rimanere al potere non avrebbe portato altro che continua
povertà e tanta demagoguia all'Iraq. Tra l'altro
l'Europa nel secondo dopo-guerra è riuscitta a
risollevarsi grazie ai soldi del piano Marshall che sono
stati distribuiti al meglio nel vecchio continente. Mentre
adesso al terzo mondo i soldi glie li diamo certamente,
però non sono distribuiti nella maniera giusta come ho già
detto. E inoltre l'Occidente nei confronti del terzo
mondo tiene in atto questo tipo di neocolonialismo che già
ho spiegato.
16 maggio 2006 0:00 - ancora per nessuno
Bello il nick che ti sei scelto. Lo è perchè mi ricorda un
grande eroe omerico, Ulisse. Lo hai scelto per quello,
e se sì,perchè?
16 maggio 2006 0:00 - x meridionale
Purtroppo, ormai se non sei straniero ( e se extrauropeo
meglio)nessuno più ti aiuta. Ormai è di moda la
carità pelosa verso l'allogeno.
16 maggio 2006 0:00 - Xnessuno dal camaleonte
Comodo quando non si sa che dire!
16 maggio 2006 0:00 - per Xman
Hai fatto un discorso assurdo , un guazzabuglio di tutto e
niente al quale è veramente difficile rispondere, se non
scrivendo un messaggio della lunghezza di un libro.
Dunque prima di tutto basta con questi sensi di colpa
truffaldinamente attizzati nella nostra cultura da chi trama
a discapito dei nostri popoli. Il nostro colonialismo
rappresenta un momento alquanto breve nella storia di ogni
popolo per poter giustificare la povertà nella quale
versano. IL nordafrica, se vuoi saperlo, è stato per secoli
e secoli una terra di pirati (musulmani) saccheggiatori
delle nostre terre cristiane; chiedi ai tuoi amichetti
buonisti, sempre pronti a sputare sulla nostra storia
dipingendoci come i più crudeli della terra da dove prende
il nome la parola "saracinesca". Lo sai? Ecco te
lo dico io, dalle torri che i nostri padri dovettero
costruire lungo tutto il litorale italico, per avvistare e
difendere le popolazioni dall'arrivo dei pirati
musulmani, i SARACENI. Inoltre a me non sembra che le
popolazioni africane, ad esempio, navigassero in chissà
quale benessere. Ecco, hai citato Michael Jackson. Pensa che
sarebbe stato di lui se gli europei non fossero mai arrivati
in Africa! Al massimo avrebbe zompettato tra qualche capanna
prima di andare a cacciare le antilopi. Poi vedi Xman,
non è che adesso un secolo di colonialismo ce lo dobbiamo
portare dietro per i prossimi dieci millenni giustificando
questa invasione, sai? E allora i turchi che hanno
spadroneggiato nell'Europa orientale? Ma te
l'immagini i greci che vanno in Turchia clandestinamente
reclamando in nome dei loro 400 anni di dominazione subita?
ma sai quanti calci nel sedere riceverebbero? Tutti i
popoli della terra conquistano o sono conquistati. Pensa che
dove adesso è terra islamica, il nordafrica, un tempo era
impero romano. E come è successo questo cambiamento? Pensa
che nell'isola del Giglio, l'ultimo saccheggio
musulmano è del 1830. Non lo sapevi, vero? e no! la scuola
buonista parla solo delle crociate, ma di questo non si dice
nulla. Lo sai che nella cattedrale di Otranto ci sono gli
scheletri di 800 cristiani massacrati dai musulmani per non
essersi voluti convertire? Carissimo, studiala bene la
storia e vedrai che se abbiamo colpito,abbiamo anche
ricevuto. Pertanto basta con tanti sensi di colpa, anche
perchè l'Europa, tu non lo sai, ma ogni anno, sostiene
con milioni di euro lo sviluppo del terzo mondo.
Sull'esempio di Michel Jackson inoltre mi fai ridere.
Che vuoi dire, che la loro grandezza poggia su questo
personaggio? A parte che è un po' pochino, è come se
io dicessi che l'Italia è una grande nazione per Vasco
Rossi, o Ligabue, o che ne so io, mi sembra inoltre un
discorso un po' stupido, una generalizzazione sciocca;
un insipido ab uno disce omnes. Ma come, ma non è sbagliato
generalizzare? o lo è solo quando non vi fa comodo? Quindi
i fiorentini, avendo Dante, cavolo, sono tutti premi nobel
per la letteratura. Però! Sull'Italia
inoltre non hai ragione affatto. La penetrazione stranera
era sempre limitata a pochi contingenti militari e di altri
popoli europei, pertanto niente meticciamento. È una
sciocchezza che fa comodo purtroppo a coloro che tramano
scelleratamente per invadere la patria, mantenendo docile la
popolazione autoctona.
16 maggio 2006 0:00 - meridionale
Ma finiamola con tutte queste polemiche! Anzichè
continuare a dire dobbiamo investire nei loro paesi (rivolto
agli extracomunitari)per far si che possano rimanere nei
luoghi natale... IO DICO INVESTIAMO QUI IN CAMPANIA, IN
SICILIA, IN CALABRIA CHE NON ABBIAMO UN CAZZO DA OFFRIRE AI
NOSTRI FIGLI, UNO SPORCO LAVORO MA CHE SI POSSA CHIAMARE
LAVORO, E NON METTETECI NELLE CONDIZIONI DI ESSERE
AVVICINATI DALLA MAFIA E N'DRANGHETA. DOBBIAMO
AIUTARE GLI ITALIANI AD AVERE UNA VITA ONESTA E DIGNITOSA E
POI PENSIAMO ANCHE AGLI ALTRI
16 maggio 2006 0:00 - NESSUNO
per il camaleonte o chi per lui. stai farneticando e lo
sai. Buon pro ti faccia.
16 maggio 2006 0:00 - x non sono razzista
Purtroppo in questa porcheria di società ormai funziona
così. Se aiuti un italiano è razzismo, se invece dai
la tua preferenza a uno straniero ( meglio se non europeo),
allora è discriminazione positiva.
Che schifo!
15 maggio 2006 0:00 - Xman
Io non ho urlato a nessun scandalo dato che si aiutano i
più bisognosi come io ho sempre detto nei miei messaggi.
Ripeto che bisogna cambiare questo modello economico delle
multinazionali che arricchisce sempre di più
l'Occidente per impoverire sempre di più la stragrande
maggioranza della Terra (il "terzo mondo"). Solo
così si potrà davvero evitare l'emigrazione. In
pratica NO al capitalismo, é il capitalismo che causa
l'immigrazione. Adesso non sto dicendo di andare verso
il comunsimo o il fascismo ma perlomeno di trovare una via
di mezzo. Inoltre qualsiasi popolo si trovasse nele
condizioni del terzo mondo reagirebbe in tutto e per tutto
allo stesso modo. Se il terzo mondo è tale e non è dunque
per niente svilupato è sempre stata colpa nostra che
l'abbiamo sempre sottomesso per i nostri interessi
economici. Mai sentito parlare di colonialismo e
neocolonialismo tutt'ora in corso!? é verissimo quello
che dice Nessuno a proposito delle razze. Per l'italia
infatti sono passati un sacco di eserciti che hanno stuprato
ma anche un sacco di coloni. Tra l'altro a te camaleonte
mi sembra ti facciano schifo i neri??? giusto!? mah... e con
Micheal Jackson come la mettiamo?... Non ci sono solo alcuni
musulmani ad essere delle rogne. In passato quando noi
vivevamo nelle stesse condizioni loro anche noi attraverso
il cristianesimo eravamo delle rogne. Quindi non è un fatto
di religione o cultura sbagliata ecc. è un fatto di degrado
ambientale contestuale che sviluppa un degrado mentale
psicoloogico, che si manifesta all'esterno con la
violenza ecc. Ci sono infatti un sacco di cristiani rogne
sai!? in Africa e un po' in SudAmerica e America
Centrale che fanno esattamente come facevamo noi nel
medio-evo. Dato che vivono nelle stesse condizioni
ambientali che vivevamo noi nel medio-evo ma anche nel 600,
700 ecc.
15 maggio 2006 0:00 - non sono razzista
il problema è che quando aiutiamo loro(e per l'amor di
Dio è doveroso farlo) nessuno dice niente, quando aiutiamo
i nostri si urla allo scandalo.... non capisco...
FORZA MORAZZONE OTTIMA INIZIATIVA
15 maggio 2006 0:00 - camaleonte
“Tutti i cittadini hanno pari dignita' sociale e sono
eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di
razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di
condizioni personali e sociali”
Ecco, piuttosto
che cambiare il popolo italiano, dandogli antenati
raccattati tra le tribù africane o i minareti arabi,
cambiamo la costituzione.
15 maggio 2006 0:00 - Xnessuno dal camaleonte
Non avrei nessun problema ad avere dei concittadini arabi,
se non fossero musulmani e quindi una rogna senza fine, come
ben sanno tutti i popoli che hanno la disgrazia di
ospitarli. Se fossero cristiani, o anche solo
appartenenti ad altre religioni meno arroganti e aggressive,
no non ci vedrei nulla di male ad averli come compatrioti.
Per quanto riguarda la tua teoria sull'importanza
di mescolarci per evitare le tare psicofisiche che
riguardano i gruppi ristretti che praticano l'endogamia,
ti assicuro che l'Italia con quasi 60 milioni di
abitanti e l'Europa con 700 milioni, sono ben lontane
dall'aver bisogno degli africani per scongiurare questo
pericolo. Senza contare poi che anche il mescolamento
deve avvenire tra elementi compatibili, per non precipitare
in un orrido guazzabuglio, quale sarebbe il meticciamento
che tu masochisticamente propugni. Poi ti chiedo
un'ultima cosa. IN Africa le popolazioni nere, lo sono
al 100%; sono popoli tarati? E i nostri connazionali che si
sposano con persone italiane o comunque sia di razza bianca
stanno incorrendo nella fallacia endogamica e avranno figli
tarati? Solo chi si sposa con persone di altre razze è a
salvo? Gli islandesi sono tarati? Caspita, bel razzismo
alla rovescia. Quindi dillo pure che per te i mulatti sono
migliori dei bianchi.
15 maggio 2006 0:00 - laura
complimenti di vero cuore. siete grandi!!!
continuate con queste idee. Laura MILANO