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17 maggio 2006 0:00 - Xman
Visto che te che studi "tanto abbondamente l'antropologia" mi spiace ma ti dovrò contraddire su un bel po' di cose riguardo la nascita della società umana. Di recente gli antropologi hanno scoperto che furono le donne ominide, a inventare il linuaggio sia gestuale che parlato e raffigurato, e a cominciare ad utilizzare utensili. Furono loro a formare una vita sociale tra tutti gli individui, (del gruppo ovviamente), che favorisse la giusta spartizione del cibo e i ruoli di ognuno nella vita quotidiana. Furono loro a inventare la caccia di gruppo o comunque qualsiasi altra attività sociale basandosi soprattutto sull'astuzia o sulla tecnologia. Faccio degli esempi:Astuzia perchè spaventavano gli animali da cacciare, per farli indietreggiare e così farli rotolare giù da un burrone. Tecnologia invece: perchè furono loro i primi a utilizzare utensili per scavare alla ricerca di cibo o per nutrirsi. Ad un certo punto dell'evoluzione poi, furono proprio loro a cominciarono a camminare in linea eretta per tenere meglio i loro piccoli sulla schiena. Sono state riscontrate le stesse caratteristiche negli scimpanzè. In cui le femmine di questi animali sono sempre le più evolute e con più spirito di iniziativa, per il fatto di creare e far sopravvivere una società o meglio un piccolo gruppo. Tutto ciò deriva dal loro fortissimo e primordiale istinto della maternità nel quale devono curare tutti i loro piccoli. Dunque distribuirono queste loro regole, che prima le mettevano in atto solo sui propri cuccioli, (regole per metà istintuali e per l'altra metà sviluppatesi con l'evoluzione), su tutto il gruppo di individui della stessa specie che man mano andava a formarsi e ad ingrandirsi. Quindi prima si comportavano in questa maniera con i loro piccoli (quand'erano australopiteus) e man mano con l'evoluzione (da australopitecus a homo abilis ecc.ecc.) e quando cominciarono a formarsi dei veri e propri piccoli gruppi comunitari le donne ominide cominciarono a distribuire queste regole indispensabili per la vita di gruppo su tutta quella piccola società che cominciava a formarsi. L'uomo in questi tempi era quasi inutile per la vita sociale dell'epoca ma era importantissimo perchè utile per la riproduzione e basta. L'uomo dalle sue coetanee le apprese dopo e pian piano, tutte queste regole indispensabili per la sopravvivenza. Non dico che la donna sia stata o sia ancora adesso superiore all'uomo, ma è tutto un fatto di istinti che si sviluppano seguendo sempre una propria base a causa di necessari cambiamenti o adattamenti ecc. al fine della sopravvivenza. L'uomo cominciò ad essere veramente utile solo quando la società divenne molto e sempre più complessa; ai tempi in cui si scoprì l'agricoltura e l'allevamento. Quando la società divenne più complessa e si cominciava ad ammucchiare sempre più cibo nei propri depositi cominciarono le primissime vere e proprie guerre violentissime e senza regole. Qui l'uomo sempre servendosi in gran parte di regole e concetti fondamentali appresi dalla donna, fu molto utile, perchè serviva la forza fisica per arare i campi allevare gli animali e fare la guerra. Prima non dico regnasse la "pace divina". In precedenza ci saranno state di certo delle dimostrazioni di forza finalizzate a rubare del cibo o a volte per cacciare. E per questi aspetti anche prima l'uomo era utile, ma sempre si doveva basare su concetti primordiali acquisiti dalla sua coetanea. Stesso discorso per quando si aprì quest'era fatta di società molto più complesse in cui nacquero le prime vere e proprie guerre. Questo è scientificamente provato e questa cosa si ripete ancora adesso in un sacco di individui mammiferi, tipo nei leoni, varie scimmie come i bonobi o gli scimpanzè che sono i più vicini all'uomo. Comunque ho compreso benissimo quello che vuoi intendere sullo "stupro dei popoli ecc." e queste cose che te dici non sono altro che delle retoriche considerazioni mistico-politiche, da far venire veramente la pelle d'oca. Non sto dicendo che sei un nazista e che vorresti vedere tutti i "diversi" nei forni, però veramente quello che dice fa rabbrividire. Vuol dire che hai una visione fin troppo distorta della realtà oltre ad essere molto disinformato. Non fai altro che modificare alcuni punti cruciali della realtà che ti circonda, per raggiungere e anzi per vedere la realtà fiabesca che ti sei creato. Adesso devo andare per cui riprenderò più tardi ad analizzare tutti gli altri punti.
17 maggio 2006 0:00 - camaleonte
È ugualmente un piacere dialogare con chi, pensandola in maniera diversa, non si difende attraverso l'uso di insulti o lughi comuni volti a screditare le argormentazioni della controparte in maniera sleale, cosa che purtroppo succede speso in questa vita politica italiana, che più che ai contenuti, spesso tende in maniera sofistica (usato in senso dispregiativo) alla captatio benevolentiae, infischiandosene della ragione.

C'era un punto che mi era sfuggito ieri e sul quale vorrei però chiarire il mio pensiero. A me i negri non fanno assolutamente schifo. Che cosa stupida sarebbe anche solo pensarlo! Io mi batto semplicemente per la difesa della mia identità di italiano, nella quale va incluso anche il lato biologico. Così come non mi sentirei tra africani in mezzo a una folla di persone bianche e bionde, allo stesso modo non mi sentirei tra italiani in mezzo a una folla di persone di razza nera. Nè più nè meno che una questione di identità, nulla a che vedere con il razzismo suprematista che secondo me è un'offesa all'umanità intera.
Ecco, spero di essere stato chiaro su questo punto.

ps: so che in italiano per molti è un'offesa il termine "negro". Io non lo uso con questa accezione, ma solamente perchè non ritengo giusto che per uno sciocco pregiudizio, una parola che viene dal latino niger nigra nigrum e che ha una storia millenaria, apparendo ad esempio nel commovente funere mersit acerbo del Carducci (" sei nella terra fredda/ sei nella terra negra") debba sparire dal nostro patrimonio lessicale.

Per il resto, carissimo Xman, mi raccomando, visita il sito che ti ho indicato, poi ne riparliamo tra qualche giorno, o quando vuoi, ma fallo, vedrai quante cose interessanti troverai...
Ciao. Adesso per un po' stacco io la spina, anche per lasciare spazio agli altri, ieri ho riempito due pagine intere.
Comunque se trovo qualcosa di interessante, lo posto.
17 maggio 2006 0:00 - RENZO
IO CREDO CHE IN QUESTI TEMPI SIA GIUSTISSIMO PRIVILEGIARE GLI ITALIANI.
LA PRESENZA STRANIERA E' SOLO UNA SFORTUNATA INCOMBENZA. BISOGNA DARE NUOVA LINFA VITALE AL NOSTRO POPOLO. SE AIUTASSIMO GLI STRANIERI, IL LORO POTERE DEMOGRAFICO CI SPAZZEREBBE VIA.
BISOGNA GARANTIRE QUESTI AIUTI NON SOLTANTO A CHI HA LA CITTADINANZA ITALIANA, MA SOPRATTUTTO PER CHI E' ITALIANO PER IUS SANGUINIS.
17 maggio 2006 0:00 - camaleonte
E con questa per oggi chiudo.

Il termine “xenofobo" viene lanciato contro chiunque protesti contro l’ingresso e la presenza di stranieri nella propria nazione; ma si tratta di un concetto e di un termine sbagliato. La “fobia” è un sintomo patologico, una manifestazione di malattia, e il termine è di carattere medico e psichiatrico. Dunque, o i milioni di francesi che hanno votato per Le Pen sono dei malati di mente, oppure non serve a nulla definirli tali. Per questo i sondaggi non avevano rivelato quali sarebbero stati i risultati del voto: nessuno sa più quale sia la verità.

Il termine “ xenofobo” viene lanciato come ingiuria contro tutti coloro che non condividono le idee dei governanti sulla doverosa “multietnicità” anche perché i politici hanno trasformato in valori etici le proprie strategie. Chi vuole tenere chiusa agli stranieri la porta della propria patria è xenofobo, mentre sicuramente non lo è Cofferati o chi per lui il quale ha di certo chiuso la porta di casa sua andando a predicare al popolo. L’uso del linguaggio falso e terroristico è comune anche contro coloro che ritengono sbagliata l’operazione politica dell’Unione europea, amabilmente definiti "eurofobici". L’analogia non è un caso: chi vuole la libertà e l’indipendenza della propria Patria, non può non battersi contro la perdita di tutta la sovranità: linguistica, territoriale, economica, politica, etica. E’ a questo punto che scatta l’altro termine-concetto terroristico contro coloro che non condividono le strategie dei politici: “razzista”. Le razze esistono, con differenti caratteristiche dovute per prima cosa all’habitat. La natura ha fornito di pelle scura chi doveva resistere alla violenza del sole, di pelle chiara chi doveva, invece, cercare di assorbirne il più possibile qualche pallido raggio nordico, così come ha plasmato sulla sabbia del deserto i velocissimi piedi dell’africano che vince sempre la maratona... La varietà e l’intelligenza della natura in tutte le differenze è bellissima, ed il “razzismo” è consistito sempre e dovunque, sia nel passato che nel presente, nel voler eliminare le differenze. I modi per raggiungere questo scopo sono atroci, sia che si uccidano i popoli fisicamente, sia che li si uccida politicamente.

Sia permesso a chi fa di professione l’antropologo affermare che anche quello di “ Europei” è un concetto razzistico, e che se i governanti continueranno a barare con il disagio che esso più o meno consapevolmente suscita, presto non basterà più innalzare cartelli contro Le Pen.

Ida Magli
17 maggio 2006 0:00 - camaleonte
Il fondamentalismo
democratico



di Ida Magli
il Giornale | 9 Ottobre 2003


La scienza, la medicina soprattutto, da lungo tempo ci ha convinto che la terapia più efficace è la prevenzione. Ma la prevenzione è sistema valido e necessario in tutti i campi, ed è giunto il momento in cui i politici sono chiamati a rendersi conto di quali responsabilità si siano caricati davanti agli Italiani per non averlo messo in atto nei confronti dell'immigrazione. L'affermazione di Gianfranco Fini sul voto da dare agli immigrati alle elezioni amministrative si può considerare già come una conseguenza della mancata prevenzione. Troppi, troppi immigrati sono stati fatti entrare in Italia, con le motivazioni più varie, senza pensare a quali ne sarebbero state le pericolosissime ricadute sulla vita culturale, religiosa, sociale, politica degli Italiani. Adesso, però, non si finga di dover per forza andare avanti sulla strada già imboccata. Se, in base alla democrazia, si porta il proprio popolo verso conflitti, sofferenze e alla fine perdite laceranti della propria identità, allora bisogna che i politici abbiano il coraggio di non fare della democrazia una divinità intangibile. Il "fondamentalismo" è un pericolo in agguato ovunque, ed è tale quando, in omaggio ad un principio, si distrugge la vita invece di costruirla. La proposta di Fini è democrazia fondamentalista.

Perché è così pericoloso inserire nel potere istituzionale gli immigrati? Diciamolo chiaramente: perché la stragrande maggioranza degli immigrati è oggi, e lo sarà sempre di più domani a causa della loro alta prolificità, di religione musulmana. Non esiste nessuna etichetta del politicamente corretto che possa impedire di riconoscere le abissali differenze fra musulmani e cristiani. Non si tratta qui di soffermarsi su dispute teologiche. La religione, qualsiasi religione, è incarnata e incarna una cultura; e una cultura è plasmata e plasma la personalità di base del popolo nel quale si è sviluppata. Non si tratta, dunque, di giudicare, di valutare né un popolo, né una cultura, né una religione, ma di mettersi di fronte alla realtà. Gli Italiani hanno diritto a vivere secondo i propri costumi, le proprie tradizioni, la propria fede perché l'Italia è il loro territorio, la loro patria, la loro nazione; questi costumi, queste tradizioni, questa fede sono agli antipodi di quelli arabo-islamici. Su questo non ci sono dubbi, malgrado i tentativi fatti dai vari leader, anche della gerarchia cattolica, per trovare delle convergenze.

Le convergenze di esegesi biblica non hanno nulla a che fare con la storia concreta, con il carattere dei popoli, insomma con il loro modo di essere, di sentire, di pensare.

Mi permetto, nella mia veste di antropologo, di portare un esempio. Nell'Antico Testamento è vietato fare una qualsiasi rappresentazione di Dio. Per il timore di mancare a questo divieto, nella cultura ebraica non è stata mai sviluppata l'arte iconografica, pittura, scultura... Lo stesso è avvenuto nell'islamismo in quanto si fonda sull'Antico testamento: è il motivo per il quale nell'arte araba si trovano tante delicatissime raffigurazioni di piante, di foglie, che appunto non mettpono a rischio di rappresentare "idoli".

Si guardi intorno l'onorevole Fini, in questa Italia nella quale ha avuto la fortuna di nascere: cosa ne sarebbe stato della grandezza artistica degli Italiani se avessero dovuto obbedire a questo divieto? Chi verrebbe in Italia da tutte le parti del mondo se non ci fossero stati i Michelangelo, i Giotto, i Raffaello e i Botticelli? Ma l'antropologo si permette di dire di più: nessun apostolo, né Pietro, né Paolo, avrebbe potuto convertire i Romani ad una religione che avesse vietato la contemplazione della bellezza nella cultura, fra religione e personalità; un rapporto che può essere disgregato e infranto con la violenza, ma che non può essere cambiato né con la buona volontà né con le leggi.

Naturalmente so bene che i problemi immediati sarebbero ben altri che non l'arte, e tutti gravissimi. Il modo di concepire il matrimonio, la sessualità, il ruolo delle donne, tanto per fare un solo esempio, è del tutto opposto a quello che viviamo in Italia. E' di ieri l'uccisione di una missionaria italiana in Somalia quasi certamente perché si batteva contro la clitoridectomia e l'infibulazione. Può darsi che le leggi italiane riuscirebbero ad impedire tale operazione, ma rimane il fatto che non c'è possibilità di comprensione, non ci sono valichi possibili fra la personalità di uomini che hanno inventato e voluto tale mutilazione e quelli che, nel cristianesimo, sono passati dall'uccisione concreta della vittima al sacrificio simbolico, dalla mutilazione del pene alla dolce acqua del battesimo.

La tensione in Italia per l'eccessiva presenza di moschee, per l'abitudine a vivere di mercatini ambulanti che invadono marciapiedi e piazze incuranti di leggi e tasse, per il timore ben fondato di possibili terrorismi, è già molto alta. Tocca ai politici fare in modo che la pazienza non si esaurisca, che la tolleranza non diventi una drammatica colpa di chi governa. E' probabile che nell'Unione Europea si sia proclivi a concedere molti privilegi agli immigrati musulmani in base a calcoli che appunto, come dicevamo all'inizio, non tengono conto delle conseguenze per il domani. Sia per una volta l'Italia a dimostrarsi previdente; e, comunque, non accetti per sé provvedimenti che preludono a sicuri conflitti.



Ma ovviamente l'Italia se ne è guardata bene di essere previdente e si incammina velocemente a divenire un orrido letamaio multitutto grazie ai nostri illuiminati umanitari.
17 maggio 2006 0:00 - camaleonte
1. Invasione e perdita del territorio

Partiamo dal problema ultimo e che, viceversa, è il primo se vogliamo ridelineare il “volto” della società italiana. Senza un suo territorio circoscritto non esiste “società”. Il territorio dell’Italia, preda di tutti quelli che se ne appropriano in quanto è volutamente abbandonato, non permette più agli Italiani di considerarsi una “società”, un popolo organizzato, con una propria identità, un proprio volto. Agli Italiani, ai più giovani, soprattutto, è venuto meno il fattore di base per “appartenere”, per voler appartenere e per voler formare, conservare, far emergere i tratti costitutivi della propria società. L’ostinazione con la quale i governanti, ormai da molti anni, fanno tutto il possibile per togliere agli Italiani il proprio territorio, lasciandolo indifeso alla mercé di migliaia e migliaia di stranieri, è il primo fattore della nostra disgregazione morale e sociale. Sia ben chiaro: i governanti si comportano così perché lo sanno, e vogliono raggiungere proprio lo scopo della disgregazione. Le prove di questa preordinata volontà sono moltissime. Mi limito ad indicarne soltanto qualcuna.

a) Le menzogne sull’immigrazione

La prima prova sono le menzogne, la falsità delle spiegazioni che vengono date, ripetute ininstancabilmente, con identico, stereotipato linguaggio dai giornalisti (indispensabili coadiutori, sacerdoti, anzi, dei politici). Da qualsiasi paese gli stranieri giungano, vengono definiti come dei “disperati”, imbarcatisi su battelli traballanti ad opera di “trafficanti di uomini”, unici colpevoli che, qualche rara volta, tanto per rafforzare la menzogna, vengono arrestati. Sia gli uomini, che le donne, i cosiddetti “disperati”, sono poi anche assegnati tutti ad una specie di ingenuo, innocente “primitivismo”, una moderna traccia mnemonica di quello che un tempo era il mito del “buon selvaggio”. In base a questo mito del buon selvaggio di ritorno, pur avendo pagato enormi cifre, pur conoscendo alla perfezione le organizzazioni del viaggio, i punti di raccolta a sud e a nord, ad est e a ovest dell’India come dell’Africa, tuttavia essi “non sanno quello che fanno”. Addirittura le donne sarebbero state tutte, o rapite, o vendute, o allettate con la promessa di trovare lavoro, invece che la prostituzione, nella quale, però, diventano subito abilissime. I paesi di provenienza sono tutti, come ci viene ripetuto ogni giorno da compunti telegiornalisti del dolore, in preda alla fame, alla carestia, privi di acqua e di alimenti; oppure tormentati da anni di guerre tribali e di orrende carneficine, per non parlare del brigantaggio, delle mafie, dei disordini razziali e politici. Infatti, puntualmente il nuovo, zelantissimo Commissario europeo, Rocco Buttiglione, ha affermato che va riscritta la legge sul “diritto d’asilo”: che vengano in Italia popoli interi è la sua più ardente speranza.

Guardiamo, allora, a quel primo fattore su cui si fonda una società, cui abbiamo accennato all’inizio: il possesso del proprio territorio, e capiremo subito perché l’Italia è così drammaticamente disgregata. Aggredita fisicamente nella sua casa, abbandonata nel modo più perverso (il ricatto della compassione) dai governanti all’invasione di corpi estranei, il “significato” giunge prima delle conseguenze concrete (che analizzeremo in seguito nei loro vari aspetti), ed è un significato di morte. La società italiana non esiste, non deve esistere più.

b) La femminilizzazione dell’Europa
Parlavamo dell’importanza dei significati. La terra, la propria terra, è “donna”, è “madre” (la madre-terra): lasciarla “aperta”, alla mercé degli innumerevoli stranieri che la invadono, che se ne impadroniscono, che vi pene-trano, è farla violentare, stuprare, consegnarla al disonore della forzata prostituzione. Una prostituzione il cui senso, nascosto, inconsapevole, eppure chiarissimo, gli uomini ben conoscono in quanto ha accompagnato e accompagna, in ogni tempo e in ogni luogo, la storia che sono essi stessi ad aver creato, fondato, agito, vissuto.
Gli uomini-maschi lo conoscono perché in ogni conflitto, in ogni guerra, hanno sempre verificato e verificano la propria vittoria, dopo la conquista del territorio, stuprando le donne dei vinti. Le donne lo conoscono perché percepiscono chiaramente che lo stupro è più violento dell’uccisione, è analogo all’uccisione nella volontà dello stupratore: uccidere superando il “confine” del corpo, pene-trandolo. E nulla è più disonorante, più umiliante, più assassinante che lasciarti in vita pur avendoti ucciso.
E’ questo uno dei motivi per i quali la maggior parte degli Italiani subisce la terribile violenza che gli viene inferta nell’identico modo sia dai propri governanti che dagli invasori, senza ribellarsi; anzi senza neppure osare dirlo ad alta voce. Proprio come succede alle donne stuprate. La violenza in cui non si vede scorrere il sangue, in cui l’unica arma è quella “primaria” -il pene- non può essere descritta, non la si può neanche rivelare. Nessuno riesce a parlarne proprio perché “il pene come arma” appartiene a un tempo-non tempo, a un tempo che per l’umanità forse concretamente non è mai esistito: il “prima della cultura”, l’al di fuori della cultura (il termine “cultura” sarà sempre inteso in questo saggio nella sua accezione antropologica come sovrapposto a “natura”). Non riescono, non vogliono parlarne prima di tutto i maschi: il pene è strumento di creazione e formazione della cultura, il simbolo stesso della cultura. Non ha un corrispettivo nella “natura”. Non è il pene degli animali, anche se, non avendo termini di confronto, si è soliti pensare allo stupro come a un comportamento bestiale, animalesco. Al contrario: lo stupro scaturisce dal massimo del simbolismo culturale, del suo assetto concreto: la regola di appartenenza delle donne, con la quale i maschi hanno fondato la “società”, hanno stabilito la circoscrizione del territorio per ogni società, hanno imposto a se stessi le leggi del Potere, del pene, che sono prima di tutto divieti nell’uso del pene (si tratta di argomenti complessi che purtroppo, posso qui soltanto sfiorare, ma che sono abbondantemente studiati in antropologia).

Ma nasce da questi primi ordinamenti l’associazione della femminilità con la terra, la propria terra. Non c’è termine più significativo, e tuttavia in apparenza più contraddittorio, di quello di “Madre-Patria”. La patria è una terra madre che appartiene al padre. Dunque ai maschi, al potere, al pene, alla mascolinità. Nel momento in cui i detentori del Potere, i governanti (maschi per definizione, checché ne pensino le donne anche quando credono oggi di detenere posti di potere) cedono la patria a maschi invasori, costringono tutti i sudditi, tutta la società ad assumere le vesti della donna stuprata, e dunque, prima di tutto, la “femminilità”.

Finalmente abbiamo forse capito (forse, perché tutto questo è talmente atroce che sembra quasi impossibile pensarlo) quale sia lo scopo ultimo dei governanti: annientare, riducendolo all’assog-gettamento di una femminilità disonorata, il proprio popolo, impedendo così qualsiasi reazione allo sterminato progetto di eliminazione delle madri-patrie, delle nazioni, dei confini, delle identità dei gruppi. Pensano di estendere in questo modo il proprio potere ad un territorio tanto vasto quanto quello da cui provengono gli invasori? Oltre al contemporaneo allargamento stabilito a tavolino con l’eliminazione dei confini fra i paesi europei? Sembrerebbe questa l’unica risposta logica ad un comportamento così tragicamente dissennato. Ma quanto abbiamo detto sui significati dello stupro vale ovviamente anche per gli invasori che lo compiono. E dunque sta già qui l’incredibile accecamento dei governanti: gli invasori stuprano la terra del nemico e sono quindi, si sentono consapevolmente vincitori; sanno, nel momento stesso in cui vi poggiano i piedi, che vi pene-trano, che se ne impadroniscono, di aver vinto.

Di aver vinto sui maschi, è chiaro, sui detentori del potere, tanto più perché questi si sono offerti alla pene-trazione, nel massimo del disonore: si sono trasformati in oggetti passivi di stupro, in femmine pronte alla prostituzione. Quanta distanza da quegli uomini e da quelle donne che per tanti secoli abbiamo considerato degli Eroi! E che si uccidevano al momento della sconfitta piuttosto che consegnare se stessi e le proprie donne alla furia stupratrice del nemico vittorioso. Ma vengono in mente anche e soprattutto quelle prime martiri cristiane che si avviavano al luogo dell’esecuzione cantando l’inno di ringraziamento a Dio per averle “trasformate in maschi”, permettendogli di testimoniare con la propria morte la fedeltà al loro credo.
Dunque, è concentrata qui la dialettica, simbolica e concreta, fra mascolinità e femminilità. Con l’abbandono del possesso del territorio, siamo tutti “trasformati in femmine”... (continua)

Ida Magli (antropologa) "Salviamo l'Italia prima che sia troppo tardi"










16 maggio 2006 0:00 - Xman
Senti io ti ripeto quello che te fai finta di non sentire: PER FERMARE L'IMMIGRAZIONE BISOGNA FAVORIRE LO SVILUPPO ECONOMICO DEI LORO PAESI, E DI CERTO LA SITUAZIONE NON CAMBIERà MAI SE CONTINUAMO AD USARE QUESTO MODELLO O SISTEMA ECONOMICO QUA. CHE HO GIà DESCRITTO TRECENTO VOLTE E ADESSO SINCERAMENTE NON HO IL TEMPO DI RISCRIVERLO ANCORA. QUINDI DOVRESTI ANDARE A RILEGGERLO SENZA FAR FINTA CHE IO NON L'ABBIA SCRITTO.
Comunque per tutto il resto voglio dire che sono soddisfato di discutere con lei che si dimostra sempre molto aperto e disponibile con la sua controparte. E non cade mai negli insulti. Cioè con me. Poi però magari sotto molti altri aspetti siamo totalmente (o quasi) d'accordo.
16 maggio 2006 0:00 - camaleonte
A proposito.


Bonus bebè: denunciati migliaia di stranieri


Sono circa 3000 gli extracomunitari con figli che avrebbero fatto richiesta per il bonus bebè del Governo uscente. Richiesta impropria perchè il bonus era indirizzato a cittadini autoctoni e comunitari (genitori o adottanti). Il fatto che ora rischino una denuncia penale per truffa ha scatenato le difese di alcuni settori politici e sindacali.

Secondo CGIL, CISL o alcuni esponenti politici, la norma di partenza sarebbe discriminatoria. Inoltre si stanno attivando per dare consulenza legale gratuita alle famiglie allogene eventualmente colpite da provvedimenti giudiziari (il rischio sarebbe una condanna penale, ma anche la revoca del permesso di soggiorno).

Secondo i difensori "a priori" degli allogeni interessati nel caso, il tutto deriverebbe anche da come il bonus è stato presentato a suo tempo, con una lettera del premier uscente Berlusconi indirizzata alle famiglie abitanti su suolo nazionale, ma arrivata anche a chi non aveva diritto di richiedere il bonus.

Quello che colpisce nella vicenda è:

1- L'accusa di discriminazione: ma se il bonus è un incentivo soprattutto alla natalità autoctona, che senso avrebbe la sua estensione anche verso gli extracomunitari?

2- CGIL e ACLI (Associazioni cattoliche lavoratori italiani) hanno già annunciato appoggio legale agli eventuali interessati dai provvedimenti: perchè tale appoggio? Su che basi si decide di assisterli, finendo per considerarli, a priori, "vittime"?

3- Dal punto 2, perchè non essere più cauti nella difesa, considerando che la lettera inviata dal Governo riportava chiaramente che i soldi sarebbero andati solo a cittadini italiani regolari o comunitari?

4- A proposito, esiste o meno (come sembra) una inchiesta sul perchè la lettera sia arrivata anche a chi non era interessato dal bonus?

16 maggio 2006 0:00 - camaleonte
Dall'articolo "Roma discute del problema degli alloggi" (Metropoli, 27 aprile 2006):

ROMA - Prefettura di Roma, Comune e associazioni di immigrati apriranno subito
un tavolo di lavoro per trovare una soluzione al problema della residenza DEGLI IMMIGRATI che vivono nelle strutture occupate. Una soluzione necessaria per i
problemi di rilascio e rinnovo del permesso di soggiorno, legati alla residenza.
E' emerso al termine di un incontro in Campidoglio.

Il Comune di Roma, hanno riferito i partecipanti all'incontro, ha assicurato che
troverà una serie di domicili alternativi per risolvere la situazione.

Stesso giorno, altrove:

All'alba di questa mattina 27/4/2006 200 poliziotti in tenuta antisommossa si sono presentati alla palazzina occupata di via Sforza 44 nel quartiere Monti a Roma.
Forzata la porta hanno raggiunto le famiglie che si trovavano all'interno gettandole nuovamente in mezzo alla strada.
Solo pochi giorni fa il consigliere Nunzio D'erme aveva ordinato al prefetto Serra di sgomberare una delle 4 occupazioni del coordinamento delle OSA/CASAPOUND. Questa mattina è stato immediatamente accontentato. D'Erme ordina, la magistratura si attiva, il sindaco approva, il prefetto ESEGUE.
La palazzina era stata occupata a marzo di quest'anno da 5 FAMIGLIE ITALIANE che come altre migliaia si trova a vivere in una situazione di emergenza abitativa assoluta. La palazzina era vuota addirittura dagli ANNI 50, vero e proprio schiaffo in faccia alla tremenda FAME di appartamenti che patiscono i Romani.

CHE SCHIFO!!!!!
16 maggio 2006 0:00 - camaleonte
Un documento non è nulla; le origini sole danno l'identità.

sabato, 06 maggio 2006
Immigrati in Gran Bretagna: indifferenti alla cultura autoctona


Secondo il giornalista della BBC George Alagiah, di origini tamil dello Sri Lanka e ormai da decenni abitante nel Regno Unito, la gran parte delle nuove generazioni di immigrati scelgono la patria di Shakespeare solo come luogo in cui vivere e non come nuova patria. In pratica è come se utilizzassero la Gran Bretagna come "parcheggio", a volte per breve tempo, a volte per quasi tutta la vita, ma sempre senza impegnarsi nell'entrare in sintonia a sufficienza con la cultura del posto.

Tutto questo è fin troppo comprensibile: il mondo globalizzato è sinonimo di sradicamento. I luoghi altro non sono che posti di passaggio, incapaci di creare affetti autentici, di creare vera cultura, di creare popoli uniti e solidali. L'orrore "multiculturale" e "multietnico" è in realtà la "fluidità" del sempre cangiante... sempre a beneficio del più forte e della sua legge.

Poveri pazzi coloro che accettano tutto questo o non fanno abbastanza per ostacolarlo...

16 maggio 2006 0:00 - camaleonte
Su Le Figaro del 9 maggio 2006, c'è un utile compendio (titolato "L'immigrazionismo, ultima utopia dei benpensanti") sull'ideologia immigrazionista ad opera del filosofo e politologo francese Pierre-André Taguieff, che permette di fare il punto su questa forma di (non) pensiero, tanto sfilacciata da giungere al fideismo. Vediamo punto per punto gli elementi che emergono:

4: L'immigrazionismo porta alla demonizzazione dell'avversario. Con tale ideologia/fede, chi si dimostra critico od opposto o diffidente nei confronti del fenomeno immigratorio rischia di ritrovarsi appiccicata una qualche etichetta negativa e diffamante. L'appellativo di "razzista" o "xenofobo", per i fedeli immigrazionisti, non è più motivato razionalmente, ma diviene quasi una sorta di marchio d'apostasia rispetto alla fede ufficiale. Ciò conduce alla fine di ogni serio dibattito e, con questa, alla messa a rischio della democrazia.

E, all'orizzonte, l'instaurarsi di un nuovo totalitarismo (contro i popoli, le culture, le diversità, le libertà)...



da: NESSUNO
Data: 16 Maggio 2006

per il camaleonte o chi per lui.
stai farneticando e lo sai. Buon pro ti faccia.


Appunto....

16 maggio 2006 0:00 - camaleonte
LETTERA DELLA SERIE... SI STAVA MEGLIO QUANDO LORO NON C'ERANO.

...lettera firmata, giunta al Giornale di Brescia il 5 maggio 2006 da parte di una ragazza di 17 anni, preoccupata per le tensioni crescenti tra i sempre più violenti allogeni e i suoi coetanei.

http://www.giornaledibrescia.it/GdB/LETTERE/5_Maggio/117480. html

Noi ragazzi bresciani minacciati nella nostra città


Le strade cittadine sono pericolose a causa di troppa gente che pretende rispetto e integrazione da parte nostra e ci ripaga con sempre maggiore violenza. Questa frase è emersa durante un dibattito scolastico in un’aula di un liceo cittadino. - Sono una ragazza di 17 anni e qualche giorno fa sono stata importunata da un «branco» di ragazzi extracomunitari su un autobus cittadino, i quali sentendosi rifiutati e notando una mia reazione di difesa, mi hanno minacciata con un coltellino. - Ho fatto fatica a scendere dall’autobus senza essere seguita... Ancora turbata dallo spiacevole incidente ho indagato se fra i miei coetanei c’era qualcuno con alle spalle una situazione simile alla mia. - La scoperta è stata molto spiacevole: solo nella mia classe ho riscontrato che la quasi metà dei miei compagni si è imbattuta in episodi analoghi. Questi teppisti metropolitani vedono in ogni tuo gesto una provocazione: chi ha avuto minacce per il motorino, chi per la ragazza, chi è stato picchiato per come camminava o c’è anche chi è stato accusato di aver detto parole inopportune ad un membro della loro violenta «banda». - Ma soprattutto noi ragazze ci lamentiamo per le continue molestie a sfondo sessuale spesso solo verbali, ma ugualmente riprovevoli e viviamo con la paura che le loro minacce diventino realtà. La mia denuncia è in nome di tutti noi ragazzi che non ci sentiamo più liberi di frequentare la nostra città per timore di imbatterci in una squadra di ragazzotti violenti, irascibili e litigiosi. - Lo scopo di queste «grida» è di avvertire i nostri concittadini della realtà e della gente che li circonda e denunciare gli anonimi delinquenti con la speranza di una giusta punizione. La denuncia è la nostra unica arma, stare zitti e subìre in silenzio per paura, pudore o superficialità è un errore che indebolisce noi vittime e aiuta i delinquenti. - LETTERA FIRMATA -

Ma tanto che cosa gliene frega alle prefiche dei diritti dei "migranti" (come adesso vengono insulsamente chiamati gli immigrati). Avete fatto delle nostre belle città millenarie dei luridi letamai e del nostro popolo la selvaggina per questi stranieri.
Vergognatevi!
16 maggio 2006 0:00 - infermieri a Varese, che succede?
Nel novembre 2005 ci eravamo occupati, in un paio di occasioni, della questione legata al mondo ospedaliero e infermieristico, con i risvolti che l'immigrazione ha anche rispetto a quelli. Nei giorni scorsi, dalla cronaca varesina, ecco un nuovo spunto, in due tempi:

1- 13 neo-infermieri italiani non vengono assunti a Varese, nonostante abbiano prestato servizio in un ospedale del posto. In compenso sono stati assunti alcuni polacchi, neanche capaci di parlare un buon italiano!

2- Subito dopo, arriva una strana rettifica del direttore generale dell'azienda ospedaliera, Carlo Pampari, secondo cui il tutto è dovuto solo all'incapacità, da parte di tutti e 13 gli infermieri italiani di... capire le procedure per poter essere assunti!

Comunque gli stranieri il loro posto ce l'hanno già...

http://www3.varesenews.it/sanita/articolo.php?id=48363

Giovedi 4 Maggio 2006

[...]

È furioso il preside della Facoltà di Medicina dell'Insubria e primario di ortopedia all'ospedale di Circolo Paolo Cherubino. La mancata assunzione di 13 neo infermieri, laureati da sei mesi all'Insubria e che fino a ieri hanno lavorato in reparto grazie a una borsa di studio, non viene digerita. «Ci siamo sentiti dire che la Finanziaria ha bloccato le assunzioni e poi arrivano i rimpiazzi dalla Polonia, persone che non capiscono una parola di italiano e che non riescono a garantire il servizio. Proprio non capisco!» [...]

«Da quando dirigo il reparto abbiamo ben 18 letti ( dei 50 totali) accreditati chiusi per mancanza di personale infermieristico. Lavoriamo al limite e come aiuto ci hanno mandato un'infermiera polacca che non parla una parola di italiano. Ci siamo lamentati per la qualità del servizio. Ma non abbiamo ottenuto risultati. In compenso l'infermiera professionale, neo laureata borsista, che avevamo in reparto è stata lasciata a casa per ragioni di budget....E la situazione si ripete anche in altri reparti». [...]

«Vista la situazione - rivela ancora il professor Cherubino - l'Università ha dovuto ridurre ulteriormente i posti disponibili del corso di laurea infermieristico portandoli da 180 a 125: non possiamo sfornare disoccupati! Intanto vediamo pubblicare stime da capogiro sul nuovo ospedale che "avrà bisogno di 174 nuovi infermieri". Forse ci stanno prendendo in giro...». [...]

http://www3.varesenews.it/sanita/articolo.php?id=48424

Venerdi 5 Maggio 2006

«È la prima volta che accade una cosa del genere. Questi ragazzi non hanno inteso bene le procedure previste dalla legge per entrare in azienda». A parlare è Carlo Pampari, direttore generale dell'azienda ospedaliera di Varese che cerca di chiarire il malinteso all'origine dell'allontanamento dei 13 borsisti infermieri. [...]

Per i neo laureati, infatti, nessuna certezza matematica di tornare in azienda, anche se i sei mesi di esperienza varranno come crediti in più. Per loro, soprattutto, nessuna garanzia di rientrare nel reparto dove hanno vissuto la precedente esperienza, corsie anche molto delicate come le rianimazioni. Per loro, a questo punto, varranno i criteri legali della graduatoria. [...]
16 maggio 2006 0:00 - camaleonte
Promessa di genocidio?

Dall'articolo "Caro presidente Napolitano..." (Metropoli, 12 maggio 2006):

Migliaia di lettere di congratulazioni sono arrivate in questi giorni al nuovo presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Tra queste, una firmata da tre immigrati, Hamid Barole, Sabatino Annecchiarico ed Edda Pando Milagros. I tre si rivolgono a Napolitano per porgergli le loro felicitazioni, ma anche per ricordare che il nuovo capo dello Stato è stato co-autore della vecchia legge sull'immigrazione.

"Noi ci appelliamo a lei - scrivono - affinché, nelle sue funzioni, si preoccupi della concreta e più estesa attuazione dei principi fondamentali della Costituzione, in particolare ove, all'articolo 4, enuncia che la Repubblica riconosce a tutti i cittadini il lavoro e promuovele condizioni che rendano effettivo questo diritto".

La lettera al presidente Napolitano "è stato un modo per noi per uscire dalle nostre tane, quello che chiediamo sono maggiori opportunità per i cittadini immigrati, perchè sono il futuro di questo paese", spiega Hamid Barole, operatore psichiatrico, da 33 anni in italia.



Capito? Quindi loro sono il futuro di questo paese, come dire, quindi che il futuro è loro!
E noi italiani autoctoni che fine faremo?
16 maggio 2006 0:00 - camaleonte
http://www.stranieriinitalia.it/notiziario2/n8785.html

5 MAG - "In Europa si prevede l' ingresso di 550.000 lavoratori e di professionisti stranieri ogni anno fino al 2010, quindi di 1,6 milioni tra il 2010 ed il 2050, per un totale di 60 milioni di immigrati. Queste cifre sono sufficienti a dimostrare l' urgenza di politiche a breve e medio termine in materia di gestione della migrazione". Lo ha detto il prof. Edouard Janssens, direttore generale della Polizia del regno del Belgio e vice presidente di Intercenter, intervenendo nella penultima giornata dei lavori del XXV Corso internazionale di studi sui sistemi di polizia locale. [...]



Prepariamoci per il diluvio.
E seconod voi va tutto bene? vi sembra accettabile questo? Esisteremo ancora come popolo? c'è forse nel passato qualche cosa del genere?
16 maggio 2006 0:00 - per Xman
No guarda che il colonialismo non è cominciato quando dici tu.
Nel quattrocento gli europei cominciavano appena a muoversi fuori d'Europa.
Cristoforo Colombo supera le "colonne d'Ercole" nel 1492, pensa un po'!
Sul resto, sappi che l'Europa di soldi allo sviluppo del Terzo Mondo ne dà parecchi, anzi ci sono degli accordi ben precisi secondo i quali ogni paese europeo deve devolvere una percentuale (che adesso non ricordo di quanto è ) del proprio PIL ai paesi sottosviluppati. Ovviamente questo non si dice, perchè per i loschi traditori dei nostri popoli è meglio continuare a dare l'immagine della cattiva Europa sfruttatrice per poterla marchiare con un ingiustificato senso di colpa per secoli con il nefasto e immondo fine di giustificare questa vergognosa invasione; milioni di stranieri che entrano come gli pare in casa nostra pretendendo diritti che non hanno neanche gli italiani.
Riguardo le ricchezze e lo sfruttamento delle terre altrui, posso consigliarti di fare questo discorso proprio ai politicanti che ci governano ( destra o sinistra è uguale, stessa porcheria) e che sono coloro che muovono le redini della politica internazionale dei nostri paesi, oltre ad essere anche gli stessi che si lavano la coscienza delle loro malefatte facendoci sopportare a noi popolo ( che siamo coloro che sul serio conviviamo con gli stranieri e sopportiamo i disagi arrecatici dall'immigrazione) tutto il marciume della società multirazziale.
Ma neanche con questa argomentazione, comunque si potrebbe giustificare ciò che sta succedendo, nulla infatti può giustificare che un popolo accetti supinamente di suicidarsi etnicamente, di sparire dalla storia venendo sostituito da masse innumeri di stranieri.
E poi che cosa significa che l'occidente controlla l'87% delle risorse?
Ma che cosa è una risorsa? ciò che lo è di per sè, o ciò che lo diventa grazie alla scienza di qualche studioso e la tecnologia di un paese avanzato?
Ti faccio una domanda: che cosa sarebbero l'uranio, o il petrolio, o anche solo l'energia eolica senza l'Europa? ti rispondo io: niente!
Non è corretto dire pertanto che sono poveri perchè noi controlliamo le loro risorse; diciamo piuttosto che grazie al nostro sviluppo, determinati materiali che abbondano nei loro territori diventano oggetto di commercio internazionale. Che valore avrebbe altrimenti, ti faccio un esempio, l'Arabia saudita con tutto il suo petrolio, senza l'occidente sviluppato? nessuno. Sarebbero dei morti di fame e non i nababbi che vergognosamente sono alla faccia della povertà altrui. A proposito, ecco, guarda gli arabi come navigano in oltraggianti lussi mentre milioni di persone del loro stesso popolo islamico crepano di fame! Loro se ne fanno di sensi di colpa?

Comunque, fammi un favore, vai sul sito che ti ho indicato l'altra volta e guarda quale losca politica si cela dietro l'apparenza umanitaria.
Ti rimando il collegamento, però guardalo, leggilo con calma, non importa se non mi rispondi, prenditi tutto il tempo che vuoi e guarda che schifo si cela dietro l'apparente buonismo immigrazionista.

http://euro-holocaust.splinder.com/post/7444120/Banche%20isl amiche
16 maggio 2006 0:00 - per Xman
Tu hai scritto:"Inoltre qualsiasi popolo si trovasse nele condizioni del terzo mondo reagirebbe in tutto e per tutto allo stesso modo. "


Ma noi che non siamo terzo mondo, perchè dobbiamo farci invadere casa nostra e di fatto sostituire da altre popolazioni?
Ma lo sai che gli stranieri sono già il 5% della popolazione (almeno) e che le proiezioni indicano chiaramente che tra qualche decennio appena saranno 1/4 della popolazione italiana senza contare che sicuramente anche allora queste spregevoli prefiche dei diritti umani continueranno a invocare ospitalità per i "disperati", che alla fine diventeranno padroni di tutto?

Allora ti dico; questo non è un suicidio etnico per te? Quale popolo sano di mente può accettare passivamente una cosa del genere? Ma lo sai che già ci sono classi dove senza bambini italiani? ma a te questo sembra normale?

E lo chiedo anche a quelli dell'aduc.
Fino a quando la nostra nazione dovrà essere terra di nessuno, penetrata quasi quotidianamente da clandestini? fino a quando dovrà durare questa situazione? quando si raggiungerà il limite fisiologioco di sopportazione?
16 maggio 2006 0:00 - Xman
Io ho fatto l'esempio di Michael Jackson perchè lui da nero è diventato bianco!!! non per altro, quindi ti chiedo se adesso ti fa ancora schifo!!! Hai interpretato male quello che ho detto. Il colonialismo non è stato affatto breve è durato dal quattrocento a metà di questo secolo. Quello che intendi te le varie invasioni che dici sono un'altra cosa. In queste invasioni l'impero romano ad esempio si estendeva e racchiudeva in sè vari popoli comuqnue senza distruggerne la cultura e provvedendo almeno per lo sviluppo economico della classe dirigente (gli schiavi non venivano nemmeno considerati umani) e ad altra gran parte della popolazione gli bastava che avessero giusto quel poco che serve per vivere. Intendo tutta la plebaglia ecc. Mentre altri tipo il sacro impero romano ha conquistato vari popoli distruggendone la cultura, religione ecc. Stessa cosa hanno fatto gli arabi e i musulmani in generale. Un po' si sono comportati da colonizzatori altre volte si sono comportati un po' meglio pensando in u ncerto senso allo sviluppo totale, non solo del centro dell'impero. Come altre volte hanno fatto o come a volte abbiamo fatto anche noi col colonialismo ad esmpio. Io poi intendevo dire che il neocolonialismo è vivo e vegeto ancora adesso, e impedisce ancora adesso lo sviluppo del terzo mondo. Ho già spiegato come. L'occidente ha in mano l'87% delle risorse planetarie e le sue multinazionali sfruttano milioni di persone in tutto il sud del mondo, per far arricchire soltanto l'occidente e solo la classe dirigente + l'esercito di quei paesi che hanno in casa le nostre multinazionali. Ha capito adesso!? Finchè c'è questo sistema e finchè noi non diamo ingenti somme al sud del mondo, ci sarà l'immigazione in occidente. Perchè escluse le ong che non possono provvedere da sole allo sviluppo del terzo mondo, noi i soldi che diamo al terzo mondo finiscono come ho già detto ad arricchire la classe dirigente locale e soprattutto l'esercito locale, (del terzo mondo). Tra l'altro i famosi paesi nostri nemici non sono altro che i paesi che si oppongono a questo nostro modello economico capitalista. Anche Saddam si opponeva a questo modello e l'hanno invaso esclusivamente per questa ragione. Non dico che saddam è un santo o un benefattore perchè lui di suo se avesse continuato a rimanere al potere non avrebbe portato altro che continua povertà e tanta demagoguia all'Iraq. Tra l'altro l'Europa nel secondo dopo-guerra è riuscitta a risollevarsi grazie ai soldi del piano Marshall che sono stati distribuiti al meglio nel vecchio continente. Mentre adesso al terzo mondo i soldi glie li diamo certamente, però non sono distribuiti nella maniera giusta come ho già detto. E inoltre l'Occidente nei confronti del terzo mondo tiene in atto questo tipo di neocolonialismo che già ho spiegato.
16 maggio 2006 0:00 - ancora per nessuno
Bello il nick che ti sei scelto. Lo è perchè mi ricorda un grande eroe omerico, Ulisse.
Lo hai scelto per quello, e se sì,perchè?
16 maggio 2006 0:00 - x meridionale
Purtroppo, ormai se non sei straniero ( e se extrauropeo meglio)nessuno più ti aiuta.
Ormai è di moda la carità pelosa verso l'allogeno.
16 maggio 2006 0:00 - Xnessuno dal camaleonte
Comodo quando non si sa che dire!
16 maggio 2006 0:00 - per Xman
Hai fatto un discorso assurdo , un guazzabuglio di tutto e niente al quale è veramente difficile rispondere, se non scrivendo un messaggio della lunghezza di un libro.
Dunque prima di tutto basta con questi sensi di colpa truffaldinamente attizzati nella nostra cultura da chi trama a discapito dei nostri popoli. Il nostro colonialismo rappresenta un momento alquanto breve nella storia di ogni popolo per poter giustificare la povertà nella quale versano. IL nordafrica, se vuoi saperlo, è stato per secoli e secoli una terra di pirati (musulmani) saccheggiatori delle nostre terre cristiane; chiedi ai tuoi amichetti buonisti, sempre pronti a sputare sulla nostra storia dipingendoci come i più crudeli della terra da dove prende il nome la parola "saracinesca". Lo sai? Ecco te lo dico io, dalle torri che i nostri padri dovettero costruire lungo tutto il litorale italico, per avvistare e difendere le popolazioni dall'arrivo dei pirati musulmani, i SARACENI.
Inoltre a me non sembra che le popolazioni africane, ad esempio, navigassero in chissà quale benessere. Ecco, hai citato Michael Jackson. Pensa che sarebbe stato di lui se gli europei non fossero mai arrivati in Africa! Al massimo avrebbe zompettato tra qualche capanna prima di andare a cacciare le antilopi.
Poi vedi Xman, non è che adesso un secolo di colonialismo ce lo dobbiamo portare dietro per i prossimi dieci millenni giustificando questa invasione, sai? E allora i turchi che hanno spadroneggiato nell'Europa orientale? Ma te l'immagini i greci che vanno in Turchia clandestinamente reclamando in nome dei loro 400 anni di dominazione subita? ma sai quanti calci nel sedere riceverebbero?
Tutti i popoli della terra conquistano o sono conquistati. Pensa che dove adesso è terra islamica, il nordafrica, un tempo era impero romano. E come è successo questo cambiamento? Pensa che nell'isola del Giglio, l'ultimo saccheggio musulmano è del 1830. Non lo sapevi, vero? e no! la scuola buonista parla solo delle crociate, ma di questo non si dice nulla. Lo sai che nella cattedrale di Otranto ci sono gli scheletri di 800 cristiani massacrati dai musulmani per non essersi voluti convertire? Carissimo, studiala bene la storia e vedrai che se abbiamo colpito,abbiamo anche ricevuto. Pertanto basta con tanti sensi di colpa, anche perchè l'Europa, tu non lo sai, ma ogni anno, sostiene con milioni di euro lo sviluppo del terzo mondo.

Sull'esempio di Michel Jackson inoltre mi fai ridere. Che vuoi dire, che la loro grandezza poggia su questo personaggio? A parte che è un po' pochino, è come se io dicessi che l'Italia è una grande nazione per Vasco Rossi, o Ligabue, o che ne so io, mi sembra inoltre un discorso un po' stupido, una generalizzazione sciocca; un insipido ab uno disce omnes. Ma come, ma non è sbagliato generalizzare? o lo è solo quando non vi fa comodo? Quindi i fiorentini, avendo Dante, cavolo, sono tutti premi nobel per la letteratura.
Però!
Sull'Italia inoltre non hai ragione affatto. La penetrazione stranera era sempre limitata a pochi contingenti militari e di altri popoli europei, pertanto niente meticciamento. È una sciocchezza che fa comodo purtroppo a coloro che tramano scelleratamente per invadere la patria, mantenendo docile la popolazione autoctona.
16 maggio 2006 0:00 - meridionale
Ma finiamola con tutte queste polemiche!
Anzichè continuare a dire dobbiamo investire nei loro paesi (rivolto agli extracomunitari)per far si che possano rimanere nei luoghi natale... IO DICO INVESTIAMO QUI IN CAMPANIA, IN SICILIA, IN CALABRIA CHE NON ABBIAMO UN CAZZO DA OFFRIRE AI NOSTRI FIGLI, UNO SPORCO LAVORO MA CHE SI POSSA CHIAMARE LAVORO, E NON METTETECI NELLE CONDIZIONI DI ESSERE AVVICINATI DALLA MAFIA E N'DRANGHETA.
DOBBIAMO AIUTARE GLI ITALIANI AD AVERE UNA VITA ONESTA E DIGNITOSA E POI PENSIAMO ANCHE AGLI ALTRI
16 maggio 2006 0:00 - NESSUNO
per il camaleonte o chi per lui.
stai farneticando e lo sai. Buon pro ti faccia.
16 maggio 2006 0:00 - x non sono razzista
Purtroppo in questa porcheria di società ormai funziona così.
Se aiuti un italiano è razzismo, se invece dai la tua preferenza a uno straniero ( meglio se non europeo), allora è discriminazione positiva.

Che schifo!
15 maggio 2006 0:00 - Xman
Io non ho urlato a nessun scandalo dato che si aiutano i più bisognosi come io ho sempre detto nei miei messaggi. Ripeto che bisogna cambiare questo modello economico delle multinazionali che arricchisce sempre di più l'Occidente per impoverire sempre di più la stragrande maggioranza della Terra (il "terzo mondo"). Solo così si potrà davvero evitare l'emigrazione. In pratica NO al capitalismo, é il capitalismo che causa l'immigrazione. Adesso non sto dicendo di andare verso il comunsimo o il fascismo ma perlomeno di trovare una via di mezzo. Inoltre qualsiasi popolo si trovasse nele condizioni del terzo mondo reagirebbe in tutto e per tutto allo stesso modo. Se il terzo mondo è tale e non è dunque per niente svilupato è sempre stata colpa nostra che l'abbiamo sempre sottomesso per i nostri interessi economici. Mai sentito parlare di colonialismo e neocolonialismo tutt'ora in corso!? é verissimo quello che dice Nessuno a proposito delle razze. Per l'italia infatti sono passati un sacco di eserciti che hanno stuprato ma anche un sacco di coloni. Tra l'altro a te camaleonte mi sembra ti facciano schifo i neri??? giusto!? mah... e con Micheal Jackson come la mettiamo?... Non ci sono solo alcuni musulmani ad essere delle rogne. In passato quando noi vivevamo nelle stesse condizioni loro anche noi attraverso il cristianesimo eravamo delle rogne. Quindi non è un fatto di religione o cultura sbagliata ecc. è un fatto di degrado ambientale contestuale che sviluppa un degrado mentale psicoloogico, che si manifesta all'esterno con la violenza ecc. Ci sono infatti un sacco di cristiani rogne sai!? in Africa e un po' in SudAmerica e America Centrale che fanno esattamente come facevamo noi nel medio-evo. Dato che vivono nelle stesse condizioni ambientali che vivevamo noi nel medio-evo ma anche nel 600, 700 ecc.
15 maggio 2006 0:00 - non sono razzista
il problema è che quando aiutiamo loro(e per l'amor di Dio è doveroso farlo) nessuno dice niente, quando aiutiamo i nostri si urla allo scandalo.... non capisco...
FORZA MORAZZONE OTTIMA INIZIATIVA
15 maggio 2006 0:00 - camaleonte
“Tutti i cittadini hanno pari dignita' sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”

Ecco, piuttosto che cambiare il popolo italiano, dandogli antenati raccattati tra le tribù africane o i minareti arabi, cambiamo la costituzione.
15 maggio 2006 0:00 - Xnessuno dal camaleonte
Non avrei nessun problema ad avere dei concittadini arabi, se non fossero musulmani e quindi una rogna senza fine, come ben sanno tutti i popoli che hanno la disgrazia di ospitarli.
Se fossero cristiani, o anche solo appartenenti ad altre religioni meno arroganti e aggressive, no non ci vedrei nulla di male ad averli come compatrioti.
Per quanto riguarda la tua teoria sull'importanza di mescolarci per evitare le tare psicofisiche che riguardano i gruppi ristretti che praticano l'endogamia, ti assicuro che l'Italia con quasi 60 milioni di abitanti e l'Europa con 700 milioni, sono ben lontane dall'aver bisogno degli africani per scongiurare questo pericolo.
Senza contare poi che anche il mescolamento deve avvenire tra elementi compatibili, per non precipitare in un orrido guazzabuglio, quale sarebbe il meticciamento che tu masochisticamente propugni.
Poi ti chiedo un'ultima cosa. IN Africa le popolazioni nere, lo sono al 100%; sono popoli tarati? E i nostri connazionali che si sposano con persone italiane o comunque sia di razza bianca stanno incorrendo nella fallacia endogamica e avranno figli tarati? Solo chi si sposa con persone di altre razze è a salvo? Gli islandesi sono tarati?
Caspita, bel razzismo alla rovescia. Quindi dillo pure che per te i mulatti sono migliori dei bianchi.
15 maggio 2006 0:00 - laura
complimenti di vero cuore.
siete grandi!!!
continuate con queste idee.
Laura
MILANO
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