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ABORTO. INFORMAZIONE SESSUALE PER EVITARE IL RIDICOLO E FARE MURO ANCHE CONTRO L'AIDS
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Comunicato 
21 novembre 2005 0:00
 

Firenze, 21 Novembre 2005. La tenacia del dottor Guido Viale dell'ospedale Sant'Anna di Torino per la introduzione della pillola abortiva RU486, e tutti gli altri che a ruota sono seguiti nelle varie regioni, e' stata un'ottima occasione perche' la questione aborto, sessualita' e prevenzione delle nascite tornasse all'ordine del giorno del dibattito e delle proposte. Ovviamente ognuno con le proprie sfaccettature, ma crediamo, a parte alcuni politici volutamente ignoranti e profittatori che hanno colto l'occasione per tirare acqua al proprio mulino partitico (sia nello schieramento di destra come in quello di sinistra), la buona volonta' civica e' la caratteristica diffusa.
Aborto non significa solo interruzione della gravidanza, ma anche prevenzione (quindi informazione sessuale) e risposta dello Stato ai drammi e alle difficolta' create dalla propria incapacita' di aver informato a sufficienza.
Che la situazione sia drammatica e' dimostrata dai dati diffusi oggi dall'Unaids, in merito all'aumento della diffusione delle infezioni da Hiv nel mondo occidentale. Questo significa che le elementari nozioni per la prevenzione nei rapporti sessuali, li' dove l'informazione dovrebbe essere piu' diffusa e abbordabile (l'occidente), non stanno dando i risultati sperati, non solo, ma la situazione peggiora.
L'aborto, cosi' come la prevenzione dell'Aids, sono figli della stessa politica sconfitta. E per entrambi l'errore piu' grande sarebbe quello di proporre sempre gli stessi metodi fallimentari, senza prendere in considerazione che il problema e' alla base: cioe' l'informazione sessuale. Ed e' li che si dovrebbe operare.
Nel contempo stiamo assistendo ad un po' di proposte ridicole, da una parte e dall'altra: la difesa della legge 194 cosi' com'e', l'introduzione dei dissuasori anti-aborto nei consultori, e il sostanziale immobilismo in materia di prevenzione (Aids o aborto che sia).
Noi, che siamo sempre stati fautori di sistemi piu' dolci per l'aborto, come la pillola RU486 (clicca qui), non intendiamo criminalizzare nessuno, a maggior ragione chi ha colto l'occasione del confronto sulla pillola abortiva per cercare di impedire il ricorso all'aborto. Diciamo solo che ognuno faccia cio' che crede, ma nei luoghi opportuni, per cercar di portare alle proprie ragioni gli esseri umani. Saremmo ben lieti di vedere un fiorire di iniziative pro e contro l'aborto, ma non nei consultori, che invece dovrebbero solo svolgere la funzione di rendere meno problematica la decisione di chi ha deciso di rivolgervisi.
Per cui rivolgiamo un triplice appello:
- agli anti-abortisti a non imporre le loro convinzioni per nome e per conto di uno Stato che invece dovrebbe garantire solo la fruizione dei servizi per ognuno che, libero e informato, decide per proprio conto.
- ai cosiddetti abortisti perche' non si limitino a difendere una legge (la 194) che, ha si' evitato la piaga dell'aborto clandestino, ma per come e' articolata, coi limiti al suo accesso (certificato medico e ospedalizzazione pubblica obbligatoria), sta continuando a favorire la presenza dell'aborto clandestino, non a caso negli attuali strati piu' deboli delle donne, le immigrate e le giovanissime.
- ai legislatori, perche' facciano proposte per una informazione sessuale sin dai primi anni della scuola, si' da avere giovani responsabili e consapevoli di fronte al pericolo Aids e aborto. In quest'ultimo caso, in particolare, con una maggiore e piu' semplice (senza ricetta medica) diffusione della pillola del giorno dopo.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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