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Aduc – Osservatorio Firenze. Le sirene dell’imposta sui consorzi di bonifica con le tasche degli utenti
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Comunicato di Vincenzo Donvito
21 aprile 2018 8:45
 
 L’imposta sul consorzio di bonifica 3 Medio Valdarno, recentemente esteso ad un piu’ ampio numero di contribuenti, non smette di sollecitare coloro che sostengono di tutelare gli utenti. E’ una legge regionale, approvata, rispetto alla quale solo un processo legislativo regionale puo’ far tornare indietro, magari con una serie di sollecitazioni anche da parte di autorita’ varie. Ma, per l’appunto, sollecitazioni.
Coloro che ne sostengono l’illiceita’ e l’ingiustizia stanno cercando di prenderla di petto per arrivare ad una sua abrogazione/modificazione. Il vicepresidente del Consiglio regionale toscano, Marco Stella ne ha fatto, coi suoi colleghi comunali fiorentini, una bandiera da diverso tempo. Sul merito e’ piu’ che doveroso discuterne, per capire, chiedere maggiore trasparenza e relazione diretta tra imposta e servizio reso ai cittadini. Sul metodo, invece, crediamo che occorra essere precisi e denunciare la speculazione in corso sulle tasche dei cittadini. La mobilitazione e’ cominciata col piu’ classico slogan della mediaticita’ consumeristica demagogica: la class action. Sbandierata di continuo pur se, in materia, impossibile da fare. E infatti, dopo i tuoni iniziali, i proponenti hanno smesso. Ora siamo in una nuova fase, visto che, per gli evasori al momento stanno arrivando gli avvisi bonari dell’autorita’ che, prima di passare alle cartelle esattoriali, stanno cercando di recuperare soldi spendendo anche meno (per loro e per il contribuente inadempiente): la proposta e’ di rivolgersi al difensore civico regionale. Bene, ma si tratta di un tipo di sollecitazione che non implica non pagare quanto viene richiesto dall’autorita’, che non potra’ che proseguire passando alla richiesta impositiva con l’aggiunta di sanzioni e, ultima ratio, sequestri di beni o fermi amministrativi.
Il comitato guidato dall’esponente regionale di Forza Italia, invece, fa appello, si’ a presentare istanza al difensore civico regionale, ma di non pagare i bollettini che arrivano. Cosa succedera’? Indipendentemente dalla pronuncia del difensore civico, la pretesa dell’imposta da parte dell’autorita’ andra’ avanti e, per il singolo contribuente, significhera’ un aggravio di costi, di fronte ai quali non ci potra’ essere che il pagamento. Fino a che le norme non cambiano. Ma quando? E’ qui a nostro avviso la brutta speculazione politica che e’ in atto sulle tasche degli utenti/contribuenti: farsi portatori di una propria istanza politica contro il governo regionale con i soldi degli utenti, sulla cui consapevolezza di esser parte di questa battaglia anti-governo regionale, nutriamo qualche dubbio.
Noi di Aduc siamo garantisti, anche per coloro che potrebbero essere vittime di una vessazione. E proprio per questo non possiamo che ricordare che, per chi vuole contestare questa imposta, il metodo per non farsi male e’ pagare (visto anche che si tratta di importi non-proibitivi per le tasche medie del contribuente) e poi, se si e’ convinti della illiceita’ di questa imposta, fare ricorso per un rimborso. La richiesta di intervento del difensore civico non e’ un ricorso, ma un parere importante che, nel caso, potrebbe condizionare l’autorita’ a cui si ricorre. Ma -ed e’ importante che lo evidenziamo- a nostro avviso non ci sono gli estremi per un ricorso, ovviamente se si vuole vincerlo e non solo fare “rumore”. La partita, per chi vuole modificare o abolire queste imposte, puo’ essere giocata solo a livello politico regionale; per cui vanno bene tutte le forme di sollecitazione al legislatore: tipo, per l’appunto, pareri del difensore civico e petizioni.
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