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ALLARGAMENTO UE. BENVENUTO AI NUOVI DIECI. NOI -QUELLI DELL'EURO- PER ORA VI DIAMO LA CERTEZZA DI UN AUMENTO DEI PREZZI AL DETTAGLIO, VOI CHE CI PORTATE?
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Comunicato 
30 aprile 2004 0:00
 

Firenze, 30 aprile 2004. Domani e' una giornata di quelle che saranno ricordate nei libri di storia: il passaggio dell'Ue da 15 a 25 membri. Certo prima d'arrivare agli oltre 50 degli Usa, ce ne vuole, come ce ne vuole perche' si possa fare un paragone con il sistema d'oltreoceano che, affiancato ad alcune monarchie europee, sembra uno dei piu' solidi e longevi del mondo. Ma intanto noi europei sgambettiamo nell'eurocrazia, con il bello e cattivo che questo comporta, e soprattutto facendo di tutto per convincerci che stiamo meglio. E in generale la tendenza dovrebbe essere questa, anche se nel quotidiano non sono pochi che si stanno ancora chiedendo i vantaggi per i singoli e le famiglie, per esempio, dalla piu' recente grossa operazione messa in atto in ambito comunitario: la moneta unica.
Ai nuovi dieci Paesi che da domani saranno pari al nostro, ci preme ricordare che in questo magma che si chiama Ue, ogniqualvolta c'e' stata una qualche operazione che ha cagionato un notevole cambiamento, questa e' stata pagata dai consumatori. Noi ci stiamo ancora leccando le ferite per l'euro, e di rimarginazione delle stesse, per il momento, non se ne parla. Per cui continuiamo a pagare molti oggetti e servizi della nostra quotidianita' ad un prezzo come minimo il 30% superiore al periodo ante-euro, a fronte di remunerazioni medie rimaste ferme tranne quelle dei professionisti e degli artigiani che, com'e' ovvio, gravano sulle tasche dei soliti consumatori. Quindi anche se di euro, per ora, ne vedrete circolare accanto alle vostre valute nazionali, sappiate che il contagio e la tendenza rialzista generalizzata vi riguardera' proprio com'e' accaduto a noi.
Questo e' quello che vi diamo noi.
E voi che ci date? Forse arriveranno meglio sui nostri mercati interni i vostri prodotti, che allo stato sono piu' economici dei nostri e, genericamente, non abbiamo da dubitare che possano qualitativamente competere coi nostri?
Non crediamo, piu' di quanto non accada gia'. Forse, per esempio, le vostre aziende postali (che sicuramente costano meno delle nostre) apriranno degli sportelli sul nostro territorio, applicandoci tariffe un po' simili alle vostre? No, non succedera': potremo solo, come oggi, continuare a venire sul vostro territorio e da li' usare le vostre tariffe (come gia' fa chi fa grosse spedizioni). Forse potremo acquistare le automobili (che sempre piu' spesso sono le stesse che possiamo acquistare nel nostro mercato) ai prezzi del vostro mercato, che sono piu' bassi dei nostri? No, non succedera', colpevoli le varie gabelle che bisogna sostenere e, quand'anche in qualche modo si riuscisse a far si' che non siano tanto onerose, chi acquisterebbe un'automobile, per esempio, in Lettonia dovendosi poi riferire a quel Paese per far valere la garanzia, magari con in mezzo anche la giustizia? (Gia' non lo si fa con la Danimarca, dove i prezzi delle automobili sono molto piu' bassi, e dopo decine e decine d'anni di convivenza comunitaria, figuriamoci con la Lettonia).
Benvenuti, quindi, nel non-mercato. Non solo, ma benvenuti anche nella non-democrazia, dove decidono non gli eletti dagli europei, ma i nominati dagli Stati nazionali che hanno come primo compito quello di fare gli interessi dei loro singoli Stati. E benvenuti nella babele linguistica, dove si spendono miliardi di euro all'anno solo per le traduzioni e dove non esiste alcun progetto di lingua unica/veicolare.
Benvenuti in quella che potremmo definire "la famiglia comunitaria", cioe' un'organizzazione economica in cui cio' che conta e' l'appartenenza, non l'essere e la capacita'/potenzialita' di questo essere. Cioe' niente a che fare con un'economia federale come negli Usa, ma una economia comunitaria e quindi dirigistica e non libera, perennemente pagata dai consumatori che in cambio, per esempio, quando hanno qualche risparmio e lo investono seguendo i consigli delle banche, si ritrovano con cose tipo Parmalat, Cirio e Giacomelli che le autorita' che dovevano controllare hanno fatto scorazzare liberi nella giungla della finanza.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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