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Amicopolis. Tribunale di Caltanissetta: no alla censura del sito Aduc
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18 febbraio 2019 17:03
 
 Il Tribunale di Caltanissetta ha respinto la richiesta di oscuramento di alcune lettere pubblicate sul sito dell'Aduc e dei relativi forum, formulata dalla società Amicopolis Limited Srl, che gestisce il sito internet AmicoPolis.

Nei mesi scorsi, alcuni utenti avevano chiesto ad Aduc consiglio sull'acquisto di “pacchetti pubblicitari” venduti tramite il sito internet Amicopolis:

- Amicopolis Ltd.: ancora una piramide finanziaria
- Amicopolis Ltd è una piramide da evitare
- Amicopolis: cosa rischiano i semplici clienti?
- Amicopolis
- Amicopolis: cosa ne pensate?

Aduc aveva inviato un esposto alla Consob, che nel frattempo ha sospeso la vendita di questi prodotti, apparentemente pacchetti pubblicitari, e ha risposto agli utenti di diffidare da guadagni troppo promettenti e di evitare di investire in un'attività che aveva tutta l'aria di essere una piramide finanziaria. La società che gestisce il sito Amicopolis ci ha prima chiesto di oscurare le lettere, le relative risposte e i commenti degli utenti del sito Aduc e, al nostro diniego, ci ha citati in giudizio davanti al Tribunale di Caltanissetta chiedendo la rimozione delle lettere diffamatorie.

Ci siamo difesi, con gli avvocati Claudia Moretti ed Emmanuela Bertucci, per non avallare neanche una delle pretestuose richieste di aziende che mirano a silenziare chi critica il loro operato, poichè cedere ad una sola di queste vorrebbe dire superare un punto di non ritorno: l'inizio della fine della liberta' di informazione e di espressione - propria e altrui.

Il Tribunale di Caltanissetta ci ha dato ragione, ritenendo che è sicuramente di interesse sociale discutere e – se del caso – criticare chi pubblicizza offerte di guadagno sospettosamente vantaggiose:

"Ad esempio la risposta del 25.1.2018 con cui [Aduc, ndr] qualifica il social della ricorrente come una «evidentissima piramide finanziaria» prende spunto da un quesito già denso di informazioni sul network e sui guadagni “molto elevati” (compresi fra il 6 e il 10% al mese, fino a giungere in alcuni casi sino al 15%) che vengono promessi. Raffrontando simili percentuali di guadagno con quelle offerte dagli ordinari strumenti di investimento appare del tutto agevole, anche per chi abbia solo una vaga conoscenza del settore, formulare un giudizio di marcata diffidenza rispetto all’affidabilità del social, potendosi altresì ragionevolmente ipotizzare di essere al cospetto di una c.d. “piramide finanziaria”, ossia di uno schema finanziario in cui non si effettua alcuna attività economica reale di investimento, né diretta, né indiretta e in cui i rendimenti promessi nascono solo dall’utilizzo del denaro offerto dall’ingresso nella struttura di nuovi affiliati".

Il Tribunale di Caltanissetta si è poi pronunciato anche sul ruolo dei forum aperti dagli utenti in calce alle lettere contestate, dove lo scambio di opinioni sia positive che negative sulla vicenda consente agli utenti del sito di formarsi liberamente la propria personale opinione:

"La portata lesiva delle dette opinioni risulta, poi, bilanciata dalla possibilità offerta ai visitatori del sito di esprimere giudizi di segno differente, dando vita in tal modo ad un dibattito (significativo a tal proposito è il titolo indicato per le pagine web in questione: “temi caldi”) che certamente arricchisce le informazioni in possesso degli utenti, in modo da favorire il prodursi di scelte consapevoli e oculate".

Aduc da sempre mette in guardia i cittadini verso possibili comportamenti commerciali scorretti e quando individua comportamenti che anche solo appaiono illegittimi, ha non solo il diritto ma il vero e proprio dovere di consigliare chi a lei si rivolge. Non vi è alcuna volontà persecutoria, nessuna crociata verso una o più aziende, ma quella di mettere a disposizione le proprie conoscenze e la propria esperienza in favore di coloro che non hanno i medesimi strumenti di orientamento.

Qui il nostro canale web contro la censura
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