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AUMENTARE LE TASSE PER SIGARETTE E PORNOGRAFIA? LA DELINQUENZA RINGRAZIA
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Comunicato 
21 ottobre 2003 0:00
 

Firenze, 21 ottobre 2003. Uno degli innumerevoli emendamenti che sono stati proposti alla legge Finanziaria proposta dal Governo, riguarda l'aumento delle tasse per le sigarette, materiale pornografico e superalcolici. Il proponente, il sen. Giuseppe Valditara di Alleanza nazionale, prevede un maggiore introito fiscale per 350 milioni di euro, che vorrebbe fossero destinati alla ricerca pubblica e all'universita'.
Si tratta di una proposta non nuova che cerca di colpire alcuni simboli dei "peccati" piu' riconosciuti tali da alcune culture e ideologie, cosi' come sono "peccati" con sempre piu' numerosi "adepti" senza distinzione di cultura e ideologia. Per cui, per farlo meglio digerire ai consumatori, si affianca il fine nobile per cui dovrebbero essere utilizzati i maggiori introiti: chi si opporrebbe mai a piu' soldi per quella ricerca oggi cenerentola con tanti cervelli in fuga?
Lasciando il buonismo a chi dovrebbe farsi ammaliare da simili motivazioni (crediamo siano molto piu' pochi di quanto gli stessi proponenti dell'emendamento credano), ci preme solo sottolineare un aspetto non secondario.
Quando si vuole aumentare la fiscalita' prodotti come il tabacco e la pornografia, che gia' oggi hanno tassazioni notevoli e che per questo si alimentano moltissimo da mercati clandestini organizzati e gestiti dalla delinquenza organizzata, non si fa che un piacere agli affari di quest'ultima. Con una prospettiva di un giro d'affari minore per i prodotti del mercato legale, fors'anche con minori introiti per lo Stato e sicuramente con una crisi occupazionale legale del settore.
Questo lo diciamo perche', a differenza dei proponenti l'emendamento che fanno finta di ignorarlo, il potere d'acquisto dei consumatori si e' notevolmente ridotto in questi ultimi due anni, e la rinuncia alla pornografia o al tabacco (al di la' di specifiche scelte individuali che comunque non sarebbero condizionate dal costo) e' cosa difficile, per cui va da se' che anche a fronte di una crescita dell'offerta e delle opportunita' del mercato clandestino, quest'ultimo se ne gioverebbe moltissimo. Con altrettanta ricaduta sulla sfiducia dei cittadini/consumatori verso le istituzioni, sempre piu' lontane e ostili alle loro esigenze.
Tutto questo vale 350 milioni di euro (ammesso che siano questi i maggiori introiti ..) per una ricerca che -e non e' battuta- dovrebbe anche concentrarsi sui metodi per meglio combattere l'aumento dell'illegalita' e dell'insicurezza per i cittadini che deriverebbe dai maggiori introiti della malavita organizzata?
A nostro avviso, no! Per cui invitiamo caldamente i legislatori a non votare questo emendamento, i proponenti a ritirarlo e a riflettere su come arrivare in tempi stretti ad una demonopolizzazione dei tabacchi e dell'alcool, si' da far cessare la contraddizione di uno Stato che promuove campagne salutiste contro quei prodotti su cui lucra di piu', in produzione e fiscalita'.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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