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AUMENTO TARIFFE TELECOM
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Comunicato 
2 giugno 1999 0:00
 

SERVONO SOLO A FAR GUADAGNARE PIU' SOLDI AL GESTORE MONOPOLISTA. NON REGALIAMO CREDIBILITA' A CHI SI PRESTA A QUESTO GIOCO ECONOMICO. IN PREPARAZIONI I RICORSI ALLE AUTORITA' COMUNITARIE.

Firenze, 2 Giugno 1999. In settimana, pare, ci ritroveremo con nuove tariffe per la telefonia fissa, e non e' chiaro se saranno piu' care o meno delle attuali, perche' se indiscrezioni parlano di aumenti, il ministro delle Telecomunicazioni fa intendere il contrario.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Non riusciamo a trovare un solo motivo per capire perche' le tariffe dovrebbero aumentare, a parte la necessita' di Telecom di avere piu' introiti e, nello specifico, premiare gli azionisti che hanno avuto fiducia nelle nuove avventure finanziare dell'azienda. Una logica che avrebbe senso per un'impresa in un mercato, ma che appare solo arroganza in un'azienda che ha la gestione unica del servizio. Ma TelecomItalia e' cosi' e, soprattutto, e' cosi' la via italiana al mercato.
A questo punto, oltre a mettere sul "chi va la" gli utenti e i mezzi d'informazione perche' si manifesti il piu' possibile lo scontento e l'incomprensione per questo continuo stillicidio verso l'alto delle tariffe, non ci resta che attendere le decisioni garante delle Telecomunicazioni, e, nel caso in cui dovesse decidere in modo che ci sembra esoso, rivolgerci alle autorita' della Comunita' Europea che sovrintendono ai processi di liberalizzazione del mercato.
Altro, ci si consenta, ci sembra abbastanza inutile e foriero di credibilita' verso lo stesso garante. Per esempio l'incontro che c'e' stato tra Garante e rappresentanti della Consulta nazionale dei consumatori, non fa altro che confermare l'inutilita' di quest'ultima istituzione che, senza potere contrattuale, serve solo come fiore all'occhiello del ministero dell'Industria e, alla fine, dello stesso Garante. Non a caso, infatti, dopo l'incontro con il Garante, la portavoce della Consulta ha fatto sapere che a sostegno delle rivendicazioni dei "consumatori" ha minacciato l'autoriduzione della bolletta, lo sciopero dei consumatori e ricorsi ai Tar: dall'inutilita' dell'intervento del Tar su queste questioni, si sono proposti metodi di lotta che, non solo non possono essere applicati perche' i consumatori -in quanto tali- non hanno un ideale da seguire e quindi non possono avere un leader, ma che sono tipici di un sindacalismo che neanche i pachidermi confederali si sognerebbero di proporre.
Non ci scandalizziamo piu' di tanto, pero'. Che sarebbe successo questo, lo avevamo previsto nel momento in cui era stata approvata la legge sui consumatori, che avevamo contestato perche' elargiva prebende alle associazioni e non diritti ai singoli
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