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BANCA 121. SI MOLTIPLICANO LE INIZIATIVE DELLE PROCURE. VERSO UNA SOLUZIONE GENERALIZZATA PER TUTTI I RISPARMIATORI
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Comunicato 
21 aprile 2004 0:00
 

Firenze 21 aprile 2004 - Sul caso delle obbligazioni strutturate vendute da Banca 121 dai nomi ingannevoli come BTP Tel (ma anche BTP Index, BTP Option, BTP On Line, CTZ Reverse 2002, CTZ Equity 2002, CTZ Action 2002, BOT Strike 2002, BOT Strike 2001, BOT Equity, BOT Reverse, BOT Barrier...) l'Aduc aveva gia' aperto una finestra informativa in estate (si veda questo articolo: clicca qui) annunciando, fra l'altro, in tempi non sospetti, il buon lavoro della procura di Trani svolto dal procuratore Savasta.
Da allora il caso si e' sviluppato oltre ogni previsione.
Il procuratore Savasta ha acquisito una perizia tecnica della Banca d'Italia che dimostra come questi prodotti siano stati concepiti per ottenere un ingiustificato profitto a danno dei clienti. Ancora una volta (come per i casi MyWay - 4You) non si tratta di analizzare caso per caso il problema dei possibili errori in fase di vendita, ma il problema e' nella progettazione che, secondo i nostri legali, sarebbe avvenuta in violazione delle leggi.
Dopo la procura di Trani, nei giorni scorsi, ha aperto le indagini anche quella di Taranto e confidiamo che nelle prossime settimane si attiveranno anche altre procure, allargando -non poco- il problema.
E' possibile che nessuno (nel gruppo MPS e presso le autorita' di controllo e lo stesso Governo) si renda conto della gravita' della situazione?
Si continua a sperare che il caso si risolva pagando alcune centinaia di persone che avviano un'azione legale (in sede penale o civile), lasciando tutti gli ignari sottoscrittori di questi prodotti con perdite nell'ordine del 30% o superiori.
Le norme che regolano l'intermediazione finanziaria sono imperative, poste a salvaguardia dell'integrita' di un mercato ritenuto -a ragione- un bene della collettivita'. Il comportamento di Banca 121 ha indubbiamente arrecato un danno all'integrita' del mercato. Per tentare di mitigare questo danno e' indispensabile che tutti gli ignari sottoscrittori di questi prodotti vengano risarciti.
Il gruppo MPS sembra non comprendere che questa soluzione, che probabilmente sara' costosa, e' la migliore per se stesso. Un moltiplicarsi di azioni giudiziarie di questa portata potrebbe avere ricadute incalcolabili, mettendo a rischio l'equilibrio di tutto il gruppo MPS.
Ancora piu' incomprensibile e' il comportamento della Banca d'Italia -forse paralizzata dalle indagini in corso sul suo governatore proprio su questo problema- che dovrebbe vigilare sulla stabilita' del sistema. Bankitalia sembra cieca alle ripercussioni che avrebbero sul sistema finanziario migliaia di azioni giudiziali contro i prodotti di un intermediario che lei stessa ha dimostrato come illegittimi.
A nostro avviso la Banca d'Italia dovrebbe imporre al gruppo MPS di contattare tutti i clienti che hanno avuto delle obbligazioni strutturate e farle proporre unilateralmente un risarcimento per l'ingiusto profitto percepitone con il collocamento.
Anche se cio' sara' difficile che accada, crediamo che, come gia' per il MyWay-4You, in nome della legalita', del diritto e della trasparenza non possiamo che impegnarci.
Fino a quando MPS non proporra' una soluzione generalizzata, continueremo a stimolare l'avvio dell'azione giudiziaria per ogni risparmiatore incappato in questi prodotti. In attesa che il legislatore abbia la volonta' e la capacita' di introdurre una Class Action sul modello Usa.
Alessandro Pedone, consulente Aduc per la tutela del risparmio
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