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BENZINA E PREZZI: LO STATO, NOVELLO DRACULA, SUCCHIA IL 70% IN TASSE E FA IL DISTRIBUTORE PER IL 43% DEL MERCATO
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Comunicato 
8 marzo 2004 0:00
 

Roma, 8 marzo 2004. Su un euro di costo della benzina lo Stato ne succhia 70 centesimi in IVA e accise, vale a dire che il 70% del prezzo se ne va in tasse, mentre il 30% rappresenta il prezzo industriale (materia prima, raffinazione, stoccaggio e distribuzione, trasporto, oneri commerciali e finanziari, margine industriale e del benzinaio). Su 22.800 distributori circa 9.000 sono Agip-Ip, sono cioe' di una societa' a capitale pubblico, vale a dire dello Stato, nello specifico del ministero dell'Economia, al capo del quale c'e' il ministro Giulio Tremonti. Allora quando aumento il prezzo della benzina con chi dobbiamo prendercela? Con gli Stati fornitori che hanno diminuito la produzione e quindi aumentato il prezzo del barile di petrolio? Con lo Stato italiano, novello Dracula, che succhia il 70% in tasse? Con i petrolieri italiani, rappresentati per il 43% dall'Agip-Ip, cioe' dallo Stato?
Al tutto va aggiunta ovviamente la mancata automazione degli impianti (self-service), che ne rappresentano solo il 17% contro il 93% della Germania, una struttura sostanzialmente oligopolista (solo 8 marchi presenti sul mercato) e la scarsa propensione dei consumatori ad utilizzare il self-service (solo il 20%). Soluzioni? Abbassare le tasse e liberalizzare il mercato. In aggiunta un invito ad utilizzare i self-service e cercare i distributori che fanno sconti.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc
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