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Black Lives Matter, non solo Stati Uniti!
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Comunicato di Pietro Moretti
14 giugno 2020 12:03
 
Le proteste negli Usa e nel mondo contro la violenza della polizia verso i neri è una speranza per tutta l'umanità. Non è una questione solo statunitense.

Chi conosce gli Stati Uniti, sa quanto siano violente le sue polizie. In parte è il frutto di una società violenta, armata fino ai denti, dove gli stessi poliziotti rischiano la vita anche quando fermano un'auto per eccesso di velocità. Ma il razzismo è endemico ovunque: dai quartieri "ghetto" alla sanità, dalla giustizia all'accademia. Se sei nero, le tue chance di emergere (figuriamoci di realizzare il sogno americano) sono una frazione di quelle di un bianco.
Non si tratta sempre di un razzismo becero e riconoscibile, come lo era fino a qualche decennio fa, ma di pregiudizi che abitano nel profondo delle viscere di tutti. Spesso il pregiudizio razziale non è noto neanche a chi ce l'ha, ma i risultati si vedono eccome: un nero viene fermato e perquisito molte pià volte di un bianco, a parità di reato verrà condannato a pene più severe. E così circa 1/5 (un quinto!) dei giovani afro-americani finisce in galera, non potrà più accedere all'università o trovare lavoro decente. 

Veniamo a noi, in Italia. Certamente le nostre forze di polizia sono meno violente, meno armate, e più addestrate a risolvere pacificamente le situazioni di rischio. Ma il razzismo c'è, è endemico, e colpisce tutte le Istituzioni. I numeri parlano chiaro: milioni di persone sono immigrate in Italia da decenni, ma non hanno diritto alla cittadinanza, e quindi neanche alla rappresentanza.  Quanti parlamentari di colore o di origine straniera abbiamo? In compenso, proprio come negli Usa, le carceri ne sono piene. In violazione del diritto internazionale sui diritti umani, non abbiamo ancora una istituzione indipendente e imparziale per i diritti umani (NHRI). Nella UE, solo due Paesi non l'hanno fatto.

I rapporti delle organizzazioni internazionali, inclusa l'Onu, parlano chiaro: ciò che accade alle persone di colore negli Usa, accade anche in Italia verso gli immigrati e i loro figli nati e cresciuti in Italia. Certo, la nostra polizia spara molto di meno, e di questo siamo orgogliosi. Ma guardando le nostre carceri e il tasso di severità delle sentenze, guardando il nostro Parlamento, le nostre università e chi fa il lavori più umili spesso senza tutele e in condizioni di semischiavitù, abbiamo ben poco da rallegrarci e dare lezioni. Stiamo costruendo una società razzista, anche se è un razzismo che non si percepisce immediatamente, se non nelle parole di qualche leader politico. 

Piuttosto che imbrattare la statua di Indro Montanelli, un gesto senza senso che giudica il passato con l'ipocrisia del presente, dobbiamo cambiare il futuro. Questo è il messaggio e l'incoraggiamento che queste proteste globali dovrebbero darci.

Qui l'ultimo rapporto delle Nazioni Unite sulla discriminazione razziale in Italia:
 
 
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