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Brevetto europeo. Come funzionano -male- le lingue della Comunita'
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Comunicato di Vincenzo Donvito
29 maggio 2015 8:37
 
 Sembra che l'Italia abbia intenzione di aderire al Brevetto europeo. Dopo che ne era rimasta fuori, con Spagna, perche' si prevede che le lingue ufficiali siano tre: inglese, francese e tedesco. Sponsor di questo trilinguismo sono Francia e Germania, che hanno ottenuto il consenso di molti Paesi le cui lingue sono state escluse, facendo introdurre fondi per compensare i costi di produzione. Sembra che, per molti, i fondi siano piu' interessanti che non la propria lingua.
Una scelta economica, si' da superare il tipico ed oneroso gap comunitario della babele linguistica? In parte si' e in parte no. Sarebbe stato economicamente logico scegliere una sola lingua, l'inglese ovviamente, che, indipendentemente dall'innegabile vantaggio di Gran Bretagna e Irlanda, e' comunque la piu' importante e diffusa lingua veicolare comunitaria e mondiale. Ma questo significava piu' costi per i due grandi protagonisti comunitari, Francia e Germania. Quindi, invece di far pagare i costi ad ogni singolo Stato, Hollande e Merkel (1) hanno pensato fosse meglio farli pagare a tutti gli altri Stati per loro. E cosi' si sono fatti belli verso le proprie nazioni tutelando le loro lingue nazionali e fornendo un vantaggio competitivo ai rispettivi Paesi.
Volenti o nolenti, europeisti o non-europeisti, e' questa l'ennesima realta' della nostra Ue: una entita' economica dove governano i piu' forti degli Stati nazionali.
Noi, che non abbiamo interessi economici e di potere specifici in merito, ma siamo sudditi anche di questa Unione, abbiamo maturato un'altra idea in merito. Scartata la possibilita' della sola lingua inglese -anche un po' riduttiva considerato il pianeta- proiettando la Comunita' anche al di fuori del proprio territorio, avremmo scelto: inglese, francese e spagnolo (sicuramente tra le tre lingue piu' diffuse nel mondo, e comunque facendo pagare un po' di piu' per le altrui traduzioni i Paesi avvantaggiati); non solo, ma se fosse consentito anche l'uso di lingue non comunitarie, ci avremmo aggiunto anche l'arabo e il cinese.
Ma questi sono -sembra e al momento- i sogni naufragati al largo dell'isola di Ventotene....

(1) che' solo i governi nazionali che contano, non le strutture comunitarie in cui operano e decidono i nominati dai governi altrettanto nazionali e gli inutili -in termini di governo comunitario- europarlamentari che i cittadini hanno eletto.
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