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Brexit. 'Chacun pour soi, Dieu pour tous', cioe' 'God save the Queen'. La lotta federalista continua
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Comunicato di Vincenzo Donvito
24 giugno 2016 9:29
 
 Stamane alle 6,58 ho sentito alla BBC l'annuncio ufficiale della vittoria del Brexit, con un'affluenza di votanti del 72,7% (percentuale sconosciuta in quel Pese per la partecipazione elettorale). Ho fatto un flashback immediato della mia vita e mi sono visto ragazzino, federalista europeo come oggi, nelle varie strade, galere e manifestazioni dell'Europa quando c'era ancora il muro di Berlino, mentre spiegavo l'utilita' e i vantaggi di una Europa unita e federale che comprendesse proprio tutti i Paesi del continente e non solo, ci aggiungevo anche Turchia, Israele, Marocco e Tunisia… fino a vagheggiare di Stati Uniti del mondo, con una Onu diversa e con piu' poteri e democrazia. Vagheggiavo per l'appunto. Poi mi e' venuto un altro pensiero: ore 1,45 del 6 agosto 1945, quando l'aereo Usa Enola Gay sgancio' su Hiroshima la bomba atomica, e le manifestazioni che avevo fatto in tutti questi anni in tutta Europa e non solo per dire “mai piu' Hiroshima”.
Quella di stamane non era una bomba che ha fatto subito tante vittime innocenti, ma diamogli tempo. Subito mi ha chiamato un mio amico somalo/italiano che fa il medico tra Firenze e Londra e con cui condivido sempre riflessioni politiche e umane anche al di fuori del contesto europeo: e' una guerra tra poveri -e' stato il nostro commento-. Tanta partecipazione perche' i piu' demuniti (moltissimi immigrati naturalizzati come sudditi della Regina e provenienti dalle storiche terre del Commonwealth) sono stati convinti che i nuovi immigrati europei (molti dall'ex blocco sovietico) sono una minaccia per loro. Diamogli tempo e capiranno -forse- che il mondo sta andando a “scatafascio” proprio per quel loro tipo di approccio. Ma intanto ci teniamo questa nuova Hiroshima.
In questi giorni saremo travolti e “nauseati” dai commenti dei vittoriosi e degli sconfitti, quindi non mi dilungo piu' di tanto. Una cosa e' certa: e' morta l'Europa degli Jean-Claude Juncker (attuale presidente della Commissione) e dei Martin Schulz (attuale presidente del Parlamento europeo), cioe' l'Europa del tentennamento e della sostanziale non-democrazia delle sue istituzioni. E forse il Regno Unito -AD (anno domini) 2016- non avra' piu' la funzione di quando era un impero che loro credono continui ad esistere continuando a chiamarlo Commonwealth, ma una sorta di Singapore un po' piu' grande.
Noi, associazione di consumatori e di utenti, possiamo solo ricordare quel che di buono abbiamo imparato dai britannici, a partire dai diritti degli individui e dei loro poteri economici. Buono che troviamo anche in Usa e in altri Stati anche europei. Diritti che poi, divenuti comunitari, sono il punto di riferimento necessario per non farsi mettere i piedi in testa, e senza i quali noi italiani oggi staremmo peggio. Ma a questi diritti, oggi ne prevalgono altri. E' la democrazia, bellezza! La stessa che continueremo ad usare, con o senza Regno Unito. Oggi ha prevalso il “chacun pour soi, Dieu pour tous” nella versione “God save the Queen”. A noi non piacciono entrambi. La lotta continua. 
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